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di Andrea Barbi
FICAROLO (RO) – Il proprietario e gestore di alcune attività commerciali tra le quali l’Hotel Lory, è disposto ad incatenarsi, sue parole, al portone d’ingresso della sua struttura pur di riprendersi la proprietà dell’ Hotel da lui fondato 14 anni fa, che gli è stata tolta da un decreto del prefetto di Rovigo che ne ha disposto la requisizione. Luigi Fogli, imprenditore originario di Comacchio, ma residente nel piccolo comune di Ficarolo, poco più di 2000 anime a sud-est della provincia di Rovigo, dove ha intrapreso diverse attività commerciali, è in lotta da venerdì scorso contro il provvedimento che lo costringe ad ospitare 72 delle 80 persone provenienti da paesi non belligeranti dell’africa subsahariana e destinate al comune rodigino, dal 1 Novembre 2016 al 30 Aprile 2017. Numero pari alla capacità massima di posti letto del suo albergo di 30 stanze situato a ridosso del ponte sul fiume Po che in quel punto divide il Veneto dall’Emilia Romagna.
Venerdì 28 ottobre, poco dopo mezzogiorno 2 militari dell’arma dei carabinieri gli hanno notificato l’atto che lo metteva di fronte a quello che lui vive come un sopruso e gli fa temere per il destino della sua azienda, la White House s.r.l., che detiene la proprietà dell’omonimo ristorante, molto rinomato nella zona, dell’Hotel a 3 stelle in questione e del piccolo night club New Rimmel, tutti ubicati nello stesso edificio.
80 persone anzichè 6 Il sindaco del piccolissimo comune sulla riva sinistra del Po e la maggioranza dei suoi concittadini supportano la protesta di Fogli sostenendo che la vicenda crei un serio e preoccupante precedente poiché si tratta, a loro avviso, di calpestare la proprietà privata e non rispettare le attuali regole sull’accoglienza che prevedono un massimo di profughi pari al 3 per mille della popolazione del comune ospitante. Nel caso di Ficarolo sarebbero 6 persone, molte meno delle 80 che arriveranno nel rodigino.
Sono facili i parallelismi con la vicenda di Gorino accaduta pochi giorni fa, ma l’energico e combattivo imprenditore ci tiene a precisare che la situazione è molto diversa e ben più grave di quella precedente. Sia per le maggiori proporzioni che per i danni economici che questo provvedimento comporta. Il suo hotel durante la settimana ospita gli operai e i lavoratori fuori sede che operano nelle zone limitrofe e arrivano quasi a riempire la sua struttura per tutto il tempo dell’anno. Il danno deriva dal fatto che a fronte della rinuncia della sua solita clientela riceverà, da una cooperativa che gestisce l’accoglienza 7 euro al giorno per ogni persona ospitata, con pagamento a partire da 180 giorni e senza nessuna garanzia per eventuali danni. Una cifra molto inferiore rispetto alle tariffe che non consentirebbe di coprire nemmeno le spese dell’attività. Condizioni che Luigi Fogli conosce bene visto che qualche settimana fa si era informato presso la prefettura della sua provincia per l’eventualità di prendersi carico di qualche migrante, eventualità che aveva subito scartato visto le condizioni troppo sfavorevoli. Situazione inaccettabile per una persona che per oltre 50 anni ha creato posti di lavoro in una zona così periferica della pianura veneta.