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Roma

FRASCATI, RSCHIO LUDOPATIA TRA I GIOVANI: AL VIA LO STUDIO DEL FENOMENO NELLE SCUOLE

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Tempo di lettura 3 minuti Il progetto di ricerca è stato accolto dall'amministrazione comunale

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Redazione

Frascati (RM) – Ludopatie e i giovani del territorio è il nome del progetto di ricerca che l’Amministrazione Comunale di Frascati ha accolto, su proposta progettuale elaborata dallo Sportello Intercomunale Antiusura, di cui è socio fondatore, e avviato a dicembre all’interno delle scuole, per valutare il fenomeno della ludopatia in età giovanile e mettere in atto tutti gli strumenti a disposizione per facilitare una presa di coscienza in coloro che ne sono affetti senza esserne a conoscenza. E comunque per avviare una campagna di sensibilizzazione preventiva tra i giovani in età scolare sui rischi che il gioco d’azzardo può indurre se non si attivano i necessari filtri critici. Il primo passo da parte dell’Ufficio Servizi Sociali è stato quello di avvertire, in via preventiva, gli Istituti scolastici del territorio, compreso quello di Villa Sora, per sensibilizzare i Dirigenti Scolastici. È così iniziata la fase centrale di raccolta dati e al termine di tale fase è intenzione dell’Amministrazione Comunale presentare i risultati della ricerca realizzando un evento pubblico.

Gli obiettivi principali che tale ricerca si propone sono quelli di misurare il fenomeno delle ludopatie nei giovani tra i 14 e i 19 anni delle III classi delle Scuole Medie (Secondarie di Primo Grado) e delle classi delle Scuole Superiori (Secondarie di Secondo Grado). Oltre a questo si propone anche di indagare le opinioni, i giudizi e i comportamenti dei giovani rispetto al “gioco” e ai rischi connessi attraverso un’indagine campionaria. A risultati ottenuti si apriranno dibattiti, incontri con docenti, con alunni e con genitori nelle classi con alti valori di rischio.

«Valutare la presenza o meno di una situazione di disagio ludopatico, poco avvertito da chi ne è affetto, è molto difficile a priori, e lo è ancora di più nei giovani – dichiara il Sindaco Alessandro Spalletta -. In una società come la nostra che attraverso tutti i canali, dalla tv ai siti internet, favorisce il gioco d’azzardo in tante differenti e svariate forme, la ludopatia è un male, spesso oscuro, che si sta diffondendo sempre di più tra la popolazione italiana. Cercare di prevenire questo male attraverso un’informazione puntuale e completa sui rischi credo che sia un dovere morale per chi si è assunto l’impegno di amministrare una comunità di cittadini».

«Saranno molte le azioni che, successivamente alla raccolta e all’analisi dei dati, il progetto “Ludopatie e i Giovani del Territorio” intende mettere in campo per prevenire il fenomeno soprattutto nelle giovani generazioni – dichiara l’Assessore ai Servizi Sociali Matteo Filipponi -. Sarà uno studio importante per verificare il peso della condizione familiare nei soggetti più a rischio, analizzare il comportamento di gruppi di coetanei e la diffusione dei messaggi multimediali che propongono come innocue e anzi affascinanti le scommesse. Insomma, attraverso una ricerca approfondita nelle scuole di Frascati cercheremo di capire i comportamenti e le opinioni dei nostri studenti nei confronti di un tema così importante come il gioco d’azzardo. Ovviamente ci sarà il coinvolgimento delle famiglie, perché siamo convinti che solo attraverso un lavoro congiunto con i nuclei familiari sia possibile ottenere i risultati migliori. Ringrazio per questo l’Ufficio Servizi Sociali e il Dirigente del 3° Settore per il lavoro che stanno svolgendo sul progetto».

«La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma una vera e propria malattia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse – afferma Consigliera Delegata alla Salute Chiara Fasolino -. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità circa un milione e mezzo di persone in Italia sono affette da questa patologia, che può arrivare anche a rovinare la vita di intere famiglie esponendo le persone affette a gravi conseguenze personali e sociali»
 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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