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Dolci vegani: un mondo di “Golosità”. La pasticcera Valentina spiega come fare il cheeskake

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MONTE DI PROCIDA (NA) – Sempre più spesso sentiamo parlare della dieta vegana, ossia l’alimentazione priva di derivati dal mondo animale e non solo per l’esclusione di carne dalle abitudini alimentari come il regime nutrizionale vegetariano, ma anche per l’eliminazione di latticini e uova provenienti da allevamenti intensivi, le motivazioni di questa scelta possono essere molteplici, infatti non sempre la ragione è di carattere morale, ma si sceglie questo tipo di alimentazione per salute o per depurarsi dopo un periodo di feste.

Il veganesimo, chiamato anche vegetalismo, ha generato spesso diverse scuole di pensiero tra gli esperti di alimentazione. Nacque nel 1944 in Inghilterra da Elsie Shrigley e Donald Watson come movimento animalista, proponendo l’adozione di un modus vivendi basato su risorse che non provengono dal mondo animale, e comprende non solo l’alimentazione, ma anche la
scelta dell’uso di prodotti quotidiani come i detersivi, il vestiario, l’arredamento e i farmaci.
L’imperatore Tiberio diceva: “L’uomo giunto all’età di trentacinque anni, non dovrebbe avere più bisogno di un medico”, non vi è alcuna presunzione di volerci sostituire ai medici, ma possiamo avere la consapevolezza del cibo che assumiamo e dell’impatto ambientale, ed un piccolo aiutino verso noi stessi con un’ottima alimentazione lo possiamo dare. Le cucine alternative vengono incontro alle esigenze di persone che hanno abitudini alimentari diverse da quelle tradizionali, come ad esempio l’alimentazione vegetariana e macrobiotica.

In passato la scelta di questi tipi di regimi alimentari era di carattere morale. Non era la questione religiosa la causa del rifiuto di consumare cibi di origini animali.

Oggi la ricerca di uno stile di vita naturale, in risposta ai ritmi frenetici della vita e ai problemi di igiene e di sicurezza degli alimenti, si continua ad affermare anche grazie all’informazione dei
media  Queste condotte alimentari sono rivolte a tutte le fasce d’età. I prodotti si trovano facilmente nelle pasticcerie, gelaterie e anche nel mondo della ristorazione.

I vegani che tipo di dolci mangiano con l’esclusione di latte e uova?
A questo proposito L’Osservatore D’Italia ha voluto porre qualche domanda a chi è in contatto diretto con il pubblico, ossia con una pasticcera Valentina Bianco titolare della pasticceria “Golosità” di Monte di Procida (Na), che per l’occasione, ha dato anche ingredienti e procedimento per realizzare un dolce vegano che prepara nel suo laboratorio.

 

C’è richiesta di dolci vegani e qual è la fascia di età per questo tipo di prodotto?
La nostra pasticceria è sempre in continua mutazione, siamo predisposti al cambiamento, anzi ci adattiamo facilmente alle richieste del mercato. Ecco perché la pasticceria vegana rientra sicuramente nei nostri progetti di investimento. Oggi la domanda è in continuo aumento, e prevedo un aumento del 5% annuo, la
richiesta di dolci vegani abbraccia un po’ tutte le fasce d’età, ho clienti anziani che cominciano ad approcciarsi a questo stile di vita che ragazzi dai 25 ai 35 anni. Le ragioni, ascoltando i miei clienti,
sono le più svariate. La maggioranza sostiene che sia per motivi di salute. La seconda per salvaguardare la vita degli animali. Inoltre la pasticceria o cucina vegana è un’ottima soluzione per chi è intollerante al lattosio o alle uova. Produciamo qualsiasi dolce tradizionale in versione vegana su richiesta.

 

Quale dolce in versione vegana è più richiesto?
Il dolce che mi è capitato più spesso di fare è facile da preparare in casa, è veloce, senza bisogno di cottura e con ingredienti facilmente reperibili in quasi tutti i supermercati: CHEESECAKE.

 

RICETTA DEL CHEESECAKE VEGANO
Per la base:
300 gr di biscotti vegani, 50 gr di mandorle tritate, 150 gr di burro vegetale
Unire biscotti e mandorle con il burro fuso precedentemente, mettere sulla base di un ruoto a cerniera, lasciare riposare in frigo per 30 minuti.

PER LA FACITUTRA
300 gr di formaggio vegano spalmabile, 200 gr di panna vegetale da montare senza lattosio, 50 gr di cioccolato spalmabile vegano, 50 gr di zucchero ( è indifferente la scelta del tipo di zucchero bianco, di canna o integrale), scaglie di cioccolato fondente all’85%
Frullare il formaggio insieme al cioccolato spalmabile, incorporate insieme alla panna vegetale montata precedentemente, unire infine con scaglie di cioccolata, prendere il composto e versarlo nello stampo. Mettere in freezer e togliere per almeno 15 minuti prima di servirlo.

Giuseppina Ercole

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Il maternage: una pratica educativa di crescita individuale

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La relazione madre-figlio rappresenta il primo legame affettivo di un neonato.

Come afferma Bowlby, è in questa fase che la madre mette in atto una serie di comportamenti come, coccolare il proprio bambino, contenerlo e nutrirlo affinché si possa instaurare un attaccamento sicuro o insicuro.

Nell’ambito psicologico il maternage è un complesso di atteggiamenti ed azioni implicati nel rapporto madre-figlio. Tali comportamenti possono creare relazioni di dipendenza o di indipendenza. Da questi atteggiamenti il bambino costruisce il proprio io nonché la propria personalità.

Nell’ambito psicoterapico il maternage è considerato una tecnica per curare le psicosi avvenute nella prima infanzia. In questo caso il rapporto di cura si crea tra terapeuta e paziente. Il maternage, come cura del paziente da parte del terapeuta, è stato individuato da Racamier, Sechehaye e anche da Winnicott nel secolo scorso.

Il maternage nell’accezione complessa del termine è considerato un approccio, una filosofia di vita basata sulla condivisione emotiva tra due soggetti sia nell’ambito familiare, educativo che terapeutico.

Il termine maternage sottintende il prendersi cura dell’altro con delicatezza, con gentilezza e con rispetto. La tecnica del maternage è un cammino sia per il bambino che per l’adulto, è come dire “sono qui con te”, è una sorta di “formula magica”.
Il soggetto che si prende cura dell’altro funge da contenitore emotivo.
Lo studio del maternage analizza differenti pratiche diffuse nel mondo, in funzione dei modelli di riferimento definiti in base al livello di contatto: il maternage ad alto contatto, caratterizza le società tradizionali, mentre il maternage a basso contatto è tipico dei paesi industrializzati.

Tale affermazione pone in evidenza le differenziazioni culturali. Ad esempio, pensiamo ai bambini africani rispetto a quelli svedesi: i primi, per usanze e tradizioni hanno maggior contatto con la propria madre, mentre i secondi, data la frenesia quotidiana, hanno un minor coinvolgimento nelle cure materne.
È proprio in base alle attenzioni che si danno ad un soggetto che si riceveranno altrettante risposte differenti.

Il maternage è una tecnica di cura e di empatia, deve essere svolta nel modo più attento e sensibile possibile. In questo atteggiamento sono implicate le emozioni di entrambi i soggetti.
Tuttavia, un comportamento adeguato crea momenti di simbiosi unici, in particolare nel rapporto madre e figlio nei primissimi anni di vita. È un rapporto di esclusività che deve dar vita a sicurezza, serenità, fiducia e bidirezionalità relazionale: una sorta di gioco di sguardi che coinvolge i due soggetti in un rapporto sano, equilibrato e disposto a proseguire nel tempo.

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La nuova sede romana dei corrispondenti dei media esteri dall’Italia rinnova memorie berlusconiche

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La nuova sede romana dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ASEI, inaugurata in presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha dato occasione ai media italiani ed esteri che hanno descritto l’evento di rinnovare memorie, di vario genere, sul trentennio berlusconiano attraversato dall’Italia, poiché la stessa sede era stata la residenza romana del magnate e politico italiano per molti anni. Si è ricordato, nelle descrizioni mediatiche, l’allergia di Berlusconi ai contatti con i corrispondenti, le occasioni di numerosi incontri politici, e poco politici, che avvenivano tra le museali stanze del secentesco palazzo Grazioli, proprietà di una famiglia nobiliare romana.
Non sono mancate citazioni pruriginose sulle vicende personali del presidente del Consiglio dell’epoca, che sono state una manna per i cronisti di cronaca nera o rosa, e che forse sarebbe ora di riporre negli scaffali della storia politica e del costume italiana.
Come scritto da taluni, la nuova sede al primo piano del palazzo, che assomiglia indubbiamente più ad un museo che ad una struttura per lavoro, ha subìto importanti ed autorizzati rifacimenti che la recedono senza dubbio unica in Europa, e forse nel mondo, come centrale operativa dei circa 400 corrispondenti della antica Associazione, fondata nel 1912 da un manipolo di corrispondenti basati a Roma a quel tempo, e in cui è attivo dal 1989 il giornalista tarantino Gianfranco Nitti, come corrispondente di media finlandesi.
Dopo il rituale saluto al Presidente Mattarella dalla Presidente dell’Associazione, la turca Esma Çakir, il capo dello Stato italiano, che aveva fatto un rapido giro nella sede, ha ringraziato per l’invito a essere presente in un momento così significativo: l’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione Stampa. Nel formulare gli auguri, dicendosi lieto di vedere una così bella nuova sede, anche come socio onorario, Mattarela ha detto di apprezzare tale condivisone, ricordando come, oltre un secolo fa, sia iniziata la storia dell’Associazione, Come ricordato dal Presidente, era il momento in cui l’Europa attraversava la ‘belle époque’, poi travolta, dopo due anni, dalla terribile condizione della Grande Guerra. Fino a due anni fa, l’Europa viveva non in una belle époque, ma in una ‘époque de paix’, che si spera di riuscire a difendere, preservare e ripristinare appieno. È una storia importante quella dell’Associazione, con i corrispondenti esteri che si sono moltiplicati, insieme agli strumenti dell’informazione che cambiano continuamente in questa epoca. Tutto questo non ha visto cambiare lo spirito della presenza dei corrispondenti a Roma, in Italia. Mattarella ha detto di aver sempre accompagnato questo lavoro, questa attività, con due impegni: l’indipendenza di giudizio e la conoscenza approfondita dell’Italia. Queste attività integrative dell’Associazione – come conoscere meglio la cultura italiana, il cinema, la cucina, lo stile di vita italiano e lo sport – sono fondamentali per interpretare e raccontare l’Italia in maniera autentica. Il ruolo della libera stampa è decisivo, essendo il presidio indispensabile della libertà delle persone. Il Presidente ha evidenziato come la Repubblica italiana esprime riconoscenza verso i corrispondenti dei media esteri augurando buona fortuna per la loro attività, consapevole che il mondo è sempre più integrato e interconnesso, richiedendo rapporti collaborativi.
Hanno fatto eco a Mattarella il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, con interventi di apprezzamento e di sostegno all’Associazione. È giusto ricordare che quest’ultimo ha la competenza sulla concessione della sede all’Associazione, sede che è messa a disposizione dallo Stato italiano, il che costituisce probabilmente un unicum nel mondo. Urso ha detto, tra l’altro, che “sin dall’inizio della legislatura abbiamo migliorato il contesto per l’internazionalizzazione economica del nostro paese e per gli investimenti esteri. In questi mesi gli investimenti esteri sono notevolmente cresciuti ed è notevolmente cresciuto, più di ogni altra borsa, l’indice di borsa italiana”. Si sono poi susseguiti interventi degli sponsors che hanno collaborato all’allestimento della nuova sede.



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L’amore ai giorni nostri…

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Oggi l’amore ha subito numerose variazioni. Rispetto al passato i sentimenti d’amore sono diventati più labili e superficiali.

Questo mutamento è dovuto anche ai nuovi sistemi tecnologici: dichiararsi con un messaggio whatsapp, lasciarsi con una telefonata e via dicendo…

L’amore oggi è come giocare a scacchi, l’essere umano vuole premeditare ogni mossa avversaria con lo scopo di risultare il più forte. Oggi è difficile riconoscere i propri sentimenti, mentre è diventato più facile fingere l’indifferenza.

L’aspetto che fa la differenza è legato anche all’incapacità emotivo-relazionale e affettivo-empatica. Non si piange più sulle spalle degli amici quando si soffre per amore, ma ci si chiude in sé stessi. Quando i nostri sentimenti sono feriti e quando le nostre aspettative vengono meno, cadiamo in pianti, urla e disperazione.

Un tempo questo scenario era maggiormente accettato dalla società, ma oggi purtroppo non lo è più: viviamo in un mondo fatto di solitudine, sensi di colpa e inquietudine.
Oggi l’amore è “liquido”, afferma Bauman, cioè è immaturo; è un amore scisso tra il desiderio di emozionarsi e la paura di legarsi. L’amore viene narrato come qualcosa di passeggero, futile, da non prendere troppo sul serio.

Il romanticismo non esiste più, al suo posto c’è la volgarità. Il corpo delle donne è uno strumento da usare e gettare via. La sessualità e il desiderio temporaneo del corpo dell’altro hanno la maggiore rispetto ai concetti legati all’amore e al sentimento duraturo e profondo.
I termini come matrimonio e procreazione sono fortemente messi alla prova: i giovani si sposano meno e temporeggiano sull’avere figli.

Questo fenomeno, in Italia, sta vedendo un calo della natalità e un progressivo aumento della popolazione anziana. L’amore rompe i propri schemi e riproduce il degrado della nostra società.

La nostra generazione pensa che la non curanza ed il disinteresse siano i concetti chiave di una relazione. Non è così; lo sforzo, l’interesse, la fedeltà, lo sono.
Oggi, cambiare le prospettive sul concetto di amore risulta molto difficile se non irraggiungibile. Sarebbe opportuno dare maggiore attenzione alle relazioni anche se questo a volte significa sacrificare il proprio orgoglio, bisognerebbe osservare le persone attorno a noi e non lasciarle andare facilmente.

Prima di arrenderci di fronte ad una difficoltà, dovremo assicurarci di aver lottato fino in fondo. Ognuno di noi dovrebbe custodire l’amore e farne qualcosa di prezioso. Bisognerebbe riconoscere il proprio modo di amare e fortificarlo ogni giorno di più.
Il pianto, il dolore e la vulnerabilità fanno parte dell’amore e in parte contribuiscono a renderlo magico.

Resistere alle tentazioni, al giorno d’oggi, è molto difficile, ma dovremo scindere il desiderio sessuale dal sentimento vero.

La società vulnerabile e superficiale dei nostri giorni non lascia il tempo di riflettere e meditare, è tutto più veloce e rapido. La cura e la parsimonia di avere una relazione stabile e continuativa, ricca di valori è un ideale che si sta sempre più allontanando.
Sarebbe adeguato essere più stabili sentimentalmente per garantirci una società meno legata alla “materia” e più aperta ai valori e ai sogni.

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