ERCOLANO: GIOIELLIERE UCCIDE DUE RAPINATORI, SI INDAGA SU UN COMPLICE

di Angelo Barraco

Ercolano – Non si fermano le indagini in merito alla rapina compiuta ieri da due ladri ai danni di un gioielliere. I Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Napoli stanno lavorando per ricostruire la dinamica dei fatti che ha portato il gioielliere a reagire, a sparare e a uccidere i ladri, Bruno Petrone di 53 anni e Luigi Tedeschi di 51 anni, entrambi di Napoli e con precedenti penali. Gli inquirenti stanno vagliando anche le dichiarazioni di chi era presente sul posto al momento dell’agguato e se vi fosse un complice che segnalava ai due rapinatori le mosse dell’imprenditore. 
 
La vicenda: Due rapinatori vengono uccisi durante un tentativo di rapina ai danni di un gioielliere. Le indagini sono tutt’ora in corso, giunge sul posto anche il pm della Dda Pierpaolo Filippelli. L’omicidio si è consumato a pochi passi dagli scavi di Ercolano e i corpi sono stati rinvenuti nello spiazzale del deposito. Il titolare avrebbe esploso contro i ladri tutto il caricatore della pistola, che deteneva legalmente. I corpi sono stati rinvenuti in una posizione tale da far pensare che al momento dell’omicidio erano pronti alla fuga, poiché uno di essi è stato trovato sullo scooter e l’altro a pochi metri dalle auto nella piazza del deposito. Questo episodio riporta alla mente un’altra rapina avvenuta il 3 febbraio scorso, quella alla gioielleria Zancan, nel comune vicentino. Il protagonista di questa storia è Graziano Stacchio, gestore di una pompa di benzina. Erano le 18.30 quando cinque soggetti si sono presentati presso la gioielleria Zancan. I malviventi volevano entrare dall’ingresso del negozio e poi fare razzia.
 
Ma i movimenti dei soggetti hanno portato la commessa a nutrire dubbi e sospetti e allora decise di bloccare la bussola d’ingresso. I malviventi si son sentiti spiazzati dinnanzi a questi gesto imprevisto e cominciano a quel punto a cercare di sfondare i vetri a colpi di mazza, ma in quel momento c’era il gestore di un’autopompa di benzina che aveva sentito qualcosa di strano, Stacchio imbraccia il fucile e spara un colpo in aria per farli spaventare, successivamente avrebbe abbassato il fucile e avrebbe sparato, cagionando la vita di Albano Cassol.