FRATELLI D'ITALICUM

di Maurizio Costa

La nuova legge elettorale di Matteo Renzi fa uscire tutti dall'Aula di Montecitorio. Non è la trama di un vecchio film anni 50, ma la realtà dei fatti. Un Aventino costante che ci riporta sempre indietro nel tempo, quando forse veniva utilizzato con scopi più importanti. Nel 1924, infatti, l'opposizione parlamentare di Mussolini si ritirò nella sala dell'Aventino e decise di abbandonare i lavori dell'Aula dopo l'omicidio Matteotti. Adesso, invece, è diventato più un modo di dire, una pratica che accomuna tutti coloro che hanno deciso che la nuova legge elettorale non fa al caso nostro. L'ala del Pd vicina a Renzi vota a favore, mentre parte di FI, FdI, Lega Nord e M5s decidono di non sedersi sugli scranni lignei durante una delle votazioni più importanti degli ultimi anni. La cosa bella è che Forza Italia prima chiede il voto segreto, per nascondere qualche filo-piddino, per poi decidere di non partecipare alle votazioni. Coloro che appoggiano Brunetta escono dall'Aula, mentre i verdiniani vedono questo gesto come troppo estremo e rimangono dentro. Lo stesso fa il Movimento di Beppe Grillo, che dichiara che avrebbe votato ma solo a scrutinio palese. Tutto il resto è noia, visti i risultati. Chiarificatrici le parole di Renato Brunetta, capogruppo FI, che ieri ha dichiarato che “Diciamo no all'Italicum in Aula, ma se c’è lo scrutinio segreto vuol dire che qualcuno di Forza Italia voterà a favore e quindi usciamo”. Come a dire “abbiamo cambiato il tipo di votazione ma poi usciamo perché abbiamo paura di votare male”. Renzi non ha bisogno di tutte queste parole e divergenze: la maggioranza è solida e se aggiungiamo qualche nostalgico di sinistra tra le fila di Forza Italia (?) possiamo proprio dire che il premier sia inscalfibile. Anche perché la minoranza dem conta su 38 deputati, che diventano 60 con una fronda del Ncd, numeri che sono ininfluenti alle orecchie di Renzi. Uscire dall'Aula invocando il famoso colle di Roma è una mossa politica che chiaramente non rispecchia i principi di democrazia che dovrebbero dominare in Italia. Non c'è democrazia se non c'è minoranza e se questi partiti, o correnti di partito, decidono di uscire dall'Aula, non votando contro una legge, fanno uno sgarbo a tutti quegli elettori che confidano in loro. Va bene, il parlamento che abbiamo è stato votato poco, ma aver paura di votare solo perché si sa di perdere è un ragionamento più che erroneo. Sapendo questo, Arturo Scotto di Sel prova a giustificare la scelta di uscire dal giro delle votazioni per l'Italicum in questo modo: “Nessun Aventino ma una reazione al disprezzo del premier verso il parlamento”. Solamente la minoranza del Pd vota contro, seguendo qualche barlume di coscienza. La legge elettorale è stata approvata con 334 voti favorevoli, adesso siamo tutti fratelli d'Italicum.