EMERGENZA IMMIGRAZIONE: VERTICE A PALAZZO CHIGI CON PRESIDENTI DELLE REGIONI E SINDACI

di Cinzia Marchegiani

Prima di volare a Bruxelles il premier Matteo Renzi convoca un vertice a Palazzo Chigi per fare il punto con i presidenti delle Regioni e con i sindaci sull'emergenza immigrazione e definire le misure premiali per i Comuni che si rendono disponibili ad accogliere i profughi. Sono questi i punti della mattinata del 25 giugno al centro del confronto tra il presidente del Consiglio e una delegazione della Conferenza delle Regioni e dell'Anci. A guidare i Presidenti delle Regioni Sergio Chiamparino, mentre la delegazione dell'Anci dal sindaco di Torino e presidente dell'associazione, Piero Fassino.

Le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio: “L'immigrazione è finalmente una priorità nell'agenda politica europea. Dobbiamo capire come la vogliamo affrontare. Possiamo scegliere di stare in campagna elettorale permanente o di affrontarla in modo serio. Non manca a nessuno la possibilità di rinfacciarsi il passato. È facile anche qui, risalendo la china degli accordi, a partire da quello di Dublino. È facile farlo anche a parti invertite: ciascuno può giocare le sue carte. Ma se si segue questa strada si dice implicitamente che il tema non è un'esigenza. E se si dice che è un’esigenza si agisce. Ecco perché con Alfano incontreremo i presidenti delle Regioni e una rappresentanza dei sindaci”.

Obiettivo del vertice.
Insomma Renzi prima di andare a conferire in Europa, e mostrare il suo lato B, vuole estrapolare una sola voce sul tema emergenza immigrazione e che sia compatta. Renzi precisa: “Sul tema dell'accoglienza ci vogliono soluzioni che rispondano a requisiti etici e criteri di ragionevolezza, i richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati. Bisogna ‘provare insieme’ a risolvere il problema immigrazione. Ci vuole condivisione in Europa. E più l'Italia si mostra compatta, meglio è. Siamo un Paese serio, solido, la cui risposta sul tema immigrazione deve essere condivisa e congiunta".

Contrastanti le varie posizioni dei Presidenti di Regioni e il Vertice appena iniziato già si fa critico. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che entrando a Palazzo Chigi risponde senza mezzi termini a chi gli chiede se l'ipotesi di non accogliere nuovi profughi rischi di indebolire l'azione del governo in sede internazionale: "Le Regioni non sono presenti al Consiglio europeo. Se Renzi ci autorizza potremmo fare lì la nostra battaglia. Ma è lui il responsabile e non può scaricare sempre sugli altri le colpe". Per il il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sulla gestione condivisa dei flussi fa presente che la stessa collaborazione al governo garantita quando era ministro dell'interno Maroni: “ Con la distribuzione in maniera diffusa degli immigrati non abbiamo avuto particolari problemi, non dico che non sia un problema ma li abbiamo gestiti". Decisa e irreversibile la posizione del Presidente della regione veneta, Luca Zaia, che ammonisce: "I prefetti devono ribellarsi e non rispondere più alle telefonate del governo. Loro compito è rispettare le istanze dei territori, rappresentare, nel mio caso, i veneti fino in fondo”. Zaia già ieri ricordava come questa situazione ha dell’incredibile per la quale migliaia di persone, delle quali due terzi non sono profughi ma migranti economici :”vengono mantenute senza fare niente dalla mattina alla sera e per ringraziare combinano guai e violano la legge e le più normali regole della convivenza civile. Il Veneto e i Veneti hanno una lunga storia di migrazione, ma hanno anche insegnato che emigrare non vuol dire andare a pretendere tutti i diritti e nessun dovere all'estero, ma andarci per lavorare e integrarsi con onestà e rispetto".


Di certo è interessante monitorare come in tv, si etichettano i migranti, si parla esclusivamente di profughi, quando in realtà i migranti che stazionano nelle stazioni non sono registrati e non hanno un documento, quando invece un cittadino italiano viene fermato, deve dare le generalità e produrre un documento per l’identificazione. Non si caldeggia una verità mostrando una realtà inesistente…molti non sono profughi.