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DENISE PIPITONE: PROSSIMA TAPPA IL 3 OTTOBRE

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Tempo di lettura 3 minuti Altre rivelazioni sembrano complicare la posizione di Jessica Pulizzi

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di Silvio Rossi

Mazara del Vallo (TP) – La prossima udienza del processo si terrà a Palermo il prossimo 3 ottobre, tra i convocati c’è il maresciallo Di Girolamo, per la questione dell’ispezione a casa di Anna Corona. La madre di Denise Piera Maggio spera che il processo di appello possa finalmente aiutarla a ritrovare la bambina (che oggi avrebbe quattordici anni), e crede fortemente che la figlia sia ancora viva, definendo “atto di sciacallaggio” una nuova lettera, recapitata in forma anonima, su cui è scritto che Denise è stata uccisa e sepolta sotto la spiaggia di Mazara. Piera Maggio ha un portale sempre aggiornato dedicato alla sua bambina che si chiama www.cerchiamodenise.it 

 

La nuova intercettazione

Nello scorso mese di aprile è iniziato il processo di appello, e nuove rivelazioni sono giunte per modificare il quadro dell’accusa. In una nuova intercettazione, che riguarda i giorni successivi alla scomparsa, ma che è stata resa pubblica solo ultimamente, si sentono due persone dire: «Ciao Pe, vai a prendere Denise», «Ma Peppe che ti ha detto? Dove la devo portare?»

Non si conoscono le due persone, ma l’intercettazione è stata realizzata con una cimice installata nel motorino di Jessica, per cui certamente la ragazza era presente nel momento in cui sono state pronunciate queste parole.

Nel nuovo dibattimento si stanno rivalutando anche altri elementi. Primo tra tutti l’atteggiamento di Anna Corona, che poche ore dopo la scomparsa fece entrare i carabinieri nell’appartamento della vicina di casa al posto del suo.

 

La prova del video

È stato chiesto anche di acquisire come prova un video girato da Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio, in cui un testimone, Battista Della Chiave, settantacinquenne sordomuto, asserisce di aver visto il primo settembre 2004, giorno della scomparsa, un uomo entrare in un magazzino dove lavorava in quel periodo, con una bambina in braccio che fece una telefonata. Da quel magazzino circa venti minuti dopo mezzogiorno, quando la notizia non era ancora di dominio pubblico, partì una telefonata verso Antonietta Lo Cicero, madre di Anna Corona, che ha testimoniato come le fu detto di andare da figlia e nipote perché era successo qualcosa. Chi ha chiamato era però coinvolto nella storia, perché ancora la vicenda della scomparsa non era di pubblico dominio.

 

La posizione di Jessica Pulizzi

I giudici hanno deciso anche di ascoltare Alice Pulizzi, la sorella minore di Jessica, per verificare l’alibi di quest’ultima, dato che i tabulati della sua utenza mobile indicano la sua presenza nel pressi di casa Pipitone proprio il giorno della scomparsa. Potrebbe quindi aggravarsi la condizione di Jessica. Se le nuove prove saranno ritenute credibili la posizione dell’accusata potrebbe cambiare notevolmente. Infatti in assenza di nuovi elementi sarebbe stato in ogni caso difficile per l’accusa dimostrare la colpevolezza superando “ogni ragionevole dubbio”.

La scomparsa di Denise

Fra pochi giorni, il primo settembre, ricorreranno dieci anni dalla scomparsa di Denise Pipitone. La bambina, figlia di Piera Maggio e di Piero Pulizzi, stava giocando davanti la casa materna a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani verso le dodici quando si sono perse le tracce.

La maggiore indiziata è stata dall’inizio la sorellastra Jessica Pulizzi, nata dal padre Piero e la moglie di questi, Anna Corona. La presunta gelosia nei confronti della bambina nata fuori dal matrimonio, che avrebbe destabilizzato l’ambiente familiare è stato considerato come movente valido, e alcuni elementi indiziari, tra cui affermazioni false raccontante agli inquirenti e un’intercettazione telefonica in cui l’indiziata parlò della piccola, ma i giudici hanno ritenuto che la stessa fosse riferita alla mattina prima della scomparsa.

 

Il processo

Sei anni dopo la scomparsa della bambina è iniziato il processo di primo grado presso il tribunale di Mazara del Vallo. Imputati erano Jessica Pulizzi, per concorso in sequestro di persona (gli accusatori hanno ritenuto che la ragazza avesse avuto dei complici),  Gaspare Ghaleb, suo ex compagno, che è stato condannato a due anni per aver fornito false dichiarazioni ai PM, e la madre Anna Corona. Mancava però una prova che avrebbe potuto inchiodare la ragazza alle sue responsabilità, quindi il processo di primo grado ha visto nel giugno 2013 l’assoluzione di Jessica perché gli elementi accusatori non fornivano una certa responsabilità dell’imputata.

 

 

Politica

Facoltà di Medicina, al via il libero accesso. Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

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Ci si potrà iscrivere liberamente, senza passare attraverso test, al primo semestre di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria.

È quanto prevede la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina. Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione, verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.

Ministro Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

“Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo e il ministero dell’università vogliono riformare l’accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario. Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico”. Lo ha spiegato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all’insegna dell’ascolto, della massima collaborazione e dell’unità di intenti”.

Ordine medici: “Nettamente contrari a stop al numero chiuso”

  La riforma non incontra però il gradimento dei medici. “Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati”, ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commentando l’adozione da parte del Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato del teso base per lo stop al numero chiuso. 

Medici Anaao: “Stop numero chiuso colpo grazia a formazione medica”

  Anche il sindacato dei medici ospedalieri ha espresso forti perplessità. “Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica”, ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed.  “Abolire il numero programmato – ha proseguito Di Silverio – è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.

“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70mila giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – ha annunciato Di Silverio – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.

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Politica

Basilicata regionali, la metá degli elettori diserta le urne: centrodestra si riconferma con Bardi

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Il centrodestra resta alla guida della Basilicata. In un voto segnato dal forte astensionismo (alle urne il 49,8%), Vito Bardi ottiene la riconferma con largo distacco su Piero Marrese, su cui il centrosinistra ha puntato dopo una serie di retromarce.

Bardi è stato confermato governatore della Basilicata con il 56,63% dei voti, secondo i risultati definitivi dello scrutinio. Marrese ha ottenuto il 42,16% dei consensi. Al terzo candidato Eustachio Follia è andato l’1,21%. Fratelli d’Italia risulta il partito più votato, con il 17,39%. Segue il Partito democratico col 13,87%. Nella coalizione di centrodestra Forza Italia ottiene il 13,01% dei voti, mentre la Lega si ferma al 7,81% dei consensi seguita da Azione con il 7,51%. Nel centrosinistra il Movimento 5 stelle ottiene il 7,66%, dietro a Basilicata casa comune (11,18%). 

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Basilicata, regionali: scontro all’ultimo voto tra centrodestra e centrosinistra

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Urne aperte fino alle 15 di oggi

È stata al 37,74 per cento l’affluenza degli elettori lucani nella prima giornata di voto. Nel 2019 l’affluenza alla chiusura dei seggi fu del 53,52 per cento ma fu quella anche la percentuale definitiva, perché si votò solo la domenica. In provincia di Matera la prima giornata di voto si è conclusa con un’affluenza del 40,98 per cento (56,03% nel 2019); in provincia di Potenza l’affluenza è al 36,31 per cento (52,40 per cento cinque anni fa). A Potenza, alle ore 23 la percentuale è stata del 49,92 per cento (68,79 per cento cinque anni fa); a Matera è stata del 41,66 per cento (nel 2019 fu del 59,89 per cento).

La scarsa affluenza – almeno finora – rende ancora più combattuto il confronto tra centrodestra e centrosinistra.

Lo schieramento che sostiene Vito Bardi, ricandidato dal centrodestra “allargato” ai partiti di Calenda e Renzi, conta proprio sul lavoro svolto dai candidati stretti attorno ai sette simboli che compaiono sulla scheda consegnata agli elettori. Cinque i simboli che sostengono il candidato presidente del centrosinistra, Piero Marrese, che conta principalmente sull’alleanza fra Pd e M5s. C’è curiosità per capire quanto consenso raccoglierà Eustachio Follia, leader lucano del movimento politico europeo Volt. E quindi, fra un elettorato che non ha affollato le 682 sezioni allestite nella regione e un pronostico sull’esito del voto tutto da chiarire, una curiosità e una puntata polemica hanno animato la prima giornata delle elezioni. La curiosità riguarda un vassoio di dolci per la colazione portato in un seggio di Lagonegro: peccato che la confezione di cartone bianco portasse attaccato il “santino” di un candidato dello schieramento di centrodestra. Un tentativo in extremis di raccogliere qualche voto? E’ difficile crederlo ma su questa curiosità scatta poi la polemica. “Basilicata Casa Comune” – lista dello schieramento di centrosinistra – ha attaccato duramente il candidato ritratto nell’immagine, dicendo che “si è oltrepassato ogni confine etico e di legalità”.

Nel ricordare che “la legge impone di rispettare la neutralità e l’integrità dei luoghi di voto, garantendo che ogni cittadino possa esprimere liberamente la propria scelta senza influenze esterne”, la lista ha definito l’arrivo del portavivande “targato” “un tentativo grave di influenzare gli elettori con gesti di cortesia” che si trasformano – proprio per la presenza del “santino” – di “un atto illegale”. Sul filo della battuta, le parole di Enzo Amendola (Pd) che si complimenta con Marrese per il “sorriso” sfoggiato al seggio dove l’aspirante presidente della Regione ha votato. “Bravo Piero Marrese, avrei pubblicato anche la foto del principale avversario di Piero, ma Bardi ha già votato?”.

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