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FIRENZE: OMICIDIO ASHLEY OLSEN, HA APERTO LA PORTA AL KILLER

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Tempo di lettura 3 minuti Il fidanzato non è sospettato del delitto

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di Angelo Barraco
 
Firenze – La magnifica città di Firenze si tinge di rosso e una fitta nebbia torna ad avvolge una splendida città vittima di misteri ed incubi del passato. Il 9 gennaio viene rinvenuto in un piccolo appartamento del quartiere Santo Spirito, in Via Santa Monia, precisamente vicino Piazza del Carmine, il corpo senza vita di  Ashley Olsen. La 35enne di origine statunitense è stata strangolata. A dar credito a tale tesi sono stati i segni sul collo della vittima, gli accertamenti del medico legale hanno confermato i segni dello strangolamento e la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per omicidio. Tutte le ipotesi restano aperte, uno dei primi scenari al vaglio degli inquirenti è che la giovane possa essere stata uccisa da qualcuno incontrato occasionalmente. Sulla porta di casa della vittima non sono presenti segni di scasso o forzature, segno che la vittima ha aperto la porta al suo assassino e lo conosceva, ciò esclude l’ipotesi rapina. Si attende inoltre il referto autoptico per accertarsi se la donna abbia avuto rapporti sessuali o meno. A ritrovare il corpo è stato il fidanzato che non la sentiva da tre giorni, a seguito di una lite. Aveva provato a chiamarla ma lei non rispondeva così, preoccupato, ha rintracciato la proprietaria dell’appartamento, hanno aperto l’appartamento e hanno rinvenuto il cadavere. Secondo gli inquirenti la morte della giovane non sarebbe avvenuta il giorno del ritrovamento. 
 
Il fidanzato è un pittore fiorentino di 42 anni ma non è sospettato del delitto. Il racconto fatto dall’uomo agli inquirenti risulta chiaro e senza falle, testimoni hanno inoltre confermato l’alibi fornito dall’uomo poiché ha dichiarato che in quell’arco di tempo  in cui la giovane non dava più notizie di se, si trovava altrove.  Ma su questo caso iniziano a farsi strada i misteri. Dov’è il cellulare di Ashley? Il cellulare della giovane non è stato trovato all’interno della sua abitazione. Il telefono risultava staccato da venerdì mattina. Emerge inoltre che la donna è stata vista l’ultima volta nella notte tra giovedì e venerdì, in un locale di Firenze con delle amiche che però sono andate via prima. Gli inquirenti hanno repertato un reggiseno di pizzo nero che si trovava abbandonato sul sellino di una bicicletta che si trovava a pochi metro dall’abitazione. E’ stato un omicidio d’impeto e non premeditato, sicuramente la vittima aveva discusso con il killer prima che avvenisse il brutale omicidio. La dinamica è al vaglio degli inquirenti, ma una risposta la si potrebbe avere dalla tecnologia e precisamente dalle telecamere di sorveglianza che si trovano nelle zone limitrofe. 
 
Firenze e le donne uccise in casa: Firenze ha una storia di omicidi compiuti all’interno di abitazioni che iniziano negli anni 70, delitti analoghi a questo. I delitti sono tanti ma noi vi elenchiamo quelli che riteniam abbiano delle analogie con questo omicidio. Questi delitti sono rimasti senza un colpevole.
22 maggio 1972: Via Bolognese, nel quartiere San Jacopino, viene rinvenuto il cadavere di Miriam Ana Escobar di 19 anni, nata a El Salvador e risiedente in Italia da 3 mesi. La giovane viene strangolata con un foulard. Viene trovata senza scarpe, sul suo corpo nessun tipo di violenza. Il 14 dicembre del 1983 viene uccida Clelia Cuscito, una prostituta. Prima viene strangolata e poi viene colpita ripetutamente con 15 coltellate. L’omicidio si consuma in Via Gian Paolo Orsi. Il 2 marzo del 1984, a Firenze in Via Bolognese viene trovato tra gli ulivi e l’erba il cadavere di Gabriella Caltabellotta, studentessa di 18 anni residente nel quartiere San Jacopino. La giovane è stata strangolata e colpita con dieci coltellate alla schiena. Vi è poi l’omicidio di Giuseppina Bassi, 55 anni, avvenuto in via di Benedetta. L’assassino l’ha strangolata e poi è andato via senza prendere via nulla.
 
La Toscana si avvolge di ombre e misteri poiché è avvolta da una fitta cortina di mistero la morte di Beata Balon, 45 anni di Varsavia (Polonia), trovata cadavere in data 11/01/2016 all’interno del suo appartamento nel quartiere Ponzano ad Empoli (Firenze). La donna lavorava in una ditta di pulizie. Il cadavere è stato scoperto intorno alle 8 del mattino dal compagno, Guardia Giurata, che ha prontamente chiamato il 112. La donna indossava un pigiama, era riversa sul letto e in testa aveva un sacchetto di plastica. Il sacchetto di plastica fa ipotizzare ad un decesso per soffocamento e/o strangolamento, ma sarà l’autopsia a dare ulteriori risposte. La donna aveva due figli in Polonia, ma da una precedente relazione, dall’attuale compagno non aveva avuto figli. L’uomo è stato interrogato e ha riferito agli inquirenti di aver dormito con la donna ma non si sarebbe accorto di nulla. Sono stati interrogati inoltre parenti e amici della coppia. I due vivevano in quella casa da circa due anni ma, raccontano i vicini, non erano molto socievoli. La donna aveva sofferto di crisi depressive in passato e anche di alcolismo. Tali momenti della sua vita li aveva descritti apertamente sulla sua pagina facebook, avrebbe tentato di togliersi anche la vita in passato. Nell’appartamento non sono stati trovati segni di scasso o forzatura. Si attende l’autopsia che darà maggiori risposte a questo misterioso delitto.

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Da Bracciano ad Anguillara fino a Morlupo: strade pericolose e buche killer. Si corre ai ripari solo con i limiti di velocità

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Calzante l’analisi del consigliere comunale di Anguillara (Sinistra in Comune) Enrico Stronati

Buche come crateri che con la pioggia hanno l’effetto di tanto laghetti artificiali. La provincia a Nord di Roma è piena tanto che la Città Metropolitana ha dovuto prendere dei provvedimenti riducendo drasticamente i limiti di velocità. La decisione ha scatenato un fiume di condivisibili polemiche da parte dei residenti dell’area che giustamente vorrebbero si tappassero le buche anziché limitare la velocità delle auto in strade ad alto scorrimento.

Di fatto Città Metropolitana è stata chiara: «Verificato – si legge nell’ordinanza – che allo stato attuale non sono disponibili le risorse economiche necessarie per gli interventi di manutenzione necessari per la messa in sicurezza delle strade in oggetto; Considerato che le condizioni attuali delle strade pregiudicano l’incolumità per tutte le categorie di utenti anche nell’ipotesi del pieno rispetto della velocità massima consentita ed imposta di 70 chilometri orari e 90 chilometri. Preso atto della gravità della situazione».

L’ordinanza è dettagliata e riguarda più strade oltre le principali già dette. Infatti l’atto con effetto immediato, del limite massimo di velocità in 30 chilometri orari, riguarda tutte le categorie di utenti in transito lungo la strada provinciale 4/a “Settevene Palo II” dal chilometro 0+500 aI chilometro 14+300 e dal chilometro 16+500 al chilometro 17+746 (fine tratto); la strada provinciale 15/b “Palidoro Crocicchie” dal chilometro 0+000 al chilometro 14+000; la strada provinciale 41c “Statua” dal chilometro 0+000 aI chilometro 3+660 e dal chilometro 5+400 al chilometro 11+233 (fine tratto); la strada provinciale 493 “Braccianese” dal chilometro 0+000 al chilometro 9+320, dal chilometro 10+200 al chilometro 20+000, dal km 20+675 al chilometro 21+400 e dal chilometro 26+060 al chilometro 33+330 (fine competenza).

Anguillara una cittadina in crescita demografica accelerata dagli anni ’70, oggi sembra un bel quadro con una cornice malandata.

In largo dello Zodiaco le buche sono più grandi e visibili dello stesso battistrada. Che siano spazi privati o comunali, le buche si fanno sentire soprattutto sui pneumatici degli automobilisti e nelle scivolate dei ciclisti.

Calzante l’analisi del consigliere comunale di Sinistra in Comune Enrico Stronati: «La situazione di molte delle nostre strade è indecente, sono tanti anni – ormai – che non esiste un vero programma di manutenzione della viabilità e delle cunette che sono ormai piene di rifiuti e detriti che impediscono all’acqua di defluire aumentando l’usura e il danneggiamento del manto stradale. Le amministrazioni precedenti si sono trovate ad affrontare il baratro del default finanziario e i finanziamenti erano ridotti al lumicino. Il Covid ha portato nelle casse comunali svariati milioni di euro. Esiste un elenco di decine di opere finanziate con i fondi del PNRR. Non c’é, quindi, bisogno di impegnare i fondi del bilancio comunale per soddisfare il desiderio della politica vecchio stampo di voler dimostrare di “fare”. Peraltro è stata illusa la popolazione al momento della cessione del servizio idrico ad Acea (a spese del cittadino) affermando di utilizzare la squadra degli operai comunali, liberati dall’impegno delle manutenzioni idriche, per sistemare le strade. Come se i nostri operai disponessero dei macchinari necessari per una simile missione. Non è stata neanche sfruttata la fortunata coincidenza con i lavori per la posa delle condotte del metano e della fibra per rifare le strade oggetto dei lavori e pulire le cunette. Solo a Ponton dell’Elce, grazie alla posa delle condotte del metano in programma sin dal 2011 (non certo opera del comune) si ha una situazione decente. Sulle strade fatte a metà da Unidata spesso capita di incrociare automobilisti contro mano per sfruttare la carreggiata sistemata. La memoria collettiva spesso dimentica gli accadimenti, ma è importante ricordare che l’ultima manifestazione pubblica organizzata per protestare contro il degrado dilagante delle strade, una costante nel tempo che abbraccia le ultime 3 o 4 consiliature, fu organizzata proprio da un gruppo di persone vicinissime all’attuale amministrazione. Evidentemente costoro, oggi, si spostano per la città via aria».

Il sindaco Angelo Pizzigallo sa che quello delle buche è un problema da risolvere: «La strada dietro largo dello zodiaco è privata. comunque, noi interverremo a breve su Poggio dei pini, l’altra metà di via dei Vignali, via della Mainella, via Grazioli, via comunale di San Francesco ed altre strade.

Le strade colabrodo con buche enormi come crateri oppure piccole e profonde e la viabilità priva di sicurezza con scarsa illuminazione e segnaletica ci sono anche a Castelnuovo di Porto, Rignano, Morlupo e Monterotondo. 

A Castelnuovo è pietoso lo stato in cui versa la via che porta in autostrada. Anche la via prima della rotonda dell’autostrada è completamente distrutta e come se non bastasse le l’autovelox fa crescere la rabbia degli automobilisti: «I pneumatici si rompono un mese sì e l’altro pure – dice un pendolare – i limiti di velocità non servono da soli. C’è bisogno di rifare completamente l’asfalto». A Rignano via delle Grotte è trapuntata di crateri. A Morlupo sono diverse le strade dissestate e le segnalazioni sui social:«In via Antonio Gramsci chiamo tutti i giorni – ha detto una cittadina – ma non si vede nessuno. Fino a che qualcuno non si fa male, specialmente quando piove».

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Il Capo della Polizia Giannini avvia il suo corso sull’antiterrorismo all’Università degli Studi della Tuscia

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Nell’aula magna della sede di Santa Maria in Gradi, oltre duecento studentesse e studenti hanno assistito alla lezione del Prefetto Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e docente dell’Università degli Studi della Tuscia.
Il Capo della Polizia ha tenuto una lezione dal titolo “Evoluzione della minaccia terroristica: strumenti di prevenzione e contrasto. “Siamo molto onorati di poter annoverare tra i nostri docenti il Prefetto Giannini che, nonostante i gravosi impegni istituzionali, continua a incoraggiare le nuove generazioni a occuparsi di un tema delicato che merita un approccio scientifico” ha dichiarato il Rettore Stefano Ubertini, secondo il quale “l’Ateneo ha costruito una grande capacità di unire riflessione teorica ed esperienze professionali che permettono ai nostri giovani di comprendere meglio come muoversi in un mondo sempre più interessato da cambiamenti veloci e radicali”.
La lezione di venerdì è stata l’avvio del corso di Diritto dell’antiterrorismo e dell’antimafia che Lamberto Giannini tiene per la laurea magistrale del corso “Scienze della politica, della sicurezza internazionale e della comunicazione pubblica” insieme al Vice Prefetto Andrea Nino Caputo. Percorrendo molte vicende del terrorismo italiano e internazionale, la lezione ha messo a fuoco il legame tra la complessità dei rischi e la necessità di trovare strumenti di azione sempre inseriti nel solco del diritto costituzionale. “È fondamentale per coloro che lottano contro il terrorismo avere una profonda conoscenza dei fenomeni, della loro evoluzione e delle modalità con cui si manifestano. Solo così riusciamo ad adottare misure efficaci per contrastarli.
La lotta contro il terrorismo non può e non deve essere limitata alle operazioni di polizia, ma richiede una cultura che fornisca gli strumenti adeguati a prevenire gli attacchi” ha sottolineato il Prefetto Giannini a conclusione della sua lezione. Sul tema della sicurezza, l’Ateneo viterbese ha molto investito in questi anni con un indirizzo dedicato sia nella laurea triennale in Scienze politiche che in quella magistrale e con un nuovo Dottorato di ricerca. Di recente, inoltre, è nato anche il Laboratorio di criminologia e criminalistica che permette a studentesse e studenti di svolgere esercitazioni in materia di balistica e ricostruzione della scena del crimine.



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Civitavecchia, escalation di furti nei negozi: arresti

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CIVITAVECCHIA (RM) – Prosegue l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia volta a contrastare i reati predatori. Nell’ambito di un più ampio piano strategico di controllo del territorio su tutta la provincia, disposto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, sono stati intensificati i controlli nella fascia costiera.In particolare i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Civitavecchia hanno arrestato due persone, un 55enne ed un 41enne, entrambi già noti alle forze dell’ordine, sopresi in flagranza di reato, mentre tentavano di asportare da un esercizio commerciale denaro e altri oggetti. I fatti sono accaduti nella notte tra martedì e mercoledì scorso, in pieno centro a Ladispoli, ove veniva segnalata la presenza dei due individui che, mediante effrazione della saracinesca, erano entrati all’interno di un chiosco. L’immediato intervento dei militari ha permesso di fermare i due soggetti, che nel tentativo di sottrarsi all’identificazione, hanno ingaggiato una violenta colluttazione con i militari, che sono riusciti comunque ad avere la meglio arrestandoli. L’attività d’indagine condotta dai militari ha poi permesso di accertare che i due avevano, nella stessa giornata, effettuato altri tre furti sempre nel comune di Ladispoli. La refurtiva è stata recuperata dai militari e restituita ai commerciati, vittime dei furti.Gli arresti sono stati convalidati, presso il Tribunale di Civitavecchia, che ha poi disposto il trasferimento del 41enne presso il carcere di Civitavecchia mentre per il 55enne l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

 

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