G8, RENZI: "IL MIO IMPEGNO E' DI INTRODURRE IL REATO DI TORTURA"

di Angelo Barraco

Genova –  In questo ultimo periodo i fatti del G8 sono tornati in faccia agli italiani come un pugno di fango su un muro bianco. Ripercorriamo i fatti: Ricordiamo che l’Italia è stata condannata, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, per tortura. La Corte europea dei diritti dell’uomo dice: “Quanto compiuto deve essere qualificato come tortura”. La Corte condanna anche l’assenza, nel nostro paese, di legislazione in materia. La condanna è arrivata sulla base del ricorso presentato a Strasburgo da Arnaldo Cestaro, presente all’interno della scuola Diaz e vittima. Ricordiamo che i fatti risalgono al 21 luglio 2001. L’uomo all’epoca dei fatti aveva 62 anni, e nel ricorso dice che quella terribile notte fu picchiato dalle forze dell’ordine e a causa delle percosse ha dovuto persino subire un intervento. Inoltre la vittima delle percosse aggiunge che coloro che hanno fatto ciò dovevano essere punite in modo adeguato, ma a causa delle leggi presenti in Italia ciò non è accaduto, in Italia non è previsto il reato di tortura o simili e reati come questi rimangono impuniti. I giudici della Corte europea dei diritti umani hanno dato ragione ad Arnaldo Cestaro e hanno sostenuto; sia che quanto subito dal soggetto è considerabile come tortura, sia che le leggi italiane sono inadeguate e devono essere cambiate. Dopo la condanna dalla Corte europea, i politicanti italiani si sono alzati, tardamente, dalla sedia e hanno preso in considerazione il reato di tortura.  Il via libera della Camera al ddl sul reato di tortura, avvicina il nostro paese all’introduzione di questo nuovo gravissimo reato, che diventerà legge tra qualche settimana dato che il testo deve tornare al Senato. Il testo ha avuto 244 si, 14 no e 50 astenuti. Il ministro della giustizia Andrea Orlando rivolge un appello finale in aula dicendo: “il più ampio possibile per andare a Strasburgo con un risultato non del governo ma di tutto il Parlamento”.  la legge in questione: l’articolo 1 prevede che quello di tortura sia un reato comune e punibile con la reclusione da 4 a 10 anni e ascrivibile a chiunque: “con violenza o minaccia ovvero con violazione dei propri obblighi di protezione o assistenza, intenzionalmente cagiona a una persona a lui affidata, o comunque sottoposta a sua autorità, vigilanza o custodia, acute sofferenze fisiche o psichiche, per ottenere informazioni o dichiarazioni, per infliggere una punizione, per vincere una resistenza o in ragione dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose”. L’aggravante scatta quando a commettere il reato è un pubblico ufficiale che abusa del suo potere e in questo caso la pena aumenta e raggiunge un massimo di 15 anni di carcere e una minima di 5 anni. Per i cittadini stranieri invece la legge prevede l’estradizione richiedente. Adesso anche Matteo Renzi si è espresso in merito alle vicende della Diaz e del G8 e ha detto: “Da presidente del Consiglio e da segretario del Pd il mio impegno e' mettere il reato di tortura” continua dicendo “Genova è stata una pagina terribile per quelli della mia generazione, ne porteranno i segni per sempre”. Renzi dice è sua intenzione fare chiarezza sui fatti della Diaz e verificare le “responsabilità politiche di chi ha gestito quella vicenda”.