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Editoriali

Fascismo e antifascismo, radicalizzare gli opposti estremismi fa gioco a chi rimane al centro: nuovi partigiani, una regia precisa?

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A quanto pare, come ad un segnale, tutti i ‘centri sociali’, si sono mobilitati per contrastare, in piazza e altrove, quei partiti, pur legittimamente sulla scena politica, che esprimono idee di un colore diverso dal rosso. L’aggressione a Giorgia Meloni, impedita da una piccola compagine di esagitati, a parlare a Livorno, ne è una propaggine, al grido di ‘Livorno è rossa’. Rossa o nera, chi mette in atto tali iniziative dovrebbe vergognarsi, ‘Senza se e senza ma’. È di ieri la notizia che, da parte dello staff di vigilanza di Matteo Salvini, è stato sventato un tentativo di contestazione, in occasione del suo intervento all’Hotel Carlton di Bologna, a distanza pericolosamente ravvicinata. Insospettiti dall’insolito numero di persone che chiedevano l’accredito per l’ingresso, i collaboratori di Salvini hanno scoperto che tra quelli erano presenti finti giornalisti, che altro obiettivo non avrebbero avuto se non quello di disturbare da vicino l’oratore. Inutile dire che a quel punto ogni nominativo è stato passato allo scanner.

E come sempre, quando accade qualcosa del genere, ci chiediamo a chi conviene

Creare disordini e insicurezza sociale – lo abbiamo scoperto con le Brigate Rosse, ma lo sapevamo già a causa del fallito golpe Borghese, o dalle bombe di Bologna, Italicus, Banca Nazionale dell’Agricoltura, Brescia eccetera, – fa gioco soltanto a chi vuole coagulare intorno a sé gente disorientata. Insomma, crea il disordine e poi fai vedere che aggiusti tutto. Cosa non si farebbe per un voto in più! In realtà, radicalizzare gli opposti estremismi fa gioco a chi rimane al centro. Sappiamo bene, invece, che la signora Boldrini non fa mistero delle sue idee, secondo le quali i ‘covi fascisti’ andrebbero chiusi, e i movimenti, o i partiti, sciolti, nella più schietta espressione di quello stesso fascismo che lei tanto dichiara di voler combattere. Finchè non ne adotta i metodi. Ma già, gli opposti, chiuso il cerchio, si toccano, e il comunismo boldriniano va a somigliare tanto a quel fascismo che lei vorrebbe cancellare non solo dalla faccia della terra, ma anche oscurando un ventennio di storia italiana. Dimenticando che in democrazia – posto che l’Italia sia una nazione che si trova in tale situazione, ma purtroppo la ‘democrazia’, o ‘governo del popolo’, non si vede da nessuna parte – le idee non si possono combattere. Oppure dovremmo tornare ai campi di confino. Anche se magari a qualcuno piacerebbe di più, vista la veemenza delle sue sparate in pubblico, proprio l’eliminazione fisica. La frase attribuita a Voltaire, secondo la quale il filosofo avrebbe detto: “Non sono d’accordo su quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”, da molti sconfessata come da lui non pronunciata, non avrà magari una paternità così prestigiosa, anche se in tale guisa ci è stata tramandata. Ma esprime comunque un grande principio di civiltà. E soprattutto di quella democrazia che nel ventunesimo secolo viene da tutti sbandierata, ma mai realmente messa in atto, a vantaggio invece di una dittatura strisciante, subdola e occulta.
La sollevazione dei Centri Sociali – che non molto tempo fa pareva che dovessero essere chiusi, se non altro perché ‘okkupavano’ abusivamente case e sedi sociali – è avvenuta come un sol uomo, in seguito a qualcosa che è parso a molti un segnale convenuto. Ragazzotti ai margini della vita civile e tante volte anche della legalità – uno di questi era Casarini, il quale s’è ‘ripulito’ e s’è messo in politica – si sono intruppati, e come seguendo un programma ben organizzato, stanno creando disordini e violenze ovunque siano presenti in folto e ben nutrito gruppo. Ma, e questo è indicativo, specialmente dove c’è da ‘punire’ un fascista, da creare una contromanifestazione, pur se ordinata, – ma con bandiere tricolori che a loro non piacciono, – da contestare la commemorazione delle foibe, a cui inneggiano, come se i relativi martiri non fossero italiani, da disturbare parlamentari legittimamente eletti e segretari di partiti a loro non graditi; eccetera eccetera.

Mentre Boldrini & Co. soffiano su un fuoco che rischia di causare un incendio. L’aggressione di Palermo ne è un sintomo.

Massimiliano Ursino non è un angioletto, e la sua fedina penale ne fa fede. Ma la ‘giustizia fai da te, quella deprecata da alcune parti politiche quando un onesto cittadino si difende da un’aggressione, se non vale per una parte, non deve valere neanche per l’altra. Gli episodi attribuiti ad Ursino, per i quali è stato condannato, e si presume abbia scontato la relativa pena, si riferiscono al 2005 e al 2006, e quindi non è pensabile che questa aggressione riguardi proprio quegli episodi. È in atto un’intimidazione fisica contro chi coltiva idee ‘non di sinistra’, per usare un eufemismo.

Ma le Forze dell’ordine, che fanno, quando non sono impegnate a farsi bastonare in piazza o dai clandestini spacciatori?

Se siamo arrivati a questi estremi, la responsabilità è del governo, di un governo Piddino troppo debole, che ha sfacciataggine di rivendicare ancora la guida della Nazione, dopo averla ridotta in braghe di tela, nonostante i poco sinceri proclami pubblici: ieri la Whirlpool ha mandato a casa quasi 500 lavoratori, per andare a produrre dove i costi sono meno della metà, e dove l’azienda godrà di prebende che in Italia non riceverebbe – tipo 30.000 euro ad operaio assunto – da parte di un’Europa che distribuisce lo stesso denaro che succhia dalle italiche tasche: giusto per farci chiudere. Mentre un Gentiloni sempre più nel pallone va proclamando che in Italia non ci sono mai state circostanze così favorevoli per investimenti esteri. Cioè tutto il contrario della realtà.
Chi adotta la flat tax va a gonfie vele, altro che abbassare le tasse ai ricchi: quando i balzelli dello Stato sono troppo alti, oggi si fa presto, si va a produrre all’estero, dove tutto costa meno. E ti saluto core. Abbiamo un governo debole, che ad arte approfitta che in questo clima di violenza che si va creando per le strade si torni agli anni ’70, e tutti insieme si vada a votare compatti per chi mentendo asserisce d’aver la panacea per tutti i mali – cioè l’Europa – e di poter dare all’Italia un governo stabile, senza guardare alleanze spurie e contro natura, ma soltanto in nome della governabilità e a vantaggio di una Unione Europea – leggi banche e Germania – che minaccia rappresaglie in caso di risultato elettorale sfavorevole. È una trappola in cui non dobbiamo più cadere. I delinquenti di strada di qualsiasi colore vanno arrestati e messi in condizioni di non nuocere. I rappresentanti dei partiti politici devono essere messi in grado di esprimere le loro proposte. Il caos conviene soltanto a chi vuole ciurlare nel manico, e magari recuperare quel terreno che sente scivolargli sotto. Non sarà che il PD è alle corde?

Roberto Ragone

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Silenzio assoluto e oscurantismo sul centenario della nascita dell’URSS: una compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente

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Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni

E’ indiscutibilmente una vicenda quasi irreale quella che stiamo vivendo noi cittadini europei, non solo l’acrimonia se non odio vero e proprio nei confronti della Russia ma anche il fatto che sono trascorsi un pugno di giorni dalla ricorrenza della nascita il 30.12.1922, dell’URSS, della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, cioè della compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente e il silenzio è stato ed è, assoluto, oscurantismo completo! Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni: era l’epoca di Lenin, il creatore del nuovo stato sovietico, la configurazione politica più significativa del pianeta, una superficie che occupava e occupa quasi tanto quanto gli Stati Uniti e la Cina messi assieme! Il 30.12.1922 nel segno di una rivoluzione di cui non si era mai visto prima l’eguale per conquiste sociali e politiche ma anche per distruzioni e morti, era il proseguimento della Russia di Ivan il Terribile, di Pietro il Grande e di Caterina II la Grande con il loro notevole apporto alla grandezza e alla civilizzazione dell’immenso Paese. Spirito, cultura rivolti verso l’Europa: l’occidentalizzazione è fino ad oggi il suo marchio e la sua fisionomia, è la maggiore nazione europea. La componente asiatica, ricca di numerose razze e lingue e civiltà, evidenzia altre caratteristiche dello sconfinato Paese.

La orribile guerra Russia-Ucraina, in verità Stati Uniti, Nato e la serva Europa contro la Russia, durerà a lungo, con investimenti sempre maggiori in armamenti e appezzentimento e miseria inevitabili dei popoli europei: il bilancio, come sempre nella storia dell’uomo, fame e miseria, distruzioni e morti. E gli autori e armatori, Stati Uniti ecc. ben acquattati dietro le quinte, mandano armi e soldi e lasciano che gli altri si ammazzino e sbudellino, sotto la guida dell’amato Zelensky! Inevitabili rancore e risentimento della Russia nei confronti dell’Europa, anni e anni saranno necessari per rimuovere tali sentimenti e tornare al rispetto e alla ripresa delle relazioni.

Per ripetere Bertrand Russell, Einstein, Papa Francesco, è somma stoltizia e follia spendere soldi per ammazzarsi e distruggere e non invece migliorare le condizioni di vita, anche dei popoli in difficoltà. Nobel, l’inventore della dinamite, scrisse: i grandi criminali che trascinano i popoli verso la guerra! Sono sotto gli occhi di tutti, impuniti, grazie ai cittadini indifferenti e masochisti: una corsa verso il baratro. E le Ursule europee e italiane, sorridenti, mandano armi e soldi, per essere ligie a Biden e alla NATO, i nemici viscerali autentici, i guerrafondai! Perché tanto servilismo a Biden & Co e tanto odio verso la Russia, la sorella europea?

Allorché la politica, come quella che ci circonda, si immischia delle cose del pensiero e della cultura non può che dimostrare inadeguatezza: i Mitterand, i Malraux, i Willy Brandt, i Kohl, i Moro sono materiale raro, pregiato, ben altre le loro condotte: l’agone politico europeo è infestato anche dalla fauna più ignorante e non di rado mazzettiera e corrotta. A nome dei popoli che disgraziatamente sono chiamati a rappresentare, come si permettono i politici europei, con quale autorità morale e culturale, di seminare odio inaudito nei confronti della Russia, non solo con le loro stolte parole ma a mezzo di iniziative quando non criminali o illegittime, chiaramente ridicole e grottesche? Come si permettono di parlare a nome dei propri cittadini di cultura e di civiltà e al medesimo tempo vilipendere questo grande paese, gloria dell’Europa, per primo promotore della giustizia sociale e della uguaglianza tra la gente, salvatore reale dell’Europa in più occasioni col sangue dei propri figli, patria di titani dell’arte di ogni genere, che hanno illuminato, e illuminano, l’intero pianeta? E allo stesso tempo sostenere i vari falstaff bombaroli, dichiaratamente nazionalisti e occultamente nazisti e fascisti? Come si permettono i vari Macron, le varie Ursule della scena europea, togliere soldi ai propri cittadini e regalarli a Zelensky affinché più razionalmente possa contribuire, senza nessuna opposizione o parvenza di contestazione, alla distruzione sistematica del proprio paese e alla gestione di cifre faraoniche di soldi? Perché? A Zelensky sì e no alle altre popolazioni del pianeta bisognevoli? Che cosa è siffatta solidarietà a senso unico? E’ palesemente solo per inginocchiarsi a Biden, prevaricatore per vocazione personale e per tradizione storica. Quanto in qualche modo contribuisce alla evidente e sfacciata improvvisa avversione alla Russia è anche il fatto che in Europa oggi è politicamente evidente una forte presenza cosiddetta di destra se non autoritaria in certi stati, da sempre per costituzione ideologica, conservatrice e reazionaria, tra l’altro nemica connaturata del comunismo: quindi la cosiddetta ‘aggressione’ della Russia, in perfetta sintonia con gli Stati Uniti è occasione di insulti e rappresaglie. Abbasso la pace, evviva la guerra! La Cina è presente e guarda solamente, per ora e, a parte i pericoli suscettibili di sfociare in qualcosa di distruttivo della intera umanità, la sola compagine idonea a fungere da arbitro fattivo e intelligente verso la pace, l’Europa dunque, è ormai dichiarato e felice stuoino di Biden e NATO, senza impedimenti, tutti d’accordo, salvo la gran parte dei cittadini! La dissoluzione dell’URSS il 26.XII.1991 a seguito delle teorie e ideali del presidente Gorbaciov, la guerra in atto, risveglia, come è stato osservato, l’atmosfera in Europa degli anni venti e trenta e cioè Stalin e la nascita di Mussolini, di Franco, di Salazar, di Hitler…

Si legga quanto scritto sul Muro di Berlino, il simbolo della cortina di ferro, della divisione tra le nazioni, e si ricordino le parole di Kennedy del 26 giugno del 1963 a Berlino Ovest: Ich bin ein Berliner, sono un berlinese, a sottolineare la comunità delle genti e non i conflitti o addirittura le guerre!

Noam Chomsky, sempre univoco, ha scritto ripetutamente che l’Europa “è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile….una brutta copia degli Stati Uniti, anche se ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza. Gli intellettuali d’Europa…..hanno subito dagli Stati Uniti un totale lavaggio del cervello”. E il da poco defunto presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha scritto: “…oggi abbiamo bisogno di Europa, di un’Europa che sia e diventi uno strumento di pace”. “La pace è amicizia tra i popoli, è cooperazione tra gli Stati, condivisione di sovranità con gli organismi internazionali”. Tutto saltato in aria “..dalle armi che sparano, dalle bombe che esplodono, dal riarmo sul nucleare….”.

La sola speranza sono i cittadini europei e il loro dissenso, partecipativo.

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Strage di Acca Larenzia: chi fu il mandante?

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Tanti passaggi di mano per la mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65 usata per la strage di via Acca Larenzia, per il rapimento di Aldo Moro, per gli omicidi dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffilli.

Oggi dopo 45 anni da quei fatti ci si chiede ancora: chi è il mandante? Riproponiamo la video intervista del 2018 a uno dei sopravvissuti – Maurizio Lupini – e il video servizio che ripercorrere il clima politico di quei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano.

La video intervista a Maurizio Lupini [Cliccare sulla foto per guardare]

Il video servizio che ripercorre quello che era clima politico dei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano [Cliccare sulla foto per guardare]

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Giustizia pilastro della democrazia, Lucarella: “Si intervenga sulle storture”

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Il referendum sulla giustizia è alle porte. Si voterà il prossimo 12 giugno. Nel mezzo c’è la riforma del Ministro Cartabia che, dopo il primo passaggio alla Camera dei Deputati, è
incardinata al Senato della Repubblica.

Questo il commento a caldo di Angelo Lucarella, vice coordinatore della commissione giustizia del Ministero dello sviluppo economico, che L’Osservatore d’Italia ha raccolto per i lettori.
“Il referendum è un istituto costituzionalmente sacro del nostro Paese. Non si tratta di essere pro o contro la magistratura o sostenere una iniziativa di colore politico. Si tratta di riconoscere che esiste un problema e di non sottovalutare che la democrazia si deve esprimere, soprattutto, con la chiamata del popolo al voto.

Illustri giuristi come Nordio, Cassese, ecc. hanno sposato la questione perché siamo ad un punto cruciale della vita del sistema giudiziario.
Ecco, sebbene il referendum non risolva tutti i problemi di certo ne evidenzia quelli indifferibili da trattare. Porte girevoli in primis. Anzi, poiché c’è un limite oggettivo di natura costituzionale si dovrebbe anche intervenire con una revisione puntuale che includa un nuovo assetto del giusto processo e che fissi una volta per tutte la separazione delle carriere (che ad onor del vero, se passasse oggi il referendum, porrebbe un problema di politica giudiziaria ulteriore ovvero come pensare i percorsi sin dalle Università).


In sostanza siamo tutti per una magistratura sana, perché ci sono tanti giudici seri, coraggiosi, garantisti. È anche per loro, oltreché alle circa 30 mila persone colpite da ingiuste carcerazioni dagli anni 90 in poi (dati pubblicati dall’Osservatorio ErroriGiudiriari in collaborazione con l’Unione Camere Penali d’Italia) che occorre rispettare il voto referendario.
In ultimo è da tener conto che il Ministero della Giustizia ha riportato che nel 2021 ci sono stati circa 24 milioni di euro di risarcimenti per ingiusta carcerazione preventiva (nel 2020 il totale fu 37 milioni) e che 43 mila euro, invece, è la media-importo per caso.
Ad ogni modo l’importante è andare a votare (a prescindere dall’orientamento per il Si o per il No) perché più forte è la voce dei cittadini, migliore più essere il dialogo tra i poteri dello Stato”.

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