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FROSINONE: L'UNIVERSITA' DI CASSINO PRESENTA IL CONTO AL COMUNE CON DECRETO INGIUNTIVO

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Tempo di lettura 2 minuti L'amministrazione comunale impugna l'atto.

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Redazione

Frosinone – L’Università di Cassino ha presentato un decreto ingiuntivo di 600 mila euro al Comune di Frosinone. L’amministrazione di Nicola Ottaviani ha impugnato l’atto il primo cittadino ha riservato delle parole dure al Magnifico Rettore Ciro Attaianese. I soldi che rivendica l’Università di Cassino si riferiscono ad un passato accordo con il Comune che prevedeva, a partire dal 2009, un contributo di centomila euro per i tre corsi di laurea che hanno sede nel palazzo dell’ex Tribunale di proprietà del Demanio. Da allora, però il contributo non è mai arrivato e l’ateneo li ha ora pretesi attraverso il decreto ingiuntivo.

“Il Rettore Attaianese ignora, sapendo di ignorare, quali siano le necessità dell’offerta formativa universitaria di un capoluogo. – Dichiara in una nota istituzionale il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani –  Del resto, – prosegue Ottaviani – mi sembra che in questi anni preferisca più fare una lotta sterile contro le istituzioni, che non cercare di far integrare l’Università di Cassino con la zona alta della provincia di Frosinone.

La materia della formazione universitaria è una questione molto seria e duole, fino a diventare drammatico e grottesco, rilevare come si arrivi a chiedere 600.000 euro al Comune capoluogo, senza prima aver illustrato gli eventuali benefici apportati al territorio frusinate, basandosi soltanto sulla scorta di una convenzione pastrocchiata, mai approvata dal Consiglio Comunale.

O forse Attaianese dimentica l'ultimo rapporto diffuso e pubblicato da Almalaurea, che ha condotto la consueta indagine annuale sulle facoltà universitarie e sugli esiti occupazionali dei laureati dopo il conseguimento del titolo di studio, secondo la quale l'Università di Cassino ha registrato la peggiore performance tra tutti gli Atenei italiani con un tasso di disoccupazione dei laureati, a tre anni dal conseguimento del titolo di studio, del 25,4%. Interrogato sul motivo di questo poco lusinghiero risultato dal sito controcampus.it, il Rettore, anziché abbozzare una risposta congrua sui motivi di tale fallimento, si è cimentato nello sport italico per eccellenza, ovvero lo scaricabarile, attribuendo la colpa del tutto allo Stato reo di non investire nei giovani.

Per formazione professionale sono abituato esclusivamente a valutare fatti e risultati. E i fatti dicono che l’impegno dell’Università di Cassino su Frosinone è andato progressivamente ridimensionandosi considerato che l’offerta formativa si è drasticamente ridotta nel tempo con la chiusura ingloriosa, ad esempio, del corso di conservazione dei beni culturali e museali.

Promuovere un decreto ingiuntivo contro il Comune di Frosinone per 600.000 euro, scambiando le casse comunali come una sorta di salvadanaio per l’Ateneo cassinate, altro non è che la conferma di una impostazione assolutamente singolare, che si commenta peraltro da sé, sul modo di intendere il profilo della coesione sociale ed istituzionale. Del resto, in Italia le università normalmente danno al territorio molto di più di quel che ricevono, ma, evidentemente, il Rettore Attaianese ignora anche questo.

Noi stiamo lavorando affinché su Frosinone ci sia un'offerta formativa universitaria degna di un capoluogo e di alto livello, con corsi capaci di attrarre studenti del territorio e di fuori provincia. L'esperienza dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone ci insegna che, quando i corsi proposti sono di qualità e ben strutturati, richiamano studenti dai quattro angoli della Terra. La linea da seguire è questa. – La nota del primo cittadino di Frosinone conclude – Se l'Università di Cassino vorrà sposare questa impostazione saremo ben lieti di camminare assieme, altrimenti faremo come a Piacenza dove convivono varie istituzioni universitarie in regime di sana concorrenza e con evidenti ricadute per il territorio in termini di crescita economica, sociale e culturale.

 

Cronaca

Frosinone, armi e droga negli appartamenti dell’Ater: in manette 2 cittadini albanesi

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Nei giorni scorsi i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frosinone, diretti dal Tenente Massimo Petrosino, hanno effettuato un’altra operazione all’interno degli appartamenti dell’Ater abusivamente occupati da soggetti stranieri, dopo quella già compiuta nel novembre scorso.
Nel pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Radiomobile di Frosinone, impegnati nei controlli di routine al Casermone, hanno visto due persone affacciate al balcone di un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e hanno deciso di capire cosa stesse succedendo. Prima che potessero raggiungere l’appartamento, tuttavia, i due si sono dati alla fuga, aiutati dalle telecamere piazzate in punti strategici, che hanno consentito loro di visionare e anticipare i movimenti dei militari.
Ai Carabinieri non è rimasto che dividersi: una squadra è andata a caccia dei due fuggitivi mentre un’altra è rimasta a presidiare l’appartamento, alla ricerca di eventuali complici o di elementi utili all’identificazione dei due soggetti. Lo sforzo congiunto ha dato in breve i suoi frutti: i due soggetti intravisti poco prima al balcone sono stati bloccati dai militari mentre tentavano di allontanarsi dal Casermone, intanto che all’interno dell’abitazione veniva trovato il passaporto di uno di loro.
I Carabinieri hanno quindi proceduto ad effettuare un’approfondita perquisizione dell’appartamento da cui erano scappati i due uomini, rivelatisi essere due albanesi, rinvenendo due coltelli a serramanico e una pistola semiautomatica con matricola abrasa pronta all’uso, considerato che aveva già caricato il colpo in canna ed erano presenti altri 7 colpi nel caricatore. In una scatola della libreria sono stati recuperati altre 10 cartucce di calibro diverso, destinate ad un’altra arma.
L’appartamento fungeva da vera e propria base di spaccio, considerato che al suo interno sono state rinvenute 3 dosi di cocaina, circa 10 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi e materiale vario per il confezionamento delle singole dosi.
La perquisizione è stata poi estesa ad un altro alloggio che i due soggetti hanno rivelato di avere in uso, scovando ulteriore materiale utilizzato per la preparazione degli stupefacenti.
I militari hanno proceduto pertanto all’arresto dei due stranieri che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati condotti al carcere di Frosinone, ove sono rimasti anche dopo la convalida dell’arresto.

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Cronaca

Atina, stalker aggredisce i carabinieri: arrestato 33enne

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Arrestato un 33enne di Atina, in provincia di Frosinone. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per stalking e per resistenza a pubblico ufficiale. A eseguire l’ordine di arresto i militari della locale Stazione dei Carabinieri.
Il 33enne, già colpito da ammonimento del Questore di Frosinone per atteggiamenti persecutori nei confronti di una donna con cui ha avuto una relazione affettiva, non accettando la fine della loro storia si è presentato alla porta della sua abitazione e ha reiterato le molestie. La Donna, spaventata, ha immediatamente chiamato i carabinieri ma lui, alla loro vista, per evitare il controllo, li ha aggrediti colpendoli ripetutamente ma i militari sono riusciti a immobilizzarlo.
L’uomo è stato quindi assicurato alla giustizia e sottoposto agli arresti domiciliari, ora dovrà rispondere del proprio comportamento dinanzi al Tribunale di Cassino.

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Cronaca

Aeronautica Militare, Rossi (Lega): “Sul 72° Stormo la partita non è ancora chiusa”

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L’europarlamentare della Lega ha incontrato il Capo di Stato maggiore della Difesa
 
 
“La partita del 72° Stormo non è ancora chiusa. Sullo spostamento della scuola di volo ancora non è detta l’ultima parola”.  L’onorevole Maria Veronica Rossi, deputato della Lega al Parlamento europeo, ha incontrato, nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, il capo di stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, per parlare della scuola di volo per elicotteristi e del 72° Stormo, che dovrebbero essere spostati da Frosinone a Viterbo.
 
“Ho avuto un incontro con il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone per discutere della necessità che la Scuola di Volo dell’Aeronautica Militare e il 72° Stormo Scuola Elicotteristi a Frosinone rimangano intatti, respingendo la proposta di trasferimento all’Aeroporto di Viterbo. L’ufficiale ha mostrato grande sensibilità verso il problema e si è dimostrato disponibile ad analizzare la questione e a valutare tutte le criticità di un trasferimento che tutto è tranne che virtuoso, economico e strategico per le nostre forze armate.
 
È cruciale proteggere la storica realtà del 72° Stormo dell’Aeronautica militare da un trasferimento privo di logica dal territorio ciociaro. Nel 2020, il Ministro della Difesa Guerini avallò questa decisione, mirando a presunti risparmi, ma ora appare anacronistico e decontestualizzato rispetto agli attuali scenari bellici e alla geopolitica europea” ha detto l’onorevole Rossi.
 
“Nessuno – ha proseguito Rossi – ha ancora fornito, ad oggi, uno straccio di motivazione valida e inoppugnabile per giustificare la decisione di trasferire la scuola di volo da Frosinone a Viterbo. Le motivazioni sono tecniche? Falso, perché Frosinone rispetto a Viterbo offre condizioni di addestramento per i piloti  mille volte migliori. Le motivazioni sono logistiche?  Falso, perché Frosinone è collegata con il resto del mondo un milione di volte meglio rispetto a Viterbo. Le motivazioni sono legate alla struttura militare? Falso, perché a Frosinone c’è già tutto quello che serve per una scuola di volo interforze, basterebbero investimenti decisamente minimi per adeguare l’aeroporto alle mutate esigenze, mentre a Viterbo c’è poco o niente di quello che realmente serve. E poi, se Viterbo un giorno dovesse ospitare il terzo scalo civile del Lazio, come si farebbe a conciliare l’attività addestrativa militare con il traffico civile in uno spazio  aereo abbastanza saturo come quello di Viterbo. Quindi, mi chiedo a questo punto: qual è la vera volontà che c’è dietro questa  illogica decisione di trasferimento del 72° Stormo da Frosinone alla Tuscia? Qui non stiamo parlando solamente di “politica” militare, ma anche del destino di centinaia di famiglie e dell’eventuale depauperamento economico di un territorio, la Ciociaria, che già da anni sta soffrendo per un processo di deindustrializzazione che ha eroso ricchezza economica e sociale”.
 
“L’impegno richiede il coinvolgimento di associazioni, società civile e settore produttivo, nonché azioni politiche ed istituzionali a ogni livello per annullare il provvedimento di trasferimento del 72° Stormo e della Scuola Elicotteristi da Frosinone a Viterbo. La mozione, proposta nei consigli comunali della provincia, mira a rafforzare ulteriormente questa causa di fondamentale importanza. Servono iniziative concrete e non chiacchiere o inutili comunicati stampa come hanno fatto altri, perché, al di là di tutto, la cosa che mi ha maggiormente amareggiato è che, ad oggi, sono stata l’unica rappresentante istituzionale del nostro territorio ad essersi confrontata direttamente con lo Stato maggiore della Difesa su questo tema. Questi sono fatti, mentre, ripeto, altri si sono solo limitati a comunicati stampa. Comunque, l’importante è aver capito che nulla è ancora perduto, e finché rimarrò in carica nell’Europarlamento profonderò ogni impegno per scongiurare lo spostamento da Frosinone a Viterbo del 72° Stormo e della scuola di volo per elicotteristi” ha concluso l’onorevole Rossi.
 
Privo di virus.www.avast.com

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