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Editoriali

E il bue disse cornuto all'asino

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Tempo di lettura 3 minuti Se poi, come accade in altri paesi, la bugia dovesse portare alle dimissioni, tutto il governo dovrebbe dimettersi, Renzi in testa

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di Roberto Ragone

Degno senz’altro di migliore causa lo zelo improvviso di televisioni e giornali scatenati contro la Raggi, il M5S, il Direttorio, la Muraro e se ce n’è ancora qualcuno lo aggiungiamo al mucchio. Chi non segua la politica avrà l’impressione di una catastrofe epocale. Mai s’erano sentiti accenti così aspri nei confronti di qualsivoglia politico. ‘Roma nel caos’, ‘I Cinquestelle allo sbando’, ‘Movimento Cinquestelle con le ossa rotte’, ‘ Basta con la doppia morale’, ‘la Raggi a casa (Brunetta)’ e così via, in un crescendo che si può  immaginare. Andiamo ai fatti: il sindaco Raggi ha nominato assessore per la nettezza urbana la Muraro, già consulente della vecchia amministrazione, perché competente in merito. La stessa Muraro viene indagata da aprile, quando già si sapeva che Raggi l’avrebbe incaricata, ma lei stessa viene a conoscenza del fatto a fine luglio, quando ne avverte la Raggi. ‘Un avviso di garanzia non è una condanna definitiva’ pronunciava dalla Cina Matteo Renzi, con il tono magnanimo di un avvoltoio sul cadavere. Fatto sta che tutti i politici sferzati dai Cinquestelle in Parlamento si sono rivoltati: come, a noi ci avete fatto le pulci e ora che voi stessi siete nelle nostre condizioni, rinnegate quelli che sbandieravate come principi assoluti di onestà e trasparenza? Facciamo due conti. C’è stato un lungo periodo in cui il PD aveva una giunta o un indagato al girono, e questo non ha sollevato scandali. Senza parlare di inciuci e pastette più o meno parlamentari che di morale non hanno nulla – altro che doppia! Si fronteggiano due modi di fare politica: i Cinquestelle, che vorrebbero portare un po’ di moralità nella gestione della cosa pubblica, e i vecchi navigatori d’alto mare, abituati alle intese sottobanco, ai favoritismi, alle raccomandazioni, all’acquisto di voti e quant’altro: sembra che la politica italiana – e forse non solo quella, ma quella sicuramente – non possa fare a meno di certe manovre, tanto da chiamare l’altra ‘antipolitica’. Insomma, la politica dev’essere obbligatoriamente qualcosa di immorale, indirizzata soltanto all’acquisizione del potere e alla sua gestione, e non alla buona amministrazione della nazione. Allora? Cosa si rimprovera alla raggi e al M5S? D’aver agito contro i principi stessi del Movimento? Ma saranno fatti loro. E poi l’ha detto perfino don Matteo, che un avviso di garanzia non è una condanna definitiva! Allora si prega di tacere, e di aspettare di vedere le carte, come hanno chiesto la Raggi e i componenti il Direttorio. Certo, con un Sala indagato per una falsa autocertificazione, che è qualcosa di ben preciso; una ‘dimenticanza’, o, come già accaduto, un dono 'a sua insaputa', che terrebbe fuori del computo delle sue proprietà una casa in Svizzera – si presume per le vacanze, alla faccia di chi bene o male va a Ladispoli una settimana – una società immobiliare in Romania ed un’altra non meglio descritta ‘società’ in Italia, il PD si scatena contro la condizione di una giunta, o di un assessore, assolutamente transitoria. Anzi, prima la magistratura svela l’arcano, e meglio è per tutti, soprattutto per Roma. Che poi un altro personaggio – De Dominicis, persona di provata capacità e correttezza –  sia stato consigliato alla Raggi dalla studio legale che ha difeso Berlusconi e Dell’Utri, non ha rilevanza: gli avvocati difendono chiunque abbia il denaro per pagarli, e di solito non difendono solo gli innocenti. Forse scavando si potrebbe scoprire che hanno evitato l’ergastolo ad un assassino. Facendo le somme, è grottesco che il PD e altri partititi, già coinvolti in faccende giudiziarie di ben altro peso, protestino per l'avvio dell'amministrazione romana. Secondo il Fatto Quotidiano, per un calcolo fatto ad aprile, durante la campagna per le Amministrative, il PD aveva almeno 102 amministratori fra indagati e imputati per fatti circostanziati e molto più gravi di ciò che si ipotizza a carico della Muraro. Se i grillini sono diventati come gli altri, come scrive qualcuno, non sarebbero più 'antipolitica', avendo acquisito quelle caratteristiche peculiari della politica italiana, cioè la menzogna, l'inciucio, la disonestà. Se poi, come accade in altri paesi, la bugia dovesse portare alle dimissioni, tutto il governo dovrebbe dimettersi, Renzi in testa. Per parlare delle  bugie del Bomba, secondo Marco Travaglio, non basterebbe tutta l'edizione di un giornale, a partire dalle bugie sui presunti risparmi della riforma del Senato, quantificati da Renzi, Boschi & Co. in diverse centinaia di di milioni e svariati punti di Pil. Secondo la Ragioneria dello Stato e i bilanci del Senato, si andrebbe da 30 a 60 milioni l'anno, cioè bruscolini, come definiti dall'economista Roberto Perotti. In Parlamento ci sono personaggi indagati, e altri con sentenze già passate in giudicato, che svolgono tranquillamente la loro attività. Ciliegina sulla torta, la nuova riforma costituzionale prevede addirittura l'immunità parlamentare per i senatori nominati. E' proprio il caso di dire che in questo caso il bue dice cornuto all'asino.

 

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Castelli Romani

Frascati: 8 settembre 1943, il giorno del dolore e della rinascita

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Esistono giorni che non solo diventano parte della Storia ma portano dentro di sé ricordi, emozioni e purtroppo anche lutti ed antiche paure.
L’ 8 settembre per noi che siamo nati a Frascati e per tutti quelli che vivono la bellezza di questa città questo giorno è nel contempo triste ma la riprova della forza piena che vive dentro Frascati.
Fu una ferita insanabile quell’8 settembre del 1943 quando alle 12,08 una pioggia di bombe dilaniò la città provocando la morte di centinaia di persone.

piazza San Pietro dilaniata dalle bombe

Ma la voglia di rinascere, la voglia di ricominciare, la voglia di spazzare via i dolori di una guerra rinacque proprio in quel giorno.
Credo che Frascati debba onorare di più questo ricorrenza affinché non diventi e resti la solita passerella di commiato.
Deve divenire vera “giornata della memoria della Città”.
Bisogna far si che l’8 settembre rappresenti per tutti il giorno si del dolore ma anche il giorno in cui Frascati ed i frascatani ritrovarono la forza di risorgere dalle sue ceneri come “araba fenice”.
Ho voluto riportare nella copertina di questo mio pensiero il quadro di un grande frascatano, Guglielmo Corazza, memoria vivente di quel giorno.
Quei colori e quelle immagini debbono divenire il monito a tutti noi degli orrori della guerra, della stupidità della guerra.
Perché Frascati pagò con il sangue dei suoi figli e delle sue figlie e questo non deve più accadere in nessuna altra parte del mondo.

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Editoriali

Affaire Sangiuliano: dimissioni e polemiche, il governo Meloni nella bufera

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Giustino D’Uva (Movimento Sociale Fiamma Tricolore): “Evidente è il declino inevitabile di quest’Esecutivo, destinato a finire sempre peggio, tra siparietti tragicomici e rinnegamenti indebiti”

L’affaire Sangiuliano ha scosso il governo Meloni, provocando la prima defezione tra i suoi ministri. Gennaro Sangiuliano, alla guida del Ministero della Cultura, ha rassegnato le dimissioni a seguito delle polemiche sorte attorno a una presunta relazione extraconiugale con Maria Rosaria Boccia, che ha generato una serie di accuse riguardanti l’uso improprio di fondi pubblici e l’accesso a documenti riservati.

L’ex direttore del Tg2, dopo ore di polemiche e smentite, ha deciso di farsi da parte, spiegando in una lettera a Giorgia Meloni la sua scelta di lasciare per non “macchiare il lavoro svolto” e per proteggere la sua onorabilità. Nonostante le assicurazioni fornite a più riprese dallo stesso Sangiuliano, secondo cui nessun denaro pubblico sarebbe stato speso per la consulenza di Boccia, la pressione mediatica e politica è diventata insostenibile.

Le reazioni della maggioranza: una difesa d’ufficio

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà nei confronti di Sangiuliano, definendolo un “uomo capace e onesto”, sottolineando i successi ottenuti in quasi due anni di mandato. In particolare, Meloni ha ricordato i risultati raggiunti nella promozione del patrimonio culturale italiano, come l’aumento dei visitatori nei musei e l’iscrizione della Via Appia Antica tra i patrimoni dell’UNESCO. Tuttavia, anche la premier non ha potuto evitare di accettare le “dimissioni irrevocabili” di Sangiuliano.

Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI, è stato rapidamente nominato come nuovo ministro della Cultura, suggellando una transizione-lampo che, secondo alcune voci, era già in preparazione da tempo. Giuli, una figura vicina alla destra romana e storicamente legato a Meloni, rappresenta un tentativo di dare stabilità al ministero, ma la scelta non ha fermato le critiche, né ha dissipato le ombre sul governo.

L’opposizione attacca: “Il governo Meloni è allo sbando”

Le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. Il Partito Democratico ha definito l’affaire come un altro esempio di un esecutivo privo di coerenza e in preda a scandali interni. Elly Schlein, segretaria del PD, ha parlato di un “governo ossessionato dalla propria immagine” e ha criticato la gestione del caso: “Il problema non è solo il gossip, ma l’incapacità di affrontare le questioni in modo trasparente e senza proteggere chi si trova in difficoltà”.

Dal Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte ha affermato che “questo episodio mostra come la maggioranza sia più attenta alle proprie dinamiche interne che ai reali problemi del Paese”, accusando la premier di “non aver saputo tenere sotto controllo i suoi ministri” e di “anteporre le proprie relazioni personali agli interessi istituzionali”.

Il commento più severo è arrivato da Giustino D’Uva, esponente del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, che ha lanciato un duro attacco al governo: “Indipendentemente dalle eventuali implicazioni giudiziarie ed etiche, l’affaire di Sangiuliano e Boccia è indice del pressapochismo che connota pressoché tutta la compagine governativa. Il governo Meloni è un’accozzaglia di buontemponi e incompetenti, per i quali il gossip costituisce il massimo impegno politico. Ciò che è evidente è il declino inevitabile di quest’Esecutivo, destinato a finire sempre peggio, tra siparietti tragicomici e rinnegamenti indebiti”.

Il rischio di un effetto domino

L’affaire Sangiuliano mette a nudo fragilità interne e potrebbe avere ripercussioni più ampie di quanto non appaia a prima vista. I partiti di opposizione sono pronti a capitalizzare su questo caso per sottolineare le divisioni e la mancanza di trasparenza dell’esecutivo. Alcuni osservatori politici temono che questo possa essere solo il primo di una serie di scossoni che potrebbero minare la stabilità del governo.

Il futuro di Giorgia Meloni e della sua squadra dipenderà dalla capacità di gestire questo e altri potenziali scandali che potrebbero emergere. Ma l’episodio dimostra come il confine tra gossip e politica possa diventare estremamente sottile, e quanto questo possa essere dannoso per la credibilità di un governo, soprattutto se non si affrontano con chiarezza e decisione le situazioni critiche.

In definitiva, il caso Sangiuliano non è solo un episodio personale, ma il simbolo di un esecutivo che sembra sempre più vulnerabile alle proprie contraddizioni interne, in un contesto politico che richiede, invece, risposte concrete e unitarie.

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Editoriali

Come ristorarsi dopo le fatiche quotidiane

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La pedagogia del benessere si occupa delle persone in contesti si salute psico-fisica. Ognuno di noi dopo una giornata di lavoro, commissioni, studio necessita di uno o più momenti di ristoro.


n questi termini si può parlare di pedagogia del benessere sia fisico che mentale.
La pedagogia del benessere è un ramo della pedagogia tradizionale che si occupa, mediante alcune tecniche, di far star bene le persone.

In che senso la pedagogia del benessere parla di ristoro?

Ebbene sì, il pedagogista o lo psicologo non ricevono i clienti nello loro studio e non c’è un rapporto duale, ma il benessere lo si ritrova insieme ad altri soggetti, all’interno di un gruppo, facendo passeggiate, yoga o mindfulness.
Nell’ultimo decennio è nato un forte interesse per queste nuove pratiche fisiche, ma anche mentali.

Lo stare bene insieme ad altri, durante una passeggiata o in una seduta di mindfulness, giova non solo al gruppo, ma soprattutto all’individuo nella sua singolarità. Le strategie individuate dalla pedagogia del benessere sono, in Italia, molto utilizzate; basta pensare ai corsi di yoga o di mindfulness. Quest’ultimi vengono svolti sia nelle palestre, ma anche all’aperto (es. dopo che è piovuto) poiché l’ambiente esterno, l’aria o il venticello sono condizioni di rilassamento.
L’obiettivo della pedagogia del benessere è anche scaricare lo stress quotidiano ed evitare disturbi psicotici quali l’ansia o la depressione. A favore di questo obiettivo è utile sia la palestra per allenare il corpo, ma anche una palestra per esercitare la mente.

La salute mentale è fondamentale per affrontare la vita e le fatiche di tutti i giorni; pertanto “avere il vizio” di utilizzare tecniche di “tonificazione della mente” è sicuramente un’abitudine sana. La pedagogia del benessere professa anche obiettivi di tipo alimentare per promuovere, non tanto il fisico filiforme quanto la salute fisica intesa come consapevolezza di quanti grassi, proteine e zuccheri dobbiamo assumere in una giornata.

Il benessere del corpo è proporzionale a quello della mente e viceversa. Il prendersi cura di noi stessi aiuta a prevenire difficoltà future e soprattutto a vivere esperienze positive. Da sempre lo slogan “prevenire è meglio che curare” è uno degli scopi della pedagogia del benessere.
Non tutti seguono questi consigli, perciò sarebbe opportuno dare un’architettura decisiva alla figura del pedagogista del benessere senza confonderlo con un personal trainer o un nutrizionista. È opportuno parlare di più di questo tipo di pedagogia per promuovere la conoscenza.

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