GARLASCO: SI TORNA IN AULA IL 15 OTTOBRE, SCONTRO SUL BULBO DEL CAPELLO IN MANO A CHIARA POGGI

di Chiara Rai

Garlasco – Nel palmo della mano di Chiara è stato ritrovato un capello che potrebbe raccontare molto sull’assassino della ragazza di Garlasco. Ieri si è tenuta l’udienza a Milano davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello

In aula si ritorna mercoledì prossimo 15 ottobre. Le altre udienze sono state fissate per il 20 e il 27 di ottobre mentre quella del 29 ottobre non è certa.

Ci sono stati diversi momenti di tensione al processo sul delitto di Garlasco . Lo scontro, sembrerebbe essersi acceso nella tarda mattinata, finita la relazione con cui Francesco De Stefano, ordinario del dipartimento di Scienza e Salute dell’ Università di Genova, ha illustrato gli esiti degli esami sul bulbo del capello castano trovato nel palmo della mano di Chiara e sulle tracce di dna maschile individuate su alcuni frammenti di unghie della ragazza. Essendo trascorsi sette anni dal delitto il materiale su cui si è lavorato è stato scarso e degradato e, quindi, le analisi nel primo caso non hanno dato informazioni sufficienti per una “lettura” affidabile, e nel secondo, pur avendo portato a evidenziare 5 marcatori tutti compatibili con quelli di Stasi, non attendibili. Si potrebbe effettuare un’altra tipologia di analisi sul capello rinvenuto che invece potrebbe dire qualcosa di più.  E di fatto, con tutta probabilità, la difesa della famiglia Poggi si muoverà in tal senso affinché venga evaso qualsiasi dubbio in merito.

Roberto Testi, responsabile dell’unità di medicina legale dell’Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bologna,  hanno sostanzialmente stabilito come fosse «pressoché impossibile» che Stasi abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue”, quando, poche ore dopo il delitto entrò nella villetta di via Pascoli

La camminata

 La perizia sulla ricostruzione virtuale della camminata di Alberto Stasi in casa Poggi e' stata depositata nelle cancelleria della prima Corte d'Assise di Appello di Milano, davanti alla quale si sta celebrando il processo d'appello-bis a carico di Alberto Stasi, imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. La perizia, che consta di 160 pagine, e' stata consegnata in cancelleria dai tre esperti che erano stati nominati dai giudici che hanno deciso riaprire il dibattimento nella primavera scorsa. A cercare di ricostruire i movimenti di Alberto Stasi per capire se potesse non sporcarsi le suole delle scarpe con il sangue della vittima sono stati il medico legale torinese Roberto Testi e i professori Gabriele Bitelli e Luca Vittuari dell'universita' di Bologna. Stando alle indiscrezioni filtrate nei giorni scorsi, il lavoro dimostrerebbe che sarebbe stato quasi impossibile per Stasi non calpestare le macchie di sangue. Perdipù si cercano le famose scarpe con suola a pallini che avrebbero lasciato la firma sul delitto. Stando alle indiscrezioni la taglia sarebbe la 42, la stessa di Alberto Stasi anche se le scarpe consegnate dal ragazzo sarebbero marca Lacoste.

L’omicidio
Il 13 agosto del 2007 Alberto Stasi, studente di Economia e Commercio alla Bocconi, prova a prendere contatto telefonicamente la fidanzata Chiara Poggi, con la quale aveva trascorso la sera precedente, mangiando due pizze, prima di tornare a casa, perché in quel periodo Alberto stava preparando la tesi di laurea.
Verso le 13.30 si reca a casa della fidanzata, non ricevendo risposta al citofono decide di scavalcare il cancello. Arrivato sulla porta di casa, decide di entrare, e trova molto sangue a terra, seguendo le tracce verso la tavernetta trova il corpo di Chiara.
Chiama subito i soccorsi, e si reca nella vicina caserma dei Carabinieri, che distano pochi metri dalla villetta dei Poggi.
Chiara è morta per una decina di colpi violenti inferti con un’arma appuntita, che non sarà mai ritrovata, tra le 9 e le 12 di mattina (l’orario preciso non sarà mai stabilito). Nella villetta le uniche tracce presenti sono quelle di Chiara, dei suoi familiari, di Alberto e di un falegname che aveva fatto dei lavori pochi giorni prima della morte (oltre alle tracce dei soccorritori chiamati da Stasi).
Le indagini si concentrarono sull’ex fidanzato. Hanno destato sospetto l’atteggiamento dopo il ritrovamento del cadavere (sembra che il tono di voce di Stasi quando chiamò il 118 era troppo “rilassato”), le tracce del DNA di Chiara sulla bici di Alberto, la mancanza di sangue sotto le sue scarpe, nonostante il pavimento della casa fosse pieno.
Alberto Stasi venne arrestato il 24 settembre, ma la scarsità d’indizi certi convinse il GIP a scarcerarlo dopo quattro giorni. Nelle indagini successive (dicembre 2007) viene trovato nel computer di Stasi materiale pedopornografico, elemento che ha contribuito a minare l’immagine del fidanzato di Chiara nell’opinione pubblica. Il 3 novembre 2008 Alberto Stati viene rinviato a giudizio per l’omicidio di Chiara Poggi.