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Economia e Finanza

FISCO, SCUOLA E SANITÀ IN UN UNICO PIN: ECCO LA NUOVA IDENTITÀ DEL CITTADINO ITALIANO

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Tempo di lettura 3 minuti Con Spid, si potrà accedere con una sola password ai servizi online della pubblica amministrazione e non solo

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Redazione

Un'unica password che apre a una nuova identità del cittadino, un'identità digitale. L'acronimo scelto è Spid, sistema pubblico d'identità digitale. E dopo annunci, decreti, sperimentazioni è arrivato il debutto. Per cominciare, sono accessibili online 300 servizi, dal fisco alla sanità, con un pool di una decina di amministrazioni. Chiunque vuole potrà fare richiesta per ottenere la 'chiave'. L'obiettivo dell'Esecutivo è coprire 10 milioni di utenti entro l'anno prossimo.

Dal 15 marzo, esattamente tra una settimana, Tim, Poste Italiane e Infocert renderanno disponibili le prime identità digitali, per cui è stata scelta la sigla Spid, attraverso cui poter accedere con una sola password ai servizi online della pubblica amministrazione e non solo. E' quanto è emerso in occasione della conferenza stampa di lancio del pin unico che si è tenuta al ministero della Pubblica amministrazione. Entro giugno, fa sapere l'Agenzia per l'Italia Digitale "saranno oltre 600 i servizi che permetteranno l'accesso tramite Spid".

Ecco le principali 'avvertenze' per Spid.

LA PASSWORD UNICA PER TUTTI GLI 'SPORTELLI' ON LINE. Una sola identità che rimpiazza i diversi codici esistenti, per entrare via web, senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati (la sfida è fare in modo che il sistema si estenda a tutti). Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell'identità digitale, a dettagliare gli standard.

I SERVIZI ON LINE, DAL FISCO ALLA SANITA'.
I servizi a cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto. Anche le prestazioni sanitarie o il fascicolo dell'Inps sono gestibili via web, tramite pc, tablet o smartphone. Le indiscrezioni parlano per ora di 114 servizi dell'Istituto nazionale di previdenza (riscatto della laurea, richiesta degli assegni familiari), a cui si aggiungono 103 servizi dell'Inail (consultazione Cud, richiesta bollettini) e molti dell'Agenzia delle Entrate. Ci sono poi sei Regioni già pronte con alcuni servizi locali: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana (con la possibilità di saldare tributi, mensa scolastica e ticket sanitari via web). Ma fanno sapere dall'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale, altre amministrazioni sarebbero pronte martedì ad annunciare la propria partenza. Tra i Comuni a fare da apripista sarà Firenze.

TRE LIVELLI DI SICUREZZA, ANCHE UNA SORTA DI 'SMART CARD'. Le regole per l'attuazione dell'identità digitale sono state sottoscritte anche dal Garante della Privacy, proprio per assicurare la riservatezza. Con questo obiettivo sono stati disegnati tre livelli di sicurezza, a seconda del servizio. Al livello base serve solo il Pin unico (username e password), al secondo gradino si affianca una "one time password" (usa e getta, come quelle degli home banking), al terzo si aggiunge una sorta di "smart card", un supporto fisico (è il caso di operazioni come il trasferimento di fondi o lo scambio di documenti con dati sensibili).

LA 'FACCIA' DI SPID, LA STESSA PER TUTTE LE AMMINISTRAZIONI.
A un solo Pin si associa anche un unico link, un 'bottone' telematico contraddistinto da un logo, la sigla Spid in blu e bianco. Non sarà solo una questione di grafica, Agid ha lavorato affinché il sistema fosse semplice e accessibile per tutti i cittadini, partendo dal fatto che spesso i servizi digitali non vengono sfruttati proprio perché difficili e poco chiari. Il Governo sta anche lavorando a costruire un mega portale, un'interfaccia per tutta la P.a digitale e il progetto ha già un nome: Italia login. D'altra parte Spid è la punta di diamante di un nuovo corso in cui rientrano anche l'Anagrafe unica i pagamenti elettronici e il domicilio digitale.

COME OTTENERE IL PIN, E' GRATIS MAIL O RACCOMANDATA. Lo Spid arriva per raccomanda o per mail. Ma l'invio non sarà automatico, si deve fare richiesta al gestore dell'identità digitale: un'operatore dedicato, accreditato dalla P.a. e iscritto in un apposito albo (per ora Tim, Poste e Infocert). Per ottenere lo Spid occorre dare dati anagrafici: nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d'identità, mail, numero di cellulare. Tutto sarà poi sottoposto a verifica (a vista o per vie digitali). L'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale che guida le operazioni, assicura che lo Spid é a costo zero (esclusa la "smart card").

LE TAPPE, PARTENZA IN RITARDO, ORA DI CORSA. La prima password doveva essere rilasciata dopo l'estate e si puntava ad avere già 3 milioni di utenti a settembre dello scorso anno, poi c'è stato un rinvio. D'altra parte è stata necessaria una lunga fase di test per far sì che l'operazione fosse conclusa con tutte le rassicurazioni del caso. Marzo dovrebbe essere il mese giusto, vista la presentazione in calendario, annunciata dal ministro della P.A. Marianna Madia. Martedì è prevista una conferenza stampa a palazzo Vidoni con tutti i principali attori, tra gli altri, oltre al ministro, Antonio Samaritani (Agid), Tito Boeri (Inps), Marco Patuano (Tim) e Francesco Caio (Poste). L'intento è quello di accelerare per arrivare entro il 2017 ad avere tutti i servizi pubblici online.

Ambiente

Macchine a idrogeno: una tappa significativa nella transizione verso un’economia più verde e sostenibile

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Dal MASE 100 milioni per gli investimenti sulla filiera delle componenti per la produzione di idrogeno rinnovabile

Il Ministro Pichetto: “Ulteriore passo avanti nel potenziamento di una tecnologia strategica per il Paese”

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato l’avviso per selezionare progetti di investimento sullo sviluppo della filiera di componenti per la produzione di idrogeno rinnovabile. La dotazione economica complessiva è pari a cento milioni di euro e rientra nell’investimento sull’idrogeno previsto dal PNRR. Le imprese interessate potranno presentare le proposte progettuali ad Invitalia, soggetto gestore della misura, dal prossimo 29 novembre fino al 12 gennaio 2024.

“Con la pubblicazione dell’avviso – spiega il Ministro Gilberto Pichetto – si fa un ulteriore passo in avanti per lo sviluppo e il potenziamento della filiera italiana dell’idrogeno rinnovabile, tecnologia strategica in particolare per i settori industriali ‘hard-to-abate’ e per i trasporti a lunga distanza”.

I progetti finanziabili potranno riguardare la creazione o l’ampliamento di unità produttive di componenti degli elettrolizzatori, dispositivi per la compressione e lo stoccaggio dell’idrogeno, sistemi di interfaccia con impianti di produzione di energia rinnovabile, ma anche la ricerca industriale e la formazione di personale correlate all’investimento.

Il futuro: macchine a idrogeno e la sostenibilità

L’uso dell’idrogeno come vettore energetico è una tendenza in crescita nell’ambito delle tecnologie sostenibili. Le macchine a idrogeno, come veicoli a celle a combustibile e apparecchiature per la produzione di energia, stanno guadagnando popolarità per la loro capacità di ridurre le emissioni di carbonio e contribuire alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Celle a combustibile per veicoli: guidando verso un futuro sostenibile

I veicoli a celle a combustibile (FCV) rappresentano uno dei settori più promettenti nell’uso dell’idrogeno come carburante. Questi veicoli utilizzano un processo di elettrolisi per generare idrogeno da fonti di energia rinnovabile o idrogeno prodotto da fonti convenzionali. L’idrogeno viene quindi utilizzato in una pila a combustibile per produrre energia e alimentare il veicolo, con l’unico sottoprodotto dell’acqua.

Ciò significa che i veicoli a idrogeno non emettono gas serra o inquinanti atmosferici diretti. Inoltre, offrono prestazioni simili ai veicoli a benzina o diesel e tempi di ricarica più veloci rispetto alle auto elettriche, rendendoli una scelta interessante per chi cerca soluzioni di mobilità sostenibile.

Produzione di energia verde con l’idrogeno

Oltre all’uso nei trasporti, l’idrogeno viene utilizzato anche nella produzione di energia verde. Le celle a combustibile stazionarie possono convertire l’idrogeno in elettricità e calore per applicazioni residenziali, commerciali e industriali. Questo approccio consente di immagazzinare energia in eccesso proveniente da fonti rinnovabili, come l’energia solare e eolica, e di utilizzarla quando necessario.

Sfide e sviluppi futuri

Nonostante le promettenti applicazioni dell’idrogeno, ci sono sfide da superare. La produzione, lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno richiedono attenzione particolare, e le tecnologie per migliorare l’efficienza e ridurre i costi stanno ancora evolvendo. Inoltre, è essenziale che l’idrogeno venga prodotto da fonti rinnovabili per massimizzare i benefici ambientali.

L’uso delle macchine a idrogeno rappresenta una tappa significativa nella transizione verso un’economia più verde e sostenibile. Con ulteriori investimenti nella ricerca e nello sviluppo, potremmo vedere una crescente adozione di queste tecnologie nei prossimi anni, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e a mitigare il cambiamento climatico.

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Economia e Finanza

Settimana corta al lavoro: l’Italia è davvero pronta?

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Nel contesto del rapido cambiamento globale, l’idea di una settimana lavorativa di 4 giorni sta ottenendo un forte riconoscimento anche in Italia. Alcune aziende hanno iniziato ad abbracciare questa modalità: nella sua infografica dedicata a questo tema, Ali Spa di Magister Group cerca di rispondere alla domanda cruciale: è il momento giusto per l’Italia?

L’Italia, al netto di alcune resistenze, sembra essere pronta per la settimana lavorativa corta. Al momento, il 9,4% dei lavoratori italiani rimane in ufficio per 49 o più ore a settimana: l’Italia al quarto posto nella classifica dei Paesi dell’Unione Europea più “stakanovisti,” dietro a Grecia, Francia e Cipro. Un patrimonio di ore lavorative che non fa rima necessariamente con qualità dell’output o della vita quotidiana dei lavoratori.

Il cammino verso l’attuale settimana lavorativa di 40 ore in Italia è stato un viaggio lungo e significativo. Dal 1923, dal Regio Decreto-legge n. 692 la giornata lavorativa di 8 ore ha impostato di fatto il tempo lavorativo come lo conosciamo. La pandemia ha cambiato in generale lo scenario lavorativo e la necessità di un miglior work-life balance ha fatto emergere tre possibili coniugazioni della “settimana corta”:

  • 4 giorni a parità di salario con meno ore totali;
  • 4 giorni a parità di stipendio con ridistribuzione delle ore;
  • 4,5 giorni a settimana a parità di stipendio.

I possibili limiti alla diffusione della settimana corta in Italia includono la persistenza di una cultura aziendale pre-pandemica, la difficoltà di applicazione in alcuni settori, sfide organizzative all’interno delle singole realtà e la necessità di dialogo tra le parti coinvolte: una serie di ostacoli che possono essere risolti o aggirati, con l’obiettivo di accogliere le richieste di un miglior bilanciamento vita-lavoro dei dipendenti, aumentandone la retention.

Caso Ali e Magister Group: “Alle persone serve tempo di qualità per evolversi”

In Italia ci sono aziende che stanno già testando la settimana di 4 giorni, con diverse modalità. Da febbraio a dicembre 2023, i dipendenti di Ali e delle altre controllate di Magister Group stanno sperimentando la prima vera settimana corta in Italia: 32 ore di lavoro su 4 giorni, mantenendo stipendio e condizioni contrattuali.

Simona Lombardi, Consigliere di Amministrazione del Gruppo Magister commenta: “Serve tempo di qualità, per evolversi personalmente. Personalità ricche ed appagate possono contribuire con un pensiero di valore a ridefinire lo spazio del lavoro, a dare un senso più profondo a ciò che facciamo“.

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Economia e Finanza

Riforma del Fisco, tutto pronto per i pignoramenti lampo: gli agenti avranno accesso diretto ai conti correnti dei debitori

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Il fisco potrà accedere direttamente ai conti correnti, per verificarne la disponibilità, prima di effettuare un pignoramento. Lo prevede la bozza della manovra.

Prima di procedere al pignoramento dei conti scoperti dalla consultazione dell’archivio dei rapporti finanziari, l’agente della riscossione può, in fase stragiudiziale, accedere con “collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti” sui conti. Se dovessero emergere “crediti del debitore” nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, l’agente “redige e notifica telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento”.

“La notifica dell’ordine di pagamento è effettuata, a pena di nullità, anche al debitore, con le modalità stabilite”, non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo. Le soluzioni tecniche di cooperazione applicativa per l’accesso alle informazioni, si precisa nella norma, sono definite con un decreto del Mef (cui è demandata anche la definizione delle “specifiche modalità informatiche” con cui va redatto e notificato telematicamente l’ordine di pagamento), sentite l’Associazione bancaria italiana, Poste italiane e l’Associazione italiana dei prestatori servizi di pagamento, nonché il Garante per la protezione dei dati personali.

Questo, si precisa, anche ai fini dell’adozione, da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione di “idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo”.

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