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Gestione dei rifiuti a Palermo. Storia di una atavica disillusione

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di Paolino Canzoneri

Vivere a Palermo è una gioia immensa. La città pulsa di arte e storia e da sempre è stata giudicata una città dalle vistose contraddizioni. I cittadini hanno gli sguardi di coloro che ne hanno viste tante, che hanno vissuto sulle loro spalle anni di "guerra in casa" nella lotta sanguinaria e prepotente delle cosche ma sopratutto dagli eroi che non verranno mai dimenticati e che si sono assimilati nel DNA. Una assimilazione che da sempre procura un dolore persistente che non li abbandonerà mai. Non è facile capire. Forse non interessa più essere capiti. Si corre ogni giorno ad inseguire la propria vita, le proprie faccende scansando tutta una serie di stranezze e di problemi a cui prima o poi ci si abitua e che poi non si riesce neanche più a vedere. Il palermitano ha la forza di un super eroe dei fumetti ma nello sguardo appare spesso desitente, rinunciatario e gli occhi sembrano quelli di un ragazzo che capisce che babbo natale non esiste e suo malgrado sa che deve ingoiare il boccone amaro che lo porta ad essere sempre più maturo, più grande, ma sempre più solo a lottare con i mali di una malsana mentalità trasmessagli da generazioni che da sempre cova dentro e che prova a sradicare con tutte le sue forze a volte riuscendoci a volte no. Passeggiando per la città non si percepisce una omogeneità nelle cose e anche la pulizia delle strade, per esempio, racconta di sforzi ancora in fase di completamento. Zone pulite con la presenza di cassonetti per la raccolta differenziata e zone altrettanto pulite con la presenza dei cassonetti di rifiuti generici. Nel centro storico e in altre zone della città invece la pulizia arranca e l'abbandono di rifiuti speciali appare evidente . Il quadro appare confuso e ad oggi non si comprendono i motivi della mancanza di copertura dei servizi di raccolta estesi a tutta la città. Per fare chiarezza e per conoscere la storia della gestione dei rifiuti, noi de l'Osservatore d'Italia abbiamo provato a contattare l'assessore con delega all'ambiente Gianfranco Rizzo ma putroppo non ha risposto perchè oberato allora abbiamo pensato di intervistare una dipendente di vecchia data all'azienda RAP che si occupa proprio della gestione in toto della gestione dei rifiuti che ha preferito rimanere anonima ma ha egualmente fatto luce su molti aspetti.

Quale è il suo ruolo nell'azienda?

In Azienda personalmente io vendo servizi e ho dei contratti con ditte che noleggiano le nostre attrezzature per smaltire poi i rifiuti in discariche e nell'impianto di trattamento meccanico biologico e svolgiamo anche altri servizi sempre tramite noleggio di attrezzature e una visione generale credo proprio di averla.

Ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche ed eventuali problemi che sono sorti nel tempo?

Credo ci sia una querelle politica putroppo con la regione che in ambito di rifiuti è una autorità sopratutto per quanto riguarda gli impianti di smaltimento quindi discariche anche in tanti che reciclano i rifiuti, per fare un esempio impianti di compostaggio, impianti di riciclo di raccolta differenziata in generale, perchè la regione ha dato adito a tanti privati di aprire impianti però non ha mai scommesso sul pubblico e poi ad un certo punto l'assessore regionale Vania Contraffatto si è trovata in una situazione in cui anche discariche come Bellolampo gestita da privati hanno dovuto chiudere perchè mancanti di autorizzazione e altre motivazioni; quindi sembra che ci siano lacune politiche pesanti visto che oramai da molto tempo si parlava di costruire termovalorizzatori dai tempi di Totò Cuffaro. Questa cosa andò in tilt e ancora in Sicilia si va avanti "tipo in Africa" con le discariche tipo quelle a Bellolampo e piccoli impianti di reciclo rifiuti sono invece nelle mani di privati. Quindi intanto in Sicilia si spendono un mare di soldi per lo smaltimento di rifiuti e differenziati e pericolosi.

Però appare lampante che il servizio della raccolta dei rifiuti non è omogeneo in tutta la città

Attualmente la differenziata copre un bacino minimo credo di 130mila abitanti su 800mila, bassissima quindi però so che entro fine anno si dovrebbe estendere ad un altro bacino di 130mila abitanti e i quartieri interessati sono quello che va da Viale Strasburgo fino a Mondello e quello che riguarda il centro storico che è scoperto dal servizio di raccolta differenziata perchè arriva fino al Teatro Politeama dalla Via Libertà; in tutto questo malgrado l'azienda pe ragioni strategiche ha iniziato dai "quartieri bene" di Palermo quindi da via Libertà e tutte le zone limitrofe, la differenziata va malissimo perchè i palermitani non sembrano volersi adeguare a questo tipo di servizio.

In che senso "adeguarsi"?

Abbiamo discariche censite che puliamo regolarmente e discariche che si creano occasionalmente ma qui parliamo di centinaia di interventi coperti dal contratto di servizio col comune, a distanza di pochi giorni dai nostri interventi, per carenze di controllo, le discariche si riformano ugualmente per incuria da parte sia delll'utenza generica cioè noi che paghiami la tassa Tari sia anche da ditte che fanno traslochi perchè noi facendo delle analisi su queste discariche censite troviamo interi mobili scaricati da camion, situazioni in cui si trova eternit che è carissimo da smaltire, rifiuti pericolosi di ogni natura, computer, elettrodomestici. Il servizio domiciliare di ritiro dei grossi rifiuti speciali che molte ditte fanno assicurando il corretto smaltimento, spesso finisce con l'abbandono magari notturno dei rifiuti in queste centinaia di discariche censite. Il problema è che non ci sono controlli e la cittadinanza sembra disinteressarsene. Pochi giorni fa ho letto che nei quartieri coperti dal servizio di differenziata, il sindaco Orlando ha reclutato un gruppo di vigili urbani, anche se i controlli dovrebbero spettare alla polizia muncipale, per andare nei condomini e multare quelli che non svolgono bene la differenziata proprio come fanno a Mlano che da oltre dieci anni non si vede per strada nessun cassonetto di rifiuti solidi urbani RSU e il porta a porta funziona e quando non funziona le multe sono salate e rigorose perchè sembra l'unico modo per garantire una raccolta differenziata seria con rifiuti omogenei ben raccolti e conferiti negli appositi contenitori. Omertà e indifferenza putroppo a Palermo rendono tutto questo per noi una utopia perchè "allergici" alle regole in generale. A Trapani invece sembra che la città sia pulita, si vedono pochi cassonetti RSU e si vedono pochissimi operatori ecologici perchè sembra che ci sia più civiltà, la gente sembra tenerci di più alla pulizia.

Ci racconta il passaggio aziendale dalla AMIA alla RAP. Come lo ha vissuto? Come è stato vissuto dalla città e da tutta la forza lavoro?

Disastroso. Quando Leoluca Orlando si candidò a Sindaco già l'AMIA stava fallendo e lui venne in autoparco, cosa che hanno sempre fatto tutti i sindaci di Palermo perchè noi da sempre rappresentiamo un ipotetico enorme bacino di voti, 2500 dipendenti con le rispettive famiglie potete immaginare, e quindi in temi di elezioni vengono negli autoparchi, nelle sedi amministrative. Orlando promise e assicurò che l'AMIA non sarebbe mai fallita. Ma invece dalle ceneri del fallimento proprio dell'AMIA hanno ricostruito una società nuova la RAP ma in una ottica di spending review inserirono dei vertici forse poco interessati sul serio al problema dei rifiuti mentre da poco si è insediato un nuovo presidente Roberto Dolce che ancora non conosco e che spero gestisca bene. Credo che in fin dei conti Orlando forse non ha saputo scommettere, non ha saputo mettere le persone gisute perchè noi siamo una azienda un po allo sbando perchè manca una "mission", mancano le strategie.

Quindi una forte differenza tra le due gestioni nei due mandati di Orlando?

Il primo mandato del Sindaco è stato un successo perchè allora grazie ai fondi della comunità europei e alla nuova moneta comune si è potuto restaurare e ricostruire il centro storico che stava cadendo a pezzi e all'epoca giravano tantissimo soldi, l'AMIA era davvero ricca e rappresentava una punta di diamante per la città, avevamo i broker che venivano a proporci dei pacchetti di investimento perchè l'azienda all'epoca creava utili e chiudevano il bilancio in pareggio. Noi durante il primo mandato di Orlando avevamo il presidente Ettore Artioli e l'azienda andava benissimo. Fiore all'occhiello era davvero una delle aziende più importanti d'Italia mentre adesso siamo calati proprio a picco.

Hai mai avuto problemi con dilazioni o ritardi nei pagamenti del suo stipendio?

Società come AMIA sono composte da comparti LSU cioè particolari figure di lavoratori provenienti da bacini tipo ex detenuti, ex tossicodipendenti, tutte categorie sociali protette e questo progetto lo portò a compimento Cammarata. A noi lo stipendio seppur a volte in ritardo ce lo pagano perchè sanno che si potrebbero venire a creare disordini anche violenti. A Napoli il problema dei rifiuti è stato risolto grazie ad una organizzazione seria e rigorosa grazie anche a De Magistris e grazie a tutta una serie di controlli, telecamere e via dicendo che ancora qui a Palermo non sembra ancora potersi attuare. Forse perchè il problema dei rifiuti non interssa alla politica che sembra per il momento voler scommettere su altro, come la nuova rete tramviaria ancora in fase di definizione, nell'anello di collegamento ferroviario per la metropolitana e in altro genere di opere ma alla pulizia non sembra pensarci più di tanto per ora infatti Orlando che si è fatto fare il percorso unesco è stato molto criticato da tutta Europa perchè il percorso non è soltanto sporco e mal pavimentato ma mancano anche i cestini getta rifiuti, mancano le indicazioni stradali giuste; fondamentalmente è la macchina comunale che funziona male.

Cosa serve per gestire al meglio il problema dei rifiuti?

Ci vuole una mano forte, ci vogliono strategie e purtroppo il sindaco non sembra appoggiato politicamente e la politica putroppo in certe situazioni ci vuole e grazie ai proventi provenienti dalla tassa TARSU si potrebbe investire nella lotta all'evasione fiscale fornendo fondi per risollevare il problema complesso della gestione dei rifiuti mentre invece al momento siamo a costretti a gestirci e farci bastare i soldi dei contratti cosi come sono.

Quindi si tratta solo di politica e strategia?

Non riusciamo a soddisfare tutte le aree perchè sono davvero tantissime, ci aiuterebbe il comune se adottasse dei controlli, se facesse condurre delle ronde notturne da Carabinieri, Polizia Municipale per fare dei controlli seri mettendo telecamere in quantità ma a noi non spetta la competenza di controllo ma solamente di raccolta dei rifiuti. Il Comune non ci aiuta, la cittadinanza non ci aiuta, non esiste una vera politica, il nostro parco mezzi è vecchio, i mezzi sono quasi sempre rotti e messi in manutenzione, gli operai sono stati per anni senza divisa a causa anche di un accordo sindacale che fu fatto all'epoca quando c'erano i commissari straordinari. Ancora il nuovo logo RAP avviata da tre anni non si vede quasi da nessuna parte e ancora persiste il vecchio logo AMIA nonostante quell'azienda sia fallita.

Foto di Massimo Torcivia

 

 

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Elezioni Europee, per Mario Draghi serve un cambiamento radicale e accende il dibattito

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La figura di Mario Draghi, che ieri ha sferzato l’Europa chiedendo un cambiamento radicale e ha fatto irruzione nelle Europee spiazzando i partiti, accende il dibattito in vista del voto Ue di giugno.

Per il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, “Draghi ha centrato il punto nello stressare il fatto che alcune delle nostre politiche sono state disegnate 20, 30 anni fa e in questi anni il mondo è cambiato.

La competitività è stato un fatto soprattutto interno all’Ue ma non abbiamo affrontato l’argomento dal punto di vista della competitività nel contesto globale. Necessitiamo di una politica industriale assertiva, ed è per questo che il cambiamento radicale a cui fa riferimento Mario Draghi si sta gradualmente verificando ma è assolutamente necessario”.

“Mi spiace deludervi ma a livello di leader non stiamo ancora parlando delle cariche di vertice dell’Ue, perché non sappiamo quale sarà il risultato delle elezioni europee e perché in alcuni Paesi si devono tenere le elezioni nazionali, dunque ci sono troppe incognite: il vero dialogo inizierà a giugno”, ha detto la premier estone Kaja Kallas rispondendo alla domande se le quotazioni di Mario Draghi, dopo il discorso di ieri, siano salite. “Detto questo Draghi mi piace molto”, ha aggiunto.

“Ho molto rispetto per Mario Draghi ma non voglio interferire in vicende italiane o altro. Lo rispetto molto, questo è quanto ho da dire”, ha affermato il premier ungherese Viktor Orban, rispondendo alle telecamere di La7, a margine della conferenza delle destre in corso a Bruxelles. Parlando sul tentativo di ieri di far sospendere la conferenza da parte dell’amministrazione comunale di Saint-Josse, Orban ha poi commentato: “sono contento di essere qui, oggi siamo qui al confine tra libertà e tirannia”.

Stoccate all’ex premier arrivano dal ministro Matteo Salvini, nel suo libro “Controvento”. di cui vengono anticipati stralci in attesa della presentazione a Milano il 25 aprile. Il leader della Lega definisce “sconcertanti” alcuni ministri scelti da Draghi per il suo esecutivo. Draghi – dice ancora Salvini – “ci rassicurò ma non fece nulla per la pace fiscale”.

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Castelli Romani

Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Salute

Aspettativa di vita e fattori che la influenzano: si vive più in Italia rispetto al resto del mondo?

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L’aspettativa di vita è un indicatore chiave della salute di una popolazione e può variare notevolmente tra i diversi paesi del mondo. Ecco un confronto tra l’aspettativa di vita in Italia e in altre regioni del mondo:

  1. Italia: Negli ultimi anni, l’aspettativa di vita in Italia è stata generalmente alta, sebbene ci siano variazioni tra regioni e gruppi demografici. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2020 l’aspettativa di vita alla nascita in Italia era di circa 83 anni per gli uomini e 86 anni per le donne.
  2. Resto dell’Europa: L’aspettativa di vita in molti paesi europei è simile o leggermente superiore a quella italiana. Ad esempio, in Francia e in Spagna, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 82 anni per gli uomini e 86-87 anni per le donne. Alcuni paesi nordici come Svezia e Norvegia hanno aspettative di vita ancora più alte.
  3. Stati Uniti: L’aspettativa di vita negli Stati Uniti è generalmente inferiore rispetto a molti paesi europei e all’Italia. Nel 2020, l’aspettativa di vita alla nascita negli Stati Uniti era di circa 76 anni per gli uomini e 81 anni per le donne, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Tuttavia, è importante notare che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti può variare notevolmente tra gruppi demografici e geografici.
  4. Asia: In molti paesi asiatici, l’aspettativa di vita è aumentata rapidamente negli ultimi decenni, ma può ancora essere inferiore rispetto a quella dei paesi occidentali. Ad esempio, in Giappone, noto per la sua longevità, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 84 anni per gli uomini e 88 anni per le donne.
  5. Africa: L’aspettativa di vita in Africa varia notevolmente da paese a paese e può essere influenzata da fattori come la povertà, l’accesso ai servizi sanitari e le condizioni socioeconomiche. In generale, l’aspettativa di vita in molti paesi africani è inferiore rispetto a quella dei paesi sviluppati, con alcune eccezioni come il Nord Africa e i paesi dell’Africa meridionale.

In sintesi, l’aspettativa di vita in Italia è generalmente alta e confrontabile con quella di molti altri paesi europei, mentre può essere più elevata rispetto a quella degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo. E’ comunque importante considerare una serie di fattori che possono influenzare l’aspettativa di vita, tra cui l’accesso ai servizi sanitari, lo stile di vita, l’ambiente sociale ed economico e le politiche di salute pubblica. Vediamo come l’Italia si confronta con il resto del mondo su questi fattori:

  1. Accesso ai Servizi Sanitari: L’Italia ha un sistema sanitario pubblico universale, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che fornisce assistenza sanitaria a tutti i cittadini e ai residenti legali. Questo assicura un accesso relativamente ampio ai servizi sanitari, anche se possono verificarsi differenze regionali nella qualità e nell’accessibilità dei servizi. Nel confronto con il resto del mondo, molte nazioni europee hanno sistemi sanitari simili basati su assicurazione pubblica o nazionale, garantendo un accesso universale ai servizi sanitari. Tuttavia, in altri paesi, come gli Stati Uniti, l’accesso ai servizi sanitari può essere più limitato a causa dei costi elevati e della mancanza di copertura assicurativa per alcuni gruppi di persone.
  2. Stile di Vita: Lo stile di vita degli italiani è spesso associato a una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce e olio d’oliva, che è considerata salutare e può contribuire a bassi tassi di malattie cardiovascolari e obesità. Tuttavia, come in molti altri paesi occidentali, ci sono preoccupazioni riguardo a crescenti tassi di obesità, sedentarietà e cattive abitudini alimentari, che possono influenzare negativamente la salute della popolazione.
  3. Ambiente Sociale ed Economico: L’Italia è un paese sviluppato con un alto tenore di vita, un sistema educativo avanzato e un forte senso di coesione sociale. Tuttavia, ci sono disparità socioeconomiche tra regioni e gruppi demografici, con alcune aree del sud Italia che affrontano sfide economiche e sociali più grandi rispetto ad altre. Il confronto con il resto del mondo mostra che l’Italia si colloca generalmente tra i paesi con uno standard di vita elevato e una buona qualità della vita.
  4. Politiche di Salute Pubblica: L’Italia ha adottato diverse politiche di salute pubblica per affrontare le sfide sanitarie, inclusa la promozione di stili di vita sani, la prevenzione delle malattie croniche e la gestione delle emergenze sanitarie. Ad esempio, l’Italia ha introdotto misure per ridurre il consumo di tabacco, promuovere l’attività fisica e migliorare la nutrizione della popolazione. Tuttavia, come in molti altri paesi, ci sono sfide nella realizzazione e nell’attuazione di politiche efficaci di salute pubblica, e vi è sempre spazio per miglioramenti e innovazioni.

In sintesi, l’Italia presenta aspetti positivi nei fattori di accesso ai servizi sanitari, stile di vita, ambiente sociale ed economico e politiche di salute pubblica, ma affronta anche sfide simili ad altri paesi sviluppati. L’attenzione continua su questi fattori può contribuire a migliorare ulteriormente la salute e il benessere della popolazione italiana.

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