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GAETA, "IL GIORNO DELLA MEMORIA": LA MOSTRA FOTOGRAFICA "I MARINAI DI BUCHENWALD" CHIUDE LE CELEBRAZIONI

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Tempo di lettura 2 minuti 14 – 21 febbraio 2015, Porta Carlo V, Gaeta

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Redazione
Gaeta (LT)
– Ai Marinai di Buchenwald è dedicata la Mostra Fotografica che sarà inaugurata il 14 febbraio prossimo, alle ore 10.30, presso la Porta Carlo V. L'esposizione chiude il programma celebrativo dei 70 anni della Shoah, promosso dall’Amministrazione Comunale, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’Associazione Regia Marina Gaeta.
Un programma intenso che ha visto la partecipazione delle classi terze della Scuola Secondaria di 1° grado "Istituto Comprensivo Principe Amedeo" di Gaeta che hanno realizzato un video dal titolo CAMMINANDO NELLA MEMORIA:   attraverso immagini e testimonianze, gli studenti hanno raccontato non solo la presenza degli ebrei nei nostri territori ma  anche le drammatiche vicende che videro protagonisti nostri militari e civili.
Il video è stato proiettato durante la cerimonia di consegna delle" Targhe della memoria"  donate dal Comune di Gaeta a sette concittadini (o ai loro parenti) già insigniti della Medaglia d’Onore del Presidente della Repubblica.
Un emozionante momento celebrativo  che si è svolto nella sala consiliare del Comune di Gaeta il 28 gennaio scorso, alla presenza del Sindaco Cosmo Mitrano, dell’Assessore alla Cultura Francesca Lucreziano e del Prefetto di Latina, alla sua prima visita istituzionale nelle città pontine.

La Mostra I Marinai di Buchenwald, a cura dell'Associazione Regia Marina Gaeta, punta l'obiettivo sull'eroica esperienza di 7 marinai di Gaeta internati nel campo di concentramento di Bukenwald, (Corrado Magnani, Giovanni Colaruotolo, Antonio Mitrano, Antonio Ruggieri, Erasmo Pasciuto, Giosuè Avallone ed Apostolo Fusco), che nel maggio 1945 mettendo a repentaglio la propria vita, riuscirono ad individuare, recuperare e dare degna memoria alla salma della principessa Mafalda di Savoia contessa d’Assia.
La secondogenita del re d'Italia Vittorio Emanuele III, dopo l'8 settembre del 1943 venne fatta arrestare dal Comandante dell'SD e della Gestapo a Roma, Herbert Kappler, ed internata nel lagher nazista di Buchenwald. Nell'agosto del 1944 gli anglo-americani bombardarono il campo di concentramento e la baracca in cui era prigioniera la principessa fu distrutta. Mafalda di Savoia riportò gravi ustioni e contusioni varie su tutto il corpo. Fu ricoverata nell'infermeria della casa di tolleranza dei tedeschi del lager, ma senza cure le sue condizioni peggiorarono. Dopo quattro giorni di tormenti ed agonia, Mafalda morì dissanguata, nella notte del 28 agosto  del 1944. Il suo corpo, grazie all’intervento di un sacerdote boemo del campo, padre Tyl, non venne cremato, ma messo in una bara di legno e seppellito in una fossa comune. Solo un numero: 262 identificava il cadavere di una donna. Trascorsi alcuni mesi, i sette marinai di Gaeta, tra mille difficoltà e rischiando la loro vita, individuarono nel campo la sua tomba anonima e realizzarono una lapide riportando il nome della principessa Mafalda di Savoia contessa d'Assia. Oggi l'unico superstite di questo nobile gesto è Apostolo Fusco, insignito quest'anno della Medaglia Onore del presidente della Repubblica Italiana.
La coraggiosa e drammatica storia dei Marinai di Buchenwald  rappresentano l'occasione per ricordare tutti i militari italiani che, affermano gli organizzatori, "avevano mantenuto fede al giuramento fatto al Re ed alla Patria e questo costò loro l'internamento nei campi di concentramento nazisti. Essi si opposero con tenacia e determinazione fino alla fine, ed ebbero fra i reticolati, come già nei campi di battaglia i loro caduti".
La Mostra resterà aperta tutti i giorni, con ingresso gratuito, fino al 21 febbraio prossimo osservando il seguente orario di apertura: dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 20.
 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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