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di Angelo Barraco
Roma – La morte di Giulio Regeni è ancora avvolta da una fitta cortina di mistero. E’ partito al Cairo con le sue gambe, la sua grinta e la sua sete di conoscenza ed è tornato in Italia, con un volo dell’Egypt Air atterrato a Fiumicino, dentro una bara. Il suo corpo è stato trasferito presso l’istituto di medicina legale della Sapienza. L’autopsia è stata disposta dal pm Sergio Colaiocco e ha partecipato un consulente medico nominato dalla famiglia di Giulio. Un esame lungo, che si è concluso solamente al calar del sole. L’autopsia ha confermato che il ragazzo è morto in seguito ad una frattura alla vertebra cervicale e la frattura è stata provocata da un colpo violento al collo o da tensione indotta oltre il punto massimo di resistenza. E’ stato inoltre confermato ciò che era stato anticipato nella prima e approssimativa ispezione del corpo, ovvero che Giulio è stato pestato con violenza, sul suo corpo ci sono diverse lesioni dovute ad un violento pestaggio e segni di bruciature. Verrà eseguita anche una TAC, radiografie e analisi tossicologiche. Nel corso dell’ispezione cadaverica, gli esperti hanno raccolto inoltre alcuni reperti che verranno analizzati. Sembra inoltre che le autorità egiziane non stiano dando la piena collaborazione in merito alle indagini, poiché gli investigatori italiani non hanno avuto accesso agli atti e non hanno potuto incontrare chi sta svolgendo le indagini in loco. Gli unici contatti che gli investigatori italiani tengono al Cairo sono con i funzionari, ma costoro non si occupano del caso. Paolo Gentiloni riferisce: “A quanto risulta dalle cose che ho sentito sia dall'ambasciata sia dagli investigatori italiani che stanno cominciando a lavorare con le autorità egiziane siamo lontani dalla verità”. Andrea Orlando, ministro della Giustizia riferisce invece: “Ci aspettiamo che sia raggiunta al più presto la verità e che sia fatta giustizia. Chiediamo piena collaborazione alle autorità egiziane e chiediamo loro di agire con determinazione, trasparenza e rapidità”.
E la vicenda dei due arrestati in Egitto? Un depistaggio? Sembrerebbe proprio di si! i due soggetti arrestati in realtà non sono stati mai arrestati ma semplicemente sospettati e quindi fermati poiché al momento vi sono controlli e interrogatori su amici e colleghi di Giulio, successivamente sono stati rilasciati. Ma perché diffondere la notizia di un’eventuale arresto di due persone? L’Egitto ha forse fretta di chiudere il caso e vuole consegnare all’Italia UN colpevole e non IL colpevole, per mettere a tacere una faccenda scomoda? Chi ha ucciso Giulio e soprattutto, perché?
Dal fronte egiziano invece che il loro rapporto medico-legale sarà disponibile entro dieci giorni. Anche se i media locali hanno rivelato un rapporto preliminare e riferiscono di: “contusioni su tutto il corpo, un taglio all'orecchio, tracce di sevizie, un'emorragia interna e una frattura del cranio che ha causato l'emorragia interna provocando la morte”. Alfano ha sottolineano: “abbiamo un solo obiettivo: la verità. Stanno partendo squadre di investigatori italiani per collaborare con la polizia egiziana e sono convinto che al Sisi non si sottrarrà alla collaborazione e che i buoni rapporti con l'Egitto siano un fluidificante che aiutino nella ricerca della verità. Tutte le procedure saranno attivate – ha aggiunto – perché la giustizia sia severa con i responsabili”.
Cronistoria. Sul corpo del giovane sono stati rinvenuti segni di bruciatura di sigaretta, ferite da coltello e tortura, segno le la morte del giovane è stata lenta. A riferirlo è il procuratore egiziano alla Associated Press. Anche le ciò che era stato detto in una prima fase dal direttore dell’Amministrazione generale delle indagini a Giza aveva riferito che: “le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato”. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri vuole vederci chiaro e chiede verità su quanto accaduto. La macchina investiga, sul fronte italiano, si è messa in moto e la procura di Roma procede per omicidio, indagando contro ignoti e affida la delega alla polizia giudiziaria che si occuperà delle indagini preliminari. Le alte cariche dello Stato Italiano si sono fatte avanti in merito alla questione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella spera che con la collaborazione delle autorità egiziane si possa chiarire rapidamente quanto accaduto e consegnare alla giustizia i responsabili. Matteo Renzi ha sentito Abdel Fattah Al Sisi, tenendo presente a quest’ultimo l’esigenza del rientro in Italia della salma del giovane per restituirla alla famiglia. L’ambasciatore d’Egitto Amr Mostafa Kamal Helmy è stato convocato dalla Farnesina, ha espresso inoltre massimo cordoglio per la tragica morte del giovane e si ha precisato che l’Egitto darà la sua massima collaborazione per individuare e consegnare alla giustizia i responsabili.
E’ emerso inoltre che il giovane studente collaborava per il giornale “Il Manifesto”, ma non utilizzava il suo nome bensì uno pseudonimo con il fine di auto tutelarsi e perché temeva per la sua incolumità.
La scomparsa, il ritrovamento. La scomparsa di Giulio Regeni, studente friulano scomparso dal Cairo il 25 gennaio, ha avuto un tragico epilogo. Il corpo del giovane 30enne è stato rinvenuto alla periferia della capitale egiziana, all’interno di un fossato. Giulio sarebbe stato ucciso, ma le circostanze che hanno portato alla sua morte non sono chiare, saranno le indagini a far luce al mistero che avvolge la sua morte. Secondo quanto scrive il sito del quotidiano Al Watan, sul corpo del giovane vi sarebbero segni di tortura. Sul giornale vi è scritto: “Ritrovamento del corpo di un giovane uomo di circa 30 anni, totalmente nudo nella parte inferiore, con tracce di tortura e ferite su tutto il corpo”, il cadavere sarebbe stato rinvenuto nella zona di Hazem Hassan.
La Farnesina ha annunciato: “Il Governo italiano ha appreso del probabile tragico epilogo della vicenda del nostro connazionale” e malgrado si aspettava la conferma dalle autorità egiziane, Il Ministro degli Interni Paolo Gentiloni ha esternato il suo “profondo cordoglio personale e del Governo ai familiari” poiché i familiari del giovane si erano recati al Cairo per seguire le ricerche del loro figlio misteriosamente scomparso. L’Italia ha messo in atto la macchina investigativa per stabilire il perché sia stato ucciso il giovane e da chi. Il Ministro ha fatto sapere inoltre: “Il Governo italiano ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l'accertamento della verità e dello svolgimento dei fatti, anche con l'avvio immediato di un'indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani”. Il risvolto negativo della vicenda ha portato anche la sospensione di una missione di circa sessanta aziende italiane al Cairo, missione guidata da Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico.
Allo stato attuale non c’è una pista ufficiale che stanno seguendo gli inquirenti in merito alla morte del giovane dottorando che da settembre risiedeva al Cairo in un appartamento. Rimane avvolta da una fitta cortina di mistero. Stava scrivendo una tesi sull’economia egiziana presso l’American University di Cambridge. Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti, martedì scorso ci sono stati intensi scontri al Cairo, proprio nella zona in cui risiedeva il giovane, ma fonti del Cairo avevano escluso l’ipotesi della scomparsa associata ad un errore dei servizi di sicurezza. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella del rapimento messo in atto dalla criminalità locale o a sfondo politico, a sfondo economico. Si è parlato anche di una possibile mano dell’Isis, ma gli estremisti operano in una zona settentrionale e non è giunta alcuna rivendicazione in merito al delitto. Intanto una fonte della sicurezza locale aveva riferito che la scomparsa del giovane poteva essere legata a motivi personali.
Non si sa molto in merito agli ultimi istanti di vita del giovane, prima delle 20 di quel lunedì sicuramente era vivo e stava andando a trovare alcuni amici per un compleanno, a confermare questa circostanza è l’amico Omar Aassad. Si stava muovendo a piedi sulla sponda del Nilo, tra il quartiere di El Dokki e il centro. Le informazioni che al momento giungono sono poche, ma visto il luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere si può ipotizzare che si sia trattato di una rapina finita male. L’Italia si stringe attorno al dolore della famiglia del giovane, Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha scritto su facebook: “Siamo sgomenti per la giovane vita spezzata di Giulio Regeni. Il nostro pensiero è tutto per la famiglia, che sta vivendo momenti di indicibile sofferenza. Auspichiamo che sia fatta luce completa su ogni particolare di questo dramma terribile”.
Regeni sulle prime pagine di tutti i quotidiani egiziani Tutte le prime pagine dei principali quotidiani nazionali egiziani dedicano oggi ampio spazio al caso dello studente italiano Giulio Regeni. "La tragica morte di Regeni, tensioni diplomatiche e perdite economiche", titola il quotidiano indipendente "al Masry el Youm". Una linea editoriale simile a quella adottata dal quotidiano "al Shorouk", secondo cui la morte del giovane potrebbe causare tensioni diplomatiche con l'Italia, paese che negli ultimi anni ha intrattenuto relazioni molto amichevoli con l'Egitto, suggellate anche da numerose visite ufficiali. "Crisi imminente tra il Cairo e Roma dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Regeni", e' in titolo del quotidiano di proprieta' privata, che sottolinea le circostanze misteriose che hanno portato alla morte dello studente italiano e giudica l'interruzione della visita del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, come un segnale negativo.
Il quotidiano filo-governativo "al Ahram", invece, si concentra sulla cooperazione bilaterale tra Roma e il Cairo e cita l'incontro tra il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e l'omologo Paolo Gentiloni avvenuto a Londra, a margine della conferenza dei donatori sulla Siria. Lo stesso quotidiano riferisce che il capo della diplomazia del Cairo ha promesso "piena cooperazione" per appurare le cause della morte del giovane, nel contesto dei "forti legami e dell'amicizia tra i due paesi". Un altro quotidiano di proprieta' statale, "al Jumhouria", cita al contrario fonti giudiziarie secondo cui Regeni avrebbe subito gravi torture, con tagli alle orecchie e fratture al cranio che avrebbero comportato un copioso sanguinamento ed un'emorragia interna, causandone infine la morte. Secondo un editoriale del quotidiano egiziano dell'opposizione "al Dostor", la morte di Regeni "pone fine alla luna di miele tra l'Italia e l'Egitto". Il giornale indipendente sottolinea che "il governo italiano ha convocato l'ambasciatore egiziano, Amr Mostafa Kamal Helmy, per discutere di questo e in particolare del fatto che il ragazzo avrebbe subito torture". L'editoriale aggiunge infine che "gli italiani hanno chiesto indagini coordinate alla presenza di esperti di Roma per capire perche' vi siano segni di tortura sul corpo del giovane".
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