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Roma

FRATELLI BIVIANO: 20 GIUGNO 2015 UN GIORNO MEMORABILE

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Tempo di lettura 5 minuti Istituita la Giornata Nazionale Dedicata alla Distrofia Facio-Scapolo-Omerale per sensibilizzare l’opinione pubblica,

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di Cinzia Marchegiani

Roma – Quanto accaduto intorno alla tenda blu piantata davanti al parlamento nel lontano 2013 entrerà nella storia del nostro paese, come monito che non esistono muri che non si possono valicare. L’Osservatore d’Italia è stato il primo giornale che ha dedicato e seguito le gesta di questi due ragazzi, partiti dalla lontana isola di Lipari ad insegnare che nulla era impossibile. Il mondo politico e le istituzioni finalmente si sono piegati verso i fratelli Biviano, malati di distrofia muscolare che hanno vissuto per quasi due anni dentro questa tenda davanti al parlamento dal 23 luglio 2013 fino al 20 giugno 2015. Le istituzioni hanno ascoltato finalmente i problemi, i disagi, ma soprattutto le necessità che i malati devono affrontare quotidianamente di cui il sistema sanitario nazionale non si era fatto carico.

 

La lieta novella: Proprio il giorno del compleanno di Sandro, il Civico 117A esulta alla notizia: Il Consiglio dei Ministri ha condiviso l’iniziativa del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, su proposta del Ministro della salute Beatrice Lorenzin di istituire il 20 giugno di ogni anno la Giornata Nazionale Dedicata alla Distrofia Facio-Scapolo-Omerale, per sensibilizzare l’opinione pubblica, incrementare la piena consapevolezza tra pazienti, operatori sanitari e sociali, favorire la ricerca diagnostica e la prevenzione della patologia nei portatori sani.

 

Il progetto del Ministero della Salute ha messo a disposizione della famiglia Biviano tutta la tecnologia più avanzata e personalizzata alle varie, imprevedibili, disfunzioni del sistema nervoso. Il sistema verrà governato da una centrale operativa che h24 gestirà il monitoraggio dei parametri vitali e manterrà adeguati i livelli di cure mediche sotto forma di farmaci e riabilitazione. Non solo, ma proprio il 20 giugno è stata istituita la Giornata nazionale dedicata alla Distrofia facio-scapolo-omerale per rendere noti i risultati, i progressi nell’assistenza e nelle cure e procedere a una sempre maggiore informazione su questa malattia.
La titolare del dicastero della salute, Beatrice Lorenzin dichiara: “E’ il tipo di risposta che vogliono i malati. Dobbiamo garantire loro la migliore qualità della vita possibile. Questi malati ci chiedono di non essere abbandonati, di essere impegnati in un lavoro sostenibile, che dia loro dignità. Il progetto parte con la famiglia Biviano e potrà essere riprodotto in scala per tutte le persone affette da questo tipo di patologia. E’ un progetto che realizza gli obiettivi che ci siamo fissati: umanizzazione e cure domiciliari, che vuol dire assistenza in ambienti migliori, come la propria casa, a costi nettamente inferiori per il Sistema sanitario nazionale”.

L’annuncio Istituzionale: Alla conferenza del 19 giugno 2015, presso la sala stampa della Camera presso Montecitorio, l’On Paola Binetti, assieme agli addetti ai lavori in ambito sanitario e della ricerca scientifica e istituzioni politiche, hanno annunciato l’istituzione della giornata e i Fratelli Biviano, dove gli stessi hanno confermato il loro rientro a casa programmato per il pomeriggio del 20 giugno 2015 alle 18:00 dopo aver smantellato la tenda del Civico 117A.
Forte il trasporto dell'Onorevole Binetti nel moderare la conferenza stampa del 19 giugno alla camera. E' stato presentato il lavoro che impegnerà il ministero della Salute ma anche l'Istituto Puleio diretto dal Prof Bramanti. Grande la commozione dei presenti in sala, giornalisti e sostenitori, sia quando è stata letta la lettera del ministro Lanzetta che augurando a Marco e Sandro un nuovo inizio di vita si è firmata "una farmacista rurale".

Tantissima l'emozione quando ancora una volta Sandro ha scandito con ficcante precisione quante e quali ragioni hanno spinto questi due immensi ragazzi a lasciare Lipari per trascorrere quelli che da cinque giorni si sono trasformati in due anni di fatiche indicibili.
L'intesa tra tutti i presenti è che questo non è il finale, l'epilogo della vicenda "tenda blu di Montecitorio" ma l'inizio di un lavoro in reciproca sinergia tra istituzioni e malati, nell'auspicio di trovare non uno, ma tante vie di diverso genere per garantire a quanti più malati possibile sia il sollievo per una vita dignitosa.

Il cuore della battaglia spesso derisa:
La lotta dei fratelli Biviano era stata associata esclusivamente alla battaglia per Stamina, li hanno derisi, minacciati, insultati perché dicevano che occupavano un’area che doveva essere sgomberata, di certo fanno un pò sorridere queste frasi in questo periodo, quando le città sono diventate il naturale bivacco degli immigrati, ma a loro è dedicata tutta la comprensione dei benpensanti. Sandro e Marco Biviano non hanno villeggiato dentro quella tenda, a luglio di due anni fa fecero una scelta coraggiosa sulla scia del caso Stamina finita in parlamento con l’autorizzazione della sperimentazione. Hanno vissuto all’addiaccio o al caldo soffocante, giorno dopo giorno con la loro presenza sono stati un richiamo alle responsabilità dei vari onorevoli e del ministro della Salute, verso il malato, troppo spesso citato negli slogan come persone da proteggere, da tutelare, ma nella pratica abbandonati, nell’assistenza e cura, al loro triste destino e a carico esclusivamente dei familiari. La loro battaglia decorosa, di grande dignità ormai è entrata di diritto nella storia italiana, tra i capitoletti della lotta all'“indecenza”.

Eppure la politica ha sempre fatto orecchie da mercante, pensando che per i due fratelli Biviano, Sandro e Marco fosse diventato un capriccio rimanere sul selciato lontano dalla loro casa, dai loro affetti più importanti, tanto da essere stati ricoverati in ospedale a più riprese per problemi legati al loro stile di vita percorso dopo tanti mesi in un umile tenda, senza fisioterapia e cure adeguate. Lo scorso 7 giugno il deputato e responsabile sanità del PD, Federico Gelli, dopo l’annuncio della sentenza della Cassazione sul diniego relativo il dissequestro delle cellule custodite nei laboratori del nosocomio Bresciano ammoniva: “Alla luce di questa ulteriore e definitiva bocciatura del metodo stamina trovo indecente che davanti a Montecitorio stazioni ormai da troppi mesi la tenda innalzata per protesta dai suoi sostenitori. Per questo motivo invito le autorità competenti di liberare la piazza da questa presenza che non ha più senso – conclude il parlamentare democratico – e non fa altro che gettare una cattiva immagine davanti ad una delle più importanti istituzioni del Paese”.

Questa vittoria è dedicata a tutti i malati che Sandro e Marco hanno voluto tutelare di fronte alla "cecità" delle istituzioni. La tenda rimarrà come un marchio a fuoco sul quel selciato di Piazza Montecitorio, che da ieri rappresenta a pieno diritto il luogo dove i diritti dei cittadini sono stati difesi. Due folli ragazzi venuti da Lipari hanno insegnato che il coraggio di vivere non conosce ostacoli e sofferenze quando la giustizia nasce come valore inalienabile e ora dimostra come tante affermazioni crudeli regalate nei loro confronti sono stati superficiali soprattutto di chi ha voluto vedere in loro un presuntuoso pretesto di fare una gita fuori porta. La battaglia è un tributo anche a tutte le persone che non si sono tirate dietro e hanno aiutato Sandro e Marco nella permanenza tribolata in un umile tenda che come un topolino ha osato affrontare quel palazzo bellissimo del potere ma afono e cieco al richiamo straziante dei malati.


I fratelli Biviano ritornano a casa: Mentre scriviamo al Civico 117A si stanno effettuando le operazioni di chiusura della tenda e l’Osservatore d’Italia con molta emozione sarà al loro fianco soprattutto in questo giorno intriso di gioia ma anche di tanta tristezza nel cuore, consapevoli che per i Biviano li attende una vita ora degna di essere chiamata tale. Ritorneranno alla loro casa di Lipari, sapendo che li aspetta la loro mamma che ha vissuto con ansia e tensioni tutti questi mesi, e le due sorelle anche loro malate, a cui mandiamo saluti affettuosi. Marco e Sandro commentano emozionati: “Non abbiamo mai fatto battaglie che non fossero al servizio di tutta la comunità: questa è la grande lezione che abbiamo appreso ed è il nostro impegno per il futuro”. “Va e fai della tua vita un’opera meravigliosa”… Sandro e Marco avete fatto molto di più!
 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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