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Latina

FORMIA, EDIFICAZIONE E SPECULAZIONE: POLITICA, INDAGINI E FUSTI TOSSICI

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Tempo di lettura 2 minuti Caso Valerio, Bartolomeo sulle accuse: “Infangato per aver impedito una colossale speculazione”

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Redazione

Formia (LT) – “Affermazioni farneticanti rese da chi ha interesse a montare il caso, a costruire un teorema che non sta né in cielo né in terra”. Così il sindaco Sandro Bartolomeo dopo le notizie trapelate in merito alla presunta indagine per concussione che lo vedrebbe coinvolto sugli sviluppi della vicenda Valerio. A quest’ultimo, spiega, “è stato chiesto di uscire dalla maggioranza esclusivamente per i rapporti professionali, testimoniati da documenti ufficiali, che il consigliere ha con esponenti di famiglie storicamente legate alla criminalità organizzata”. La vicenda dei fusti tossici “è del tutto autonoma e estranea” e lo stesso Valerio in tema “non mi pare abbia espresso nulla di particolare”. Bartolomeo fissa i paletti: “Non possiamo sovvertire l’ordine delle cose ed è ora che qualcuno faccia chiarezza sulla vicenda delle compravendite di terreni e della variante al piano regolatore generale che la precedente amministrazione si apprestava a varare. Negli tabella di stampa, si fa riferimento ai terreni dell’Acervara. Oltre agli acquisti dell’ultima ora su terreni che, senza variante, non avrebbero alcun valore, farei luce anche su terreni a Santa Maria La Noce, sull’asse Formia-Maranola e su tutta via Rotabile, per i quali la variante conteneva previsioni edificatorie enormi. Non vorrei che tali attacchi siano la risposta al mio successivo intervento che, insomma, l’aver impedito questa colossale speculazione a danno del territorio di Formia abbia innescato l’esigenza di gettare fango sulla mia persona e sull’amministrazione che ho l’onore di guidare. Sono comunque a totale disposizione di chi indaga – spiega Bartolomeo – perché si chiariscano fatti che ritengo assolutamente allarmanti. Con tutti gli attori di questo vergognoso teorema ci vedremo in tribunale”. Quanto ai rapporti col prefetto: “E’ pura fantasticheria che nell’incontro che ho avuto con lui si sia parlato di indagini presunte. Ho informato il prefetto D’Acunto della situazione che si era venuta a determinare e della decisione di escludere dalla maggioranza Valerio. Il prefetto ne ha semplicemente preso atto. Si è poi parlato d’altro e nello specifico, di beni confiscati alle mafie che intendiamo restituire alla città. Sulla verità di quanto dico, chiamo a testimoni il Questore, il colonnello dei Carabinieri e della Finanza che erano presenti all’incontro. Le decisioni su Valerio – conclude – sono state prese nel corso di una riunione di maggioranza alla presenza di consiglieri, assessori, delegati e responsabili di partito. Benché invitato, Valerio non s’è mai presentato”.
 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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