ELENA CESTE COME ROBERTA RAGUSA: DUE MAMME SPARITE NEL NULLA

di Simonetta D'Onofrio

Che fine ha fatto Elena Ceste? Ḗ possibile che si sia dissolta nel nulla, nessuna traccia? Una donna semplice con la faccia da brava ragazza, scomparsa dalla casa di famiglia venerdì 24 gennaio, da Costigliole d'Asti, frazione di Santa Margherita in provincia d’Asti. Mamma di quattro figli, la trentasettenne si è resa irreperibile, mentre il marito quella mattina accompagnò i bambini a scuola, distante pochi chilometri dall’abitazione dove viveva “apparentemente” con il marito.

Nessuno da quello momento l’ha più vista. Il cancello chiuso, i suoi oggetti personali rimasti in casa, come il cellulare, i documenti, gli occhiali da vista e il giaccone che abitualmente utilizzava per coprirsi. Tutto nella villetta da riordinare, le faccende domestiche mai iniziate, come i letti dei ragazzi da ricomporre.  

Ultimi aggiornamenti

La speranza si è riaccesa quando sono giunti due messaggi anonimi, a inizio di luglio sul cellulare del Medico di base di Elena Ceste, Mario Paolo Gozzelino. Accusano il parroco di zona, Don Roberto, essere il responsabile materiale dell’uccisione e dell’occultamento del cadavere. Gli inquirenti hanno subito accertato la provenienza dei messaggi, individuati da una cabina telefonica dal Sud dell’Italia, dalla provincia di Salerno (paese originario di Michele Buoninconti), ma li hanno ritenuti non attendibili.

Nella puntata del 2 luglio della trasmissione “Chi l’ha visto?”, la giornalista Federica Sciarelli ha detto che in redazione era arrivata anche una lettera da un amico della vittima, il quale sarebbe a conoscenza di alcuni dettagli della vita coniugale di Elena Ceste e del marito. La conduttrice ha letto solo la parte iniziale del testo, evidenziando che l’autore avrebbe affermato di essere a conoscenza del fatto che Elena avesse intenzione di richiedere la separazione coniugale. La Sciarelli ha invitato l’artefice della missiva a farsi avanti, poiché come lui sostiene non è alla ricerca di clamore e non è tanto meno un mitomane. La lettera rimane una pista valida, che potrebbe far cadere la maschera a chi ancora oggi cade dalle nuvole.

Tante sono le circostanze oscure in questo caso. Anche la mattina della scomparsa, il 24 gennaio, Michele si recò da un medico, proprio perché era turbato dal comportamento che avrebbe avuto sua moglie la sera prima della scomparsa. Proprio su questo episodio ci sono le telecamere che hanno ripreso i movimenti dell’uomo, che a tutt’oggi non è accusato di nulla. Ed è il marito a confermare che qualcosa di preoccupante doveva esserci nello stato d’animo della moglie: “Mi aveva detto delle cose molto strane, confidandomi di aver paura che qualcuno ci portasse via i nostri bambini. Anche al suo risveglio mi aveva detto che non si sentiva bene e per questo mi aveva chiesto se potessi accompagnare io i nostri figli a scuola. Poi però aveva cambiato idea e mi aveva detto di lasciarli a casa. Allora io l’avevo tranquillizzata e poi ero uscito. Rientrando a casa, dopo aver lasciato i bambini a scuola, mi ero fermato davanti allo studio del medico. Era ancora chiuso. Mi ero segnato Borano di ambulatorio perché volevo che visitasse mia moglie. Arrivato a casa, Elena non c’era più».

Altre segnalazioni

Elena aveva rapporti d’amicizia anche con alte figure maschili. Viene accertato dagli inquirenti che riceva diversi messaggi sul suo cellulare personale e che aveva anche un proprio profilo personale su Facebook, all’insaputa dei familiari. Aveva riallacciato amicizie con molte persone legate al suo passato.

Gli investigatori hanno chiesto a Michele se fosse a conoscenza del contenuto dei messaggi ricevuti da Elena, che in alcuni casi sono riconducibili a legami amorosi intrattenuti dalla giovane donna. Michele si è sempre mostrato incredulo a tutto ciò e avrebbe messo le mani sul fuoco, a conferma dell’ottima reputazione che aveva per lui la sua consorte. Mai e poi mai si sarebbe comportata così, distraendosi con altri uomini, lontano dal focolare domestico. Insomma era per tutti una donna casa e chiesa.

Il padre di Elena, Franco, dopo tanti mesi d’attesa fa un appello e si rivolge a chi sa qualcosa e che per tanti motivi non può parlare. Il 12 giugno Franco dalle telecamere invoca il parroco, che forse aveva preso la confessione di Elena, di non seguire il diritto canonico che, in questo caso impone il silenzio. Di certo c’è che a fine ottobre, non a santa Margherita dove Elena si recava sempre con il marito alla messa domenicale, ma a Motta, don Roberto, che da poco tempo aveva ricevuto l’incarico sacerdotale ha ricevuto la donna. Il parroco che non la conosceva molto bene, ha detto che le è sembrata molto spaventata. In attesa di altri dettagli continuano le indagini su un caso davvero molto intrigato.