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Economia e Finanza

EURISPES, ITALIA 2015: IN ITALIA FISCO E BUROCRAZIA SONO IL “GRANDE FARDELLO”

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Tempo di lettura 7 minuti La condizione economica delle famiglie è peggiorata nel 76,7% dei casi

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In piena “sindrome del Day by Day” descritta dall’Eurispes gli italiani resistono ai contraccolpi della crisi e alle difficoltà economiche vivendo alla giornata.

di Cinzia Marchegiani

Il rapporto appena pubblicato dell’Eurispes fotografa un Italia in balia della Burocrazia e Fisco, ganci che trattengono l’Italia alla fuoriuscita dalla crisi che lo attanaglia e alla ripresa di un’economia che potrebbe contare sull’enorme potenzialità della quale dispone ancora il Paese. L’Italia viene definita come una potenza inespressa, imbrigliata e condizionata da un sistema di regole e vincoli soffocanti:” E l’avvio del percorso di riforme che il governo sta tentando di imboccare è l’unica via di uscita possibile, sempre che si riescano a superare le resistenze interne al nostro sistema che lottano per il mantenimento dello statu quo, fatto di privilegi, corporativismi, spartizioni e interessi consolidati.”
Mentre l’economia va a rotoli e la società vive un pericoloso processo di disarticolazione – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – assistiamo al trionfo di un apparato burocratico onnipotente e pervasivo in grado di controllare ogni momento e ogni passaggio della nostra vita».
Infatti la burocrazia arriva dappertutto, influisce su tutto, tocca e regola ogni livello di attività sociale, soprattutto nel mondo contemporaneo. E su di essa, naturalmente, si scaricano le tensioni e l’astio di coloro, che di volta in volta se ne sentono vittime.
Secondo il Presidente dell’Eurispes: «Con l’incredibile incremento della produzione legislativa necessaria a regolare la nuova complessità sociale ed economica, la burocrazia da esecutore si è trasformata prima in attore, poi in protagonista, poi ancora in casta e, infine, in vero e proprio potere al pari, se non al di sopra, di quello politico, economico, giudiziario, legislativo, esecutivo, dell’informazione».
L’indagine appena resa pubblica ha toccato le tematiche e i fenomeni correlati a ciascuna delle sezioni che compongono il Rapporto i quali hanno stimolato il più recente dibattito e l’interesse dell’opinione pubblica. In particolare, hanno partecipato e contribuito a delineare il quadro degli orientamenti presenti nella compagine della nostra società 1.042 cittadini. La rilevazione è stata effettuata nel periodo tra il 15 dicembre 2013 e il 5 gennaio 2015.
Questi il bollettino di una guerra senza sangue ma ormai non più silente:

SINDROME DEL DAY BY DAY: PEGGIORA LA SITUAZIONE DELLE FAMIGLIE, DIFFICOLTÀ A PAGARE MUTUI, AFFITTO, TRASPORTI E CURE MEDICHE
In piena “sindrome del day by day” descritta dall’Eurispes gli italiani resistono ai contraccolpi della crisi e alle difficoltà economiche vivendo alla giornata. La condizione economica delle famiglie è peggiorata nel 76,7% dei casi.
Con un aumento di 16,4 punti percentuali rispetto al 2014, quest’anno il numero di quanti non riescono ad arrivare alla fine del mese con le proprie entrate si attesta al 47,2%. Moltissimi sono costretti ad usare i propri risparmi per far quadrare i conti: il 62,8% (in forte aumento rispetto al 51,8% di un anno fa).
I costi per l’abitazione costituiscono un serio problema economico: Il 73,1% di chi ha contratto un mutuo per l’acquisto della casa ha difficoltà a pagare le rate, così come il 69,6% di chi è in affitto non riesce a pagare regolarmente il canone.
Oltre un terzo del campione (34,4%) ha difficoltà a pagare le spese per i trasporti, mentre un preoccupante 40,9% non ce la fa ad affrontare il costo delle spese mediche. Riuscire a risparmiare qualcosa in futuro è un miraggio per 8 italiani su 10.

COMPRARE CASA, COPRIRE DEBITI, PAGARE CERIMONIE E CURE MEDICHE: 1 ITALIANO SU 3 HA CHIESTO PRESTITI NEGLI ULTIMI 3 ANNI
Un italiano su tre (33,3%) ha chiesto un prestito bancario nel corso degli ultimi tre anni, che nel 7% dei casi è stato negato. I prestiti vengono contratti soprattutto per l’acquisto dell’abitazione (42%), ma anche per far fronte alla necessità di pagare debiti accumulati (29,3%), saldare prestiti contratti con altre banche/finanziarie (23,9%), affrontare le spese per cerimonie (23,3%) e per le cure mediche (23,3%).

PEGGIORA LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE NELL’ULTIMO ANNO SECONDO 9 ITALIANI SU 10. IL 55,7% NON CREDE NELLA RIPRESA
Se il presente è incerto, il futuro non è roseo. Quasi 9 italiani su 10 (88,1%) ritengono che la situazione economica del nostro Paese sia peggiorata nel corso dell’ultimo anno e i pessimisti su una ripresa nel corso di quest’anno continuano ad aumentare (+10,1%:55,7%, erano il 45,6% nel 2014). Circa un terzo del campione (33,9%) pensa invece che la situazione resterà stabile (36,4% le risposte raccolte lo scorso anno). Sono ben pochi, infine, gli ottimisti: solo per il4,6%la situazione migliorerà contro l’8,2% di chi lo scorso anno manifestava sicurezza in questo senso.

AUMENTANO GLI ITALIANI CHE ANDREBBERO A VIVERE ALL’ESTERO (45,4%; +4,8%), SOPRATTUTTO PER LAVORARE (32,1%)
Quasi Il45,4%degli italiani si traferirebbe all’estero, un dato in aumento rispetto alle precedenti indagini (40,6% nel 2011 e 37,8% nel 2006). I più propensi ad andare a vivere in un altro paese sono gli studenti (quasi il65%). Anche la maggioranza di coloro che sono in cerca di una nuova occupazione (59,8%) e la gran parte di chi è alla ricerca del primo impiego (52,7%) si dicono pronti a mettersi in gioco andando all’estero. La ricerca di maggiori opportunità di lavoro (32,1%) è la motivazione più sentita per la quale si è disposti a cambiare vita e paese. La seconda ragione è quella che vede nell’espatrio più opportunità per i figli (12,2%), seguita dalla ricerca di maggiori garanzie sul futuro (9,6%).

UN ITALIANO SU QUATTRO PENSA CHE VIVERE IN ITALIA SIA UNA SFORTUNA
Il 39,5% degli italiani ritiene il vivere in Italia una sfortuna. Nel 2012, di fronte alla stessa domanda, la percentuale di chi considerava una sfortuna vivere nel nostro Paese era decisamente più bassa (26%); si delinea quindi un aumento del 13,5%.

IL LAVORO: DIFFICOLTÀ NELLA GESTIONE DEL TEMPO E NELLA CONCILIAZIONE, INCERTEZZA PER IL FUTURO E DIFFICOLTÀ ECONOMICHE
Chi ha un lavoro lamenta soprattutto poco tempo per se stesso (68,1%) e difficoltà di conciliare lavoro e famiglia (52,4%).
Oltre la metà dei lavoratori (57,7%) non si sente in grado di fare progetti per il futuro, dato comunque lievemente migliore al 63,4% registrato dalla precedente inchiesta dell’Eurispes. Una lieve tendenza al miglioramento si presenta anche in relazione alla possibilità di sostenere spese importanti: dal 66,1% del 2014 al 57% del 2015.
Aumenta invece il numero di quanti indicano la necessità di cercare una nuova occupazione: il 32,6% (22,4% nel 2014).
In parallelo cresce (+8) il numero di chi non si sente in grado di dare garanzie alla propria famiglia con il proprio lavoro fino a quota64,7%. Deve ricorrere all’aiuto della propria famiglia (genitori, parenti) il 28% di chi lavora. Pur avendo un’occupazione, il55,6%dei lavoratori ammette di avere difficoltà ad arrivare a fine mese.

POTERE D’ACQUISTO EROSO PER 7 FAMIGLIE SU 10. SI TAGLIA SU TUTTO, RIVOLGENDOSI PIÙ SPESSO A PUNTI VENDITA ECONOMICI PER CIBO E ABBIGLIAMENTO. AUTO, ANIMALI DOMESTICI, BABY SITTER O UN AIUTO IN CASA SONO DIVENTATI UN LUSSO. AUMENTANO LE RATEIZZAZIONI PER SOSTENERE LE CURE MEDICHE (46,7%,+24,3%)
L’erosione del proprio potere d’acquisto è ormai un dato di fatto per 7 italiani su 10 (71,5%) che hanno visto nell’ultimo anno diminuire nettamente o in parte la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate.
A mutare non sono solo i modelli di consumo che si esprimono con la contrazione degli acquisti indirizzati al superfluo (tempo libero, pasti fuori casa, parrucchiere, estetista, ecc.), ma anche i modelli di acquisto (e-commerce e mercato dell’usato).
Ci si rivolge più spesso a punti vendita economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (lo fa l’84,5%contro il 75,3% dello scorso anno) e si rimandando gli acquisti ai saldi (l’88,2% vs l’82,9%).
L’81,7% cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente (+5,8). È aumentata di ben 13 punti la percentuale di chi si è rivolto ai discount (70,9%) per la spesa alimentare. I tagli si riflettono anche sugli tabella tecnologici, l’80,1% (+8,5), quelle per la benzina, con un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici (41,6%), quelle dedicate agli animali domestici (49,5%), per la baby sitter (53,5%) e per i collaboratori domestici (60,8%).
Il 44,2% dei consumatori fa sempre più riferimento al mercato dell’usato (+18,3%), il 48,8% (+4,8) ha dichiarato di aver effettuato acquisti online per ottenere sconti e aderire ad offerte speciali.
Il dato sui tagli sulle spese mediche (32,3%) va di pari passo con l’aumento delle rateizzazioni per coprire i costi per curarsi (46,7%,+24,3%).

NON C’È PIÙ NULLA DA VENDERE? DOPO IL BOOM, DIMINUISCONO LE FAMIGLIE CHE SI RIVOLGONO AI COMPRO-ORO (-14,2% RISPETTO AL 2013)
Il progressivo esaurimento dei preziosi in possesso delle famiglie è confermato dall’andamento del dato riferito a quanti si sono rivolti ad un compro-oro: il fenomeno aveva conosciuto un’impennata (passando dall’8,5% del 2012 al 28,1% del 2013) di quanti avevano dichiarato di vendere i propri beni preziosi ai “compro-oro”; nell’indagine del 2014 la percentuale aveva subìto una contrazione di quasi 10 punti attestandosi al 18,7%, che prosegue nel 2015 fino al 13,9%.

CAUSA CRISI, AUMENTA IL RISCHIO USURA (+5,4%). CRESCE IL FENOMENO DELL’“USURAIO DELLA SCRIVANIA A FIANCO”
In aumento anche il rischio usura e il numero di quanti riferiscono di avere chiesto nell’ultimo anno soldi in prestito da privati (non parenti/amici) non potendo accedere a prestiti bancari: dal 10,1% al 15,5% di quest’anno. Va considerato che una domanda “sensibile” ha un tasso di risposta atteso più basso di quanto effettivamente non sia la realtà.
Impiegati, liberi professionisti, ma anche pensionati: la crisi morde e a rivolgersi agli strozzini negli ultimi cinque anni sono state per il 52% persone con un reddito fisso, le famiglie della porta accanto, secondo la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura. Cresce il fenomeno dell’“usuraio della scrivania a fianco”, quando sono gli stessi colletti bianchi a prestare soldi a strozzo a colleghi in difficoltà. Se nel 2004 la categoria più vessata dagli usurai era quella dei commercianti, tre anni più tardi a fianco a loro sono arrivati i dipendenti. Ma l’usura si annida con le stesse modalità all’interno delle piccole e medie imprese e addirittura in ambito parentale, come evidenziato da numerosi recenti fatti di cronaca.

IN AUMENTO GLI EURO-DELUSI (+14,4%). TRA QUESTI IL 55,5% VUOLE USCIRE DALL’EURO PERCHÉ HA INDEBOLITO LA NOSTRA ECONOMIA
L’indagine Eurispes segnala un deciso incremento di quanti non vedono più nell’introduzione dell’Euro una “benedizione”. L’aumento degli euro-delusi va letto come il segnale che qualcosa sta cambiando. Quattro italiani su dieci (40,1%) pensano infatti che l’Italia dovrebbe uscire dall’euro, una quota che si attestava ad inizio 2014 al 25,7%. Su questo risultato pesano certamente le vicende greche che hanno attivato anche da noi sentimenti di “Grecia-fobia”: siamo consapevoli di una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, perché siamo in Europa e nessuno degli Stati che ne fanno parte può dirsi al riparo rispetto ai meccanismi innescati dalle politiche di unione monetaria prima, e da quelle di austerità seguite alla crisi, poi. In molti ormai si chiedono: “accadrà anche a noi?”.
Il 55,5% degli euro-scettici ritiene che l’Italia dovrebbe uscire dall’euro poiché è stata proprio la moneta unica una delle principali cause dell’indebolimento della nostra economia. Molti sono convinti, inoltre, che l’euro abbia avvantaggiato esclusivamente i paesi europei più ricchi (22,7%) e che non si sia affiancata ad un’unione economica una reale unità dell’Europa (21,1%), intesa evidentemente a livello sociale e politico.

Impossibile accettare le parole del Premier Renzi a Strasburgo durante il suo intervento in merito al bilancio sul semestre UE a guida italiana: “Paradossalmente gli italiani si sono arricchiti, il debito pubblico italiano è il terzo più alto del mondo, ma ci si dimentichi di ricordare come il risparmio privato sia ancora più alto del debito pubblico. In tempi di crisi, le famiglie italiane hanno visto crescere i loro risparmi e i loro denari, l’economia Italia ive in una fase di terrore.” Chapeau Renzi, è un grande illusionista, visto il rapporto Eurispes, e la fila ai pasti della Caritas gli italiani vivono in una pellicola di una candid camera.

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Taglio di 500 miliardi di Spesa Pubblica, Maria Grazia Cucinotta: “Basta elemosinare per il diritto alla salute”

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Il Comitato Promotore della Legge d’iniziativa Popolare per il Taglio di 500 miliardi della Spesa Pubblica STIAMO UNITI “capitanato” dal presidente, l’avvocato Evandro Senatra, è al gran completo.

Due donne sono i veri motori dell’iniziativa nata dalla “intuizione geniale” dell’onorevole Roberto Mezzaroma: Maria di Prato e Maria Grazia Cucinotta.
Due donne che fanno comprendere come questa sia l’ultima possibilità per il nostro Paese di rimettere non solo i “conti in ordine” ma per porre basi solide per il nostro rilancio sociale, economico e politico.
Ed in più ci sono: Civita di Russo, Evelina Amadei, Giuseppe Scarano, Gianluca di Ascenzo, Antonio Tanza, Massimo Zignani, Paolo Sabbioni, Pier Giorgio Poretti, Antonio Gambino, Michele Navaglio, gli altri componenti il Comitato Promotore.


Non ci sono bandiere di partito, ci sono donne ed uomini, professionisti, imprenditori che hanno le idee ben chiare sui mali endemici della nostra Repubblica.

“Vede – dice Roberto Mezzaroma che risponde alla nostra domanda su come gli è arrivata questa intuizione – ci sono arrivato avendo alla spalle la mia esperienza di imprenditore e di padre di famiglia. Questo che oggi noi proponiamo è solo un 10% di quello che il nostro Paese potrebbe risparmiare avendo la volontà di farlo

Quindi mi vuole dire che questa è la punta di un iceberg?

Certamente. Ridurre i ritardi dei lavori, qualificare l’offerta lavorativa, una accoglienza che metta in risalto le qualifiche e la professionalità sono altre componenti.
Se ci aggiungiamo una rivalutazione di tutto quel patrimonio immobiliare nelle mani di Stato, Regioni, Comuni etc, glielo dico da architetto, avremmo ulteriori risparmi e ricchezza.

Prima parlavamo di mancanza di sinergie. Rivestono un peso importante nella società odierna?

Concordo con Lei. Se considera che la formazione non essendo ancora del tutto parte fondamentale del lavoro porta, purtroppo, ad un deprezzamento del valore che questo può generare.
Maestranze poco adeguate e poco formate sono un realtà che può e deve essere incrementata e migliorata.

L’Europa come può esserci di aiuto visto i suoi trascorsi al Parlamento di Bruxelles?

Mi spiace dovere constatare che quella unità di azione politica europea viene sempre più meno.
Le diversità Europee che posso essere valore aggiunto diventano ostacolo.
Le faccio un esempio: la politica estera e di difesa: oggi non vi è una unità di intenti.

nella foto l’onorevole Roberto Mezzaroma e Maria Grazia Cucinotta

Maria di Prato, già promotrice del Referendum contro il Finanziamento Pubblico ai partiti, è il “motore” di questo Comitato.
Dottoressa di Prato ma come ci si arriva a 50.000 firme in due mesi?

Ci si arriva ricordando agli italiani i troppi sprechi.
Ci si arriva facendo non solo capire ma facendo toccare con mano che quella che Lei chiamava “intuizione” è qualcosa di concreto: sanare l’Italia

Maria Grazia Cucinotta sempre attenta ai problemi sociali in modo concreto ed attivo “ci mette la faccia”
Oggi, signora Cucinotta, Lei è qui come Italiana e mamma

Certo e ne vado profondamente fiera. Tocco ogni giorno con mano il dolore della gente.
Vedo donne ed uomini elemosinare la salute che deve essere la base del vivere civile.

Lei con la sua fondazione è molto attenta e vicina alle tante e troppe fragilità che coinvolgono l’Italia.

Si! Troppe volte ascolto il dolore di molte cittadine, di molti cittadini. Assisto troppe volte a situazioni in cui il personale medico e paramedico fa davvero i miracoli per portare avanti ospedali e strutture sanitari.
Loro operano con quello spirito che è frutto della loro professionalità troppe volte arginata dagli sprechi.

Nella foto Maria Grazia Cucinotta ed il presidente del Comitato, avvocato Evandro Senatra

In conclusione Evandro Senatra, avvocato, presidente di questo Comitato Promotore.
Avvocato Senatra, l’onorevole Mezzaroma parlava di pianificazione e formazione. Il suo pensiero?

Concordo in pieno con Roberto (Roberto Mezzaroma n.d.s.) Come vede non è solo il taglio di 500 miliardi il cuore della nostra proposta.
È facile dire: taglio 500 miliardi. È difficile dire e poi attuare la “spendibilità” di questo capitale.
200 miliardi per tagliare il debito pubblico sarebbero la migliore medicina per la nostra economia.
Vede riprendo le parole di Roberto: Lei da padre di famiglia va in banca a chiedere un mutuo perché ha bisogno di comprare casa o iniziare una attività ma ha un debito già esistente.
Trova qualcuno pronto a concederglielo? Sicuramente no.
Oggi il nostro Paese resta ancora in queste condizioni.

E – aggiunge – bisogna investire nelle famiglie, cuore vivo di ogni Nazione.
Ridare dignità con 40 miliardi ai malati in difficoltà
Altri 40 miliardi per i troppi italiani che sono in difficoltà con i mutui.
Un nuova e concreto rilancio per il Paese.

Non c’è solo entusiasmo nei loro visi. C’è la consapevolezza, passata la porta che li condurrà alla Accettazione da parte della Corte di Cassazione di questa “intuizione genitale”, di rendere davvero un servizio come “padri e madri” del nostro Paese.

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Taglio di 500 miliardi di Spesa Pubblica: lunedì la proposta di legge che parte dal basso

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Maria Grazia Cucinotta “madrina” dell’iniziativa

Lunedi 22 aprile presso la Corte di Cassazione a Roma il comitato Stiamo Uniti sostenuto da Adusbef, Annild, Codacons, Comitato dei 500 e Unione Popolare, per mano del presidente, l’avvocato Evandro Senatra, presenterà una proposta di Legge d’iniziativa Popolare per il Taglio di 500 Miliardi di Spesa Pubblica.

Un’ impresa in apparenza titanica ma che punta a rivoluzione in modo deciso il nostro Paese.

Ci saranno 2 mesi di tempo per raccogliere almeno 50.000 firme richieste dalla Legge

Un taglio traversale ove i principali risparmi proverranno da:

  • 13 miliardi di tagli nei costi della politica italiana;
  • 10 miliardi abolendo i cosiddetti Enti inutili;
  • 39 miliardi da recuperare riprendendo le nostre risorse dalle fondazioni bancarie;
  • 60 miliardi vendendo parte degli immobili e dei terreni pubblici;
  • 12 miliardi e mezzo potrebbero provenire eliminando sprechi e inefficienze del trasporto pubblico locale;
  • 40 miliardi velocizzando l’intero comparto giustizia;
  • 251 con una cartolarizzazione concordata recuperando i crediti dell’Agenzia delle Entrate;
  • 30 miliardi eliminandogli sprechi negli acquisti della Pubblica Amministrazione.

Un risparmio che ammonterebbe a quasi 10 manovre finanziarie ma che lo stesso Comitato Stiamo Uniti ha già pensato di indirizzare ad aiuti alle famiglie in difficoltà, al taglio netto dell’enorme debito pubblico, ai malati in difficoltà, ad un massiccio taglio delle tasse e fare in modo che si possa aiutare con concretezza in italiani in difficoltà con i mutui.
Una vera rivoluzione copernicana che se avverrà potrà riportare, stante le indicazioni dei componenti del Comitato, ad un nuovo e più concreto Boom Economico Italiano.

Al telefono abbiamo sentito l’avvocato Evandro Senatra, che ci ha dichiarato:

È un progetto che interessa non solo chi vive oggi nel nostro Paese ma, soprattutto, le generazioni future che potranno vivere in una Nazione davvero unica.

Presidente questo taglio, come Le dicevo, sembra davvero una impresa titanica?

Assolutamente si ma crediamo davvero nei nostri concittadini che capiranno senza alcun indugio l’alto valore della nostra lodevole iniziativa.
È il frutto di un lavoro di squadra e non posso esimermi dal ringraziare l’anima di questo Comitato.

Può svelarci il nome?

Certo l’amico Roberto Mezzaroma che ci ha messo a disposizione la sua struttura sede dei nostri uffici. Roberto è un uomo di alto lignaggio morale e profondamente religiosa oltre che ottimo conoscitore dei meandri della struttura pubblica italiana, politica e burocratica e anche della Comunità Europea essendo stato anche parlamentare europeo.
Ma gli altri componenti non sono da meno. Ed in più voglio ringraziare l’operato di Maria di Prato, una donna imprenditrice, cuore ed anima del Comitato dei Promotori.

Un’altra “primizia” per la nostra testata?

Guardi Le dico che fa parte del nostro gruppo ed è la “madrina” delle nostre iniziative la stupenda attrice Maria Grazia Cucinotta. Una donna che vuole da sempre essere di aiuto all’Italia di cui è ambasciatrice nel mondo di bellezza e di raffinatezza.

Che messaggio vuole inviare alle italiane ed agli italiani?

Di credere in questo progetto. Basterà recarsi nelle segreterie comunali muniti del proprio documento di identità e firmare questo progetto.
È l’occasione per tornare davvero quella meraviglia di paese che tutto il mondo invidia.
È un dovere nei confronti delle generazioni future.

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Risparmio e Partita IVA possono coesistere: ecco 5 consigli

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Molte persone che lavorano come liberi professionisti o titolari di partita IVA si trovano a dover bilanciare il proprio budget in modo efficiente. Gestire le finanze in modo responsabile è fondamentale per garantire la stabilità economica e il successo a lungo termine del proprio business.

In questo articolo, esploreremo cinque strategie pratiche per risparmiare denaro e gestire le finanze con saggezza mentre lavori come autonomo.

Monitora e pianifica le tue entrate e le tue uscite

Il primo passo per un autonomo efficiente è tenere traccia delle entrate e delle uscite finanziarie. Questo è essenziale per avere una visione chiara della situazione finanziaria del tuo business e per identificare eventuali aree in cui è possibile risparmiare.

Inizia creando un bilancio dettagliato che includa tutte le fonti di reddito e le spese aziendali. Pianifica le entrate e le uscite per avere una panoramica completa della tua situazione finanziaria e per identificare eventuali aree in cui è possibile tagliare i costi.

Sfrutta le detrazioni fiscali

Come lavoratore autonomo, hai diritto a diverse detrazioni fiscali che possono ridurre il tuo carico fiscale complessivo. È importante essere consapevoli di queste detrazioni e sfruttarle al massimo per massimizzare il risparmio fiscale.

Le detrazioni fiscali comuni per i lavoratori autonomi includono spese aziendali come forniture per l’ufficio, attrezzature, spese di viaggio, formazione professionale e molto altro ancora.

Assicurati di tenere traccia di tutte le spese deducibili e di consultare un professionista fiscale per massimizzare il tuo risparmio fiscale. Con Fiscozen puoi ricevere una consulenza fiscale gratuita e senza impegno. Un esperto risponderà alle tue domande e ti dirà se hai diritto a delle detrazioni fiscali e come sfruttarle al meglio.

Automatizza i processi aziendali

L’automatizzazione dei processi aziendali può aiutarti a risparmiare tempo prezioso e ridurre i costi operativi del tuo business.

Esistono numerosi strumenti e software disponibili che possono semplificare le attività quotidiane come la contabilità, la gestione delle finanze, il marketing e la gestione delle vendite.

L’automatizzazione può aiutarti ad eliminare il lavoro manuale ripetitivo, ridurre gli errori umani e migliorare l’efficienza complessiva del tuo business.

Quindi, investi in strumenti di automazione che si adattino alle esigenze specifiche del tuo business e che ti aiutino a risparmiare tempo e denaro a lungo termine.

Confronta e negozia con i fornitori

Uno dei modi più semplici per risparmiare denaro come autonomo è confrontare e negoziare con i fornitori per ottenere le migliori tariffe e condizioni possibili:

  • Rivedi regolarmente i tuoi contratti e le tue relazioni con i fornitori per assicurarti di ottenere il massimo valore per i tuoi soldi
  • Cerca alternative più convenienti e confronta le tariffe offerte da diversi fornitori per assicurarti di ottenere la migliore offerta possibile
  • Non esitare a negoziare con i fornitori per ottenere sconti, tariffe ridotte o condizioni di pagamento migliori.

Investi nella tua formazione continua e nello sviluppo

Come autonomo, il tuo successo dipende dalla tua capacità di rimanere aggiornato sulle ultime tendenze del settore e di acquisire nuove competenze e conoscenze pertinenti.

Investire nella tua formazione continua e nello sviluppo professionale può aiutarti a migliorare le tue capacità e a rimanere competitivo nel tuo settore. Cerca opportunità di formazione online, seminari, corsi e workshop che possano aiutarti a sviluppare nuove competenze e conoscenze pertinenti al tuo settore.

L’investimento nella tua formazione continua può pagarsi da solo nel tempo, consentendoti di migliorare il tuo business e di raggiungere i tuoi obiettivi professionali.

Conclusioni

Essere un lavoratore autonomo presenta sfide uniche, ma con la giusta pianificazione e strategia, è possibile risparmiare denaro e gestire le finanze in modo efficiente.

Segui questi cinque consigli pratici per migliorare la tua situazione finanziaria e assicurarti un futuro stabile e prospero come lavoratore autonomo.

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