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Latina

FORMIA, PROCESSO AL CLAN MALLARDO: IL COMUNE SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

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Tempo di lettura 2 minuti Si costituiranno parte civile anche associazioni come “Libera”, “Caponnetto” e varie sigle antiracket.

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Redazione

Formia (LT) – Il Comune di Formia si è costituito parte civile nel processo a carico di Pasquale Ascione accusato di concorso in intestazione fittizia di beni, aggravata dall’interesse mafioso per aver tentato di agevolare il clan camorristico dei Mallardo di Giugliano.

Secondo l’accusa formulata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Ascione avrebbe accettato la titolarità di una Fiat 500 appartenente di fatto ad un esponente del clan proprio al fine di eludere eventuali misure di prevenzione patrimoniale. Il Comune ha dato mandato al dirigente dell’Avvocatura Comunale Domenico Di Russo di rappresentare l’Ente nel giudizio aperto davanti ai giudici del Tribunale di Napoli. Lo scopo, si legge nell’atto di costituzione, è quello di «collaborare nell’accertamento della verità dei fatti e di richiedere il risarcimento dei danni non patrimoniali ex art. 185 c.p. causati all’immagine della Città di Formia, percepita come territorio infiltrato da clan camorristici, a causa del fatto reato che ha visto la concessionaria di auto sita in Formia depositaria di autovetture fittiziamente intestate ad Ascione Pasquale, al fine di eludere le misure in materia di prevenzione patrimoniale, e con lo scopo di favorire l’associazione di tipo mafioso denominata clan Mallardo».

Nel processo che vede imputate 29 persone accusate, a vario titolo, di una serie di rapine compiute nel corso del 2009 e di finte intestazioni di beni, si costituiranno parte civile anche associazioni come “Libera”, “Caponnetto” e varie sigle antiracket. L’Avvocatura Comunale chiederà «che, accertata la responsabilità dell’imputato e la causalità della condotta con il danno morale della parte civile, questi venga condannato alla giusta pena di legge nonché al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile, quale conseguenza dell’attività criminosa imputata quantificati in 50 mila euro o nella misura ritenuta di giustizia”. Il sindaco Sandro Bartolomeo aveva annunciato nelle scorse settimane che il Comune di Formia si sarebbe costituito parte civile in tutti i processi per mafia e violenza sulle donne che avranno come parte lesa i cittadini o il territorio di Formia. Quello nel processo al clan Mallardo è solo il primo atto dunque. Per la cronaca, la costituzione delle parti è stata rinviata alla prossima udienza per un difetto di notifica. Ma il segnale è chiaro: lotta alle mafie, in ogni sede possibile.
 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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