Dalla politica alla cronaca: uno sguardo alle questioni sociali

di Angelo Barraco

Roma – Questo articolo parla di politica e di cronaca, attraverso l’analisi di episodi recenti che oggettivamente non hanno connessione uno con l’altro ma sono lo specchio di una società in declino che assorbe le dirette conseguenze di un sistema politico inefficiente. Si ritiene che vi sia un minimo comun denominatore tra i politica e i fatti di cronaca e che fanno parte di un sistema ben più complesso e articolato dove prevale l’assenza di valori, di cultura e la concretezza apparente attraverso elementi che dimostrano la presunta crescita di un paese che viene decantato dai politicanti e che lo portano in auge, ma che in realtà sta spingendo gli italiani a raschiare il fondo del barile. Il premier Matteo Renzi è sempre positivo e propositivo, anche dinnanzi alle evidenti sconfitte e i continui fallimenti di una politica che sta mordendo l’osso della perdita di credibilità. Un concetto che probabilmente il premier ha messo in pratica  a seguito della lettura della famosa frase si Winston Churchill in cui disse “Il successo è l'abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere l'entusiasmo”. Recentemente si è impegnato nello scrivere sulla sua pagina facebook alcune frasi che inneggiavano alla crescita del paese “C'è un sud bellissimo che ha voglia di farcela. Ce la farà, ce la faremo tutti insieme” scrisse il 12 settembre. Renzi punta sulla cultura e la crescita e dopo aver trascorso una giornata a Cuneo con il patron di una nota multinazionale del cioccolato e promuovendolo su facebook con un post patriottico celebrativo, ha lanciato il seguente messaggio “C’è un’Italia che non si arrende alla cultura della lamentazione. Un’Italia che ci prova. Un’Italia di cui essere orgogliosi”. Molti italiani saranno certamente orgogliosi del fallimento del Jobs Act, un paese in cui vige una situazione lavorativa allarmante poiché i contratti a tempo indeterminato hanno raggiunto un numero nettamente inferiore rispetto all’anno scorso, solamente il 29,4%, ovvero 392.043 (-163.099). “L'Italia sta tornando, saremo in grado di rimettere in moto il nostro Paese” aveva dichiarato Renzi nel febbraio del 2016, aggiungendo inoltre che “per mesi ci hanno detto che il Jobs Act era una prevaricazione, una violenza, un'imposizione. Oggi scopriamo che nel 2015 grazie al Jobs Act ci sono stati 764.000 contratti a tempo indeterminato in più (fonte INPS). Avanti tutta, con coraggio e determinazione”. Tale affermazione suona oggi come un boomerang che sfugge dalle mani e bruscamente sbatte sulla faccia del lanciatore poiché dai dati ufficiale emerge che o contratti stabili hanno subito un calo del -29% e i licenziamenti invece sono aumentati del +7%. 
 
La mala politica non è l’unico elemento oggettivo in Italia che non funziona, ma potremmo definirlo il punto di partenza di una concatenazione di eventi che stanno portando il paese ad una progressiva regressione culturale e sociale. La promulgazioni di esempi diseducativi mediante tv e un uso eccessivo, sbagliato e non controllato dei social, sta causando in alcuni giovani menti che assorbono tutto come spugne, un allontanamento dalla realtà oggettiva e una desensibilizzano di massa. I social sono diventati un’arma a doppio taglio; molti soggetti si stanno abituando ad un’acculturazione propensa alla ricerca dell’orrido, al cinismo nero e becero, alla voglia di trasformare la sfera privato in spettacolarizzazione pubblica tendente alla denigrazione. La tv che prima puntava sull’intrattenimento goliardico oggi si veste in lutto, in spettacolarizzazione con il fine ultimo di fare mercimonio della morte e del disagio di terzi. Uno spettacolo a cui oggi non sono esposti soltanto i giovani ma tutti, dove l’intrattenimento porta il vestito nero e ogni giorno  diventiamo tutti i criminologi di turno o gli esperti che analizzano il delitto davanti ad un piatto di pasta con la famiglia. Oggi in Italia una ragazza di 31 anni ha deciso di togliersi la vita a seguito della diffusione sul web di suoi filmini hard, una ragazza di 17 anni,  completamente ubriaca e priva di autocontrollo, è stata filmata dalle amiche mentre un ragazzo di origini albanese la stuprava nel bagno di una discoteca. Nessuna delle amiche ha fermato quella violenza sessuale che si materializzava sotto gli occhi, che stava trasformando e polverizzando in una sera, la purezza e la serenità di una ragazza che aveva semplicemente bevuto un bicchiere di troppo. Oggi a Nuoro un Allevatore di 65 anni è stato colpito da 7 pallottole all’addome nel pieno centro del paese. Un paese che scivola nel sangue poiché ad Arezzo è stato arrestato un 24enne di San Giustino Umbro sospettato di essere l’omicida di Katia Dell’Omarino, il cui cadavere è stato rinvenuto lo scorso 12 luglio sulle rive del torrente Afra. L’assassino ha confessato “Si sono stato io”. Sono piccoli pezzi di un puzzle molto vasto, di un paese in cui le regole di carattere morale ed etico diventano concrete post mortem, quando ci trasformiamo in filosofi della ragione e tergiversiamo il nostro ben pensare sui social, ma nella concretezza oggettiva tutto è diverso poiché alla base vi è un’amministrazione errata di un paese sull’orlo del barato che conseguentemente porta alla mancanza di stabilità e sicurezze che invece dovrebbero garantire una propensione al miglioramento costante del quieto vivere.