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Tra celebrazioni e polemiche emerge la necessità di un dibattito inclusivo per onorare tutte le figure che hanno segnato la storia della città
La recente decisione della giunta di Frascati di intitolare una piazzetta a Bruno Astorre ha sollevato un polverone che non ha mancato di attirare l’attenzione e, ahimè, il disappunto di molti.
In un dibattito che ricorda più le lotte gladiatorie che la riflessione politica, ci si è ritrovati a citare Cesare e Bruto, Eraclito e il “legame terragno”, mentre la città si divide tra chi applaude e chi fischia. Ma è davvero questo il modo di rendere omaggio a un uomo delle istituzioni?
Astorre, figura nota e rispettata, ha saputo conquistarsi il riconoscimento anche da parte dei suoi avversari.
Eppure, la questione che emerge è ben più profonda e invita a una riflessione seria: esistono forse altre figure, altre storie che meritano di essere celebrate in questo angolo di Frascati?
La risposta è un chiaro sì. La nostra città, ricca di storia e di cultura, ha visto passare nomi illustri, uomini e donne che, con il loro operato, hanno contribuito a scrivere le pagine di una storia locale che merita di essere onorata.
Ecco, allora, che la mancanza di un dibattito ampio e inclusivo su queste figure emblematiche risulta preoccupante.
Sembra quasi che la nostra classe politica, spesso distratta da beghe interne e contese personali, non riesca a cogliere l’opportunità di ampliare il discorso.
Sì, è giusto riconoscere il contributo di Astorre, ma perché non affiancarlo, con le stesse modalità di urgenza, a quello di Pietro Campilli, Guglielmo Boazzelli, (per i quali è già previsto un riconoscimento importante) ma anche di Italo Maderchi, Pietro Micara, Mary Gayley Senni, Anna Frantzel Celli e Clara Molinari?
Ognuno di questi nomi porta con sé un’eredità di impegno e passione per il nostro territorio, un’eredità che meriterebbe di essere celebrata in egual misura.
La battaglia delle ragioni, che oggi sembra animare il dibattito, non dovrebbe ridursi a una sterile contrapposizione tra fazioni. Al contrario, deve trasformarsi in un’opportunità per riflettere su come la nostra città possa, e debba, riconoscere il valore di chi ha contribuito al suo sviluppo.
Opportunità, bisogno e coerenza: sono queste le parole chiave che dovrebbero guidare l’azione politica di chi ama Frascati.
La coerenza non può prescindere dalla capacità di guardare oltre il presente, di riconoscere le radici di una comunità che si è evoluta nel tempo per diventare ciò che è oggi.
È fondamentale che la politica torni a essere un luogo di dialogo, dove le voci di tutti possano trovare spazio, piuttosto che un’arena di scontro.
In quest’ottica, la scelta della giunta di intitolare una piazzetta a Bruno Astorre non deve essere vista come un atto isolato, ma come un punto di partenza per una riflessione più ampia sulla nostra identità collettiva.
Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere e celebrare tutti coloro che hanno contribuito al benessere della nostra comunità, senza cadere nella trappola della divisione e della contrapposizione.
Frascati merita di essere un esempio di unità e riconoscimento, non solo per il suo passato, ma per il futuro che costruiremo insieme.
ad maiora.
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