Ex proprietario della Valtur e rapporti con la mafia di Castelvetrano, guidata dal latitante Matteo Messina Denaro: la DIA di Palermo sequestra il Golf Club di Castel Gandolfo

CASTEL GANDOLFO (RM) – Sigilli a 23 aziende, oltre a 232 immobili in Italia, Costa d’Avorio, Marocco, e Tunisia. I resort sono Punta Fanfalo, Favignana; Isola Capo Rizzuto, Crotone e Kamarina, Ragusa. Confiscati anche il Golf club Castelgandolfo, oltre a una grande barca, la Valtur Bahia, ormeggiata a Mazara del Vallo.

La direzione investigativa antimafia di Palermo ha eseguito un decreto di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del direttore nazionale della Dia nei confronti degli eredi dell’imprenditore Carmelo Patti, originario di Castelvetrano (TP) ex proprietario della Valtur (ora in amministrazione straordinaria), deceduto il 25 gennaio 2016.

Il procedimento – che la Dia definisce ‘uno dei più rilevanti nella storia giudiziaria italiana’ – ha riguardato un patrimonio stimato, per ora, prudenzialmente in oltre un miliardo e mezzo di euro e ha chiarito gli interessi economici riferibili alla famiglia mafiosa di Castelvetrano, guidata dal latitante Matteo Messina Denaro.

Fra i primi a parlare di Carmelo Patti, il pentito Angelo Siino, ex “ministro dei lavori pubblici” della mafia. Nell’entourage di Patti si diceva che Siino lo accusava per contrasti che lui aveva avuto con Nina Bertolino, proprietaria della distilleria di Partinico e cognata del pentito.

Carmelo Patti

Nacque la “Cablelettra” poi trasferita nell’ex stabilimento Philco, acquistato negli anni Settanta. Patti vendeva cablaggi elettrici e componenti elettronici per auto soprattutto alla Fiat. La “Cablelettra” divenne una multinazionale con diverse sedi in Italia e nel mondo. Nel ’97 ormai ricco acquistò la Valtur entrando così anche nel settore del turismo. Il gruppo dei villaggi vacanze divenne uno dei primi in Italia.
Il cavaliere nel 2000 venne indagato per mafia dalla dda palermitana, dopo la trasmissione degli atti dalla procura di Marsala che lo indagava per falso in bilancio: il cavaliere del lavoro si dimise per questo dalla Gesap, la società che gestisce l’aeroporto palermitano dov’era stato indicato dall’allora sindaco Leoluca Orlando.
Cominciò parallelamente un processo di misure di prevenzione per un sequestro di 5 miliardi di euro: Patti veniva accusato di rapporti con i boss di Castelvetrano Messina Denaro: il padre Francesco e il figlio Matteo. Il sequestro poi portò all’amministrazione giudiziaria e alla crisi della Valtur, al fallimento e alla vendita del marchio. Patti subì numerosi processi per evasione fiscale, fatture false e altri reati tributari da cui venne assolto. Tra i suoi accusatori vi è l’ex mafioso diventato collaboratore Angelo Siino.