GARLASCO: BICICLETTE E SCARPE, QUEGLI OGGETTI CHE HANNO TANTO DA DIRE

di Angelo Parca

Ancora colpi di scena sul caso dell'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Nuove richieste istruttorie su scarpe, biciclette e sui presunti graffi sulle braccia di Alberto Stasi sono stati al centro dell'intervento del pg Laura Barbaini durante l'udienza di stamane del processo a carico dell'ex studente bocconiano, imputato per l'omicidio di Chiara, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. In particolare, la rappresentante della pubblica accusa ha chiesto di acquisire la documentazione contabile che dimostrerebbe l'esistenza di due biciclette da donna, di cui una dello stesso modello di quella sequestrata a Stasi durante il processo d'appello-bis, nella disponibilita' della famiglia del giovane. Queste bici sarebbero state regalate al papa' di Alberto, Nicola, morto a dicembre dell'anno scorso, da un fornitore. Il pg vuole capire dove siano finite queste bici e se una di esse coincida con quella sequestrata a Stasi e ritenuta dall'accusa il possibile mezzo a bordo del quale il killer si reco' a uccidere Chiara.
  Inoltre, il pg ha chiesto alla Corte d'Assise d'Appello di acquisire la documentazione relativa al paio di scarpe che Stasi avrebbe acquistato prima del delitto, ma che non sono poi state trovate nella sua disponibilita' dai carabinieri dopo il crimine. Di queste calzature risulterebbe traccia dall'utilizzo di una carta di credito della quale sono stati ricostruiti i movimenti nelle settimane precedenti il delitto.
  Queste scarpe, secondo gli accertamenti svolti fin qui, non sarebbero tuttavia mai finite nell'elenco di quelle prelevate dai carabinieri a casa Stasi. Il pg ha poi chiesto di ascoltare in aula alcuni dei carabinieri che intervennero il 13 agosto di sette anni fa in relazione ai due piccoli graffi sull'avambraccio che Stasi aveva quando si presenta' alla stazione dei carabinieri di Garlasco, riferendo di avere trovato la fidanzata morta sulle scale di casa. Un particolare che non era sfuggito a un brigadiere che, convocato quest'estate dal pg, ha consegnato al magistrato delle foto dalle quali risulterebbero queste lievi escoriazioni. A quanto si e' saputo, Stasi avrebbe detto che quei graffi erano stati causati dal suo cane

La camminata                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   La perizia sulla ricostruzione virtuale della camminata di Alberto Stasi in casa Poggi e' stata depositata nelle cancelleria della prima Corte d'Assise di Appello di Milano, davanti alla quale si sta celebrando il processo d'appello-bis a carico di Alberto Stasi, imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. La perizia, che consta di 160 pagine, e' stata consegnata in cancelleria dai tre esperti che erano stati nominati dai giudici che hanno deciso riaprire il dibattimento nella primavera scorsa. A cercare di ricostruire i movimenti di Alberto Stasi per capire se potesse non sporcarsi le suole delle scarpe con il sangue della vittima sono stati il medico legale torinese Roberto Testi e i professori Gabriele Bitelli e Luca Vittuari dell'universita' di Bologna. Stando alle indiscrezioni filtrate nei giorni scorsi, il lavoro dimostrerebbe che sarebbe stato quasi impossibile per Stasi non calpestare le macchie di sangue. Perdipù si cercano le famose scarpe con suola a pallini che avrebbero lasciato la firma sul delitto. Stando alle indiscrezioni la taglia sarebbe la 42, la stessa di Alberto Stasi anche se le scarpe consegnate dal ragazzo sarebbero marca Lacoste.

L’omicidio
Il 13 agosto del 2007 Alberto Stasi, studente di Economia e Commercio alla Bocconi, prova a prendere contatto telefonicamente la fidanzata Chiara Poggi, con la quale aveva trascorso la sera precedente, mangiando due pizze, prima di tornare a casa, perché in quel periodo Alberto stava preparando la tesi di laurea.
Verso le 13.30 si reca a casa della fidanzata, non ricevendo risposta al citofono decide di scavalcare il cancello. Arrivato sulla porta di casa, decide di entrare, e trova molto sangue a terra, seguendo le tracce verso la tavernetta trova il corpo di Chiara.
Chiama subito i soccorsi, e si reca nella vicina caserma dei Carabinieri, che distano pochi metri dalla villetta dei Poggi.
Chiara è morta per una decina di colpi violenti inferti con un’arma appuntita, che non sarà mai ritrovata, tra le 9 e le 12 di mattina (l’orario preciso non sarà mai stabilito). Nella villetta le uniche tracce presenti sono quelle di Chiara, dei suoi familiari, di Alberto e di un falegname che aveva fatto dei lavori pochi giorni prima della morte (oltre alle tracce dei soccorritori chiamati da Stasi).
Le indagini si concentrarono sull’ex fidanzato. Hanno destato sospetto l’atteggiamento dopo il ritrovamento del cadavere (sembra che il tono di voce di Stasi quando chiamò il 118 era troppo “rilassato”), le tracce del DNA di Chiara sulla bici di Alberto, la mancanza di sangue sotto le sue scarpe, nonostante il pavimento della casa fosse pieno.
Alberto Stasi venne arrestato il 24 settembre, ma la scarsità d’indizi certi convinse il GIP a scarcerarlo dopo quattro giorni. Nelle indagini successive (dicembre 2007) viene trovato nel computer di Stasi materiale pedopornografico, elemento che ha contribuito a minare l’immagine del fidanzato di Chiara nell’opinione pubblica. Il 3 novembre 2008 Alberto Stati viene rinviato a giudizio per l’omicidio di Chiara Poggi.