ETERNIT, IL PM GUARINELLO RIPROVA A PORTARE A PROCESSO IL MAGNATE

Cinzia Marchegiani

Torino (TO)- Si riapre oggi a Torino un nuovo processo Eternit BIS, il PM Guariniello digerita la sentenza della Cassazione, ha chiesto il rinvio a giudizio per il magnate dell'Eternit Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio doloso aggravato nei confronti di 258 persone tra residenti ed ex lavoratori degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato e Cavagnolo, deceduti tra il 1989 e il 2014 per mesotelioma pleurico. Insomma Guariniello ci riprova a portare sul banco degli imputati il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nonostante il suo precedente processo sia costato agli italiani un fiume di denaro pubblico e tanto dolore oltre a 6 anni di udienze. Infatti il PM Guariniello aveva chiesto l’imputazione di disastro a carico dell’imprenditore Stephan Schmidheiny ma il suo fu un errore di imputazione, infatti la Corte di legittimità sottolinea che l’imputazione di disastro a carico dell’imprenditore Stephan Schmidheiny non era quella più giusta da applicare per il rinvio a giudizio: “una scelta insostenibile dal punto di vista sistematico, oltre che contraria al buon senso”.

Le motivazioni depositate dalla Cassazione del precedente processo spiegavano come la prescrizione annullava di fatto i risarcimenti alle vittime, e faceva emerge con tutta evidenza lo scandalo che ha avvolto tutto questo dispendioso processo a Torino. Su questo processo incardinato male dalle suo origini, ritorna ora lo stesso PM, e ci riprova, sul suo curricula ETERNIT pesano come macigni i sei anni di lavoro, e un finale che molti dicevano scontato che la cassazione non ha avuto dubbi a ratificare, il reato, appunto di disastro ambientale richiesto, era già prescritto quando iniziarono le udienze.

ANCHE I  SINDACATI GGIL UIL CISLI SI COSTITUISCONO PARTE CIVILE

I sindacati Cgil Cisl Uil Piemonte si sono costituitI parti civili nel nuovo processo Eternit, che stamattina inizia domani, al Tribunale di Torino, e garantiranno il patrocinio ai familiari delle vittime attraverso un pool di avvocati delle rispettive organizzazioni.
"È la prosecuzione – affermano i segretari regionali Laura Seidita (Cgil), Marcello Maggio (Cisl) e Francesco Lo Grasso (Uil) – di un impegno profuso in tutti questi anni, a tutela dei lavoratori, e di una lotta portata avanti insieme all'Afeva e a un'intera comunità. Dopo la conclusione del primo processo, che non ha reso giustizia alle tante vittime da amianto e ai loro familiari, abbiamo deciso di costituirci parte civile nel nuovo processo per omicidio volontario nei confronti di 258 cittadini deceduti, di cui 68 ex lavoratori Eternit".

Al Premier Matteo Renzi, Cgil Cisl Uil piemontesi chiedono di onorare gli impegni assunti subito dopo la sentenza della Cassazione, nel novembre 2014: ovvero la costituzione di parte civile nel processo Eternit bis del governo italiano e l'adeguamento legislativo in merito alla necessaria revisione dell'istituto della prescrizione e, in modo particolare, sull'introduzione di una nuova norma relativa al disastro ambientale. Le segreterie regionali di Cgil Cisl Uil si appellano anche ai parlamentari piemontesi a sostegno dell'iniziativa sul disegno di legge, già approvato dal Senato il 4 marzo 2015 e non ancora dalla Camera, che stabilisce il delitto di disastro ambientale per alterazione irreversibile dell'equilibrio dell'ecosistema.

"È un passo avanti importante – fanno sapere i tre segretari Seidita (Cgil), Maggio (Cisl) e Lo Grasso (Uil) – che può essere ancora migliorato. Oltre alla tutela della salute per i cittadini, chiediamo anche il completamento della bonifica dei siti territoriali come promesso dagli ultimi governi che si sono succeduti fino ad oggi".

Ma la domanda lecita è: come fa il governo a costituirsi parte civile nel processo se è lo stesso il Ministero della salute che autorizzò la produzione di amianto nonostante le conseguenze cancerogene che quest'ultimo produca? Un quesito che il Presidente del PAE aveva sollevato ricordando questo scandalo e riallacciandosi alle motivazioni rese pubbliche della Cassazione, lo stesso Fuccelli infatti faceva notare come il vero colpevole non è l'imprenditore svizzero Schmidheiny titolare dell'Eternit: “E' l'ennesimo paradosso italiano, la produzione e lavorazione dell'asbesto (amianto) è fuori legge in Italia in forza della legge n. 257 del 1992, ma lo stabilimento di cemento-amianto Eternit di Casale Monferrato chiuse i battenti nel 1986 dopo 80 anni di attività. 2191 persone uccise dalle fibre killer e condannati in appello i responsabili per disastro doloso permanente.”

Tante attese per questo processo Eternit Bis, nella speranza che questa volta i familiari delle vittime non debbano gridare un'altra colta "ingiustizia è fatta".