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Destiny 2 torna a volare con I Rinnegati

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Con “I Rinnegati” Bungie cambia marcia e dona a Destiny 2 tutto quello che i fan desideravano fin dalla sua uscita un anno fa su Pc, Ps4 e Xbox One (qui la nostra recensione del gioco base). Il totale cambio di registro impresso dalla software house statunitense al titolo è avvertibile già fin dalle prime battute quando si affronta la campagna. I toni, i dialoghi fra i personaggi e l’atmosfera generale sono ben più cupi rispetto a quanto già visto e finalmente l’aria che si respira in game è straordinariamente coinvolgente. I Rinnegati si svolge da principio sull’Atollo, una zona che tutti i giocatori del capitolo originale ricorderanno benissimo. Situato nella cintura di asteroidi fra Marte e Giove, questo luogo è la casa degli Insonni, una fra le razze che compongono la sconfinata lore di Destiny. L’evento su cui ruota la campagna de I Rinnegati, e che dona all’intero titolo una vena davvero emozionante, è l’uccisione di Cayde-6, mentore dei cacciatori dell’Avanguardia nonché uno fra i personaggi più amati della saga, da parte di Uldren Sov, fratello della regina Mara. Questo personaggio la cui ultima apparizione è stata durante l’espansione di Destiny 1 “Il Re dei Corrotti”, ha vagato per un certo tempo senza meta per il sistema solare in seguito alla sconfitta subita da parte di Oryx: finito prima su Marte e poi nei pressi della Prigione degli Anziani, ed è caduto preda di una strana follia che l’ha spinto a liberare gli otto Baroni rinchiusi in questa struttura per compiere un piano che ha qualcosa di diabolico. Proprio da qui ha inizio la trama de I Rinnegati. Proprio per fermare quest’evasione è richiesto l’intervento di Cayde-6 e del giocatore che insieme a Petra Venji irrompono nella prigione degli anziani. Da qui la storia si snoda attraverso una manciata di missioni principali, completabili in poche ore e concentrate perlopiù su Uldren, sulla sua pazzia e sulle sue visioni dell’amata sorella, che lo attanagliano e lentamente lo logorano. In aggiunta, vanno considerate anche le otto avventure legate all’uccisione di altrettanti Baroni: queste ultime, per difficoltà e progettazione, non hanno nulla da invidiare all’intreccio principale, a differenza, (e per fortuna) di quelle presenti nel gioco base e nelle prime due espansioni. Una volta terminata la campagna però, I Rinnegati non finisce qui, ma lancia il giocatore in una vastissima serie di attività end game che ampliano la storia e che rendono il titolo firmato Bungie una vera perla nell’Olimpo del gaming. Con I Rinnegati, vengono rese disponibili ben due nuove zone esplorabili: la Riva Contorta e la Città Sognante, ognuna ben più grande dei due pianeti introdotti ne “La Mente Bellica” e “La Maledizione di Osiride”, ovvero Marte e soprattutto Mercurio, ed entrambe con i loro personaggi, i propri eventi e tantissimi segreti.

Ma procediamo con ordine. La Riva Contorta è il primo posto in cui si metterà piede nel corso della storia. Questo luogo appare come una vera e propria terra di nessuno, popolata da criminali da tenere a bada e in cui l’unica legge vigente è quella del Ragno, un grosso guerriero caduto ben poco amichevole, ma con cui bisognerà stringere un’alleanza nel segno della guerra contro i Baroni e contro Uldren Sov. È proprio lui, infatti, a commissionare le taglie di eliminazione degli infami e dei fuggitivi della prigione degli anziani, quest che in qualche modo scandiscono e inframmezzano le vicende de I Rinnegati e conducono pian piano all’endgame, il quale è stato completamente stravolto in positivo. Con la nuova espansione di Destiny 2 infatti è stata introdotta un numero incredibile di taglie giornaliere, riscattabili perlopiù ovunque, oltre a qualche speciale taglia settimanale che, permetteranno di far crescere il proprio pg con armi e armature potenti, nonché di ottenere alcuni fra i nuovi pezzi esotici, come l’arco Demonio della Trinità e il fucile Signore dei Lupi. Altre armi esotiche, come l’Asso di Picche e l’Accompagnatore, sono invece ottenibili tramite imprese esotiche, a loro volta più complesse che in passato e che richiederanno di compiere determinate azioni per poter ottenere la tanto agognata arma. Sia la progressione verso il nuovo cap di Potere (ora fissato a 600) che il drop degli oggetti più potenti sono stati profondamente rivisti, tornando in un certo senso ai vecchi fasti del primo Destiny. Ci sarà da fare anche per riuscire a ottenere le nuove Super Abilità: I Rinnegati, infatti, introduce ben 9 nuove ultimate, portando il totale a 18. Benché molto spettacolari e utili per stimolare l’uso di tattiche differenti, le super sono accompagnate da un rinnovamento alle abilità dei guardiani che aggiungono un po’ di pepe ai combattimenti. Se la Riva Contorta funge da vero e proprio campo di battaglia per quanto riguarda la storia, la seconda location, ossia La Città Sognante, è un’immensa area che ospita moltissime delle attività end game. Questo luogo misterioso al di là dell’incredibile lavoro tecnico, senza ombra di dubbio è un un’area fra le più belle mai viste nell’universo di Destiny, è una zona pulsante e viva, ricca di eventi nuovi e vecchi, di settori perduti totalmente rivisitati, di segreti, di missioni settimanali e di piccole sfide. Ovviamente La Città Sognante è anche teatro del nuovo raid, che a differenza di quanto visto nell’anno uno, riserverà parecchie sorprese ai giocatori, anche ai più skillati. Nella Città Sognante si potrà parlare con Petra Venji, che qui ricopre lo stesso ruolo svolto dal Ragno nella Riva Contorta: un vero e proprio raddoppio di cose da fare e oggetti da ottenere, ogni destinazione, infatti, si porta dietro le sue armi e armature, che da solo basta a tenere impegnati per molti giorni della settimana, fino al successivo reset, dove tutto torna come prima e le taglie tornano disponibili. Questa volta, insomma, sembra proprio che Bungie sia riuscita a rendere di nuovo Destiny un vero e proprio hobby, al quale dedicarsi anche soltanto per le piccole cose come il completamento di una taglia o l’ottenimento di un’arma con perk migliori. Fra le novità de I Rinnegati tornano anche le Perk casuali su armi e armature, quindi ottenere un fucile o dei gambali buoni o rari non vuol dire necessariamente aver ottenuto la sua versione più potente e tutto questo ovviamente spinge il giocatore a giocare e rigiocare per ottenere i pezzi migliori per il proprio guardiano.

Con I Rinnegati, Destiny 2 ha ritrovato ciò che più di tutto era mancato in questo controverso sequel: il piacere della scoperta. Non è raro lasciarsi andare all’esplorazione della Città Sognante in cerca di segreti, si tratti di piccole statue a forma di gatto che possono donare armature e armi leggendarie, pozioni speciali che possono permettere di trascendere la realtà e portare i giocatori in un’altra dimensione o manufatti misteriosi in grado di proiettare i guardiani in furiosi combattimenti contro orde di avversari. È il caso di una nuova attività PvE chiamata Pozzo Cieco, che sulla falsariga di altre arene come la Corte di Oryx, la Forgia dell’Arconte e il recente Protocollo d’Intensificazione, permette di avviare degli scontri impegnativi dall’area di pattuglia, sfruttando la collaborazione con altri giocatori presenti in zona. La modalità utilizza una sorta di “doni” per attivare scontri sempre più difficili, caratterizzati da meccaniche uniche e boss dalle fattezze e dalle abilità differenti. Per completare queste attività bisognerà però lavorare in sinergia e sfruttare a dovere i mezzi offerti dalle nuove super abilità: gli scontri sono impegnativi e soprattutto se si è bassi di luce molto complessi da portare a termine, ma il divertimento è certamente assicurato. L’altra grande nonché piacevolissima novità dall’espansione I Rinnegati è Azzardo. Si tratta di una nuova modalità di gioco che fonde sapientemente dinamiche PvE con l’adrenalina di uno scontro PvP. Qui due team composti da quattro giocatori vengono chiamati a sconfiggere nemici controllati dall’intelligenza artificiale, che lasciano cadere a terra dei cristalli, chiamati pegni, una volta eliminati. Tali item vanno portati al centro della mappa: la prima squadra che deposita un totale di settantacinque token evoca un boss “Primordiale” che, se eliminato, concede la vittoria. Ma ovviamente non finisce tutto qui: se è vero, infatti, che ogni team porta avanti la partita sulla propria mappa, bisogna considerare che questi livelli sono collegati tra loro attraverso un portale: ogni qual volta un giocatore deposita i pegni, nel campo degli avversari si materializza un nemico di livello variabile in grado di mettergli i bastoni tra le ruote e rallentarli. È persino possibile sferrare un attacco diretto all’altro team inviando un singolo membro della squadra, così da creare il pandemonio tra i ranghi del team nemico. Inutile dire che è richiesta una dose pazzesca di coordinazione per portare a casa la partita: un gruppo affiatato e compatto avrà quasi sempre una marcia in più rispetto a quattro giocatori casuali che non comunicano tra loro. Ne I Rinnegati Bungie ha ovviamente aggiunto una manciata di assalti nuovi di zecca, nuove mappe pvp e ovviamente reintroduce l’appuntamento mensile con Lo Stendardo di Ferro. Ancora assenti le Prove dei Nove, ma siamo certi che a breve torneranno anch’esse. Ulteriore novità sono i Trionfi e le collezioni: i primi fungono da Grimorio in game, quindi compiendo determinate azioni, ispezionando oggetti o eliminando boss verranno svelati tantissimi retroscena inerenti alla lore del gioco. Le collezioni invece sono un elenco di tutti gli oggetti acquisiti a partire dall’anno scorso. Gli oggetti anno 1 e le armi e armature esotiche potranno essere recuperati pagando una piccola somma di oggetti reperibili in game, quelli anno 2 invece non potranno essere recuperati in quanto, avendo un roll delle perk casuali, i giocatori potrebbero ottenere l’arma perfetta in breve tempo. Ne i rinnegati è stato inoltre cambiato il sistema armi del PvP, esso infatti riabbraccia quanto visto sul primo Destiny, ora fucili a pompa, cecchini e fucili a fusione potranno essere equipaggiati come armi primarie o secondarie e questo ha finalmente reso più vario i combattimenti.

Per quanto riguarda il raid Bungie ha fatto davvero un lavoro incredibile, infatti non c’è mai stata nella storia di Destiny un’incursione tanto complessa e stimolante. Ultimo Desiderio è un capolavoro di design, un’impresa esaltante e una sfida senza precedenti. Ogni singolo step richiede mobilità e soprattutto coordinazione fra i membri, dinamismo e capacità di adattamento; tutte le boss-fight hanno una fase di danno ben distinta e soddisfacente, tutte un nemico riconoscibile e spietato. Dentro il raid ci sono puzzle ambientali, prove di destrezza, corse affannose e terribili, avversari titanici e misteri da scoprire. Per capire se Ultimo Desiderio sopravviverà alla prova del tempo, ovviamente, bisognerà aspettare un bel po’, ma allo stato attuale dei fatti questa Incursione ribadisce quali risultati può raggiungere il team di sviluppo quando è focalizzato sulla sua visione originale. Il Raid, è stato importante anche per un altro motivo. Al primo completamento da parte della community, qualcosa nella Città Sognante è cambiato. Si tratta, al momento, di cose di poco conto: nuove missioni che permettono di scoprire qualche dettaglio in più sulla storia degli Insonni, e le Tecnidi liberate dal giogo di Riven si aggirano per la loro Città, pronte a dispensare consigli ai Guardiani, insegnando loro le tradizioni del popolo che hanno giurato di proteggere. Sempre dopo il primo completamento dell’incursione da parte della community sono apparse anche una nuova mappa per Azzardo e un nuovo Assalto, “La Corrotta”, che è a nostro avviso il più bello mai concepito, infinitamente superiore per struttura e impatto scenico anche all’ottimo “Pyramidion”. Insomma, con la Città Sognante gli sviluppatori hanno fatto centro perché l’idea di un mondo che si evolve grazie alle azioni della community è semplicemente meravigliosa. Anche chi non ha ancora messo piede nell’Incursione, in qualche modo, viene messo al corrente della grande impresa, si sente partecipe e coinvolto. Non solo: gli equilibri della Città Sognante saranno modificati ancora e ancora dalle azioni dei Guardiani, basta dare uno sguardo ai Trionfi. Un’ultima nota di merito va come al solito alla colonna sonora del gioco, che, anche quest’anno riporta brani veramente emozionanti che rendono ogni attività di gioco ancora più emozionante ed esaltante. A questa va affiancato anche un doppiaggio in lingua italiana ben fatto ed estremamente coerente con le situazioni che si vedono sullo schermo. Tirando le somme, con I Rinnegati Bungie è riuscita a compiere un vero e proprio miracolo in quanto ha salvato dalla monotonia un titolo che possedeva delle basi solide, ma che le sfruttava davvero molto poco. Con l’anno 2 Destiny 2 torna ad essere un titolo vivo, con un’infinità di cose da fare, con delle attività interessanti e mai noiose, con delle modalità di gioco nuove davvero esaltanti e altre vecchie finalmente migliorate. Questa volta il team di sviluppo ha fatto davvero le cose in grande e proprio per questa ragione consigliamo a chiunque di acquistare I Rinnegati. Lasciarselo scappare sarebbe davvero un gravissimo errore.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9,5
Sonoro: 9,5
Gameplay: 10
Longevità: 9,5
VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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Unicorn Overlord, il videogame strategico-tattico che lascia a bocca aperta

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Unicorn Overlord è un gioco di ruolo strategico dalle qualità a dir poco sensazionali, è un videogioco da giocare tutto d’un fiato che regala un approccio estetico splendido e una giocabilità a dir poco pazzesca. Andiamo a scoprire tutte le qualità di questa perla sviluppata da Vanillaware per pc, Xbox, PlayStation e Switch. La storia è ambientata in un universo medioevale soggiogato da un tiranno arrivato al potere a spese della legittima regina a cui aveva prestato giuramento. Spinto da ragioni oscure per buona parte della campagna, il generale Valmore, un tempo uno dei più prodi difensori della corona di Cornia, si rivolta contro il vessillo che ha portato fieramente in centinaia di battaglie, conducendo decine di ribelli alle porte del castello della famiglia reale in una notte buia e tempestosa. Sorpresa dal tradimento di uno dei suoi comandanti più fedeli e messa alle strette dalla schiacciante inferiorità numerica, la regina guerriera Ilenia non ha altra scelta se non quella di scendere in battaglia ella stessa, sorretta solamente da un manipolo di uomini, i più fedeli della sua guardia personale. Nonostante il tragico esito dello scontro sia fin da subito chiaro, la coraggiosa regina si lancia contro Valmore e la sua manica di congiurati, nella speranza di guadagnare il tempo sufficiente per permettere al fido Josef, cavaliere e prima lancia del regno, di portare il salvo il giovane principe Alain. I due riescono a fuggire con l’aiuto delle tenebre e del rapido destriero di ser Josef e, dopo una dissolvenza a nero sulla notte del tradimento, la storia riprende proprio da uno scorcio di vita quotidiana di un maturato Alain, che si addestra con la spada ed un compagno d’armi su una ridente spiaggia dell’isola di Palevia. Quest’ultima è tra le poche ad essere sfuggita alla morsa di Valmore, autoproclamatosi Imperatore e adesso a capo di tutti e cinque i regni del continente di Fevrith. In Unicorn Overlord i temi trattati sono maturi, la caratterizzazione dei personaggi di buonissima fattura e la guerra viene dipinta in maniera credibile. Ben presto, sulle spalle del giovane Alain graverà il pesante fardello di compiere scelte estremamente difficili, tra nemici a cui mostrare clemenza o mano ferma, villaggi che chiedono aiuto e antichi alleati da affrontare sul campo di battaglia. La cosa bella di Unicorn Overlord è la possibilità di reclutare oltre 60 personaggi unici che vestono i panni di comandanti alleati sul campo di battaglia, ma la cosa più interessante è che ognuno di essi ha una storia e delle motivazioni che li spingono a scendere in battaglia al fianco del protagonista. Proprio per tale ragione il gioco tende a premiare i giocatori più curiosi in quanto interessarsi alla vita e ai retroscena personali dei propri commilitoni, e stringendo un buon rapporto con essi, può portare ad avere alcuni vantaggi durante le fasi di battaglia. Unicorn Overlord gestisce i dialoghi opzionali dei legami tra commilitoni in maniera più snella rispetto ad altri titoli del genere, con una quantità minore di dialoghi e una diminuita frequenza delle occasioni di interazione, con una scelta che piacerà ai fan degli strategici vecchio stile. Insomma, dal punto di vista dell’idea di base Unicorn Overlord è veramente un titolo interessantissimo.

A livello di gameplay Unicorn Overlord è qualcosa di estremamente esaltante e soddisfacente. La struttura di gioco, illustrata con alcuni tutorial nelle fasi iniziali dell’avventura, è sulla carta abbastanza snella, salvo poi nascondere una profondità incredibile ed ampliarsi pian piano lungo la corposa campagna, aggiungendo nuovi elementi senza però sovraccaricare il giocatore con troppe nozioni tutte insieme. Ovviamente, vista la natura del titolo, per dominare sul campo di battaglia è richiesta pazienza, una sapiente e continua gestione delle truppe ed un livello di pianificazione elevato. Il giocatore può schierare per ogni livello un massimo di una decina di gruppi di combattenti, composti a loro volta da un numero variabile da uno a sei soldati, a seconda di quante risorse sono state investire per ampliarne i ranghi. Ogni squadra viene disposta su due file da tre, e sono in genere solamente i combattenti in prima linea quelli che assorbono l’urto degli attacchi nemici, con le debite eccezioni, costituite, ad esempio, dalle frecce avversarie e dagli attacchi magici. Se durante le primissime ore di gioco i soldati agiscono di loro iniziativa, con il giocatore che può iniziare lo scontro per poi fare da semplice spettatore, ben presto il titolo darà la possibilità di personalizzare nel dettaglio il comportamento di ogni singola unità alleata, con un sistema a condizioni profondo e funzionale. Da qui in poi, in Unicorn Overlord entrano in gioco un numero incredibile di varianti di cui tener conto, che mettono a dura prova anche il più abile tra gli appassionati di strategia militare. Fortunatamente tramite la pausa tattica è possibile, cambiare approccio sul campo e adattarsi alle sfide proposte dai numerosi scenari di battaglia, bisogna comunque tenere a mente un numero elevato di fattori che influiscono sugli scontri. Il posizionamento e la velocità delle truppe una volta scese in campo, la composizione il più bilanciata possibile delle squadre di combattenti, la scelta del leader (che dona abilità uniche a tutto il gruppo), la presenza di abilità speciali da attivare al di fuori degli scontri, la cura dell’equipaggiamento di ogni singola unità e tanto altro ancora. Complici un gran numero di classi disponibili (opliti, ladri, combattenti, cavalieri, arcieri, guaritori, maghi, cavalcatori di pegaso e tanti altri ancora), che a loro volta elevano esponenzialmente le possibili combinazioni, il canovaccio tattico risulta estremamente ampio e soddisfacente, consentendo un livello di personalizzazione dell’esperienza di gioco paradossalmente più alto di tanti congeneri in cui il controllo del party è direttamente delegato al giocatore. A limitare la potenza e l’utilità in battaglia dei team più forti c’è un valore di resistenza, che impedisce ad una singola unità di sobbarcarsi tutto il lavoro di conquista e schermaglia, costringendo il giocatore a scegliere bene spostamenti e scontri e a bilanciare al meglio le forze a sua disposizione. Importante aggiungere poi che negli scontri apparentemente senza vincitori né vinti, in cui nessuna delle due truppe riesce ad annientare l’altra, a determinare quale delle due è considerata vincente è il numero di danni inflitti, con le meccaniche che premiano quindi un atteggiamento sempre offensivo, punendo i giocatori troppo difensivi. La scelta degli sviluppatori di impostare un tempo massimo per ogni livello si è dimostrata essere una scelta vincente. Limitare il tempo a disposizione del giocatore lo costringe infatti ad operare scelte in poco tempo contribuendo a tenere alta la tensione e il livello di difficoltà. In Unicorn Overlord non si combatte solo però, infatti quando non è impegnato in battaglia il giocatore è libero di esplorare una mappa in tre dimensioni così vasta da richiedere l’impiego di un sistema di viaggio rapido. La cartina del mondo di gioco è costellata di borghi da liberare dal giogo nemico, di punti di raccolta di materie prime e di missioni secondarie di vario tipo, utili ad aumentare il livello del proprio esercito e l’immersione nel mondo di gioco. La possibilità di riconquistare un continente intero, di dover ampliare i fondi, bilanciando buone azioni e missioni di incursione, di personalizzare il proprio stendardo e di costruire pian piano un vero e proprio esercito è tangibile, e garantisce un livello di coinvolgimento notevole, uno dei migliori mai visti in un titolo del genere.

A livello grafico ed estetico Unicorn Overlord è un titolo davvero di grande pregio. Il connubio tra i modelli bidimensionali dei protagonisti e i magnifici scenari che fanno da sfondo al gioco, disegnati a mano ma comunque in tre dimensioni, risulta incredibilmente piacevole all’occhio, complice la consueta, strepitosa direzione artistica che ha sempre caratterizzato i titoli firmati da Vanillaware. Il risultato finale è veramente straordinario. Gli sviluppatori sono riusciti a dare vita a un reame fantasy che guadagna in dovizia di particolari quello che perde in originalità e che, nonostante un’estetica vivace che non lesina colori, si sposa benissimo con il tono più che serioso della storyline e dell’ambientazione guerresca. Ottima anche la fluidità generale, con il frame rate che durante i nostri test su Xbox Series X non si è mai scostato dai 60 fps anche durante le battaglie più affollate. E’ obbligatorio spendere due parole anche sulla colonna sonora di Mitsuhiro Kaneda che rende l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente e che è destinata a rimanere impressa nella memoria di chi affronterà il videogame. L’audio dei personaggi è in lingua giapponese o inglese, mentre i sottotitoli sono disponibili anche in lingua italiana. Tirando le somme Unicorn Overlord rappresenta senz’ombra di dubbio uno fra i titoli più importanti mai sviluppati del genere. Si potranno passare ore ed ore a pianificare e combattere senza mai annoiarsi e, vista la moltitudine di variabili in game la rigiocabilità è assicurata. A nostro giudizio chiunque sia un vero appassionato di strategia e tattica non può e non deve farsi sfuggire un prodotto del genere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Spotify si evolve, oltre all’audio arrivano anche in Italia i video musicali

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Spotify si evolve ed è pronto a garantire un graditissimo quanto sicuramente apprezzato servizio in più ai suoi abbonati italiani. Nell’ottica di differenziare ulteriormente il proprio approccio con i clienti, la piattaforma ha infatti annunciato il lancio, anche in Italia, di una funzionalità dedicata ai video musicali. Feature disponibile per gli abbonati Premium, si tratta al momento di una sezione sperimentale, che comprende un catalogo ristretto di video musicali, tra cui Ed Sheeran, Doja Cat e Ice Spice. La funzione è supportata su tutte le principali piattaforme dove Spotify è presente: iOs, Android, computer e smart tv, selezionando l’opzione “Passa al video” che sarà visibile solo per i brani supportati. A questo punto, i video verranno riprodotti nella sezione “In riproduzione ora”. Se si vuole tornare all’ascolto del solo audio si dovrà cliccare su “Passa all’audio”. I video musicali si potranno vedere anche a schermo intero, selezionando sul proprio dispositivo la modalità panoramica. “Nella nostra distribuzione beta iniziale, stiamo iniziando con un sottoinsieme limitato dell’intero catalogo, che include migliaia di video musicali. All’interno di questo sottoinsieme, diamo priorità a un’ampia gamma di generi e artisti famosi nei mercati di lancio”, ha affermato Sten Garmark, vice presidente global di Spotify, in una recente intervista. Per questa novità, Spotify non si limita a incorporare un video di YouTube o a collaborare con un’azienda terza. Il servizio ospita direttamente le clip, trasmettendole senza pubblicità, come fa con i brani ascoltati dagli utenti abbonati a Spotify Premium. Con i video musicali, Spotify aggiunge un ulteriore modo per gli artisti di interagire con il loro pubblico. Nel passato, l’azienda aveva reso disponibile Clips, con cui cantanti e band possono comunicare qualcosa ai fan, e Canvas, un’immagine a ciclo continuo di 8 secondi che i creatori usano per riempire lo schermo degli ascoltatori, in assenza di veri e propri videoclip. Insomma, gli abbonati italiani di Spotify potranno godere di una funzione estremamente importante che renderà l’approccio alla musica ancora più bello e intenso da vivere.

F.P.L.

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Contra Operation Galuga, il grande classico ritorna su pc e console

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Contra Operation Galuga è l’ultimo titolo del brand che ha fatto la storia dei videogames negli anni ‘80 disponibile per Pc, Xbox, PlayStation e Switch. Il titolo originale per chi non lo sapesse è un famoso videogame di azione e sparatutto a scorrimento laterale, sviluppato da Konami e pubblicato per la prima volta nel 1987 per le sale giochi. Il gioco segue le avventure di due soldati, Bill Rizer e Lance Bean, che devono affrontare le forze di un’organizzazione terroristica chiamata Red Falcon, che minaccia di invadere la Terra con una legione di alieni e robot. Il gioco è noto agli appassionati per la sua difficoltà elevata, il suo gameplay frenetico e la possibilità di giocare in cooperativa con un altro giocatore. Contra: Operation Galuga è stato ideato un reboot moderno della serie. Prende l’originale arcade e introduce tutte le modifiche che ritiene opportune, a partire dalla veste grafica rinnovata e dalle armi, ma ritorna all’azione secondaria Run & Gun 2.5D e al combattimento “soli contro tutti” tipico degli anni 80 e 90. I vecchi Bill Rizer e Lance Bean devono ricominciare la loro battaglia contro le migliaia di terroristi Red Falcon e gli alieni che stanno dietro a tutto questa misteriosa organizzazione. La storia inizia e finisce allo stesso modo, proprio come è stata scritta 37 anni fa, perché apre la strada a un futuro capitolo che racconta le cosiddette guerre aliene. Nel frattempo, le motivazioni che spingono le forze nemiche ad agire sono cresciute attorno a una tecnologia che mescola campi gravitazionali e wormhole. Gli sviluppatori hanno reso il contesto di gioco volutamente il più esagerato possibile, in linea con le performance istrioniche dei doppiatori e dei personaggi che interpretano. L’ingrassamento della sceneggiatura serve a dare più peso ai nativi di Galuga e, ciò che conta, a far crescere la lista dei personaggi giocabili. Perché, onestamente, nessuno gioca a un Contra per scoprire cosa sta succedendo, ma lo fa solo per sparare indipendentemente dal chi o dal perché. La trama è solo un semplice contorno.

Come accennato poco sopra, il gameplay di Contra: Operation Galuga è basato sullo stile corri e spara tipico della serie, in cui il giocatore deve correre, saltare e sparare ai nemici che appaiono da ogni direzione. Il giocatore può usare diverse armi, come il mitragliatore, lo spara-proiettili, il lanciafiamme, il missile a ricerca, il raggio laser e le bombe a frantumazione. Ogni arma ha una versione alternativa che può essere ottenuta raccogliendo dei power-up. Inoltre, il giocatore può sacrificare le armi in eccesso per attivare delle abilità speciali chiamate Overload, che hanno effetti vari come scatenare dei droni, creare una barriera o lanciare una pioggia di missili. Il gioco offre tre modalità di gioco: Storia, Arcade e Sfida. Nella modalità Storia, il giocatore può vivere la trama completa del gioco, con scene animate e dialoghi tra i personaggi. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per due giocatori. Nella modalità Arcade, il giocatore può saltare direttamente nell’azione senza interruzioni narrative. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per quattro giocatori. Nella modalità Sfida, invece, il giocatore può mettere alla prova le sue abilità con 30 missioni difficili, che richiedono di completare i livelli in un tempo limite, con munizioni limitate, con nemici più aggressivi e altro che serve a rendere l’esperienza di gioco un vero e proprio inferno di proiettili e distruzione. Una volta avviato il gioco dal menù si inizia ancora una volta dal famosissimo livello della giungla, per poi passare alla fase di scalata della cascata e arrivare all’interno della enorme base aliena. A differenza di Contra Evolve questo non è un remake, infatti anche quei livelli che raffigurano ambienti già visti in passato sono stati modificati. Ad esempio sono state eliminate le sezioni 2D verticali all’interno della base. In cambio però, sono presento più livelli dove si utilizzano i veicoli, anche se essi non rappresentano il massimo del divertimento. Una menzione speciale va fatta per i nuovi boss e per alcune versioni rifatte di quelli vecchi, perché sono veramente divertenti da uccidere e hanno meccaniche che piaceranno sia ai vecchi fan che a chi non si è mai avvicinato a un titolo del brand.

Per venire incontro ai neofiti, perché anche Contra Operation Galuga, come da tradizione della saga, presenta una difficoltà non certo trascurabile, Konami e Wayforward però hanno inserito poi delle novità volto a renderlo più accessibile. Oltre al selettore della difficoltà, che va a modificare precisione e potenza degli avversari, è infatti possibile adottare per i Contra anche una barra della salute, permettendogli così di resistere a un numero maggiore di colpi prima di venire sconfitti. Il tutto, sia ben chiaro, è assolutamente opzionale e i puristi potranno quindi godersi questa nuova avventura nel modo classico, senza risentire di questa facilitazione. In missione poi è possibile portare con se due potenziamenti passivi. Tra di essi spiccano un ancora maggior numero di colpi sopportabili, la possibilità di entrare in gioco con un’arma speciale già in dotazione e così via. Tutti questi upgrade, a dir la verità neanche troppo numerosi, sono acquistabili in un menu dedicato tramite valuta ottenibile in game, rendendo quindi necessario giocare per diverse ore prima di sbloccarli tutti. Così come la barra della salute, pure questi upgrade sono assolutamente opzionali ed è possibile godersi Contra Operation Galuga senza nessuno di essi. La difficoltà sarà ovviamente maggiore, così come però la gratificazione di aver portato a termine un run and gun dalla difficoltà non certo indifferente. Volendoci infine soffermare sull’aspetto grafico, è tutto sommato evidente come sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Però trattandosi del remake di un titolo del 1987 il risultato è tutto sommato interessante. Contra Operation Galuga è una vera e propria lettera d’amore ai fan che lo amavano in passato, agli appassionati di retrogaming e per tutti quei giocatori in cerca di una sfida dall’alto tasso di difficoltà.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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