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Eurowings: la compagnia aerea potenzia la sua presenza in Austria

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Tempo di lettura 3 minuti Nuovi collegamenti europei da Salisburgo

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di Gianfranco Nitti

La compagnia aerea Eurowings rafforza la sua presenza in Austria. Dopo aver basato 3 aeromobili a Vienna è ora ad aggiungerne un altro dalla città austriaca di Salisburgo a partire da gennaio 2017. Volando dal Salisburghese, Eurowings Europe, con licenza di volo austriaca, offrirà voli low-cost con i migliori servizi del settore verso le città di Bruxelles, Ginevra, Amburgo, Colonia/Bonn, Parigi e Zurigo con aeromobile Airbus A320. Bruxelles, Ginevra, Amburgo, Parigi e Zurigo sono nuove destinazioni della rete di Eurowings, Colonia/Bonn invece fa già parte dell’operativo dell’aeroporto di Salisburgo.
Sotto l’ombrello del gruppo Eurowings, la compagnia austriaca ha iniziato le operazioni da Vienna con il suo primo aeromobile il 23 giugno. Il reclutamento dei piloti e degli assistenti di volo per Salisburgo è attualmente in corso. Sin dal primo giorno Eurowings Europe sta creando nuovi posti di lavoro nella quarta città più grande dell’Austria. 

 
A partire da gennaio 2017 Eurowings volerà da Salisburgo a Zurigo sei volte alla settimana
, verso Ginevra e Amburgo tre volte alla settimana, verso Bruxelles quattro volte alla settimana e verso Parigi cinque volte alla settimana. Il numero dei collegamenti con Colonia/Bonn sarà incrementato fino a raggiungere le sette volte a settimana. Le nuove rotte saranno prenotabili a partire da settembre sul sito internet www.eurowings.com o tramite call center al numero 199 257 013. Alla fine di luglio 2016, un secondo Airbus A320 è stato posizionato a Vienna ed un terzo aeromobile si aggiungerà alla flotta alla fine del mese di ottobre. Eurowings Europe offrirà così 15 diversi collegamenti dalla città di Vienna. A partire da gennaio 2017 altre sei rotte, operate da un quarto aeromobile, saranno introdotte da Salisburgo. Eurowings amplierà in questo modo il traffico aereo da e verso l’Austria.
Oliver Wagner, direttore commerciale di Eurowings ha dichiarato: “Eurowings sta dimostrando una grande crescita in Austria, creando nuovi posti di lavoro nel paese. Questo ci avvicina sempre di più al nostro obiettivo di diventare i primi del nostro mercato interno”. Si stima che la sussidiaria austriaca di Eurowings trasporterà circa un milione di passeggeri nel primo anno di operatività.  


Roland Hermann, direttore generale dell’aeroporto di Salisburgo, ha detto:
“Per noi Eurowings è un partner molto importante. Combina la qualità del Gruppo Lufthansa con la comodità dei voli diretti low-cost. Queste nuove ed interessanti rotte, non solo espandono la rete di collegamenti offerti da Salisburgo, ma incontrano perfettamente la domanda di molti dei nostri clienti”. Heinz Schaden, sindaco di Salisburgo ha aggiunto: “Sono veramente felice che presto Eurowings aprirà una seconda base a Salisburgo, dopo la già inaugurata Vienna. L’aggiunta dei collegamenti con alcune delle principali città Europee sarà un elemento strategico per i passeggeri che volano da Salisburgo. Sarà una spinta sia per l’aeroporto che per la città e creerà 30 nuovi posti di lavoro qualificati”. Robert Salzl, Presidente di Tourismus Oberbayern–München e vice presidente del Tourism Committee in the Bavarian Economic Advisory Council, ha dato il benvenuto all’espansione di Eurowings sulle rotte da e per Salisburgo ed auspica un maggior numero di visitatori da tutto il mondo. L’Alta Baviera stava aspettando un soffio d’aria fresca che dovrebbe portare benefici anche a chi viaggia per lavoro.

Eurowings Europe Eurowings Europe fa parte del Gruppo Eurowings, specializzata nei collegamenti diretti low-cost in Europa. Oggi i clienti sono sempre in cerca della tariffa più attraente e preferibilmente su un volo diretto. Un sondaggio condotto dalla Wahlen Research Group bene illustra come spesso questi due criteri siano i più importanti nella scelta di un volo. La compagnia, che fa parte del Gruppo Lufthansa, sta quindi arricchendo sempre più la sua offerta di voli diretti low-cost nel traffico aereo europeo da Vienna.

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Usa, Harris vs Trump: Il dibattito che potrebbe decidere le sorti della Casa Bianca

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A soli due giorni dalla sfida televisiva, i candidati intensificano la preparazione mentre i sondaggi li vedono testa a testa

La corsa alla Casa Bianca entra nel vivo con l’imminente dibattito televisivo tra Kamala Harris e Donald Trump, un evento che potrebbe rivelarsi decisivo per le elezioni del 5 novembre. Con gli ultimi sondaggi che mostrano i due candidati praticamente alla pari, la tensione sale e gli strateghi politici si dividono equamente nelle loro previsioni.

A poco più di 48 ore dall’atteso confronto su ABC News, sia la democratica Harris che il repubblicano Trump hanno intensificato la loro preparazione. La vice presidente, chiusa nel suo hotel a Pittsburgh, Pennsylvania, si è circondata di consiglieri fidati e preparatori d’elite, tra cui Philippe Reines, ex consigliere di Hillary Clinton, che interpreta il ruolo di Trump nelle simulazioni.

Per Harris, la posta in gioco è particolarmente alta. Un recente sondaggio del New York Times/Siena College ha rivelato che il 28% degli elettori indecisi ritiene di “non conoscerla abbastanza” sottolineando l’importanza di questa opportunità per presentarsi al pubblico. La sua campagna ha espresso preoccupazioni riguardo al formato del dibattito, temendo che i microfoni spenti possano svantaggiarla.

Trump, d’altra parte, sta affrontando la preparazione con un approccio apparentemente più rilassato, ma secondo fonti vicine, con un’intensità senza precedenti. Il tycoon continua a girare gli Stati in bilico, attaccando Harris definendola “peggio di Biden” durante un comizio in Wisconsin.

I sondaggi nazionali mostrano una situazione di sostanziale parità con Trump al 48% e Harris al 47% secondo il NYT/Siena. Questa situazione di equilibrio si riflette anche negli Stati chiave come Wisconsin, Pennsylvania e Michigan.

Per Harris, il dibattito rappresenta un’opportunità cruciale per conquistare gli elettori ispanici di sesso maschile, un gruppo demografico essenziale per la vittoria. Inoltre, dovrà dimostrare di essere una vera alternativa a Biden, considerando che oltre il 60% degli elettori desidera un cambiamento, ma solo il 25% vede Harris come tale, contro il 53% per Trump.

Mentre il paese si prepara a questo momento cruciale, entrambi i candidati sono consapevoli che la loro performance potrebbe influenzare significativamente le loro possibilità di vittoria. Con la nazione divisa e gli elettori indecisi che potrebbero fare la differenza, questo dibattito si preannuncia come uno degli eventi politici più importanti dell’anno, potenzialmente in grado di determinare il futuro leader degli Stati Uniti.

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Francia, nuovo Governo: Macron bloccato tra i partiti

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La Francia è intrappolata in un’impasse senza precedenti, con il presidente Emmanuel Macron bloccato in un labirinto politico che sembra non avere via d’uscita. La scelta del nuovo premier, incaricato di formare un governo che possa gestire efficacemente il Paese, si sta rivelando una sfida insormontabile. Le consultazioni con i partiti politici, iniziate la scorsa settimana, non hanno portato ad alcun risultato concreto, lasciando il Paese in uno stallo politico che giorno dopo giorno diventa sempre più difficile da risolvere.

Dopo aver incontrato il Nuovo Fronte Popolare, Macron ha ricevuto i rappresentanti della destra, nella speranza di trovare un consenso per il nuovo esecutivo. Tuttavia, il clima politico è rimasto teso e privo di progressi significativi. La presidente dell’Assemblea Nazionale, Yael Braun-Pivet, è stata la prima ad arrivare all’Eliseo, ma ha lasciato l’incontro senza rilasciare dichiarazioni, segno del profondo disaccordo che persiste.

Diverso l’approccio dei leader del Rassemblement National, Marine Le Pen e Jordan Bardella, che non hanno esitato a manifestare la loro opposizione a un eventuale governo del Nuovo Fronte Popolare, anche in assenza di ministri dell’ala sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Le Pen ha chiaramente espresso l’intenzione di chiedere una sessione straordinaria del Parlamento a settembre per valutare la possibilità di censurare il governo non appena verrà formato. “Non cambia assolutamente nulla”, ha dichiarato, evidenziando come la sfiducia nei confronti di qualsiasi esecutivo proposto sia totale.

A peggiorare ulteriormente la situazione, si è aggiunto il leader dell’ex Republicain, Eric Ciotti, che ha dichiarato la sua ferma opposizione a un primo ministro scelto dal Nuovo Fronte Popolare, preannunciando un voto di censura immediato da parte del suo gruppo. La possibilità di una seconda ondata di consultazioni non è più solo un’ipotesi remota, ma un’opzione sempre più concreta, mentre il tempo stringe.

L’attuale stallo non è solo una questione politica, ma rappresenta anche una crisi istituzionale. Gabriel Attal, il premier dimissionario, è ormai da 41 giorni alla guida del governo per gli affari correnti, una situazione senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale. Questo prolungato periodo di incertezza sta sollevando preoccupazioni non solo tra i politici, ma anche tra i cittadini francesi, sempre più disillusi e preoccupati per la mancanza di una leadership stabile.

Nel frattempo, la tensione tra i partiti continua a crescere. Il Nuovo Fronte Popolare, ansioso di imporre la candidatura di Lucie Castets, non sembra disposto a scendere a compromessi. Il socialista Olivier Faure ha già messo in guardia contro una “messa in scena” orchestrata da Macron, mentre l’Insoumis Manuel Bompard ha parlato di “manovre” presidenziali per impedire alla sinistra di governare. Bompard ha avvertito che qualsiasi nomina diversa da quella di Castets potrebbe portare a un’escalation di tensioni, con proteste di piazza e, in ultima istanza, alla destituzione dello stesso Macron.

In questo contesto di crescente frustrazione e incertezza, il presidente Macron ha ancora pochi giorni per trovare una soluzione, prima di partire per la Serbia per una visita ufficiale. Con la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici all’orizzonte, sembra sempre più probabile che la nomina del nuovo premier debba ancora attendere, prolungando ulteriormente l’impasse politica che sta paralizzando la Francia.

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Israele e Hamas: accordo rischia di fallire

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L’accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco è sull’orlo del fallimento e non esiste uno schema alternativo che possa essere presentato al suo posto.

Lo hanno riferito a Politico due alti funzionari Usa e due israeliani. “Non sappiamo se Sinwar vuole l’accordo”, ha detto una fonte, “se non lo vuole, c’è la possibilità che l’Iran attacchi e la situazione degeneri”. Mentre gli Usa spingono per un vertice al Cairo venerdì, un funzionario israeliano ha affermato: “Non è affatto sicuro che ci sarà un vertice, se ci fosse, non ci sarebbe nulla di cui parlare finché Israele resterà sulla sua posizione”. 

In un attacco con un drone israeliano a Sidone è stato ucciso Khalil el-Moqdah, fratello di Mounir el-Moqdah, un comandante delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Fatah palestinese, secondo quanto scrive il quotidiano L’Orient le Jour online citando un annuncio fatto nel campo palestinese di Ain el-Héloué, nei pressi di Sidone. Suo fratello Mounir è uno dei leader palestinesi di Fatah in Libano. È stato ripetutamente accusato da Israele di contrabbando di armi alle Brigate dei Martiri di al-Aqsa nella Cisgiordania occupata.

“Hezbollah ha lanciato questa mattina 50 razzi nel centro della città di Katzrin. Hezbollah spara indiscriminatamente contro i civili israeliani. Come ogni Paese che protegge i propri cittadini, agiremo di conseguenza”, ha dichiarato su X il portavoce dell’esercito Daniel Hagari.

Intanto i media libanesi riferiscono di un attacco di un drone israeliano a un veicolo nel campo profughi palestinese di Mieh Mieh, vicino alla città costiera di Sidone. L’Idf non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

L’ esercito israeliano continua a operare nell’area di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, e nelle ultime 24 ore ha eliminato decine di terroristi, distruggendo infrastrutture e individuando numerosi armamenti. Lo ha riferito il portavoce dell’Idf aggiungendo che l’aeronautica israeliana ha colpito circa 30 obiettivi terroristici nella Striscia, incluse postazioni di lancio e di osservazione.

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