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Food influencer e al.ta cucina: cercasi “nonna” disposta a combattere i piatti sbagliati

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La mediatech company e community del food che porta nel mondo la cucina italiana con oltre 5 milioni di appassionati, ricerca una “nonna” da inserire nel team come stagista.

È proprio una nonna (o perché no, un nonno) la nuova figura professionale che Al.ta Cucina sta cercando per ampliare il suo team. E per l’occasione, è stata creata una speciale landing page con tutti i dettagli per la candidatura, rivolta ai nipoti di tutta Italia: https://nonnastagista.it/.

Perchè una nonna? Perchè chi meglio di una nonna può portare la vera cucina italiana nel mondo? Chi, se non una nonna, può combattere le carbonare con la panna e il pesto ligure con avocado e anacardi?

Le nonne sono le paladine della cucina tradizionale italiana, un’enciclopedia del sapere culinario del nostro Bel Paese, delle vere e proprie “custodi” della nostra autenticità culinaria. Ancor più delle mamme, le nonne sono imbattibili su alcuni piatti della tradizione, quelli che richiedono lunghe preparazioni, ore e ore con il pentolone sul fornello e la fiammella al minimo.

Ed è proprio questa passione che Al.ta Cucina sta cercando per rendere il patrimonio culinario italiano accessibile a tutti, trasformando le ricette scritte a mano su pagine ingiallite in contenuti social e digital che renderanno eterno il sapere culinario della nonna: sarà una ricchezza per le future generazioni.

Gli step per candidarsi allo stage sono semplicissimi:

andare a trovare i propri nonni (con tampone, ovviamente)
girare un video della nonna (o del nonno) mentre spiega come realizzare il suo piatto migliore (o il preferito del nipote, così ci scappa anche un pranzo)
inviare il video via e-mail all’indirizzo nonnastagista@altacucina.co accompagnato da una breve introduzione della nonna (o del nonno) e del perché è perfetta/o per questa grande responsabilità.
Tra i benefit dell’impiego ci sarà la possibilità di diventare la nonna di oltre 5 milioni di nipoti, assicurandosi che tutti loro “mangino abbastanza”, entrando a far parte di una seconda famiglia, il team di Al.ta Cucina.

L’obiettivo della collaborazione infatti è lavorare in sinergia con tutto il team di Al.ta Cucina per trasformare le ricette di famiglia in contenuti per i diversi canali social e tramandare così il proprio sapere culinario, ma al tempo stesso diventare un guru dei social media e del content creation, insomma una star social. Come Lillo.

La nuova risorsa infatti parteciperà a tutti gli effetti alla vita giornaliera di Al.ta Cucina, acquisendo così competenze in quelli che sono i differenti settori della mediatech company, dalla strategia editoriale dei canali social alla produzione dei contenuti, dall’integrazione di nuove funzionalità nella piattaforma altacucina.co alla quotidiana gestione della community, facendo da “consulente” agli chef più o meno improvvisati del network.

L’impegno richiesto, vista l’attuale situazione, è la partecipazione ai meeting da remoto e, con l’aiuto di un nipote, scattare foto e girare video per condividere le ricette migliori con la community. Tutti i contenuti saranno poi post-prodotti dal team di Al.ta Cucina e trasformati in post con ricetta, IGTV, Stories, Reel o Tik Tok. Ci sarà inoltre spazio anche per le live che mostreranno la nonna (o il nonno) all’opera tra i fornelli e pronta a rispondere alle domande dei foodies.

A differenza dei classici annunci per stage, è necessario un solo prerequisito: una nonna (o un nonno) che abbia voglia di “sfamare” i nipoti di tutta Italia.

La durata prevista per lo stage è di 4 settimane con possibile rinnovo e prevede un rimborso spese a partire da 500 euro al mese da definire sulla base dell’esperienza della candidata.

Nipoti di tutta Italia, ora tocca a voi: andate a trovare i vostri nonni (fatelo sempre! A prescindere dai concorsi!), e candidateli seguendo le istruzioni che trovate qui https://nonnastagista.it/
“Il nostro sogno è rendere la cucina Italiana accessibile a tutti, e chi, se non una nonna, può aiutarci in questa impresa?” spiega Simone Mascagni, co-founder di Al.ta Cucina “Siamo una mediatech company che giornalmente crea e condivide contenuti relativi alla cucina italiana e, ora che abbiamo oltre 5 milioni di “nipoti da sfamare”, abbiamo davvero bisogno di una nonna che ci dia una mano. E dei nipoti di tutta Italia che ci aiutino a trovarla. Ah, e poi vogliamo la ricetta del suo ragù, quello lo diamo per scontato”.

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Slot machine tradizionali contro slot online: come cambia il mondo dei casinò attraverso la digitalizzazione

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Ancora prima della nascita del Web quando eravamo ancora in piena era analogica, le slot già rappresentavano un gioco all’avanguardia con una vasta gamma di grafiche e diversi design a tema, ed è stato così per circa 100 anni, anche nella versione che oggi viene definita vintage, ossia la dimensione dell’Arcade; siamo negli anni Ottanta dello scorso secolo. Qual è la morale della favola? Da sempre questo gioco è stato al passo con la tecnologia, sin dalla sua creazione.

Per approfondire la questione bisogna fare una breve analisi delle differenze principali fra le slot machine tradizionali e le slot digitali, in ogni momento della storia di questo gioco.

Dall’analogico al digitale

A cavallo fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta dello scorso secolo, vengono progettate sulla scia del successo dei videogames Arcade, le prime slot digitali, che offrono un’esperienza più intuitiva e migliorata, grazie alle numerose grafiche e alle cromature più eccentriche e dinamiche. L’era digitale consente un ampia diffusione delle slot attraverso sale giochi e bar.

Simboli tradizionali contro gamification: l’esperienza personalizzata delle slot digitali

In principio furono la frutta e le carte francesi ad attirare l’attenzione dei giocatori, quel tipo di slot tradizionale è sicuramente un’icona dell’universo ludico, ma la gamification ha consentito attraverso i miglioramenti tecnologici dei siti specializzati di personalizzare l’offerta per i giocatori, che possono scegliere il tema grafico: musica, storia, archeologia, fantasy, persino serie tv e cartoon su Netflix e Amazon.

Meccanica contro tecnologia

Per fare una puntatina sui siti virtuali è importante giocare soltanto alle slot online regolamentate presenti nell’elenco dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, perché queste consentono la massima sicurezza nei prelievi, nei pagamenti e nella gestione dei dati sensibili dei giocatori.

Le slot tradizionali presentano una vasta casistica in cui il funzionamento ha floppato, in alcuni casi le vincite che superavano il jackpot non sono state pagate, situazione che non accade con le slot digitali, in quanto il meccanismo è regolato da algoritmi precisi e viene controllato costantemente.

I cambiamenti pratici delle slot machine online rispetto ai giochi tradizionali

La digitalizzazione dei giochi di casinò ha determinato una serie di cambiamenti pratici per i giocatori, in primis il fatto di non doversi spostare fisicamente.

Accedere a un casinò e giocare online con un click, significa non dover organizzare una trasferta, oppure un viaggio, quindi risparmiare anche denaro sugli spostamenti: questa è sicuramente una delle differenze più marcate fra gioco digitale e tradizionale.

Un altro fattore che è cambiato radicalmente riguarda la possibilità di poter giocare con qualsiasi tipo di outfit, perché nella maggior parte dei casinò tradizionali vige un dress code specifico, cosa che non accade con le sale da gioco virtuali. In poche parole: è possibile giocare comodamente da casa sul divano, in bermuda o in pigiama, tanto per fare alcuni esempi.

Una differenza pratica particolarmente gradita dai giocatori riguarda il marketing digitale dei casino online che regala bonus, rimborsi e offerte personalizzate, questo non accade nei casinò tradizionali. Per esempio, le slot digitali presenti sui siti offrono free spin ai giocatori, ossia giri gratis con cui imparare le combinazioni vincenti, fare pratica e conoscere il gioco a tema che si sceglie.

Il mondo dei casinò è mutato radicalmente attraverso la digitalizzazione, l’ultima frontiera è quella del Metaverso, che sicuramente offrirà tantissime novità con idee innovative, nel frattempo, in ogni casinò online è possibile giocare in diretta live streaming con un vero croupier, segno che l’universo ludico digitale è sempre più al passo coi tempi e la tecnologia migliora costantemente grazie anche alle sperimentazioni dei giochi e videogames.

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4 errori da non fare per arredare la propria casa

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Se si stanno cercando consigli su come arredare la nuova casa, qui si potranno trovare alcuni errori che vengono fatti spesso dalle persone e che possono rovinare il risultato dei diversi ambienti.

Nell’importante fase dell’arredamento, gli showroom, come quello di Roma Arredamenti, sono punti di riferimento importanti per trovare i mobili più adatta alla propria nuova casa. Ma è altrettanto importante seguire uno schema per ottenere il risultato desiderato. Andiamo quindi a vedere gli errori più comuni da non commettere per arredare casa.

1.    Avere fretta di comprare i mobili

Comprare tutto e subito è un errore commesso da molte persone, che si lasciano conquistare dalla voglia di riempire velocemente la casa di mobili e complementi di arredo. In realtà sarebbe meglio scegliere accuratamente uno stile, acquistando con gradualità e seguendo man mano le proprie esigenze. In questo modo è possibile evitare di ritrovarsi in casa elementi in stile diverso, che occupano più spazio del dovuto o che non si accostano armoniosamente tra loro.

Il risultato perfetto si ottiene partendo dai mobili più grandi e di primaria importanza, come la cucina, il bagno, tavoli e mobili primari della sala, il letto e l’armadio della camera, per passare poi ai complementi di arredo con gradualità e seguendo lo stesso stile.

2.    Non scegliere uno stile preciso

Come menzionato già nel punto precedente, scegliere uno stile unico d’arredamento è importante per non ritrovarsi di fronte a un insieme di mobili e complementi di arredo che non hanno nulla a che vedere tra loro. Se così fosse, si creerebbe una forte disarmonia nello stesso ambiente di casa. A volte le persone pensano di non averne bisogno e che, una volta giunte nei negozi specializzati, sceglieranno gli arredamenti direttamente vedendoli. Questo è molto sbagliato, perché non si ha la possibilità di creare una visione d’insieme e si rischia, appunto, di acquistare elementi che non daranno il risultato finale ricercato.

3.    Scegliere i colori senza uno schema

Scegliere anticipatamente i colori è fondamentale per ottenere un arredamento armonioso in ogni stanza. È un discorso che va seguito sia per la vernice delle pareti, nel caso in cui si volessero cambiare, sia per i mobili e i complementi di arredo.

Saltare questo passaggio e non scegliere una palette di colori porterebbe a un risultato finale poco gradito, dove un singolo ambiente di casa risulterebbe caratterizzato da un insieme di troppi colori mischiati o, al contrario, da una ripetizione pesante alla vista dello stesso colore.

4.    Non studiare le luci negli ambienti di casa

Un altro errore che spesso viene commesso, perché lo si ritiene un passaggio non necessario, è quello di non decidere anticipatamente come posizionare le luci nelle diverse stanze e che tipologia scegliere. Trascurare l’illuminazione è grave perché serve per garantire la visibilità e la praticità nelle ore più buie.

Ad esempio, se una stanza serve per studiare o lavorare, è fondamentale trovare in partenza un’illuminazione che consenta di leggere e scrivere perfettamente, senza alcuno sforzo. Ogni luce deve essere posizionata in modo che ogni parte della stanza venga illuminata a sufficienza per praticare qualsiasi attività e non soltanto per dare visibilità all’ambiente. Ecco perché l’aiuto di professionisti è importante quando si studia un arredamento.

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Il futuro dei social e le relazioni pericolose: come “socializzare” con prudenza

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L’avvento dei social ha inevitabilmente modificato le relazioni sociali sia in termini positivi che negativi. Le nuove modalità di interazione sociale hanno diffuso la percezione di una realtà più condivisa mediante le nuove possibilità e modalità di scambio comunicativo e socio-relazionale.

Le nuove tecnologie di interazione (es. smartphone, pc, tablet etc …), infatti, hanno prodotto notevoli mutamenti sul nostro essere sociali e relazionali.

In simultaneità sia gli strumenti digitali che i social non solo hanno diffuso un senso di vicinanza, ma anche di distanza.

Analizziamo il perché:

  • da un lato i social network (es. facebook, instagram, whatsapp etc …) hanno consentito ad una pseudo vicinanza con chi si trova altrove;
  • dall’altro i social hanno determinato una distanza psicologica e socio-relazionale profonda.

Ciascuno di noi, spesso e volentieri, utilizza i social per contattare un amico/a o un parente lontano, ma, nella maggioranza dei casi, tendiamo ad isolarci per chattare, telefonare etc … In tal caso è doveroso ricorrere ad un vero paradosso, cioè: avviciniamo chi è lontano e allontaniamo chi è vicino.
Tuttavia, i social, da un lato hanno migliorato le comunicazioni, ma dall’altro hanno peggiorato le relazioni e le comunicazioni “face to face”. Si è verificata una sorta di frammentazione comunicativa e socio-relazionale.
Nelle situazioni in cui le persone si isolano per chattare e/o per parlare non solo si allontanano dagli altri, ma possono inciampare in circostanze pericolose o particolari, ad esempio:

  • instaurare contatti virtuali con soggetti conosciuti tramite chat (o altro) e successivamente decidere di incontrarsi dal vivo può destare sia curiosità che pericolo;
  • ritrovarsi nella situazione in cui un haker potrebbe aver “rubato” il nostro profilo e quindi utilizzare la nostra identità e i nostri dati sensibili (nome, cognome, professione, città natale etc …) può scatenare ansia e paura;
  • incontrare virtualmente individui può farci incappare sia in una circostanza piacevole che deludente;

Tuttavia, quando girovaghiamo nel mondo virtuale possiamo trovarci dinanzi a situazioni di diversa natura. Non si deve mai essere troppo convinti di ciò che è scritto e/o fotografato sui social.

Come dice un noto proverbio, “la cosiddetta pulce nell’orecchio” dobbiamo sempre averla, poiché internet è un mondo vulnerabile.

Oggi per la maggior parte delle persone ed in particolare per le fasce di popolazione più giovane, il web è una realtà che si affianca e convive con quella tradizionalmente intesa.
In una realtà virtuale le persone si ritrovano a vivere esistenze parallele che si intersecano con la vita quotidiana e, mediante processi di reciproco influenzamento, conducono a nuove forme di organizzazione sociale.

Come dichiara Boccia, nel 2012, gli individui oggi si ritrovano a vivere contemporaneamente su due livelli, quello on line e quello off line. Quindi, rispetto al passato, i social, entrano nella nostra rete relazionale e la cambiano in modo drastico; muta la forma espressiva della comunicazione e la spontaneità della relazione.

Da una mia ricerca sperimentale condotta nel 2021 si sono rilevati dati “allarmanti” per cui, la maggior parte dei fruitori dei social hanno un’età compresa tra i 13 e i 16 anni, il mondo femminile è quello più accanito nell’uso dei media e la maggior parte dei genitori si sente in colpa per aver diffuso quest’educazione digitale.

Sovente, attraverso i focus group, molti genitori hanno dichiarato di essere stati troppo permissivi con i propri figli sull’uso dei dispositivi tecnologici nonché dei social.
In un secondo focus group altri genitori hanno asserito di non aver dato troppo peso a certe situazioni, ma che si sarebbero impegnati ad “osservare” di più gli atteggiamenti dei propri figli.

Di fronte a tali risultati, gli adulti devono dare il buon esempio e soprattutto è fondamentale far capire ai ragazzi/e gli aspetti buoni e nocivi che possono trapelare dall’uso dei social e dei media digitali. Bisogna essere adulti aperti e comprensivi per evitare che i giovani si perdano in un mondo così variegato.

Gli adulti e i giovani che fanno uso dei social devono adottare misure di sicurezza e di controllo affinché tutti possano come dice il titolo, “socializzare on line o off line con prudenza”. È importante valutare e comprendere ogni singolo “incontro”, sia virtuale che reale, per proteggere la comunicazione, la relazione e la socialità di ciascuno di noi.

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