Connect with us

Roma

FRANCESCO TAGLIENTE A FRASCATI PER IL LIBRO DI CAMILLO SCOYNI

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 7 minuti Il protagonista del racconto è un dirigente della Polizia di Stato – La presentazione: venerdì 23 Ottobre alle ore 17.30 al Comune di Frascati – Sala degli Specchi.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

Redazione

Frascati (RM) – Il Prefetto Francesco Tagliente sarà a Frascati in occasione della presentazione del libro del giornalista autore RAI Camillo Scoyni.

La presenza di Francesco Tagliente, già Prefetto di Pisa e Questore di Firenze e Roma, sarà un onore nonché un valore aggiunto per l’evento che si presenta ricco di piacevoli sorprese.

L’appuntamento con il giallo di Scoyni “Il male sulle scarpe” è per venerdì 23 Ottobre alle ore 17.30 al Comune di Frascati – Sala degli Specchi.

Presenteranno la giornalista de Il Tempo e direttore de L'Osservatore d'Italia Chiara Rai e la Giornalista e inviata Raiuno Ilenia Petra.

Protagonista del giallo è un dirigente della Polizia di Stato. Camillo Scoyni è riuscito a mettere insieme una storia che si legge tutta d’un fiato, che affascina, interessa e colpisce.

Il Giallo. Gioielleria di via Marcantonio Colonna. I corpi senza vita di titolare e dipendenti vengono ritrovati dagli uomini dei Vigili del Fuoco. Emerge subito un particolare raccapricciante: l'assassino, prima di uccidere a sangue freddo il proprietario, gli ha versato in bocca dell'oro fuso. Protagonista del giallo è il dirigente della Polizia di Stato Enrico Vaciago che si troverà a collaborare con agenti della Digos e dei "servizi" militari: coinvolto personalmente, darà vita a una caccia all'uomo senza quartiere e senza regole per fermare la carneficina del serial killer. “E’ un racconto – spiega Scoyni – ambientato in una Roma messa in scena sia con le sue contraddizioni e suggestioni sia con i suoi misteri in un periodo segnato da una vena di follia che attraversa tutti noi. Una follia dovuta allo stress ma anche all'incapacità di comprendere, con i normali mezzi che ci dà la scuola e la nostra cultura, come si stia sviluppando il mondo.

L'ingresso nella prestigiosa Sala degli specchi del Comune di Frascati è gratuito e aperto a tutti e per l'occasione, chi vorrà, potrà acquistare una copia del libro autografata dall'autore.

 

Francesco Tagliente Nasce a Crispiano (TA) il 6 giugno 1949. È coniugato con Maria Teresa Magrini ed ha due figlie, Eliana ed Irene. Fino a 18 anni vive in famiglia insieme con il padre Donato, reduce di 4 campagne di guerra e della deportazione in Germania nel campo di concentramento nazista di Custrim, e con la madre Maria Addolorata Greco. Gli anni ’70 – ‘80 Nel 1967 entra nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza. I primi 4 anni di servizio li ha svolti nei gruppi sportivi delle Fiamme Oro come atleta per la disciplina della lotta greco-romana. In tale contesto è stato chiamato a far parte della delegazione Azzurra in vista delle Olimpiadi di Monaco. Dopo aver frequentato l’Accademia del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza dal 1971 al 1975, viene assegnato alla Squadra Volante della Questura di Roma. Qui ha assicurato il coordinamento operativo e il pronto intervento anche nelle ore serali e notturne delle pattuglie impegnate sul territorio: dai sequestri di persona agli attentati terroristici.

Erano gli anni della cosiddetta “strategia della tensione” che misero a dura prova gli operatori di polizia, ma in particolare quelli impegnati nella Capitale. In quegli anni, spesso, per timore di attentati, spesso era costretto a non rientrare a casa per non far conoscere orari e itinerari abitudinari. Gestisce in prima persona il primo intervento a seguito dell’attentato al Ministero di Grazia e Giustizia avvenuto il 7 aprile 1976 e posto in essere da alcuni militanti dei Comitati Autonomi Operai, a seguito del quale rimane ucciso Mario Salvi (militante di Autonomia Operaia) da un colpo di pistola esploso dall’Agente di Custodia Domenico Velluto.

Successivamente partecipa attivamente alle indagini per le ricerche del Presidente della DC Aldo Moro, rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978. Dal 1983 al 1986 assume l’incarico di Capo della Sezione Informativa dell’Ufficio di Gabinetto del Questore di Roma, avviando un processo di riorganizzazione e automazione dell'Ufficio, con notevoli vantaggi per la gestione delle attività e sui tempi di risposta del pronto intervento. Gli anni ’90 Dal 1986 al 1995 dirige la Sala Operativa della Questura di Roma. In tale periodo, avvia un progetto pluriennale per l’informatizzazione del “sistema di comando e controllo” della Questura di Roma, che si conclude nel 1995.

Per 9 anni consecutivi, assicura il controllo del territorio e il pronto intervento, gestendo in prima persona in tutti i casi critici. In quegli anni di grande mobilitazione di piazza coordina via radio tutte le manifestazioni pubbliche ed i grandi eventi che si svolgono nella Capitale. Dal 1995 al 2000 ha ricoperto l’incarico di Capo di Gabinetto di quattro diversi Questori di Roma, occupandosi del governo e della gestione di tutti i servizi di ordine e sicurezza pubblica che si sono svolti nella Capitale, compresa la pianificazione e la gestione dei “Grandi eventi”, in diretta collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (tra cui il Grande Giubileo del 2000 e la Giornata Mondiale della Gioventù).

Particolarmente carica di tensioni fu la gestione delle manifestazioni degli allevatori agricoli giunti a Roma da varie Regioni del nord Italia con i trattori e macchine spargiletame, determinati a raggiungere Piazza del Parlamento con i loro mezzi agricoli. Nel mese di giugno del 2000 viene nominato Dirigente Superiore della Polizia di Stato ed incaricato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di seguire gli aspetti concernenti la sicurezza e la mobilità nazionale in occasione della “Giornata Mondiale della Gioventù”.

La direzione dell’Ufficio Ordine Pubblico del Dipartimento P.S. Dal 2000 al 2006 ha Diretto l’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero dell’Interno. In tale veste ha coordinato la pianificazione generale delle misure di sicurezza in occasione di tutti i “Grandi Eventi” ospitati in Italia. Tra questi, significativi per la delicatezza e la pressione mediatica e politica che li contraddistinguevano, si ricordano il Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, la firma del Trattato Costituzionale Europeo, la Cerimonia funebre del Santo Padre Giovanni Paolo II e la Intronizzazione di Papa Benedetto XVI. Nel 2001, nella veste di Direttore dell’Ufficio Ordine Pubblico viene chiamato a pianificare a livello nazionale la gestione del G8 di Genova, tristemente noto per i risvolti anche giudiziari che hanno coinvolto molti operatori di polizia. Nel 2003, nell’ambito delle iniziative finalizzate a garantire la sicurezza negli stadi, propone l’introduzione dell’istituto della “flagranza differita”, inserito poi nel nostro ordinamento dal decreto legislativo 24 aprile 2003 n. 88.

Nel 2005 elabora il progetto “Tessera del Tifoso” che, nei verbali del 9 e 24 novembre 2005 dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, denomina “Carta del tifoso”, con l’obbiettivo di far accogliere il documento come tessera dei diritti del tifoso. Nel stesso 2005 ha assunto il coordinamento a livello nazionale della sicurezza delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Il Ministro dell’Interno gli affida la direzione del Centro Nazionale di Informazione sulle Olimpiadi Invernali (CNIO), quale organismo centrale per l’attività di cooperazione internazionale di polizia. Nel mese di marzo 2006, a conclusione dei Giochi Olimpici, il Consiglio dei Ministri lo nomina Dirigente Generale, anche a seguito del buon esito della sicurezza del grande evento sportivo.

Questore di Firenze Dal 2006 al 2010 è Questore della provincia di Firenze. Nel corso del mandato ha promosso e coordinato diversi progetti sulla gestione della sicurezza con il coinvolgimento di tutte le componenti del mondo istituzionale e della società civile fiorentina. Attraverso la “politica dell’ascolto” e grazie alla condivisione delle linee programmatiche con i Funzionari ed il personale della Questura fiorentina, ha raggiunto così il duplice risultato della tendenziale diminuzione dei reati, coniugato, per la prima volta nel capoluogo toscano, ad un significativo incremento della percezione di sicurezza a beneficio della fiducia tra cittadini e Forze di Polizia. Sul fronte della gestione dell’ordine pubblico, attraverso la politica del “doppio binario”, ha assicurato il bilanciamento tra il diritto a manifestare e le esigenze della città, garantendo allo stesso tempo rigore in relazione agli illeciti registrati. Nella stessa direzione in ambito calcistico ha operato in prima persona, avviando un percorso di dialogo con le tifoserie, che ha contribuito ad accrescere la presenza delle famiglie con bambini allo stadio, sperimentando con successo prima allo stadio di Empoli per oltre un anno e poi a Firenze, il modello per la gestione della sicurezza con la Polizia fuori dagli stadi anche in occasione di gare internazionali (Fiorentina–Sporting Lisbona, 26 agosto 2009). Questore della Capitale

Dal mese di agosto 2010 a giugno 2012 ha ricoperto l’incarico di Questore di Roma e Provincia. Durante questi due anni – caratterizzati da forti tensioni sociali – ha avuto il complesso e difficile compito di gestire le numerose manifestazioni di piazza che in molti casi sfociarono in guerriglia urbana, come avvenne in piazza del Popolo il 14 dicembre 2010 e in piazza San Giovanni il 15 ottobre 2011. Per evitare che le dimostrazioni di piazza potessero portare al ripetersi di quanto accaduto durante il G8 di Genova, Francesco Tagliente ha operato scelte operative di gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, coraggiose ma allo stesso tempo anche rischiose, perché non sempre in linea con quanto gli veniva “consigliato” di fare. La gestione della piazza in quei due anni è stata caratterizzata, infatti, dalle continue tensioni alimentate dalle ingerenze del Sindaco protempore che ha ripetutamente tentato di interferire e condizionare le valutazioni dell’Autorità di Pubblica Sicurezza per la gestione delle manifestazioni di piazza.

Da Questore della Provincia di Roma ha anche elaborato e dato attuazione ad un progetto pluriennale finalizzato a garantire ai cittadini il diritto di “essere e sentirsi sicuri”, con interventi volti a favorire la pronta accessibilità ai servizi e agli Uffici di polizia e la qualità della risposta da parte degli operatori. Il progetto ha compreso anche interventi per coniugare le esigenze di spending review con quelle tese a migliorare le condizioni di sicurezza e di decoro degli ambienti di lavoro degli operatori di Polizia. Tra i risultati conseguiti nel biennio nei diversi settori interessati dal Progetto figurano: • Progetto “113 – Pronto in sei secondi”: Grazie al potenziamento delle installazioni ed al perfezionamento degli operatori, i tempi di risposta si riducono ad una media di 6 secondi. •Progetto “Controllo del Territorio”:

Il generale riassetto del Reparto Volanti ha portato ad un potenziamento del 10% degli equipaggi impegnati sul territorio. • Progetto “Sala Operativa” e “Centro per la Gestione della Sicurezza dei Grandi Eventi”: Il sistema di comando e controllo, informatizzato nel 1993, è stato completamente riqualificato ed adeguato tenendo presenti anche possibili future esigenze della Capitale. • Progetto “Cittadini Virtuosi”: È stato esaltato il senso civico di alcuni cittadini per essersi prontamente attivati, chiamando il 113, in presenza di situazioni di pericolo o disagio evitando così possibili tragedie. • Progetto “Stadio sicuro con bambini sugli spalti”: La politica del “doppio binario”, caratterizzata dall’attenzione per i tifosi e gli ultras rispettosi delle regole e dall’estremo rigore nei confronti degli autori degli illeciti, ha consentito di azzerare incidenti e feriti, favorendo la presenza dei bambini sugli spalti anche in occasione di derby serali. • Progetto DASPO: Attraverso il “riascolto” dei soggetti “daspati” da parte degli psicologi della Polizia di Stato, è stato valutato positivamente l’effetto rieducativo del provvedimento, tanto da ritenere in alcuni casi possibile la revoca o la riduzione della durata del divieto.

Castelli Romani

Montecompatri, neonato morto dopo circoncisione: in manette due donne accusate di omicidio preterintenzionale

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuti
image_pdfimage_print

Indagata anche la mamma del piccolo
 
MONTECOMPATRI (RM) – Sono state fermate dai Carabinieri della sezione Operativa della Compagnia di Frascati e della Stazione di Colonna, su decreto di fermo del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Velletri, per i reati di omicidio preterintenzionale aggravato ed esercizio abusivo di una professione, due donne nigeriane gravemente indiziate di avere operato l’intervento di circoncisione sul bambino nigeriano morto la mattina del 24 marzo scorso.
 
Anche la madre del bambino è indagata in stato di libertà, gravemente indiziata per concorso in omicidio preterintenzionale. L’autopsia accerterà le cause della morte del bimbo. L’ininterrotta attività di indagine svolta dai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri, dal momento in cui il bambino era deceduto, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che la madre del neonato avesse richiesto per il tramite di una delle due donne l’intervento della seconda al fine di praticare la circoncisione al figlio presso la propria abitazione di Montecompatri; che la seconda donna avesse effettuato l’intervento con l’aiuto della prima. La mattina del 24 marzo scorso la mamma disperata, dopo il malore del bambino, ha chiamato il 112 e ha chiesto aiuto a una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Colonna che stava eseguendo un posto di controllo in via Casilina, all’altezza del capolinea della metro C; inutile la corsa in ospedale dell’ambulanza scortata dai Carabinieri. Sono stati sequestrati i cellulari di tutti i coinvolti nella vicenda e, presso l’abitazione della seconda donna, la somma di euro 4.240, ritenuta provento dell’esercizio abusivo della professione, numerose siringhe e medicinali vari. Entrambe le donne fermate sono state tradotte presso la casa circondariale di Roma Rebibbia-Femminile in attesa della convalida.
 

Continua a leggere

Cronaca

Roma, borseggi e furti nel centro storico: 19 persone arrestate nel fine settimana

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuti
image_pdfimage_print

In manette anche due giovani sorpresi a derubare una mamma distratta mentre accudiva il suo bambino
 
 
ROMA – Nell’ambito dei servizi mirati alla prevenzione e al contrasto dei furti nei luoghi di maggiore interesse e affluenza del centro storico, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nel corso del fine settimana, hanno arrestato 19 persone gravemente indiziate del reato di furto.
 
Nel particolare, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno bloccato due 22enni romeni, senza fissa dimora, che, in piazza dell’Esquilino, approfittando della distrazione di una mamma che stava accudendo il suo bambino, le hanno sfilato la borsa lasciata appesa alle maniglie del passeggino. I due sono stati arrestati e la refurtiva recuperata.
 
I Carabinieri hanno poi arrestato 8 cittadini stranieri – tre di etnia rom e due sudamericani – sorpresi a derubare i passeggeri a bordo della metropolitana linea “A”, in particolare tra le fermate “Barberini” e “Colosseo”, e altri 4 – un cittadino italiano e tre sudamericani – sorpresi a derubare turisti intenti a cenare ai tavoli esterni dei locali del centro storico, sfilando portafogli e telefoni cellulari da borse e zaini appoggiati sulle sedie.
 
Infine, altre 5 persone, tutte senza fissa dimora e con precedenti, sono state arrestate dai Carabinieri del Nucleo Scalo Termini dopo essere stati sorpresi a rubare all’interno dei negozi della Galleria Forum Termini.
 
Le vittime dei furti hanno tutte presentato regolare denuncia e nel corso delle udienze tenutesi presso le aule di piazzale Clodio, gli arresti sono stati convalidati.
 

Continua a leggere

Castelli Romani

Colonna, un borgo pieno di strade dedicate alle donne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Il Comune ha deciso di cambiare la toponomastica per ben sei vie cittadine e contrastare così la forte disparità di genere

Ci sono storie di donne che hanno contribuito a rendere ricca di valori la società. Vanno ricordate e il fatto che esistano amministrazioni talmente sensibili da intraprendere un percorso virtuoso in questa direzione è qualcosa che dona speranza e desiderio di coltivare ancora quei valori che un tempo erano molto floridi. Ci sono sei strade dedicate alle donne che si sommano alle altre quattro già esistenti . È  nel piccolo borgo di Colonna ai Castelli Romani che il Comune ha deciso di cambiare la toponomastica per ben sei vie cittadine e contrastare così la forte disparità di genere che, censimento alla mano, esiste nelle titolazioni. 

Da oggi nella cittadina che conta poco più di 4 mila abitanti, troveremo via Rosalia Marazzano, la storica levatrice di Colonna e poi via Rita Atria, la collaboratrice di giustizia che si uccise pochi giorni dopo la strage di via D’Amelio e via Eunice Kennedy, figlia della famiglia stanutitense Kennedy impegnata nel sociale e nella disabilità e fondatrice di Special Olympics.

Oltre a queste tre grandi donne le cui storie sono ricche di valori, ci sono tre strade che omaggiano tutte le lavoratrici della terra di Colonna, terra ricca di vigneti e di uliveti: via delle Sermentatrici, via delle Scacchiatrici e via delle Legatrici: «Ci alzavamo alle quattro e andavamo nei campi – ha raccontato una donna di 96 anni –oggi i ragazzi che fanno i vandali dovrebbero andarea lavorare in campagna per capire bene il valore della vita». 

Sabato alla presentazione di queste sei nuove strade c’è stata una grande partecipazione da parte della comunità colonnese, donne e uomini del territorio che hanno apprezzato: «Ci siamo mossi – ha detto il sindaco Fausto Giuliani – ancor prima che l’Anci esortasse in maniera virtuosa i Comuni a dedicare tre aree a tre donne, una di rilevanza locale, una nazionale e una straniera. Noi questo percorso lo abbiamo già intrapreso diverso tempo fa, oggi abbiamo cambiato la toponomastica di sei strade e possiamo raccontare le storie delle donne che abbiamo scelto».

E  l’assessora alla Scuola e Pari Opportunità Valeria De Filippis insieme all’assessora alla Cultura Serena Quaglia hanno aggiunto: «Il nostro percorso teso a colmare il divario di genere – dice – non si esaurisce con questa iniziativa perché intraprenderemo prossimamente un progetto con le scuole per titolare alcune classi alle donne costituenti».

Chi era Rosalia Marazzano? La levatrice del paese che tra il 1950 e il 1975 fece nascere a Colonna 625 bambini e bambine. Oggi la strada a lei intitolata si trova in pieno centro storico, sotto palazzo Colonna e ha sostituito una parte di via Della Madonnella che continua ad esistere. Una donna, tra le prime negli anni ’60  a prendere la patente, costantemente aggiornata e soprattutto empatica con le famiglie e con le donne che ha aiutato a partorire: «dare il nome di una strada alla levatrice del paese – ha detto l’insegnante Rossana Laterza dell’associazione Toponomastica Femminile – significa contribuire a dare una identità a questo luogo. La media di strade intitolate a donne va dal 3 al 5 per cento e sono in prevalenza sante, mentre quelle dedicate agli uomini sono circa il 40 per cento. C’è ancora molta strada da fare».

E poi l’assessora alla Cultura serena Quaglia ha fatto un passaggio su via Via Rita Atria, che si trova nella parte superiore di Colle Sant’Andrea: «È stata una testimone di giustizia – ha detto – che ha 17 anni si è tolta la vitauna settimana dopo che venne ucciso il magistrato Borsellino. Era una donna che ha deciso di mettersi contro la mafia e di credere nella giustizia».

Via Eunice Kennedy prende una parte di via Colle Sant’Andrea di Sopra e un pezzo di via dei Mattei: «Una donna che ha fatto la differenza per le persone con disabilità intellettive – hanno detto l’insegnante Gabriella Giuliani e la responsabile di Special Olympics Silvia Merni – ha coltivato una cultura del rispetto e inclusione che passa anche per una pratica sportiva condivisa».  

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

SEGUI SU Twitter

I più letti