Elezioni 2018: Il paradosso politico, specchio di un paese confuso e contradditorio

Solo contro tutti Matteo Renzi non sembra voler mollare e la debacle assoluta del PD, ad una trentina di ore dall’esito catastrofico delle elezioni, appare come una meschina messa in scena che mostra un premier indispettito, piagnucoloso e ostinato proprio come un bimbo che non intende separarsi dal giocattolo rotto destinato alla pattumiera.

Il quadro politico e il senso stesso del PD oltre a non esistere più assume sempre più le fattezze di un buco nero nel cosmo che attira a sè e divora ogni “forma sinistroide” che vive in periferia e che sperava di rappresentare la nuova sinistra di fine ventennio degli anni duemila. La comunicazione di dimissioni di Matteo Renzi, congelata nella sua concreta essenza fino alla formazione del nuovo governo, è la prova di una spregevole mancanza di interesse nel raggiungimento il prima possibile di un governo necessario a tessere le fila per il raggiungimento di un assesto politico che ci renda meno vulnerabili in Europa.

Il Rosatellum creato ad arte per rendere difficile e dilazionate le necessarie alleanze pro-governo ci espongono pericolosamente a possibili altalene nell’economia di Piazza Affari con probabili innalzamenti dello spread rischiando di vanificare tutti quegli sforzi ad oggi compiuti per risollevare l’economia.

Gli occhi di Pietro Grasso, apparsi spenti durante il comunicato stampa di Liberi e Uguali, racconta la triste storia, seppur breve, di un grande uomo che ha creduto davvero d’essere l’artefice di una nuova svolta verso una nuova sinistra in grado di concretizzare la propria essenza ma si è dovuto ricredere e comprendere quanto lungo sia il suo cammino lontano da facili ed immediati successi.

Una sinistra confusa e indecisa che in molti anni ha solcato una ferita che richiede numerosi punti di sutura e che Liberi e Uguali ha pensato di curare con un semplice e frettoloso cerotto

Un altro lembo di una forza di sinistra come Potere al Popolo ha ottenuto un contentino, un “gettone di presenza” che comunque ha premiato la capacità di creare in poco tempo una concezione di sinistra 2.0 determinata e coraggiosa con dei contenuti concreti che dovranno ancora trovare un serio sviluppo aldilà dell’entusiasmo giovanile dei tempi sessantottini. Chi ha vinto è un movimento dai buoni intenti ma che dovrà dimostrare d’essere in grado di saltare con un balzo una “gavetta istituzionale” che ad oggi pone seri dubbi su un possibile successo di risultati e proprio in Sicilia, che si è rivelata quale grande bacino di voti ottenuti, il movimento comincia ad essere sostenuto dall’imprenditoria isolana che plaude alle aperture a destra e sinistra nell’unica occasione d’oro di formare un governo qualora il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne conferisse l’incarico. Una forza dirompente che ha il suo vertice assoluto nel Comune di Priolo Gargallo nel siracusano dove il consenso pentastellato ha raggiunto la percentuale micidiale del 70% alla luce anche dell’arresto per truffa del sindaco Antonello Rizza di Forza Italia.

Quel che si attende con impazienza sarà il giorno 23 Marzo dove il Presidente Mattarella conferirà l’incarico del nuovo governo e le previsioni parlano anche di una possibile scelta diretta verso la prima coalizione vincente alle ultime elezioni

Il centrodestra rinvigorito da un notevole successo di consensi alle votazioni relative alla scheda per il Senato si trova a dover da subito chiarire una sua leadership necessaria per seppellire dubbi ed incertezze che possono confondere il proprio elettorato, impresa non facile visto che il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi non sembra voler cedere lo scettro del premier di coalizione. Dal canto suo però va detto che Berlusconi, sempre più affaticato e smemorato, ha condotto una campagna elettorale decisamente più leggera e ridotta per ragioni di età avanzata e per queste ragioni adesso si trova a dover pagarne l’amaro prezzo. I comizi nella piazze non si possono abbandonare e le televisioni, per quanto seguite da un numero enorme di italiani, non potranno mai trasmettere quella sensazione di presenza fra la gente e di partecipazione attiva rispetto ad un freddo teleschermo usato per promettere la luna e una “flat tax” diretta e spedita a favore palese dei più abbienti. Questa campagna elettorale ha scongiurato anche le previsioni e i timori per un largo consenso all’organizzazione presente nelle schede elettorali come Casapound che si era illusa di andare oltre la soglia del 3% ma che non è neanche riuscita ad ottenere un punto percentuale. La rabbia e le accuse del loro leader ai microfoni televisivi della diretta televisiva contro il conduttore Enrico Mentana reo di non aver dato spazio e visibilità sufficiente, dimostra quanto certi atteggiamenti siano immaturi, ridicoli e del tutto inadeguati come possibile forza politica al governo.

Il quadro politico delle elezioni 2018 italiane assume i connotati di una matassa difficile da sbrogliare dove troppi contendenti si dichiarano i veri vincenti della partita e nel paradosso più totale la sinistra con Zingaretti si riprende la Regione Lazio andando a complicare maggiormente il districato percorso verso un equilibrio che difficilmente avrà la sua attuazione in poco tempo. Gli italiani hanno comunque deciso che è meglio una nuova forza politica giovane inesperta ma di buone intenzioni che vecchi spettri a destra e sinistra dal sapore “riciclato” e riproposto ancora una volta.
Paolino Canzoneri