Giornata contro la violenza sulle donne: l'intervista al Prefetto Francesco Tagliente
Redazione
In Italia negli ultimi anni oltre ai centri antiviolenza e alle case delle donne, anche istituzioni e vari enti, hanno iniziato a celebrare questa giornata attraverso iniziative politiche e di cultura. Il GS Flames Gold in vista della ricorrenza ha organizzato un Convegno per il 21 novembre sul tema " Lo Sport contro la violenza sulle Donne. Per vincere insieme", che si terrà a Roma il prossimo lunedì, in via della Pisana n° 1301, al Consiglio Regionale del Lazio – Sala Mechelli. L'iniziativa prevede un anno di impegni specifici con Convegni, Tavole Rotonde e manifestazioni tematiche a Roma, Frosinone, Latina e Rieti. Attualmente hanno aderito: UNAR – ANG (Presidenza del Consiglio dei Ministri), Consiglio Regionale Lazio, ASI (Ente di Promozione Sportiva), le Associazioni: Donne per la Sicurezza Onlus, Hands Off Woman, Valore Persona, Centri Territoriali Volontari, Blue Berets International Voluntary Corps, le Squadre A.S. Roma Femminile e SS. Lazio Femminile.
Anna Silvia Angelini presidente AIDE Nettuno, quest’anno per il 25 novembre, ha deciso di veicolare il messaggio antiviolenza organizzando la mostra “l’arte dice no alla violenza”: un progetto culturale che vuol essere un omaggio al mondo femminile oltre che un momento di riflessione sulla violenza di genere.
L’inaugurazione dell’evento, si terra dalle ore 18.00 del 25 novembre presso il Centro Espositivo ELSA MORANTE di Roma. Nell’intento di esprimere la sensibilità e la bellezza dell’universo femminile, l’evento nasce all’insegna della commistione di stili ed espressioni artistiche con opere pittoriche, scultoree e fotografiche di Sabrina Barbagallo, Silvia Moccia, Domenico Portale, Nada Ore, Anna Patrizia Settembre, Sergio Abbrescia, Jole Secondulfo, Fabrizio Bonanni, Cesco Livieri, Patrizia Lo Feudo, Francesca Ioime, Lidia Acquaviva, Patrizia Tummolo, Valentina Roma, Susy Biasini, Milena Petrarca, Marcella Arena, Lorella D'Aniello, Chiara G. Leone e Meysam Pi Massimo Olivieri.
Ad entrambi gli eventi è stato invitato ad intervenire anche il Prefetto Francesco Tagliente, noto per aver dedicato una vita allo sport e alla Polizia di stato e in particolare per il suo impegno contro la violenza di genere e per la sua sensibilità verso l’arte, tanto da essere stato insignito del titolo di socio onorario degli “Amici dei Musei”. Per contrastare la violenza contro le donne Tagliente va ripetendo da tempo che le vittime di violenza vanno protette con interventi sugli stalker e che è necessario rendere concrete le previsioni di legge agendo su più piani: rendere efficaci le comunicazioni tra Istituzioni, curare ancora di più la formazione degli operatori e soprattutto rendere effettiva la tutela della vittima prestando maggiore attenzione alla figura del maltrattante e dello stalker.
In vista delle importanti iniziative abbiamo raggiunto e intervistato il prefetto Francesco Tagliente.
Come nasce il suo interesse e la sua passione per l’arte?
Premetto che apprezzo l’idea di celebrare questa giornata attraverso iniziative politiche e cultura e in particolare le iniziative artistico-culturale di Carmelo Mandalari, Segretario Generale Flames Gold e di Anna Silvia Angelini presidente AIDE Nettuno. Le interpreto come un omaggio al mondo femminile oltre che un momento di riflessione sulla violenza di genere, quindi meritevoli dell'approvazione e del sostegno per il valore morale e culturale delle loro motivazioni” Passando all’arte, una delle ragioni del mio interesse è certamente da ricercare, a margine del mio percorso professionale, nella curiosità di cercare di capire la varietà dei linguaggi e la sua dialettica, nel percorso di ricerca e di confronto. Quella curiosità che spinge l’uomo alla conoscenza, a non disinteressarsi del mondo circostante, a meravigliarsi di tutte le possibili manifestazioni. Una particolare passione per le opere pittoriche e scultoree è stata alimentata da un’innata esigenza di arricchire il mio patrimonio culturale, cogliendo ogni possibile occasione per frequentare ambienti diversi dal mio mondo professionale, per scoprire l’altra parte dell’uomo, quella più luminosa. Per anni, con frequenza quasi giornaliera, al mattino presto, mi fermavo lungo il percorso casa-ufficio con gli artigiani del laboratorio del corniciaio e gallerista Onorato Mancini. In piazza Nicosia a Roma, incontrando artisti con i quali mi soffermavo a parlare, per capirne la sensibilità.
Abbiamo voluto sapere se ha mai pensato di dipingere.
Non ho mai pensato di dipingere ma ora ritengo di saperla riconoscere. Mi sono arricchito della conoscenza di Remo Branca, Giorgio De Pasquale, Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Sigfrido Oliva, Salvatore Provino e tantissimi altri artisti come Sergio Lombardo. Grazie a loro mi sono avvicinato all’arte della grafica, all’incisione, alla serigrafia, alla litografia e alla xilografia riuscendo a capirne e a riconoscerne la differenza, fino a seguire la lavorazione delle lastre per incisione al torchio a casa del Maestro Renzo Vespignani, e ammirare il lavoro sulla materia di Salvatore Provino.
Cosa cambia per una persona appassionata di arte la frequentazione di artisti dello spessore di Renzo Vespignani e Salvatore Provino?
Intanto frequentando la casa del Maestro Renzo Vespignani, animata dalla compagna Rossana Mataloni, ho trascorso ore piacevolissime ascoltando racconti e discutendo di arte. Ripensando al Maestro spesso mi soffermo a pensare come attraverso la bellezza dell’arte, l’uomo dia un senso alla realtà e alla propria esistenza, a come con l’arte trasmetta messaggi. Di Salvatore Provino che continuo a frequentare come amico, ammiro il lavoro sulla materia e penso che l’arte sia anche un mezzo per “far parlare la natura e le cose”, instaurare un dialogo magico, rappresentare il tutto attraverso la forza creativa dell’artista. Osservo con emozione le mani di Provino che stendono direttamente il colore, lo soprappongono, creando dalla materia altra materia.
Cosa le fanno pensare le parole arte e artisti?
Mi fanno pensare alle botteghe dove i pittori, gli incisori, gli scultori imparavano questo mestiere bellissimo e, nella durezza del quotidiano lavorativo, manipolando materia e colori, raggiungevano risultati immortali. Ripensando agli artisti che ho conosciuto, ricordo come si legassero profondamente alla loro arte, in un rapporto di adesione assoluta e di reciproco sostegno. Mi fa pensare all’artista di fronte alla tela, che poi si trasforma in una creazione che ha un valore universale e che supera il tempo, rendendo l’opera fruibile per sempre. Penso al rapporto quasi carnale che l’artista ha con la sua opera un rapporto che lo lega ad essa in maniera così totale, tanto che a volte non gli consente di separarsene. Penso al rapporto di uno scultore con la pietra, un sasso informe, forse un pezzo di trasformazioni primordiali, che attraverso le sue mani prende vita e diventa capace di parlare agli altri. L’arte crea un dialogo magico, fa parlare la natura delle cose, invia messaggi a tutti, permette all’uomo di esprimere la parte più profonda del proprio io.