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Darksiders 3, l’apocalisse continua con Furia

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Dopo il lungo e travagliato percorso della software house che ha ideato la saga, ecco arrivare sulle console di attuale generazione e su Pc Darksiders 3, l’attesissimo nuovo capitolo della serie apocalittica più amata dal grande pubblico. Se in Darksiders il grande protagonista era Guerra, in Darksiders 2 si potevano vestire i panni di suo fratello Morte, stavolta invece i giocatori interpreteranno Furia, definita dai suoi stessi creatori come il più imprevedibile ed enigmatico dei cavalieri dell’apocalisse. A differenza dei fratelli, Furia è una maga e utilizza principalmente armi veloci ed eleganti, elemento questo che rende il gameplay di Darksiders III alquanto diverso da quello visto nei videogiochi precedenti.

Ma veniamo alla trama

Il titolo inizia lì dove la storia si era interrotta nel 2012, con Guerra al cospetto dell’Arso Consiglio che lo accusa di tradimento. Furia, che per sua natura è ambiziosa e desidera ardentemente essere al comando dei cavalieri e riabilitarne il nome, decide di servire ancora una volta il Consiglio e si mette alla ricerca dei Sette Peccati Capitali, entità che mettono a repentaglio il preziosissimo equilibrio tra le forze del Caos e quelle dell’Ordine. La protagonista si dirige quindi sulla Terra, ormai distrutta dalla guerra tra Paradiso e Inferno, alla ricerca di Invidia, Ira, Avarizia, Accidia, Lussuria, Gola e Superbia, nascosti ciascuno agli angoli di un mondo di gioco vasto, denso di pericoli e perfettamente interconnesso. Dopo le avventure di Guerra e Morte era da anni che gli appassionati aspettavano d’interpretare un nuovo cavaliere dell’apocalisse, e Furia, durante le nostre prove, ha saputo conquistarci a partire dalla prima cutscene.

La protagonista infatti è carismatica, tagliente e ironica, un carattere quasi all’opposto di quelli dei suoi fratelli che spesso impersonano il ruolo dell’eroe maledetto.

In Darksiders 3 non solo la protagonista è molto ben caratterizzata, ma una volta in suo controllo viene subito fuori come il team di Gunfire Games abbia voluto confezionare un’esperienza di gioco davvero diversa dalle precedenti senza però stravolgere le dinamiche e i lati positivi che hanno reso famoso il brand. Darksiders 3 si distacca dal secondo episodio tanto quanto questo si allontanava dal primo, e se l’epopea di Guerra era una fusione tra Zelda e un action hack ‘n’ slash, e quella di Morte un misto tra l’epopea di Link, GDR loot based, e i Prince of Persia 3D, il nuovo capitolo della serie decide di mischiare ulteriormente le carte unendo sposando un cammino che strizza l’occhio ai Souls-like, quindi alla moda e in linea coi tempi. Si tratta di una scelta quantomai sensata, visto che la storia di Furia è un altro prequel di sorta, che si svolge nel bel mezzo del primo capitolo (subito dopo la cattura di Guerra per l’esattezza) e si limita a chiarire alcuni fattori della narrativa di fondo, senza andare a stravolgere gli avvenimenti degli altri giochi.

Evitare una struttura eccessivamente dispersiva in favore di una mappa interconnessa è una scelta perfettamente adeguata per un simile pezzo del puzzle; la natura del gioco non significa però che manchi una trama di fondo discretamente interessante: Furia è forse la più “umana” dei cavalieri, e l’intera avventura è una sorta di “arco del personaggio” che la vede superare a suo modo un’iniziale tendenza alla megalomania e alla rabbia ingiustificata. Non si tratta certo di una campagna straordinaria dal punto di vista narrativo, ci teniamo a precisarlo, eppure è piacevole osservare lo sviluppo di una protagonista imperfetta al punto da risultare antipatica durante le prime battute, e tentare di carpire ogni segreto riguardante il complesso background su cui il titolo poggia.

Non è solo la caratterizzazione della protagonista a risultare davvero ben fatta, ma anche l’evoluzione e il ruolo che i vari protagonisti dei capitoli hanno ricoperto nel corso degli anni: se Guerra era il condottiero tutto armatura e forza fisica, dunque, e Morte l’agile assassino, Furia veste gli abiti della maga, e quindi è il personaggio inizialmente più svantaggiato che avanzando ottiene però le abilità più potenti e variegate all’interno della squadra di avventurieri.

In Darksiders 3 si ha in pratica per le mani una combattente inizialmente molto limitata, armata solo di frusta e combinazioni molto semplici, che acquisisce gradualmente poteri estremamente interessanti, capaci di variare notevolmente il gameplay.

Queste capacità si chiamano Hollow, poteri elementali che una volta acquisiti le permettono di utilizzare armi secondarie dedicate, magie che sfruttano una speciale Barra della Collera, ovviamente ricaricabile a forza di nemici uccisi, e abilità di navigazione ben realizzate senza le quali non è possibile gironzolare liberamente per l’estesa mappa del mondo.

La capacità di Furia di cambiare elemento e di sferrare colpi in base alle armi fornite da esso non è il fulcro del combattimento, perché se si va ad analizzare nel dettaglio la sua lista di abilità, si scopre un sistema complessivamente più limitato rispetto a quello più action dei predecessori. Ciò che rende le battaglie di Darksiders III sensibilmente superiori a quelle viste in passato è una netta impennata della curva di difficoltà. La varietà di avversari trovata nel gioco, poi, è impressionante, così come notevoli sono la loro agilità e il numero di attacchi con cui possono colpire Furia di sorpresa. La tendenza Souls-like inserita nel titolo ha perciò influenzato nel profondo lo sviluppo, ad esempio i danni inflitti dagli avversari sono abbastanza importanti da rendere le morti improvvise un’eventualità tutt’altro che sottovalutabile.

Diversamente da quanto visto in passato, poi, non è possibile poter semplicemente travolgere orde di avversari grazie alla potenza degli attacchi: schivare, contrattaccare e memorizzare attentamente i pattern è un obbligo per non diventare carne da macello. Nel corso dell’avventura si potranno incontrare gli esponenti di un vasto bestiario che comprende angeli, demoni, non morti e altre creature, tutti in grado di azzerare la salute di Furia con una manciata di fendenti.

L’intensa letalità dei nemici svela quindi la natura profondamente tecnica del gameplay dove è nettamente preferibile cercare di dividere i gruppi di creature avversarie, affrontandoli uno a uno grazie al blocco della visuale che permette a Furia di concentrarsi sui singoli avversari e di schivare i loro attacchi più efficacemente. Il fluido alternarsi di schivate e combo caratterizza l’intero combat system di Darksiders III, che una volta padroneggiato dona moltissime soddisfazioni tanto ai videogiocatori più tecnici quanto ai neofiti.

Come vi abbiamo accennato qualche riga più in alto, Furia possiede il potere d’imbrigliare gli elementi per scagliarli contro tutti i nemici che le si pareranno dinanzi, ma essi non saranno disponibili da subito. Nel corso dell’avventura un misterioso e criptico alleato della protagonista le dona la capacità di assumere quattro forme (del Fuoco, della Tempesta, della Forza e della Stasi), ognuna delle quali capace di modificare l’aspetto di Furia e di farla accedere a pagine e pagine di inedite combo che rimpolpano un sistema di combattimento che altrimenti, alla lunga, sarebbe potuto diventare monotono.

A disposizione del giocatore ci sono anche due attacchi speciali che man mano che si aumenterà di livello diventeranno sempre più potenti, stiamo parlando della Collera e della forma del Caos. Entrambi dipendono da indicatori posti nella parte superiore sinistra dell’interfaccia, caricati uccidendo i nemici o consumando specifici oggetti. Utilizzando la Collera, Furia sprigiona singoli attacchi influenzati dal tipo di forma che assume, mentre il Caos la trasforma in un demone che libera una mostruosa furia distruttrice in grado di sgombrare in qualche secondo il campo da qualsiasi creatura si trovi nei paraggi.

Le forme concedono inoltre nuove abilità con le quali accedere ad aree inizialmente non accessibili del mondo di gioco, espandendo ulteriormente le possibilità d’esplorazione di Furia. La Forma del Fuoco sblocca il doppio salto, mentre quella della Tempesta il potere di planare da una sporgenza. La forma della Forza permette di aderire a particolari superfici verticali, e infine la forma della Stasi fa camminare Furia sull’acqua. Le forme sono spesso coinvolte nella risoluzione dei numerosi rompicapo che spezzano al momento giusto la frenesia dei combattimenti. Trattasi perlopiù di puzzle ambientali mai troppo complicati, ma che comunque donano al titolo un’ottima varietà. Senza lo stratagemma delle forme e delle loro speciali abilità, i Sette Peccati Capitali sarebbero stati raggiungibili fin dall’inizio di Darksiders III rovinando il senso di progressione che invece si respira addentrandosi nelle numerose aree che compongono l’ambientazione.

Nella sua struttura il mondo assomiglia a quello di Dark Souls, con un’area centrale dalla quale si diramano i percorsi verso i boss. Come in passato, i checkpoint sono gestiti anche in questo capitolo da Vulgrim, il mercante di anime attraverso cui livellare gli attributi di Furia in cambio delle anime raccolte. L’albero delle abilità di Morte visto in Darksiders II lascia spazio qui a tre semplici caratteristiche, ossia Salute, Forza e Arcano. La prima, banalmente, influisce sul numero degli HP della protagonista, mentre Forza e Arcano regolano rispettivamente la quantità di danni che si infliggono con gli Uncini del Disprezzo (la frusta di Furia) e con le armi speciali delle forme elementali. Uccidendo i nemici si ottengono anime, che Vulgrim accetterà volentieri in cambio di punti attributo da spendere in una delle tre statistiche. Ma Vulgrim non è l’unica vecchia conoscenza per i veterani della saga. Si potrà infatti incontrare il Creatore Ulthane al centro del mondo di gioco, dove gestisce una piccola colonia di umani, il quale accetterà di migliorare l’equipaggiamento di Furia in cambio della promessa di soccorrere eventuali sopravvissuti incontrati nel suo cammino. Potenziare gli Uncini e le armi delle forme sarà cruciale per sopravvivere ad avversarsi sempre più pericolosi e agli scontri con i Peccati, quindi esplorare con cura l’ambientazione alla ricerca dei materiali per il crafting non è solo un’opzione, ma una vera necessità.

Graficamente parlando, Darksiders III non è certo il titolo più avanzato dell’anno, ma è la sua precisa identità a far passare in secondo piano certe limitazioni e qualche bug secondario che forse poteva essere risparmiato.

Nel complesso comunque le ambientazioni ricalcano, giustamente, quelle viste nei precedenti capitoli, sono ben curate e sono molto gradevoli nel complesso. A questo se si aggiunge che la fluidità d’azione è davvero squisita, possiamo dire che dal lato grafico/tecnico Darksiders 3 si difende bene. Buoni anche gli effetti sonori e le musiche che accompagneranno i giocatori lungo tutta l’avventura che, se giocata ai livelli di difficoltà più alti può aumentare la durata del titolo davvero di parecchie ore. Tirando le somme, questo terzo capitolo della saga rappresenta senza dubbio una vera gioia per i fan, ed essendo comunque un prequel dei precedenti capitoli può essere un buon punto d’inizio anche per chi non ha mai giocato alla saga. Crediamo che per gli amanti delle sfide e dei videogame in single player Darksiders 3, nonostante non sia il miglior titolo del mondo, può rappresentare un’ottima sfida per mettersi alla prova e per godere di ore ed ore di sano divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 8
VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

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L’impatto di 5G e connessioni veloci sul gaming

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È ormai diverso tempo che gli esperti di gaming, per quanto riguarda il lato produttivo, affermano di come l’introduzione della connessione 5G sia un vero e proprio spartiacque per quanto riguarda la giocabilità. Il primo ambito in cui questa nuova risorsa sarà tangibile è il “cloud gaming”: di fatto un accesso in modo diretto allo streaming per quanto riguarda i videogame. Il funzionamento è molto simile a quanto accade già normalmente per le serie tv ad esempio: mediante connessione Internet si accede ad un catalogo online più o meno vasto, si seleziona il film o la serie che si vuole visionare e si preme play. Questa modalità è già presente da tempo perché richiede una velocità di connessione variabile: è chiaro che una fibra è preferibile rispetto al 4G, ma su entrambe le modalità è possibile visionare i contenuti in streaming. Per i videogame il discorso è differente perché si tratta di giochi infinitamente più pesanti rispetto ad un normale film, ragion per cui il 5G apre le porte a tutti a questa nuova modalità di fruizione.

Il cloud gaming non è stato scoperto ora ma si trovano le sue radici nel “lontano” 2010: cronologicamente si parla solo di decennio fa ma in ambito videoludico i cambiamenti sono stati abissali. All’epoca furono due start up ad avvicinarsi a questo nuovo modo di giocare: Onlive e Gaikai, entrambe acquistate dalla Sony, che non a caso è tra le poche aziende ad aver già il suo servizio di cloud gaming, Playstation Now. Funziona come un qualsiasi abbonamento di una piattaforma online di streaming: a fronte di un pagamento mensile, l’utente può accedere a tutto il catalogo Sony (si parla di circa 700 videogame, in costante aggiornamento).

L’introduzione del 5G ha un impatto anche sui luoghi in cui si potrà effettivamente giocare. Ad oggi, infatti, per avere una funzionalità di gioco fluida e non perdere in immediatezza si preferisce utilizzare connessioni wifi, anche se il dispositivo prescelto è un tablet ad esempio, o un computer portatile, che permettono dunque di essere utilizzati ovunque. È evidente, perciò, che con le connessioni più presenti al momento, cioè 3G e 4G, si preferisce utilizzare giochi e passatempi che non richiedono un grande dispendio in termini di connessione. Ci sono una pluralità di app che possono essere scaricate e permettono di giocare anche in modalità offline come nel caso di quiz, parole crociate o giochi ispirati a diversi sport. Allo stesso modo, rientrano in questa categoria i rompicapo e tutti gli altri piccolo software come tutti i giochi di carte che puoi trovare online, dal poker alla classica briscola, dalla scopa alla scala 40, i quali richiedono sempre un dispendio di connessione irrisorio. L’introduzione del 5G rivoluziona anche questo aspetto, evitando perciò l’ormai nota coincidenza tra la figura del gamer e la persona che resta rintanata per ore e ore all’interno della propria camera da letto.

Un altro aspetto non secondario dell’impatto del 5G sul gaming riguarda l’abbattimento dei costi. Questo perché i giochi sono disponibili in streaming e possono funzionare grazie alla connessione Internet, di conseguenza non sarebbe più fondamentale comprare l’ultima console uscita o utilizzare il computer di ultima generazione. È chiaro, però, che ad una console migliore corrisponde una maggiore attenzione ai dettagli all’interno del videogioco perché la qualità audio-video risulterebbe indubbiamente eccellente rispetto a console precedenti.

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WWE 2K24, il wrestling torna su pc e console in forma smagliante

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WWE 2K24 torna in forma smagliante su Pc, Xbox e PlayStation per celebrare al meglio i 40 anni di WrestleMania, l’evento più importante per gli appassionati della disciplina. Proprio per l’occasione la classica modalità Showcase è stata ribattezzata Showcase… of the Immortals, riprendendo uno dei nomi con cui viene spesso chiamata WrestleMania. La struttura è quella a cui il titolo ha abituato i suoi fans, ovvero una serie di incontri con precisi obiettivi dove viene chiesto di ricreare alcuni momenti chiave degli scontri, con transizioni che passano dal gameplay a filmati di repertorio con grande fluidità. A presentare questo incredibile quanto avvincente viaggio nel tempo c’è Corey Graves, attuale commentatore di Smackdown che ci introduce i 21 match più rappresentativi di WrestleMania, passando da classici come Hulk Hogan contro André the Giant di WrestleMania III e Razor Ramon contro Shawn Michaels di WrestleMania X fino ai più recenti Roman Reigns contro Cody Rhodes e Rhea Ripley contro Charlotte Flair della scorsa edizione. Oltre ai filmati di repertorio sono presenti anche interviste ad alcuni degli stessi lottatori create appositamente per commentare le loro sensazioni durante gli incontri, creando un archivio storico di sicuro interesse per tutti gli appassionati. Lo Showcase si conferma quindi come il fulcro dell’offerta di WWE 2K24, ma questa è solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda i contenuti presenti in game. Fra le modalità principali offerte torna MyRISE, tipologia di gioco dove una volta creata la propria SuperStar del wrestling, personalizzata tramite lo straordinario editor, si possono intraprendere due strade, ovvero Undisputed per i lottatori maschili e Unleashed per quelli femminili. La prima storia vede i giocatori vestire nei panni di un lottatore abbastanza mediocre che improvvisamente riceve l’occasione della vita quando il titolo Universale diventa vacante. Ovviamente Roman Reigns (il campione Universale nel mondo reale) diventerà il principale avversario in un viaggio che come da tradizione rivela parecchi colpi di scena, tradimenti e scelte che possono modificare lo svolgimento degli eventi. La seconda storia invece mette i players nei panni di una wrestler di una compagnia indipendente che ha l’occasione di farsi strada in WWE accompagnando la sua allieva Psycho Sally, scoprendo tuttavia che si tratta di un mondo ben diverso da quella a cui era abituata. Si tratta di un percorso maggiormente incentrato sui dilemmi morali e su come il successo può cambiare le persone, oltre a mettere in risalto molte difficoltà e dinamiche dietro la stessa WWE. Ovviamente i personaggi creati in MyRISE possono essere utilizzati anche in altre modalità di gioco, tra cui le storiche Universe e MyGM, perfette se ci si vuole cimentare con un aspetto più manageriale e meno d’azione. Universe infatti è un vero “parco giochi” in cui poter decidere i roster degli show, le faide, gli eventi, l’assegnazione di titoli e via discorrendo, così da poter dare sfogo a tutti i propri sogni se si fosse i padroni indiscussi della WWE e poter creare tutte le storie che si vogliono. In maniera simile MyGM mette i giocatori nei panni di un General Manager alle prese con la gestione del proprio brand, qui ovviamente è necessario far quadrare il bilancio tra gesione degli show, contratti delle Superstar, talent scout e soprattutto le richieste del grande capo Triple H. Compiere tale impresa non è certo una passeggiata, ma una volta apprese le dinamiche di gioco affrontare questa modalità è un’esperienza davvero appagante e divertente. Tra i nuovi manager introdotti in WWE 2K24 sono presenti lo storico Teddy Long, e tra i brand da gestire oltre a Smackdown, RAW e NXT ci sono anche la WCW e la ECW. Insomma, come avrete capito, di carne a cuocere ce n’è davvero moltissima.

Parlando sempre di aspetti gestionali torna anche la modalità MyFACTION, una sorta di “Ultimate Team” dove spendendo le diverse valute virtuali (o reali) si possono aprire pacchetti e ottenere diverse carte che rappresentano lottatori, manager e così via, creando poi la propria fazione da far scontrare con quelle degli altri giocatori nelle Guerre tra Fazioni 2.0, una evoluzione rispetto alla prima versione vista nel precedente capitolo. Una delle principali novità riguarda la possibilità di comprare direttamente specifiche carte, senza doversi quindi affidare alla fortuna degli “sbustamenti”. Tale opportunità permette di trovare le proprie Superstar preferite o le carte che mancano per avere un team altamente competitivo. Parlando invece delle modalità più “dirette” oltre a tutte le tipologie di match già esistenti nelle precedenti versioni sono state introdotte quattro nuove tipologie di scontri, ovvero Casket Match, Ambulance Match, Gauntlet Match e Special Referee Match. Il Casket Match è stato reso popolare da Undertaker, e l’obiettivo è quello di rinchiudere l’avversario in una bara posta a bordo ring. Molto simile anche l’Ambulance dove invece di una bara bisogna rinchiudere l’avversario dentro un’ambulanza, anche se ovviamente il vero divertimento è spostare l’azione sul tetto del mezzo… Il Gauntlet Match invece non è che una serie di battaglie in sequenza dove continua chi riesce a “schienare” l’avversario, per cui iniziare per primi è sicuramente più impegnativo ma anche più soddisfacente portare a casa la vittoria. Molto interessanti anche gli Special Referee Match dove la Superstar preferita può vestire i panni dell’arbitro, offrendo un punto di vista inedito. Naturalmente parlando della WWE e tutto può accadere, per cui si può cercare di avvantaggiare un lottatore con un conto veloce o penalizzare uno con un conto lento, fare finta di non vedere scorrettezze o prendere direttamente parte all’azione picchiando chi prova a contestare le decisioni del giocatore. In tutto questo però bisogna porre attenzione a non tirare troppo la corda, perché la dirigenza potrebbe decidere di rimpiazzare il giocatore con un vero arbitro. Nonostante non sia una nuova tipologia di match è da segnalare anche un rinnovamento dei Backstage Brawl che ora supportano fino a 4 giocatori e nuove interazioni ambientali, come ascensori funzionanti e vetrate da spaccare con la testa del malcapitato di turno, oltre a nuovi oggetti come microfoni e bottiglie che possono anche essere lanciati per colpire dalla distanza. Insomma, gli amanti del wrestling con WWE 2K24 potranno divertirsi per moltissime ore.

Oltre ad aggiungere nuovi contenuti e tipologie di incontri, Visual Concepts ha migliorato e rifinito il gameplay e le modalità già viste in WWE 2K23. Sul ring è possibile eseguire nuove tipologie di payback o scambiarsi colpi a ripetizione attraverso una serie di semplici QTE. Salendo sulle corde, poi, è possibile lanciarsi su un gruppo di avversari anche fuori dal ring, mentre è stata aggiunta qualche interazione in più nel backstage. Da quando la serie è tornata dalla pausa dopo il disastroso 2020 è stata intrapresa la giusta strada con un equilibrio tra arcade e simulazione con comandi semplici e intuitivi, e WWE 2K24 non fa eccezione andando solo a limare e aggiungendo nuove opzioni. Dal punto di vista tecnico WWE 2K24 si presenta con classica risoluzione in 4K su Xbox Series X e 60 fps solidi. Tirando le somme, quest’ultimo titolo dedicato al wrestling riesce senxz’ombra di dubbio ad offrire tutta una serie di contenuti che terranno incollati sullo schermo gli appassionati di lotta libera. Rimanendo in tema di abitudini i titoli della serie hanno sempre offerto una marea di contenuti, e WWE 2K24 non fa eccezione. Tra Showcase, MyRISE, MYGM, Universe, MyFACTION e tutte le possibilità di match liberi il gioco può tenervi occupati per centinaia di ore, a cui poi si aggiungono le sfide online e la Creation Suite con cui perdersi tra le infinite possibilità di personalizzazione di personaggi, arene, moveset e perfino i cartelloni del pubblico. Quest’anno inoltre il roster ha raggiunto l’incredibile numero di oltre 200 lottatori provenienti da tutte le epoche e brand, e altri ne verranno aggiunti con i prossimi DLC. Se proprio dovessimo trovare qualche lato negativo questo possiamo dire che WWE 2K24 offre un comparto tecnico buono ma non all’altezza dei tempi, e il motivo principale probabilmente è lo sviluppo ancora cross-gen. Da una parte è comprensibile come lasciare indietro una base di milioni di utenti non sia facile, ma più passa il tempo e più diventa difficile giustificare certi modelli poveri di dettagli, animazioni legnose e una fisica dei capelli quasi assente. Ad onore del vero qualche piccolo passo avanti è stato fatto, in particolare per l’illuminazione e le animazioni facciali che a detta degli sviluppatori sono state rinnovate da zero per il 90 per cento dei lottatori, ma il risultato è ancora sotto le aspettative. Tornano poi alcuni problemi di hitbox soprattutto quando si usano le armi e una intelligenza artificiale altalenante che passa da momenti di grande stupidità ad altri dove improvvisamente diventa invincibile, rendendo l’esperienza a volte frustrante, specialmente in modalità come lo Showcase dove bisogna eseguire specifiche mosse e l’avversario a volte proprio non ne vuole sapere di collaborare. In ogni caso WWE 2K24 è un titolo veramente divertente e ben fatto, a nostro avviso chiunque ami il mondo del wrestling dovrebbe giocare a questo videogame.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Malware, nel 2023 l’Italia è la nazione più colpita dagli attacchi in tutta Europa

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Nel 2023, l’Italia è stato il primo Paese in Europa e il quarto al mondo più colpito dagli attacchi malware. Il dato è emerso da uno studio dell’azienda di sicurezza Trend Micro, che rivela come nella classifica delle nazioni più interessate dalla minaccia informatica, l’Italia sia preceduta solo da Giappone, Stati Uniti e India. Lo studio sottolinea anche un cambiamento nelle tattiche dei cybercriminali, che scelgono i propri obiettivi con maggiore attenzione. Gli attacchi prendono di mira profili selezionati e si affidano meno a campagne di hacking generiche. Il numero totale di malware intercettati in Italia nel 2023 è stato di 277.616.731, nel 2022 il dato era fermo a 246.941.068. Si tratta di un primato negativo in Europa per il terzo anno consecutivo, e quarto al mondo dopo Giappone (1.169.219.233), Stati Uniti (993.996.354) e India (288.557.845). I settori più colpiti sono la sanità, il bancario, la pubblica amministrazione. L’Italia è inoltre settima a livello globale per infezioni da macro malware, particolari minacce che agiscono in maniera complessa come i normali software, persino in grado di scrivere documenti e inviarli via email. L’Italia ha subito 8.343 attacchi di questo tipo. I ransomware diffusi verso gli utenti italiani sono stati, sempre nel 2023, 19.632, mentre le minacce tramite posta elettronica ammontano a 206.694.717. Gli esperti di Trend Micro affermano che, in generale, è del 10% l’aumento dei tentativi di infezione rispetto al 2022. “Assistiamo ad un cambiamento del panorama delle minacce”, spiegano da Trend Micro , “con i criminali che optano per la qualità delle campagne piuttosto che per la quantità: Invece di lanciare attacchi a una gamma più ampia di utenti e di affidarsi alle vittime che cliccano sui link dannosi presenti nei siti web e nelle email, vengono lanciati attacchi più sofisticati che utilizzano la specificità per ingannare un campo più ristretto di vittime di alto profilo. Ciò consente di eludere i livelli di rilevamento precoce, come i filtri di rete e di posta elettronica”. Un dato sicuramente allarmante che deve far riflettere sulla reale necessità di utilizzare misure precauzionali all’avanguardia e sempre aggiornate.

F.P.L.

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