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Redazione Lazio

Discariche laziali: l'Arpa riferisce in commissione Ambiente alla Pisana

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Tempo di lettura 2 minuti Il flusso in uscita del trattamento meccanico biologico si riversa fuori regione per circa il 90 per cento

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Red. Cronaca

 

Audizione ieri in Commissione Ambiente del Consiglio regionale del direttore dell'Arpa (Agenzia regionale protezione ambientale) Lazio, Marco Lupo, in merito allo stato delle discariche di Malagrotta e di Borgo Montello. L'audizione è anche stata occasione per consegnare ai commissari copia di una dettagliata relazione già fornita alla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ad ausilio del lavoro che quest'ultima sta effettuando sul tema delle discariche regionali del Lazio, con riferimento particolare allo stato degli impianti.
 
Dall'audizione è emerso che la metà circa dei 330 controlli effettuati nel 2015 si sono svolti su input dell'autorità giudiziaria o in ausilio alle forze di polizia. Il che renderebbe evidente la necessità di potenziare invece i controlli di routine. All'attività di controllo va aggiunta anche quella di monitoraggio. Arpa Lazio ha circa la metà del personale delle analoghe agenzie di regioni paragonabili al Lazio per estensione territoriale. I dati forniti oggi riguardano gli impianti ricadenti negli ambiti territoriali di Frosinone (tra cui Colfelice, San Vittore e Roccasecca), Latina (in particolare, Castelforte Aprilia e Borgo Montello), Viterbo e Roma (Salario, Rocca Cencia, Malagrotta 1 e 2, Albano, ora chiuso, Colleferro e Maccarese).
 
Già ricostruendo il flusso dei rifiuti emerge un gap dell'impiantistica che fa sì che la maggior parte dei rifiuti di Roma vada a gravare sulle altre province. Il flusso in uscita del trattamento meccanico biologico, che non è inferiore in modo significativo a quello in entrata, si riversa fuori regione per circa il 90 per cento. Tra le altre problematiche di rilievo, l'obsolescenza dei termovalorizzatori di Colleferro, che causa rotture frequenti con interruzione del funzionamento. Proprio la situazione di Colleferro emerge tra le principali preoccupazioni espresse dai consiglieri presenti alla seduta, poiché gli impianti vecchi metterebbero a rischio la salute dei cittadini. Anche il carico dei rifiuti di Roma sulle altre province della regione desta preoccupazioni, così come sono stati chiesti chiarimenti sulla situazione di Borgo Montello. Secondo Arpa Lazio, il fermo dell'impianto di Colleferro è dovuto il più delle volte a banali guasti meccanici, ma in altri casi non le caratteristiche dell'impianto ma il suo sovraccarico sono causa del non soddisfacente funzionamento del ciclo. In mancanza di costruzione di impianti, la maggior parte dei rifiuti prodotti a Roma continuerà ad andare fuori Regione.
 
La bonifica in corso a Malagrotta, dove si è evidenziato un problema di fuoriuscita di percolato, è stata avviata in conseguenza proprio di controlli Arpa. Ma essa è gestita dal comune di Roma, mentre non lo è il progetto di copertura in atto della vecchia discarica. Da ciò – sempre secondo l'Arpa – nascono ulteriori problemi, con il risultato che la durata di quest'ultimo si presenta troppo lunga rispetto alle esigenze ambientali. Anche la bonifica di Borgo Montello procede, per Arpa, molto a rilento: la messa in sicurezza delle discariche non più in uso è dappertutto caratterizzata dalla stessa problematica, cioè che la gestione attuale non è responsabile del passato. La procedura di bonifica in corso per Albano, non è motivata dalla presenza di percolato, ma è invece orientata a intervenire sulla presenza di sostanze specifiche. Alla richiesta finale di più stretto rapporto con la Regione, proveniente dalla Commissione, l'Arpa ha risposto per bocca del suo direttore ribadendo che una parte dei controlli si svolge già su impulso regionale e che si presenta comunque l'urgenza di un confronto con la Regione sulla nuova normativa nazionale (legge 132 del 2016) che modifica il sistema delle agenzie creando una struttura reticolare e fissando dei livelli minimi di assistenza per la materia ambientale, come per la sanità.

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Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

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Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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