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Dungeons 3 torna in voga con la “Complete Collection”

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Dungeons 3 è arrivato su Pc e console in versione “Complete Collection” ed è pronto a tenere incollati sullo schermo per ore ed ore. Chi è appassionato di videogames e ha vissuto gli anni ‘90 ricorderà sicuramente Dungeon Keeper, un particolare titolo gestionale ideato dalla mente di Peter Molyneux ai tempi di Bullfrog. Nel titolo si vestivano i panni del Signore Oscuro, un genio del male che si dilettava nella costruzione di possenti dungeons attrezzati con un’ampia varietà di stanze e in grado di ospitare le più disparate tipologie di mostri e aberrazioni. Dunegons è un franchise che, sin dal suo debutto nel 2010, segue un po’ troppo da vicino le orme lasciate dal capolavoro a cui si ispira, ma che col tempo ha imparato a differenziarsi e a lasciarsi apprezzare anche per altre caratteristiche peculiari. Oggi analizziamo la sua terza incarnazione in versione “Complete Collection”, un titolo che miscela saggiamente meccaniche da gestionale con quelle da RTS e le condisce con una considerevole dose di umorismo, il tutto arricchito con i molti contenuti extra usciti negli ultimi anni. La storia prosegue direttamente quella del capitolo precedente: il Male Supremo ha vinto la sua battaglia contro il bene e ora si gode la dolce vittoria brindando con calici ottenuti dai teschi dei suoi nemici e pasteggiando lautamente con kebab di unicorno. La vittoria però lo annoia e così decide di espandere il proprio dominio oltremare, inviando nel nuovo continente un’ombra in grado di prendere possesso di un’anima facilmente corruttibile. La scelta ricade su Talya, un’elfa figlia adottiva del paladino Tanos, la quale già in precedenza aveva mostrato una naturale predisposizione a percorrere sentieri oscuri. L’ombra si insinua quindi nella mente dell’ignara elfa e la trasforma passo dopo passo, da docile e gentile fanciulla, in una macchina da guerra smaniosa di versare il sangue dei suoi nemici disgustosamente buoni.

Da qui si dipana l’intera avventura, costituita da un buon numero di missioni, in cui bisognerà affrontare il paladino e i suoi strampalati compagni, come Grimli, il nano alcolizzato, o Jaina Overproud una maga tanto buona quanto attenta ai conti correnti. Il taglio narrativo da commedia fantasy è volutamente lineare e non si sforza in alcun modo di proporre una storia con colpi di scena insospettabili. La sua forza risiede invece in una comicità del tutto riuscita, che arriva alle orecchie del giocatore tramite la voce dell’ottimo narratore, doppiato in italiano dall’azzeccatissimo Gianni Quillico. Dall’inizio alla fine c’è da sbellicarsi dalle risate, quasi ogni dialogo contiene una battuta, una freddura o un riferimento a qualche produzione di stampo “nerd” in grado di mettere di buon umore. Il gioco prende in giro e si prende in giro, spesso disintegrando la quarta parete senza farsi troppi problemi. Con questo terzo capitolo della saga, però, gli sviluppatori hanno voluto provare a fare un salto in avanti rispetto al passato, emancipandosi dal modello originale. La parte di costruzione e difesa del dungeon è rimasta, ma è stata ibridata con dei forti elementi da strategico in tempo reale. Quindi ora non ci si limita a gestire dei sotterranei bui e muffi in tutti i loro aspetti, ma bisogna conquistare anche ciò che c’è sopra di essi, affrontando faccia a faccia chi vuole impedire al giocatore di far prosperare il proprio impero del male. Parlando di contenuti il pacchetto completo di Dungeons 3 è davvero imponente. Considerate che attualmente offre la campagna principale, inclusa nel gioco base, più sei campagne extra, una per ogni DLC, più tre mappe sandbox di grandi dimensioni, aggiunte con il DLC finale. A tutto questo ben di una qualsiasi divinità che vi venga in mente, vanno aggiunte la modalità schermaglia e l’online, per una quantità d’ore di gioco che va oltre la cinquantina, senza naturalmente considerare l’alta rigiocabilità delle campagne e delle singole mappe, che possono essere affrontate a diversi livelli di difficoltà.

Per quanto riguarda la giocabilità, Dungeons 3 Complete Collection strizza l’occhio al passato ricordando le origini in stile Dungeon Keeper, ma poi si evolve in un mondo in superficie in stile Warcraft. All’inizio il compito del giocatore è quello di costruire un dungeon nel sottosuolo e popolarlo di orribili mostri, demoni e qualsivoglia altra creatura disposta a perseguire i nostri maligni intenti. Per farlo è necessario costruire molti tipi di stanze, ognuna utile a soddisfare esigenze diverse dei malvagi inquilini. Le più basilari sono i dormitori e gli allevamenti di tacchini, utili per dare vitto e alloggio a orchi e goblin, ma ne esistono moltissimi tipi diversi. Nel cimitero, ad esempio, vengono sotterrati gli stolti eroi che sono andati incontro alla morte invadendo il nostro sotterraneo, e dove torneranno in vita come fedeli zombie al servizio del giocatore. Se invece non si uccidono gli invasori si può decidere di sbatterli in prigione dove marciranno fino a trasformarsi in arcieri scheletrici, oppure è possibile rinchiuderli nella sala delle torture, dove le conturbanti succubi possono seviziarli fino a quando non decideranno di passare al lato oscuro. Grazie alla sala del fabbro si possono anche costruire trappole necessarie a rendere i nostri domini ancor più pericolosi e inospitali per le forze del bene. Dopo averli appresi, e aver fatto accumulare abbastanza mana ai propri demoni, ci si può anche avvalere di potenti incantesimi: dalle piogge di fuoco a barriere difensive passando per orde di non morti evocati e portali magici, la scelta è vasta. Dungeons 3 però, come detto in precedenza, non si limita ad offrire una parte gestionale ricca e variegata, ma le affianca anche un comparto da RTS votato esclusivamente al combattimento. Come ogni buon dungeon che si rispetti, anche quello creato dai giocatori ha uno (o diversi) ingressi da cui gli impavidi eroi possono entrare e le perfide creature uscire, seminando morte e distruzione in superficie. Fintanto che i soldati del giocatore rimangono nel ventre della terra non è possibile controllarli direttamente, ma solo spostarli da una stanza all’altra sperando che si dedichino all’attività che si desidera. Una volta emersi dalle buie gallerie invece possono essere gestiti nel dettaglio, sia per quanto riguarda gli spostamenti che le abilità speciali. Ogni creatura dispone di valori di attacco e difesa, che aumentano al salire di livello, e anche abilità uniche che le permettono di rivelarsi decisiva in determinate situazioni. Talya, l’antieroina protagonista della storia, può ad esempio scagliare palle di fuoco che infliggono pesanti danni ad area, mentre le Naghe possono rimettere in sesto i membri feriti del nostro esercito con flussi di energia curativa.

 Le sezioni a cielo aperto offrono sempre obiettivi specifici che contribuiscono a rinfrescare, almeno parzialmente, un’offerta ludica che altrimenti risulterebbe troppo stantia. Mancando infatti tutta la parte di creazione della base (poiché la produzione avviene nel sottosuolo) l’unica cosa su cui è necessario concentrarsi è creare un esercito dignitoso e guidarlo nelle varie situazioni proposte. Inizialmente ci si limita a radere al suolo accampamenti e uccidere qualsiasi cosa si muova, ma proseguendo con la campagna ci si ritrova a barcamenarsi in situazioni differenziate, come scortare un gigantesco demone in giro per la mappa mentre Talya se la vede con una maga nemica scagliando raggi dalla cima di una collina. Il titolo propone un grado sfida estremamente accessibile, soprattutto per chi è avvezzo a gestionali e strategici. Ogni missione ha comunque degli obiettivi secondari, a cui possiamo puntare se vogliamo completare tutto al cento per cento, e un livello di difficoltà aggiuntivo per i veterani che cercano una sfida più consistente. Ad ogni modo, se la lunga campagna dovesse risultare “troppo facile” ci si può dedicare a partite competitive in multigiocatore in cui confrontarsi contro altri esperti. A livello tecnico, la grafica del gioco, improntata allo stile umoristico, è semplice, colorata e divertente. Ovviamente non bisogna cercare il realismo in un gioco così perché si rischia di rimanere delusi, ma vi assicuriamo che il risultato complessivo è davvero di buon livello. Tirando le somme la cosa bella di Dungeons 3, nonostante proponga un gameplay piuttosto vecchiotto, è che funziona alla perfezione e, fatta l’abitudine al sistema di selezione delle unità, non chiarissimo da principio, e alle battute irriverenti della voce narrante, ci si trova a giocare senza sosta per ore e ore, macinando una mappa dopo l’altra. Sinceramente non avremmo mai sperato che la formula ibrida scelta per il gameplay funzionasse così bene, ma evidentemente i ragazzi di Realmforge Studios hanno talento da vendere. Compratelo senza indugio perché a nostro avviso di videogame che riescono a divertire così tanto in giro ce ne sono davvero pochi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Unicorn Overlord, il videogame strategico-tattico che lascia a bocca aperta

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Unicorn Overlord è un gioco di ruolo strategico dalle qualità a dir poco sensazionali, è un videogioco da giocare tutto d’un fiato che regala un approccio estetico splendido e una giocabilità a dir poco pazzesca. Andiamo a scoprire tutte le qualità di questa perla sviluppata da Vanillaware per pc, Xbox, PlayStation e Switch. La storia è ambientata in un universo medioevale soggiogato da un tiranno arrivato al potere a spese della legittima regina a cui aveva prestato giuramento. Spinto da ragioni oscure per buona parte della campagna, il generale Valmore, un tempo uno dei più prodi difensori della corona di Cornia, si rivolta contro il vessillo che ha portato fieramente in centinaia di battaglie, conducendo decine di ribelli alle porte del castello della famiglia reale in una notte buia e tempestosa. Sorpresa dal tradimento di uno dei suoi comandanti più fedeli e messa alle strette dalla schiacciante inferiorità numerica, la regina guerriera Ilenia non ha altra scelta se non quella di scendere in battaglia ella stessa, sorretta solamente da un manipolo di uomini, i più fedeli della sua guardia personale. Nonostante il tragico esito dello scontro sia fin da subito chiaro, la coraggiosa regina si lancia contro Valmore e la sua manica di congiurati, nella speranza di guadagnare il tempo sufficiente per permettere al fido Josef, cavaliere e prima lancia del regno, di portare il salvo il giovane principe Alain. I due riescono a fuggire con l’aiuto delle tenebre e del rapido destriero di ser Josef e, dopo una dissolvenza a nero sulla notte del tradimento, la storia riprende proprio da uno scorcio di vita quotidiana di un maturato Alain, che si addestra con la spada ed un compagno d’armi su una ridente spiaggia dell’isola di Palevia. Quest’ultima è tra le poche ad essere sfuggita alla morsa di Valmore, autoproclamatosi Imperatore e adesso a capo di tutti e cinque i regni del continente di Fevrith. In Unicorn Overlord i temi trattati sono maturi, la caratterizzazione dei personaggi di buonissima fattura e la guerra viene dipinta in maniera credibile. Ben presto, sulle spalle del giovane Alain graverà il pesante fardello di compiere scelte estremamente difficili, tra nemici a cui mostrare clemenza o mano ferma, villaggi che chiedono aiuto e antichi alleati da affrontare sul campo di battaglia. La cosa bella di Unicorn Overlord è la possibilità di reclutare oltre 60 personaggi unici che vestono i panni di comandanti alleati sul campo di battaglia, ma la cosa più interessante è che ognuno di essi ha una storia e delle motivazioni che li spingono a scendere in battaglia al fianco del protagonista. Proprio per tale ragione il gioco tende a premiare i giocatori più curiosi in quanto interessarsi alla vita e ai retroscena personali dei propri commilitoni, e stringendo un buon rapporto con essi, può portare ad avere alcuni vantaggi durante le fasi di battaglia. Unicorn Overlord gestisce i dialoghi opzionali dei legami tra commilitoni in maniera più snella rispetto ad altri titoli del genere, con una quantità minore di dialoghi e una diminuita frequenza delle occasioni di interazione, con una scelta che piacerà ai fan degli strategici vecchio stile. Insomma, dal punto di vista dell’idea di base Unicorn Overlord è veramente un titolo interessantissimo.

A livello di gameplay Unicorn Overlord è qualcosa di estremamente esaltante e soddisfacente. La struttura di gioco, illustrata con alcuni tutorial nelle fasi iniziali dell’avventura, è sulla carta abbastanza snella, salvo poi nascondere una profondità incredibile ed ampliarsi pian piano lungo la corposa campagna, aggiungendo nuovi elementi senza però sovraccaricare il giocatore con troppe nozioni tutte insieme. Ovviamente, vista la natura del titolo, per dominare sul campo di battaglia è richiesta pazienza, una sapiente e continua gestione delle truppe ed un livello di pianificazione elevato. Il giocatore può schierare per ogni livello un massimo di una decina di gruppi di combattenti, composti a loro volta da un numero variabile da uno a sei soldati, a seconda di quante risorse sono state investire per ampliarne i ranghi. Ogni squadra viene disposta su due file da tre, e sono in genere solamente i combattenti in prima linea quelli che assorbono l’urto degli attacchi nemici, con le debite eccezioni, costituite, ad esempio, dalle frecce avversarie e dagli attacchi magici. Se durante le primissime ore di gioco i soldati agiscono di loro iniziativa, con il giocatore che può iniziare lo scontro per poi fare da semplice spettatore, ben presto il titolo darà la possibilità di personalizzare nel dettaglio il comportamento di ogni singola unità alleata, con un sistema a condizioni profondo e funzionale. Da qui in poi, in Unicorn Overlord entrano in gioco un numero incredibile di varianti di cui tener conto, che mettono a dura prova anche il più abile tra gli appassionati di strategia militare. Fortunatamente tramite la pausa tattica è possibile, cambiare approccio sul campo e adattarsi alle sfide proposte dai numerosi scenari di battaglia, bisogna comunque tenere a mente un numero elevato di fattori che influiscono sugli scontri. Il posizionamento e la velocità delle truppe una volta scese in campo, la composizione il più bilanciata possibile delle squadre di combattenti, la scelta del leader (che dona abilità uniche a tutto il gruppo), la presenza di abilità speciali da attivare al di fuori degli scontri, la cura dell’equipaggiamento di ogni singola unità e tanto altro ancora. Complici un gran numero di classi disponibili (opliti, ladri, combattenti, cavalieri, arcieri, guaritori, maghi, cavalcatori di pegaso e tanti altri ancora), che a loro volta elevano esponenzialmente le possibili combinazioni, il canovaccio tattico risulta estremamente ampio e soddisfacente, consentendo un livello di personalizzazione dell’esperienza di gioco paradossalmente più alto di tanti congeneri in cui il controllo del party è direttamente delegato al giocatore. A limitare la potenza e l’utilità in battaglia dei team più forti c’è un valore di resistenza, che impedisce ad una singola unità di sobbarcarsi tutto il lavoro di conquista e schermaglia, costringendo il giocatore a scegliere bene spostamenti e scontri e a bilanciare al meglio le forze a sua disposizione. Importante aggiungere poi che negli scontri apparentemente senza vincitori né vinti, in cui nessuna delle due truppe riesce ad annientare l’altra, a determinare quale delle due è considerata vincente è il numero di danni inflitti, con le meccaniche che premiano quindi un atteggiamento sempre offensivo, punendo i giocatori troppo difensivi. La scelta degli sviluppatori di impostare un tempo massimo per ogni livello si è dimostrata essere una scelta vincente. Limitare il tempo a disposizione del giocatore lo costringe infatti ad operare scelte in poco tempo contribuendo a tenere alta la tensione e il livello di difficoltà. In Unicorn Overlord non si combatte solo però, infatti quando non è impegnato in battaglia il giocatore è libero di esplorare una mappa in tre dimensioni così vasta da richiedere l’impiego di un sistema di viaggio rapido. La cartina del mondo di gioco è costellata di borghi da liberare dal giogo nemico, di punti di raccolta di materie prime e di missioni secondarie di vario tipo, utili ad aumentare il livello del proprio esercito e l’immersione nel mondo di gioco. La possibilità di riconquistare un continente intero, di dover ampliare i fondi, bilanciando buone azioni e missioni di incursione, di personalizzare il proprio stendardo e di costruire pian piano un vero e proprio esercito è tangibile, e garantisce un livello di coinvolgimento notevole, uno dei migliori mai visti in un titolo del genere.

A livello grafico ed estetico Unicorn Overlord è un titolo davvero di grande pregio. Il connubio tra i modelli bidimensionali dei protagonisti e i magnifici scenari che fanno da sfondo al gioco, disegnati a mano ma comunque in tre dimensioni, risulta incredibilmente piacevole all’occhio, complice la consueta, strepitosa direzione artistica che ha sempre caratterizzato i titoli firmati da Vanillaware. Il risultato finale è veramente straordinario. Gli sviluppatori sono riusciti a dare vita a un reame fantasy che guadagna in dovizia di particolari quello che perde in originalità e che, nonostante un’estetica vivace che non lesina colori, si sposa benissimo con il tono più che serioso della storyline e dell’ambientazione guerresca. Ottima anche la fluidità generale, con il frame rate che durante i nostri test su Xbox Series X non si è mai scostato dai 60 fps anche durante le battaglie più affollate. E’ obbligatorio spendere due parole anche sulla colonna sonora di Mitsuhiro Kaneda che rende l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente e che è destinata a rimanere impressa nella memoria di chi affronterà il videogame. L’audio dei personaggi è in lingua giapponese o inglese, mentre i sottotitoli sono disponibili anche in lingua italiana. Tirando le somme Unicorn Overlord rappresenta senz’ombra di dubbio uno fra i titoli più importanti mai sviluppati del genere. Si potranno passare ore ed ore a pianificare e combattere senza mai annoiarsi e, vista la moltitudine di variabili in game la rigiocabilità è assicurata. A nostro giudizio chiunque sia un vero appassionato di strategia e tattica non può e non deve farsi sfuggire un prodotto del genere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Spotify si evolve, oltre all’audio arrivano anche in Italia i video musicali

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Spotify si evolve ed è pronto a garantire un graditissimo quanto sicuramente apprezzato servizio in più ai suoi abbonati italiani. Nell’ottica di differenziare ulteriormente il proprio approccio con i clienti, la piattaforma ha infatti annunciato il lancio, anche in Italia, di una funzionalità dedicata ai video musicali. Feature disponibile per gli abbonati Premium, si tratta al momento di una sezione sperimentale, che comprende un catalogo ristretto di video musicali, tra cui Ed Sheeran, Doja Cat e Ice Spice. La funzione è supportata su tutte le principali piattaforme dove Spotify è presente: iOs, Android, computer e smart tv, selezionando l’opzione “Passa al video” che sarà visibile solo per i brani supportati. A questo punto, i video verranno riprodotti nella sezione “In riproduzione ora”. Se si vuole tornare all’ascolto del solo audio si dovrà cliccare su “Passa all’audio”. I video musicali si potranno vedere anche a schermo intero, selezionando sul proprio dispositivo la modalità panoramica. “Nella nostra distribuzione beta iniziale, stiamo iniziando con un sottoinsieme limitato dell’intero catalogo, che include migliaia di video musicali. All’interno di questo sottoinsieme, diamo priorità a un’ampia gamma di generi e artisti famosi nei mercati di lancio”, ha affermato Sten Garmark, vice presidente global di Spotify, in una recente intervista. Per questa novità, Spotify non si limita a incorporare un video di YouTube o a collaborare con un’azienda terza. Il servizio ospita direttamente le clip, trasmettendole senza pubblicità, come fa con i brani ascoltati dagli utenti abbonati a Spotify Premium. Con i video musicali, Spotify aggiunge un ulteriore modo per gli artisti di interagire con il loro pubblico. Nel passato, l’azienda aveva reso disponibile Clips, con cui cantanti e band possono comunicare qualcosa ai fan, e Canvas, un’immagine a ciclo continuo di 8 secondi che i creatori usano per riempire lo schermo degli ascoltatori, in assenza di veri e propri videoclip. Insomma, gli abbonati italiani di Spotify potranno godere di una funzione estremamente importante che renderà l’approccio alla musica ancora più bello e intenso da vivere.

F.P.L.

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Contra Operation Galuga, il grande classico ritorna su pc e console

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Contra Operation Galuga è l’ultimo titolo del brand che ha fatto la storia dei videogames negli anni ‘80 disponibile per Pc, Xbox, PlayStation e Switch. Il titolo originale per chi non lo sapesse è un famoso videogame di azione e sparatutto a scorrimento laterale, sviluppato da Konami e pubblicato per la prima volta nel 1987 per le sale giochi. Il gioco segue le avventure di due soldati, Bill Rizer e Lance Bean, che devono affrontare le forze di un’organizzazione terroristica chiamata Red Falcon, che minaccia di invadere la Terra con una legione di alieni e robot. Il gioco è noto agli appassionati per la sua difficoltà elevata, il suo gameplay frenetico e la possibilità di giocare in cooperativa con un altro giocatore. Contra: Operation Galuga è stato ideato un reboot moderno della serie. Prende l’originale arcade e introduce tutte le modifiche che ritiene opportune, a partire dalla veste grafica rinnovata e dalle armi, ma ritorna all’azione secondaria Run & Gun 2.5D e al combattimento “soli contro tutti” tipico degli anni 80 e 90. I vecchi Bill Rizer e Lance Bean devono ricominciare la loro battaglia contro le migliaia di terroristi Red Falcon e gli alieni che stanno dietro a tutto questa misteriosa organizzazione. La storia inizia e finisce allo stesso modo, proprio come è stata scritta 37 anni fa, perché apre la strada a un futuro capitolo che racconta le cosiddette guerre aliene. Nel frattempo, le motivazioni che spingono le forze nemiche ad agire sono cresciute attorno a una tecnologia che mescola campi gravitazionali e wormhole. Gli sviluppatori hanno reso il contesto di gioco volutamente il più esagerato possibile, in linea con le performance istrioniche dei doppiatori e dei personaggi che interpretano. L’ingrassamento della sceneggiatura serve a dare più peso ai nativi di Galuga e, ciò che conta, a far crescere la lista dei personaggi giocabili. Perché, onestamente, nessuno gioca a un Contra per scoprire cosa sta succedendo, ma lo fa solo per sparare indipendentemente dal chi o dal perché. La trama è solo un semplice contorno.

Come accennato poco sopra, il gameplay di Contra: Operation Galuga è basato sullo stile corri e spara tipico della serie, in cui il giocatore deve correre, saltare e sparare ai nemici che appaiono da ogni direzione. Il giocatore può usare diverse armi, come il mitragliatore, lo spara-proiettili, il lanciafiamme, il missile a ricerca, il raggio laser e le bombe a frantumazione. Ogni arma ha una versione alternativa che può essere ottenuta raccogliendo dei power-up. Inoltre, il giocatore può sacrificare le armi in eccesso per attivare delle abilità speciali chiamate Overload, che hanno effetti vari come scatenare dei droni, creare una barriera o lanciare una pioggia di missili. Il gioco offre tre modalità di gioco: Storia, Arcade e Sfida. Nella modalità Storia, il giocatore può vivere la trama completa del gioco, con scene animate e dialoghi tra i personaggi. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per due giocatori. Nella modalità Arcade, il giocatore può saltare direttamente nell’azione senza interruzioni narrative. Questa modalità supporta il gioco cooperativo per quattro giocatori. Nella modalità Sfida, invece, il giocatore può mettere alla prova le sue abilità con 30 missioni difficili, che richiedono di completare i livelli in un tempo limite, con munizioni limitate, con nemici più aggressivi e altro che serve a rendere l’esperienza di gioco un vero e proprio inferno di proiettili e distruzione. Una volta avviato il gioco dal menù si inizia ancora una volta dal famosissimo livello della giungla, per poi passare alla fase di scalata della cascata e arrivare all’interno della enorme base aliena. A differenza di Contra Evolve questo non è un remake, infatti anche quei livelli che raffigurano ambienti già visti in passato sono stati modificati. Ad esempio sono state eliminate le sezioni 2D verticali all’interno della base. In cambio però, sono presento più livelli dove si utilizzano i veicoli, anche se essi non rappresentano il massimo del divertimento. Una menzione speciale va fatta per i nuovi boss e per alcune versioni rifatte di quelli vecchi, perché sono veramente divertenti da uccidere e hanno meccaniche che piaceranno sia ai vecchi fan che a chi non si è mai avvicinato a un titolo del brand.

Per venire incontro ai neofiti, perché anche Contra Operation Galuga, come da tradizione della saga, presenta una difficoltà non certo trascurabile, Konami e Wayforward però hanno inserito poi delle novità volto a renderlo più accessibile. Oltre al selettore della difficoltà, che va a modificare precisione e potenza degli avversari, è infatti possibile adottare per i Contra anche una barra della salute, permettendogli così di resistere a un numero maggiore di colpi prima di venire sconfitti. Il tutto, sia ben chiaro, è assolutamente opzionale e i puristi potranno quindi godersi questa nuova avventura nel modo classico, senza risentire di questa facilitazione. In missione poi è possibile portare con se due potenziamenti passivi. Tra di essi spiccano un ancora maggior numero di colpi sopportabili, la possibilità di entrare in gioco con un’arma speciale già in dotazione e così via. Tutti questi upgrade, a dir la verità neanche troppo numerosi, sono acquistabili in un menu dedicato tramite valuta ottenibile in game, rendendo quindi necessario giocare per diverse ore prima di sbloccarli tutti. Così come la barra della salute, pure questi upgrade sono assolutamente opzionali ed è possibile godersi Contra Operation Galuga senza nessuno di essi. La difficoltà sarà ovviamente maggiore, così come però la gratificazione di aver portato a termine un run and gun dalla difficoltà non certo indifferente. Volendoci infine soffermare sull’aspetto grafico, è tutto sommato evidente come sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Però trattandosi del remake di un titolo del 1987 il risultato è tutto sommato interessante. Contra Operation Galuga è una vera e propria lettera d’amore ai fan che lo amavano in passato, agli appassionati di retrogaming e per tutti quei giocatori in cerca di una sfida dall’alto tasso di difficoltà.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6,5

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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