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Genova, arrestato “Boutique”. Il corriere della cocaina: ammanettato mentre era incolonnato per uscire dal porto

GENOVA – Arrestato Y.B. soprannominato “Boutique” il 34 enne marocchino ricercato dopo che nella notte tra il 6 ed il 7 maggio i carabinieri avevano arrestato 15 persone disarticolando tre distinte compagini criminali che, nell’asse Novara, Turbigo e Legnano, approvvigionavano di chili di cocaina l’Alto Milanese ed alcune località della provincia di Varese, Mantova e Reggio Emilia.

Il marocchino, che nel corso dell’indagine è stato denominato “Boutique” in quanto come attività di copertura possedeva un furgoncino con cui aveva, nei mercati, venduto abbigliamento e che teneva ancora parzialmente carico, nel corso dell’indagine era stato monitorato mentre, con una Ford Kuga effettuava ingenti consegne di cocaina.

Al momento della esecuzione delle Ordinanze di Custodia Cautelare emesse dal GIP di Busto Arsizio D.ssa Nicoletta Guerrero, su richiesta del Pubblico Ministero che aveva condotto le indagini, la D.ssa Martina Melita, “Boutique” si trovava in Marocco dove era rimasto bloccato a causa del “lockdown” conseguente alla pandemia per il COVID-19.

Ma il 18 giugno era partito da Tangeri con una nave, destinazione Genova

Allo scalo a Barcellona i Carabinieri, in contatto con l’Interpol, avevano accertato che non fosse sceso. L’autovettura su cui viaggiava, una Opel Insigna di colore nero era stivata sulla nave. Così è scattato il blitz a Genova dove i Militari Legnanesi, in collaborazione con i colleghi dell’Ufficio Polizia di Frontiera Marittimo ed Aereo di Genova della Polizia di Stato, hanno attesto che dalla nave scendessero i passeggeri, monitorando con personale a bordo il veicolo del marocchino. Incolonnati per uscire dal Porto, al controllo i militari si sono fatti avanti insieme ai colleghi e lo hanno bloccato. L’autovettura è stata perquisita. L’uomo, dopo le formalità di rito è stato trasferito alla Casa Circondariale di Genova Marassi.

Nella notte tra il 6 ed il 7 maggio erano state arrestate 15 persone che si riferivano ad un primo gruppo di spaccio all’ingrosso legnanese capeggiato da C.O., il 33enne Legnanese detto “Kojak”, e di cui facevano parte il padre, G.O. 57enne detto “d’Artagnan”, la moglie 29enne albanese detta “Commessa” e due gregari: il 68enne Legnanese R.S. detto “Padrino” e M.S., il 47enne Legnanese detto il “Mongolese”. Proprio a questo gruppo di criminali, in una ulteriore perquisizione effettuata a fine maggio erano stati sequestrati 212’000 €uro stivati in una cassetta di sicurezza di una banca legnanese; nel corso delle indagini gliene erano stati già sequestrati 105’000. Un altro gruppo di trafficanti era a Bellinzago Novarese (NO) con a capo R.M., 30enne, detto “Gigante”, a cui i Carabinieri avevano sequestrato già 6 kg di cocaina e 105’000 €uro in contanti. In quell’occasione venne arrestata anche la moglie che lo aveva accompagnato a consegnare la droga a Turbigo nelle mani di J.A. italiano 38enne, detto il “Mulo”.
Quest’ultimo, con il padre E.A. 59enne, detto “Netturbino”, responsabile dello smaltimento dei residui di lavorazione della droga, e sua madre M.P. 58enne, detta “Vedetta”, perché uno dei suoi compiti era vigilare durante i ritiri degli ingenti quantitativi di Cocaina, costituiva il terzo gruppo di trafficanti, anello di congiunzione tra il Piemonte e l’Alto Milanese. Tutti e tre vennero arrestati in flagranza nel 2019, all’atto dell’ultimo ritiro da “Gigante” di quei 6 kg di cocaina. Dentro l’abitazione i Carabinieri, con l’ausilio dei cinofili di Casatenovo (LC) avevano trovato un altro Kg di stupefacente, 120’000 €uro in contanti, una pressa meccanica e delle forme per il confezionamento dei panetti di droga. In quell’occasione vennero sequestrate anche due autovetture, una Fiat Panda ed una Ford Kuga, entrambe con degli imboschi elettrici per nascondere la droga. Ma il “Mulo”, nel corso dell’indagine era stato notato con un’altra Ford Kuga, identica per modello e colore a quella sequestratagli. I Carabinieri l’avevano seguita per lungo tempo fino a quando egli l’aveva ceduta proprio a Y.B., il 34enne marocchino arrestato dai Carabinieri a Genova.