Emergenza migranti, sindaci dei Nebrodi in presidio davanti l'hotel Canguro

 

MESSINA – Non si placano le polemiche sul fronte accoglienza. I sindaci dei Nebrodi che si sono riuniti in mattinata per valutare la situazione dopo l'ingresso di 50 migranti nell'hotel Canguro, in territorio di Sinagra (Me), hanno deciso di effettuare un presidio permanente davanti all'albergo in attesa di una convocazione da parte della Prefettura alla quale hanno inviato un documento. Gli amministratori fanno sapere che il presidio comincerà a breve ma non ci saranno blocchi."Vanno spostati al più presto". E' l'appello del sindaco di Castel'Umberto Vincenzo Lionetto Civa che sabato insieme ad alcuni cittadini ha inscenato una protesta davanti all'albergo.

"Con gli altri sindaci dei Nebrodi – ha detto Civa – che parteciperanno oggi alla riunione nell'aula consiliare di Castell'Umberto cercheremo di trovare soluzioni e proporre un documento unitario da presentare al Prefetto. I migranti devono essere spostati al più presto". Il sindaco ha spiegato che la protesta è nata perchè secondo lui la Prefettura doveva trovare una struttura migliore e informare i comuni sull'arrivo dei migranti. "Noi da tempo – prosegue – insieme agli altri sindaci dei Nebrodi sapendo che qui sarebbero arrivati oltre 7000 migranti solo nei nostri comuni avevamo chiesto un incontro al prefetto per concordare le azioni di accoglienza, ma ci è stato negato. Ieri dell'arrivo dei migranti lo sapeva la cooperativa, lo sapeva l'agenzia dei pullman che li ha portati qui, solo noi sindaci non sapevamo nulla. Noi vogliamo essere partecipi alle scelte dello Stato va bene che c'è la legge che dice che ci deve essere il 2,5 % migranti ogni mille abitanti però deve poi essere rispettata qui i migranti sono 50 e il comune di Sinagra è piccolo. Tra l'altro mancava anche l'energia elettrica. Chiediamo al Prefetto di nuovo un incontro per concordare un piano di accoglienza, noi possiamo anche assisterli direttamente noi non c'è bisogno di utilizzare le cooperative si può risparmiare". "Dopo l'incontro – conclude – con gli altri sindaci torneremo davanti all'hotel per protesta finché i migranti non saranno spostati, anche se al momento c'è un nubifragio".

Sindaci e cittadini del Sud che si ribellano all'accoglienza di nuovi migranti "fanno bene". Così ha risposto il segretario della Lega, Matteo Salvini, prima dell'apertura della conferenza programmatica di Piacenza. "Quando la Lega sarà al Governo difenderà i confini", ha ribadito Salvini, che ha fra l'altro sottolineato che "c'è un allarme boom demografico in Africa, che se non viene affrontato verremo travolti".

Sempre sabato, se nel messinese è esplosa la tensione, la giornata è stata difficile anche nei due porti in cui sono approdati i 1500 migranti, che erano stati tratti in salvo. A Corigliano sono sbarcati in 923, tutti sub sahariani: 595 uomini (tra cui anche alcuni feriti), 121 donne (14 incinte) e 203 minori. Gli adulti saranno trasferiti in altre regioni, i minori non accompagnati resteranno in Calabria. Ma le strutture di accoglienza per i ragazzi di Corigliano "sono ormai sature, non abbiamo più immobili dove collocarli" ha detto il sindaco Giuseppe Geraci, che ha definito la situazione "una tragedia". Anche a Bari, tra i 644 nordafricani sbarcati, c'erano minori non accompagnati e tanti bambini, persino di pochi mesi, e donne incinte, oltre a un uomo ferito. Due donne con neonati sono state ricoverate in ospedale. E sono in corso accertamenti su due cittadini egiziani sospettati di essere gli scafisti. Ad un altro scafista, accusato di aver trasportato dalla Libia alla Sicilia 750 migranti, è stata inflitta dal tribunale di Palermo una pesantissima pena pecuniaria: dovrà pagare 18,7 milioni di euro, oltre a scontare otto anni e mezzo di reclusione. Iniziative contro centri di accoglienza per i migranti ci sono state anche a Pistoia e San Salvo, in provincia di Chieti, dove il sindaco Tiziana Magnacca ha fatto una conferenza stampa davanti a un ex albergo destinato a ospitare rifugiati. Mentre nel bresciano, a Serle, sono stati i richiedenti asilo a ribellarsi contro i gestori della struttura che li ospita: "non mangiamo e veniamo minacciati se proviamo a dire qualcosa alla polizia", hanno denunciato, forti anche delle registrazioni di insulti e minacce.