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Firenze, accordo quasi fatto per cedere a Palazzo Vecchio il campo del rugby

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Tempo di lettura 3 minuti In cambio lo Stato avrà una serie di immobili, tra cui un palazzo in via Leopardi

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di Angelo Barraco
 
Firenze – Il Governo si appresta a firmare con Palazzo Vecchio una permuta dal valore di 2,5 milioni di euro che riguardano l’area dello stadio del rugby di Campo di Marte, diversi immobili comunali tra cui un grosso palazzo in Via Leopardi e che potrebbe diventare parte del “Patto per Firenze”. Dall’Agenzia del Demanio e dal Comune riferiscono che l’accordo è ormai concluso. Roberto Reggi, numero uno dell’Agenzia del Demanio, riferisce: “Non è ancora detto ma una delle ipotesi è che l'accordo sulla grande area del Campo di Marte entri come un pezzo del patto per Firenze”. Non è la prima volta che Comune e Demanio si trovano seduti sullo stesso tavolo poiché vi è Forte Belvedere, che il Comune ha chiesto in concessione allo Stato nell’ambito del federalismo demaniale nel 2016. Ricordiamo inoltre che il principale promotore per la ristrutturazione del Forte è stato Pietro Bargellini, Sindaco negli anni 60 e assessore alla cultura nella giunta La Pira negli anni 50. La vicenda legata allo Stadio Padovani risale invece al 1868, quando Palazzo Vecchio firma una convenzione con il ministero della Guerra a cui venne concesso in uso perpetuo tutta l’area del Campo di Marte. Il Comune ha messo in piedi lo stadio Franchi, il Mandela Forum, lo stadio atletico, Ridolfi, Costoli. Ma dopo tanti anni lo stadio Padovani nell’area Campo di Marte è un simbolo per la città poiché rappresenta una struttura in cui la storia e l’evoluzione odierna si incontrano. Un campo con due campi, tribune, spogliatoi, la palestra, vi sono inoltre due campi da tennis, uno di calcetto e una birreria ristorante. Sono stati fatti diversi accorti tra le istituzioni, uno del 1997 e uno nel 2005 ma mai il via libera. L’accordo per il passaggio dell’area a Firenze è chiuso quindi Palazzo Vecchi potrà investire su rugby. Matteo Renzi ha annunciato nelle settimane scorse il patto per Firenze e da ciò potrebbe giungere non solo l’ok finale ma anche i soldi per le infrastrutture quali aeroporto, tramviaria, Opera, Fortezza da Basso, ma anche la risoluzione di problematiche aperte con lo Stato. Con il Patto potrebbero arrivare a Firenze anche Forte Belvedere, la Fortezza medicea di San Giorgio già in uso dal Comune per mostre, eventi. Il tavolo di valutazione ministeriale è ancora aperto, in merito agli altri due immobili demaniale si prospetta una destinazione ricettiva. A fine anno vi sarà una nuova asta per il Podere Colombaia a Poggio Imperiale, invece per i 1.100 metri quadrati del palazzo di Piazza San Felice sono già state avviate due società alberghiere. Renzi ha parlato del “Patto per Firenze” anche dal Parco dell’Unita alle Cascine, dove ha parlato di soldi e di un progetto speciale tra cui l’ampliamento del Museo del Calcio. Un patto che dovrebbe essere firmato prima del referendum, tema che ultimamente preme molto al premier che ha sottolineato inoltre “Ho sempre detto che non avrei accettato premi di consolazione, ogni volta che mi sono candidato. E allora non lo dico più che se al referendum passa il no vado a casa perché non è un referendum su di me. Io so cosa faccio se vince il sì o se vince il no, in entrambi i casi sarà divertente. La riforma è molto, molto, molto più importante della mia piccola esperienza, questo non è un referendum su di me ma per i vostri figli, non buttate via l'occasione. Vorrei dire a chi vota no di andare a un'assemblea di condominio, poi di andare a una seconda assemblea uguale ma con persone diverse, e poi quando si raggiunge un'intesa torna alla prima, e intanto il mondo va avanti. La battaglia per cambiare l'Italia è cominciata da qui. Se ciascuno si impegna, si vincerà facile”. 

Cronaca

Emanuela Bruni nuovo presidente della Fondazione MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo

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È Maria, detta Emanuela, Bruni frascatana classe 1960 la nuova presidente della Fondazione MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
La scelta è stata ufficializzata dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione riunitosi oggi dopo la nomina di Alessandro Giuli come Ministro della Cultura.
La Bruni, giornalista professionista nonché scrittrice, è stata la prima Donna a presiedere l’Ufficio del Cerimoniale di Palazzo Chigi.
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana su nomina del presidente Carlo Azeglio Ciampi, di cui fu stretta collaboratrice in quanto responsabile della Comunicazione radiotelevisiva per l’ingresso nell’Euro, vanta un curriculum di alto spessore e profilo istituzionale: dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi per circa un decennio al coordinamento dell’attività dei Servizi del Cerimoniale Nazionale ed Internazionale.
Già assessore alla Cultura della città di Frascati, di cui oggi è consigliere comunale e presidente della Commissione Affari Istituzionali della città Tuscolana, la neopresidente Emanuela Bruni, laureata in lettere e con un Master in Comunicazione Istituzionale e Relazione con i Media per la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, è “giornalista di razza” passata attraverso le redazioni di testate importanti come “L’eco di Bergamo” ed il “Sole24Ore”.
Appassionata ed esperta di arte ed architettura è oggi nell’Ufficio Stampa dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.

Tra le sue pubblicazioni spiccano il “Piccolo dizionario delle italiane”, “La frascatana e le altre” e l’ultima sua opera, “Verde e antico” dedicata ai giardini ed ai paesaggi dei Castelli Romani.
La Bruni, negli ultimi anni, ha dato vita ad uno dei salotti letterari più importanti di Frascati e della provincia romana “Libri in Osteria” che ha ospitato autori del calibro di Angelo Polimeno Bottai, Luigi Contu, Riccardo Cucchi, Antonella Prenner, Michele Bovi e tanti tanti altri.

Giunga alla neopresidente Emanuela Bruni da parte della redazione de L’osservatore d’Italia l’augurio per un buon lavoro

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Ambiente

Tragedia sul Monte Bianco: Ritrovati i corpi di quattro alpinisti

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Due italiani e due coreani vittime della montagna. L’ultimo sogno realizzato sul Cervino prima del fatale destino

Un silenzio carico di dolore avvolge le pendici del Monte Bianco, dove ieri sono stati ritrovati i corpi senza vita di quattro alpinisti: due italiani e due coreani. Sara Stefanelli e Andrea Galimberti, i due connazionali di cui si erano perse le tracce dal 7 settembre, hanno trovato il loro ultimo riposo tra i ghiacci eterni della montagna che amavano.

Il tragico epilogo è giunto dopo giorni di angosciosa attesa e speranza. Le condizioni meteorologiche avverse avevano impedito per tre interminabili giorni il decollo degli elicotteri di soccorso. Solo ieri, con una schiarita, un elicottero del soccorso alpino francese è riuscito a levarsi in volo, portando alla luce la drammatica verità.

Etienne Rolland, comandante del Pghm di Chamonix, ha confermato che le due cordate sono state “rapidamente localizzate”, grazie alle informazioni sul loro probabile percorso e altitudine. Una conferma che rende ancora più straziante l’idea che i soccorritori sapessero dove cercare, ma fossero stati ostacolati dalle forze della natura.

La notizia ha scosso profondamente la comunità alpinistica e non solo. Sulla pagina Facebook di Andrea Galimberti, una cascata di messaggi di cordoglio ha sostituito le precedenti speranze di un lieto fine. Amici e conoscenti piangono ora la perdita di un appassionato alpinista e della sua compagna d’avventure, Sara.

Le ultime immagini condivise sui social dai due mostrano momenti di pura gioia sul Cervino, appena pochi giorni prima della tragedia. Scatti che ora assumono un significato quasi profetico, immortalando l’ultimo grande sogno realizzato insieme. Andrea descriveva con entusiasmo l’ascesa al Cervino compiuta il 3 settembre: “Dopo il classico corso di alpinismo tre mesi fa Sara inizia ad arrampicare con me. Davvero tanta roba da subito, in alta quota sul facile non ha problemi anzi va da Dio”.

Queste parole, cariche di orgoglio e affetto, risuonano ora come un addio involontario, un testamento della passione che li univa e che li ha portati a sfidare le vette più impervie.

La tragedia sul Monte Bianco non ha risparmiato nemmeno i due alpinisti coreani, il cui destino si è intrecciato fatalmente con quello degli italiani. Quattro vite spezzate, quattro storie di passione per la montagna interrotte bruscamente.

Mentre la comunità alpinistica si stringe nel dolore, questa tragedia riaccende il dibattito sulla sicurezza in montagna e sui rischi che anche i più esperti corrono nell’affrontare le sfide delle alte quote. Il Monte Bianco, maestoso e implacabile, si conferma ancora una volta una bellezza tanto affascinante quanto pericolosa, capace di regalare emozioni uniche ma anche di reclamare un tributo altissimo.

Le indagini sulle cause precise dell’incidente sono ancora in corso, ma già si leva un coro unanime: quello della prevenzione e della prudenza, anche per i più esperti. Perché la montagna, nella sua immensa bellezza, resta sempre un ambiente che richiede il massimo rispetto e un’infinita cautela.

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Economia e Finanza

Manovra economica: Giorgetti illustra il quadro, dubbi su tetti agli emendamenti

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Il ministro dell’Economia spiega le difficoltà legate alle nuove regole europee. Tajani: “Grande unità di intenti nel Centrodestra”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto il punto sulla manovra economica in una riunione con i parlamentari della Lega, alla presenza di Matteo Salvini. “Ho illustrato ampiamente la cornice della manovra,” ha dichiarato Giorgetti, evidenziando le complessità del processo dovute alle nuove regole del Patto di Stabilità europeo. “Queste nuove norme rendono difficile non solo la preparazione del bilancio, ma anche la gestione degli emendamenti, poiché dobbiamo rispettare clausole stringenti riguardanti la spesa pubblica,” ha aggiunto il ministro. Tuttavia, ha precisato che al momento non sono stati discussi eventuali limiti sul numero di emendamenti.

Le dichiarazioni di Giorgetti giungono all’indomani di un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, durante il quale i leader del Centrodestra hanno discusso la Legge di Bilancio. In merito all’incontro, il vicepremier Antonio Tajani ha espresso ottimismo: “C’è grande unità di intenti nel Centrodestra, come ha dimostrato la riunione di ieri,” ha affermato Tajani in un’intervista. Tra i temi al centro della manovra, il taglio del cuneo fiscale e le privatizzazioni sono considerati prioritari per finanziare misure come l’aumento delle pensioni minime.

Il ruolo della Bce e la riduzione del debito

Tajani ha anche ribadito l’importanza di una strategia per la riduzione del debito pubblico, sottolineando la necessità di un taglio dei tassi di interesse almeno dello 0,50%. “È giunto il momento che la Bce si trasformi da guardiana dell’inflazione a una vera banca centrale che sostenga l’economia reale,” ha dichiarato.

Incontro con Forza Italia: conferme e proposte

Sempre nella giornata odierna, una delegazione di Forza Italia, composta dai capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, insieme a esponenti economici del partito, ha incontrato Giorgetti presso il Ministero dell’Economia per discutere l’impostazione della manovra. “Forza Italia ha espresso apprezzamento per la struttura della manovra, in linea con le indicazioni del segretario Antonio Tajani,” si legge in una nota del partito. Tra le priorità di FI, confermate durante l’incontro, vi sono il taglio del cuneo fiscale, la riduzione dell’Irpef e l’aumento delle pensioni minime.

Il confronto ha toccato anche temi come il costo dell’energia e la competitività delle imprese italiane. Forza Italia ha inoltre proposto di estendere le tutele al lavoro femminile, in particolare alle lavoratrici autonome, e di confermare il sostegno ai giovani con misure dedicate alla prima casa e all’inizio di nuove attività imprenditoriali. In conclusione, il partito ha ribadito l’importanza delle liberalizzazioni e della tassazione dei colossi del web, un tema che potrebbe essere esteso anche in ambito europeo.

Il dialogo tra governo e maggioranza proseguirà nelle prossime settimane, con l’obiettivo di definire una manovra che tenga conto delle esigenze di crescita economica, stabilità finanziaria e rispetto delle nuove direttive europee.

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