FAMIGLIA DI REGENI: "NESSUN CONTATTO CON GLI INQUIRENTI EGIZIANI"

Redazione

La famiglia di Giulio Regeni "finora non è stata in alcun modo contattata, per un incontro, dagli inquirenti egiziani in questi giorni in Italia": lo riferisce la stessa famiglia attraverso il legale Alessandra Ballerini dopo la notizia di un possibile incontro diffuso dal sito di un quotidiano egiziano "Al Masry Al Youm" citando "una fonte giudiziaria". 

La delegazione degli inquirenti ed investigatori arrivati dal Cairo ha lasciato la Scuola superiore di Polizia a Roma dove da stamattina era in corso il vertice con gli inquirenti italiani che indagano sulla scomparsa e la morte di Giulio Regeni. All'interno della struttura sono ancora rimasti il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, il sostituto Sergio Colaiocco e gli investigatori dello Sco della Polizia e del Ros dei Carabinieri per fare un punto della situazione. Nella giornata di domani è previsto un nuovo incontro con gli egiziani.

Sul tavolo un dossier egiziano di duemila pagine, con indagini su circa 200 persone. All'incontro, alla scuola Superiore di Polizia a Roma, partecipano per l'Italia il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco, direttore dello Sco Renato Cortese e il comandante del Ros Giuseppe Governale. Per l'Egitto sono invece presenti due magistrati, il procuratore generale aggiunto del Cairo, Mostafa Soliman e il procuratore dell'Ufficio di Cooperazione internazionale Mohamed Hamdi el Sayed. Presenti anche tre ufficiali di polizia: il generale Adel Gaffar della National Security, il brigadiere generale Alal Abdel Megid dei servizi centrali della polizia egiziana e Mostafa Meabed, vicedirettore della polizia criminale del governatorato del Cairo.

Ci sono anche "le registrazioni delle videocamere di sorveglianza", un "registro delle chiamate del suo telefono portatile", "il rapporto di medicina legale sull'autopsia" e "le testimonianze di ufficiali e amici della vittima" nel dossier su Giulio Regeni portato oggi a Roma dagli inquirenti egiziani: lo scrive il sito del quotidiano egiziano Al Masry Al Youm citando una "fonte giudiziaria".

Madre scomparso egiziano a mamma Giulio, ti invidio – "Ti invidio per questo coraggio nel presentare le tue richieste determinate, ti invidio l'interesse del tuo governo per la causa di tuo figlio e, scusami, ti invidio per averlo potuto rivedere, anche se in modo tragico": così scrive alla madre di Giulio Regeni una donna egiziana mamma di un ragazzo scomparso in Egitto nel 2013, in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera online. "Cara Paola Regeni, sono passati mille giorni dal rapimento di mio figlio Amr Ibrahim Metwalli – si legge nel testo su Corriere.it -, che è stato nascosto nelle carceri del potere egiziano. Io e mille altre madri egiziane vorremmo rivedere i nostri figli, vedere che i media dell'Egitto parlassero delle nostre tragedie, invece di accusarci di raccontare bugie; vorremmo che un procuratore ci desse un po' d'ascolto" "Signora Regeni – conclude la lettera -, io e altre centinaia di mamme egiziane ti diciamo che la causa di tuo figlio è la nostra e che la causa dei nostri figli è nelle tue mani. La scoperta della verità su Giulio riporterà a noi i nostri figli e i nostri diritti. E ti diciamo anche che i nostri cuori si calmeranno soltanto quando tu e la tua famiglia otterrete giustizia".