Editoria, Fnsi e Odg a Di Maio: “non chiniamo la testa”

Giornalisti che pur di informare hanno rischiato la loro incolumità, come Federica Angeli, autrice di inchieste sulla mafia di Ostia, e Stefano Andreone, che denuncia le malversazioni nel territorio dove vive, in provincia di Napoli, insieme a tanti cronisti precari (sono centinaia, si ricorda, anche in Rai) e di piccole testate nazionali e locali che con l’annunciato taglio all’Editoria rischiano di scomparire: dall’Avvenire a Il Manifesto, dal Primorskidnevnik, quotidiano della minoranza di lingua slovena del Friuli-Venezia Giulia al Messaggero di Sant’Antonio, mensile dei frati della Basilica di Padova del quale è già stata annunciata la chiusura e che ora ha la redazione occupata dai Giornalisti.

Sono fra le voci che hanno dato vita all’Assemblea pubblica organizzata da Odg e Fnsi davanti al Ministero dello Sviluppo Economico per spiegare il no alla convocazione del ministro del Lavoro Di Maio, fissata proprio per stamattina al Mise. “Quella di oggi non era una convocazione, ma una provocazione”, chiarisce Raffaele Lorusso segretario della Fnsi. “Ci è stato detto che si sarebbe parlato di equo compenso e precari, ma come sarebbe stato possibile, considerando che nelle stesse ore al Senato si approva un emendamento che farà tagliare il fondo per l’Editoria, facendo così chiudere principalmente molte piccole testate, che danno lavoro a 1000 colleghi”, prosegue. Dopo le ingiurie ricevute, “senza rispetto e legittimazione reciproca, non ci si può sedere al tavolo – ribadisce Lorusso -. Noi non abbassiamo la testa davanti a nessuno”.

Secondo Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Odg, al governo “si devono rassegnare, il giornalismo è fatto per i governati non per i governanti. Caro ministro (Di Maio, ndr), lei rappresenta il potere, di conseguenza deve cortesemente soggiacere alle regole della democrazia di cui l’informazione è un organo di controllo”. Verna annuncia anche che “il Consiglio di disciplina dell’Ordine della Lombardia ha archiviato l’istruttoria su Rocco Casalino (in merito al suo messaggio audio nel quale parlava dei tecnici del Mef, ndr). C’era chi ci aveva attaccato per questo procedimento, mentre, come è stato dimostrato, era per controllare la liceità di un comportamento. Non ci sono pregiudizi da parte nostra”.

L’assemblea va avanti e arriva eco della dichiarazione del sottosegretario all’Editoria Crimi che definisce quella in corso come “una manifestazione della casta”‘. Invece “è importante essere qui – commenta Federica Angeli – soprattutto per difendere i diritti di quei colleghi che guadagnano 4 centesimi a riga”. In Italia, fra quelli in attività “tre Giornalisti su quattro sono precari – spiega Mattia Motta, presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi – . Per tutelarli realmente, “servirebbero misure come una tabella per la liquidazione giudiziale dei compensi, fermare lo sfruttamento dietro l’utilizzo dei co.co.co, o applicare la legge dell’equo compenso, che c’è già”.

In chiusura Beppe Giulietti Presidente della Fnsi ringrazia ancora una volta il Capo dello Stato (per lui c’è stato un applauso collettivo, ndr) “che per sette volte ha dovuto dire in queste settimane che la libertà di informazione è un presidio della democrazia”. L’ambizione di Odg e Fnsi “è trattare con il governo ma se non ci saranno i presupposti, il prossimo passo sarà una grande manifestazione nazionale per chi vuole proteggere la Costituzione e l’Articolo 21″.