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di Maurizio Costa
ROMA – L'Erasmus, il progetto di borse di studio europee che permette ai ragazzi diplomati di andare a studiare all'estero, è forse uno dei programmi meglio riusciti dell'Unione Europea. Dal 1987, anno di entrata in vigore dell'Erasmus, più di 3 milioni di ragazzi hanno usufruito della borsa di studio comunitaria, che elargisce in media 272 euro al mese per ammortizzare le spese di vitto e alloggio, in aumento di 22 euro rispetto all'anno scorso.
La "generazione Erasmus", come l'ha definita Mattero Renzi, è composta da 272mila studenti (solo per gli anni 2012/2013): una nuova cifra record, che tende ogni anno ad aumentare.
I numeri – L'età media di uno studente Erasmus è di 22 anni e il 61% dei partecipanti è costituito da donne. Il periodo medio trascorso all'estero è di sei mesi. Il 65% degli studenti va a studiare all'estero per la Laurea di primo ciclo, mentre il resto si suddivide tra Magistrale, Laurea a ciclo breve e dottorato.
Quest'anno, la meta più ambita è stata la Spagna, con più di 40mila entrate, seguita dalla Germania, dalla Francia e dal Regno Unito. L'Italia si piazza al quinto posto, con quasi 20mila studenti entranti.
L'Italia, inoltre, è il terzo Paese che invia più studenti in assoluto: lo scorso anno sono stati ben 25mila.
Se l'Unione Europea non è stata ben concepita per quel che riguarda i mercati economici e il libero scambio, sicuramente i ragazzi delle università hanno afferrato bene l'idea: l'UE è un'istituzione che permette grandi possibilità di crescita e di studio e l'Erasmus serve proprio a questo.