FRASCATI: LA PREFETTURA COLLOCA 60 AFRICANI NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA PER RICHIEDENTI ASILO

Redazione  

Frascati (RM) – I 60 uomini accolti nel Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) di Frascati, in via di Vermicino 19, a ridosso del GRA di Roma, provengono tutti dall’Africa. Sono 45 persone del Mali, 14 del Senegal e 1 della Guinea. Tutte persone costrette a scappare dal proprio Paese di origine per un fondato timore di persecuzione a causa di razza, religione, nazionalità, gruppo sociale di appartenenza, opinioni politiche. Lo status di richiedente asilo è stato loro concesso dopo le attente valutazioni di una apposita Commissione, composta dai rappresentanti istituzionali della Questura e della Prefettura e dai membri di organizzazioni internazionali riconosciute come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). 

«La Prefettura ci ha comunicato la decisione di collocare 60 richiedenti asilo nella nostra Città – dichiara il Sindaco di Frascati Alessandro Spalletta -. È chiaro che non siamo in presenza di migranti per ragioni economiche, ma di migranti forzati, che seguono un programma di protezione internazionale, dati i rischi che hanno corso, e corrono tuttora nei loro Paesi di origine le loro famiglie. Siamo in costante contatto con Cosimo Zurlo, responsabile nazionale della Casa della Solidarietà, il consorzio di cooperative sociali che gestisce anche il Centro di Vermicino, in convenzione nel Complesso delle Suore Missionarie di Gesù Lavoratore, che ringrazio, per monitorare e tenere sotto controllo la situazione. Nel rispetto dei diritti di queste persone, che sono persone libere anche se richiedenti asilo, vogliamo tutelare e tranquillizzare il più possibile i nostri cittadini. Ringrazio per questo le Forze dell’Ordine e la nostra Polizia Municipale per la presenza e l’impegno profusi e per la disponibilità ad intensificare i controlli sulla struttura d’accoglienza. Infine vorrei ringraziare in maniera particolare i cittadini di Frascati, che hanno capito l’importanza di questa operazione umanitaria, dimostrandosi più intelligenti e lungimiranti delle strumentalizzazioni ideologiche di pochi».

«Tutte le persone accolte hanno superato i controlli sanitari e un team di psicologi ha constatato che possono vivere in comunità – dichiara Cosimo Zurlo, il responsabile nazionale della Casa della Solidarietà-. All’interno del Centro di Accoglienza c’è un servizio di assistenza di operatori sociali attivo sette giorni su sette h24, per garantire la presa in carico degli ospiti, soprattutto di quanti a causa di traumi pregressi (es. la storia di persecuzione nel paese di origine) abbiano delle vulnerabilità personali. È attivo anche un servizio di Security interna, per vigilare sull’incolumità degli ospiti».

All’atto dell’accoglienza e poi a cadenza mensile ai richiedenti asilo vengono forniti: lenzuola, coperte, e biancheria; capi di vestiario; kit per l’igiene personale (bagno schiuma, carta igienica, spazzolino e dentifricio, nonché schiuma da barba e lamette, e detergente per bucato a mano e in lavatrice); 2 schede telefoniche internazionali, per un importo di € 15,00. Inoltre, nel rispetto delle culture e religioni di tutte le persone ospitate, giornalmente ricevono pasti caldi (colazione, pranzo e cena) e un pocket-money di € 2,50 al giorno.

L’equipe di un centro di accoglienza ha il compito di “prendere in carico” quanti giungono sulle coste italiane in qualità di richiedenti asilo, al fine di ottenere lo status di rifugiato. Ciò equivale a dire che il centro, con tutti i suoi servizi interni e le professionalità ivi impiegate, deve: soddisfare tutti bisogni primari dei migranti forzati; garantire un percorso interno volto al supporto, all’orientamento e all’apprendimento dei diritti e doveri in Italia. Conclusosi il suddetto iter nel centro di prima accoglienza, con una permanenza che di solito dura circa 6 mesi, i migranti vengono trasferiti in Centri di secondo livello, facenti capo alla rete SPRAR (Servizio di Protezione di Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Il centro di Frascati è gestito dalla Soc. Coop. Osa Mayor, ente con una notevole pregressa esperienza nel campo dell’immigrazione, per conto della Prefettura UTG di Roma ed è finalizzato a dare ospitalità a 60 migranti. L’apertura di una nuova struttura di accoglienza comporta in sé le visite e il monitoraggio dei seguenti Enti: la Prefettura UTG di competenza; le delegazioni del Ministero dell’Interno; le delegazioni estere; l’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). Tali strutture sono gestite dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione per il tramite delle Prefetture UTG di competenza, che hanno indetto delle gare d’appalto per la gestione dei CARA, richiedendo che la gestione delle strutture di accoglienza venga demandata ad Enti con una pregressa e specifica competenza nel settore, sia perché debbono possedere cospicue capacità tecnico-organizzative capaci di rispondere con prontezza a qualunque emergenza di sbarchi su tutto il territorio nazionale, sia di strumenti specifici atti alla presa in carico tout court dei richiedenti asilo.

Il forte afflusso di migranti richiedenti asilo sul territorio nazionale (dal 1 gennaio al 31 giugno 2014 gli sbarchi sono stati circa 75.000) ha imposto delle misure d’urgenza, in particolare: l’operazione “Mare Nostrum”, ossia l’operazione militare e umanitaria a cura del Ministero della Difesa atta a salvaguardare le vite in mare e ad assicurare alla giustizia quanti lucrano sul traffico illegale di migranti. L’attivazione di CARA emergenziali, a cura del Ministero dell’Interno, che – con Circolare n. 7418 del 20 giugno u.s. a firma del Prefetto Morcone -, ha “formulato un piano di assegnazione dei migranti per un’equa e sostenibile distribuzione sul territorio, secondo contingenti progressivi” e su scala regionale, tenendo conto anche del pregresso numero di migranti già presenti sul territorio.