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Esteri

Drone Gate: la Polonia chiama l’Europa. Mosca replica, ma l’Occidente si sbarazza delle smentite

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Le accuse polacche contro la Russia per violazioni dello spazio aereo scuotono la NATO: attivato l’Articolo 4, l’Alleanza avvia l’operazione “Eastern Sentry”. Mosca parla di “campagna informativa” e “sabotaggio politico”. Resta da accertare se si tratti di provocazione deliberata o incidente

Numerosi droni russi che, stando alle autorità polacche, avrebbero violato lo spazio aereo della Polonia nella notte tra il 9 e il 10 settembre hanno innescato una crisi diplomatica di ampia portata. Le accuse – confermate dalle forze armate polacche – hanno spinto Varsavia a sollecitare un intervento immediato dei partner atlantici, mentre la Russia respinge ogni responsabilità parlando di tentativi di sabotare la ricerca di una soluzione politica al conflitto in Ucraina.

Secondo i dati ufficiali diffusi a Varsavia, ben diciannove oggetti identificati come droni sarebbero entrati nello spazio aereo polacco. Alcuni di questi sono stati abbattuti, con il supporto di velivoli della NATO. Il primo ministro Donald Tusk ha definito l’episodio “un atto di provocazione su larga scala” e una grave violazione della sovranità nazionale. Mosca, dal canto suo, ha replicato che i raid erano diretti esclusivamente contro obiettivi militari in Ucraina occidentale e che nessuna operazione prevedeva il coinvolgimento della Polonia. Il ministero della Difesa russo ha ricordato che la portata dei droni impiegati non supera i 700 chilometri e che le accuse non reggono di fronte all’evidenza tecnica.

L’incidente ha spinto la Polonia a invocare l’Articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, meccanismo che consente consultazioni immediate fra i Paesi membri quando si percepisce una minaccia alla sicurezza. La NATO, accogliendo la richiesta, ha avviato l’operazione “Eastern Sentry”, concepita per rafforzare la difesa dei confini orientali dell’Alleanza. Sono stati schierati assetti aerei e sistemi radar, intensificati i pattugliamenti e predisposti rinforzi per aumentare la deterrenza. I leader europei hanno espresso solidarietà a Varsavia, parlando di “flagrante violazione” e di “atto di aggressione”, mentre l’Ucraina ha colto l’occasione per rilanciare la necessità di un sistema di difesa aerea comune in grado di contrastare in modo efficace la minaccia dei droni.

Sul fronte opposto, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha bollato le accuse come parte di una “campagna informativa su larga scala” con lo scopo di demonizzare la Russia e di consolidare il sostegno occidentale a Kiev. La diplomatica ha insistito sul fatto che i chiarimenti già forniti da Mosca siano stati volutamente ignorati e ha accusato l’Occidente di voler sabotare ogni ipotesi di soluzione politica.

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Gli osservatori internazionali restano divisi nell’interpretazione. C’è chi vede nell’episodio un “test” delle capacità di reazione della NATO, una prova di forza pensata da Mosca per misurare la compattezza occidentale, e chi invece lo considera un incidente tecnico, trasformato in leva diplomatica. Molti analisti sottolineano come i droni, economici e difficili da intercettare, stiano cambiando le regole del conflitto, rendendo più porosi i confini e più vulnerabile la difesa dello spazio aereo europeo.

Le implicazioni politiche sono pesanti. Da un lato la NATO vuole ribadire la propria unità e la capacità di risposta rapida, dall’altro la Russia cerca di utilizzare l’episodio come strumento di pressione diplomatica, sostenendo che le proprie operazioni non abbiano mai preso di mira la Polonia. L’Unione Europea, nel frattempo, spinge per rafforzare il coordinamento sulla difesa e accelerare lo sviluppo di sistemi integrati anti-drone.

La crisi dei droni in Polonia dimostra che il conflitto ucraino non è più confinato al solo territorio nazionale, ma lambisce direttamente i confini dell’Alleanza Atlantica. Se per Donald Tusk si è trattato di un’aggressione deliberata, per Maria Zakharova non è altro che una manipolazione informativa. Quel che resta è l’incertezza di una nuova fase della guerra, in cui la linea tra provocazione e incidente appare sempre più sottile e pericolosa.

Lo scenario internazionale appare ancora più complesso se si considera il dibattito interno che scuote sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti. A Bruxelles, alcuni governi spingono per un impegno militare e finanziario più deciso, mentre altri temono che l’escalation possa compromettere la stabilità interna e aggravare le tensioni sociali legate all’aumento dei costi energetici e alle difficoltà economiche. A Washington, il Congresso resta diviso: una parte dell’opposizione chiede di ridimensionare il sostegno a Kiev per concentrare le risorse su priorità interne, mentre l’amministrazione Biden ribadisce che la sicurezza dell’Europa orientale coincide con la sicurezza stessa degli Stati Uniti. L’episodio dei droni in Polonia, dunque, non è soltanto un incidente militare: è un banco di prova politico che misurerà la capacità dell’Occidente di mantenere compattezza strategica in una fase in cui il conflitto ucraino minaccia di diventare un conflitto europeo a tutti gli effetti.

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