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Frosinone

GIUSEPPE MAZZINI E I BIMBI CIOCIARI A LONDRA

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Tempo di lettura 3 minuti Giuseppe Mazzini, il grande patriota italiano per molti anni in esilio a Londra, che unico e solo e per primo si occupò fattivamente di questa infelice umanità abbandonata

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di Michele Santulli

Frosinone – In un precedente articolo [ EMIGRATI DIMENTICATI del 18 maggio 2014 Cliccare qui per leggere ] abbiamo parlato della scuola che Giuseppe Mazzini, il patriota italiano, aveva fondato a Londra a favore dei bimbi italiani soprattutto ciociari che un cattivo destino aveva portato al di là delle Alpi già a partire dalle prime decadi del 1800. E della vera e propria autentica epopea della emigrazione dalla Valcomino in Alta Terra di Lavoro, iniziata  già dalla fine  del 1700, vogliamo rammentare un episodio di quella che ne fu una componente, la più terribile, cioè la vera e propria ‘tratta dei bambini’: i genitori che, in cambio di un po’ di soldi, affittavano, o vendevano, i loro figli normalmente per un periodo di tre anni, a dei personaggi, i cosiddetti ‘padroni’, che si industriavano poi per condurli  nelle grandi città e maggiormente in Francia ed Inghilterra dove li obbligavano ai mestieri più umili e duri: lustrascarpe, venditori per le strade di statuette di gesso e di santini o di altre immagini o di fiammiferi, sguatteri, facchini, mendicanti, suonatori di organetto, spazzacamini, in certe fabbriche, senza cure, senza pulizia, alloggiati in tuguri infimi, nella promiscuità e abbiezione più ripugnanti. Un diplomatico italiano, del quale abbiamo parlato in un passato contributo, calcolò che di cento di questi infelici bambini, che verso la metà dell’Ottocento nella sola Inghilterra ammontavano a circa tremila, un cinquanta per cento moriva per le privazioni e gli stenti.

E questi bimbi malfamati sporchi e laceri per le vie di Londra rappresentavano un motivo di continua umiliazione e cruccio per quelli che volevano notarli. E uno fu Giuseppe Mazzini, il grande patriota italiano per molti anni in esilio a Londra, che unico e solo e per primo si occupò fattivamente di questa infelice umanità abbandonata, preda dello sfruttamento e della disperazione, con le sue parole: “in uno stato di assoluta barbarie”. Non pochi dei cosiddetti ‘padroni’ portò davanti al Giudice ma capì che l’unica arma possibile per un riscatto autentico e per l’affrancamento erano l’istruzione, la cultura, con le sue parole: “assecondare e innalzare quelle rozze menti, intorpidite dalla miseria e dalla abbietta soggezione ad altri uomini”. E quindi a costo di ulteriori rinunce personali  e  con il sostegno di personaggi inglesi della cultura e dell’arte  fondò una scuola per questi bambini ma anche per gli adulti, che venne aperta il 10 novembre1841, data    memorabile nella storia della emigrazione italiana soprattutto e principalmente ciociara.

La scuola si svolgeva solo la sera e vi si insegnavano le discipline indispensabili all’apprendimento basilare. Le lezioni avevano luogo anche la domenica e in questo giorno impartiva le sue lezioni di cultura italiana lo stesso Giuseppe Mazzini. La scuola ebbe una lunga vita, sempre frequentata e seguita sia dagli alunni in numero di centocinquanta-duecento, sia dai promotori, durò circa venti anni. La scuola fu osteggiata, Mazzini stesso parla di ‘guerra feroce’, da parte sia delle autorità diplomatiche piemontesi sia soprattutto dei preti cattolici. Una donna eccezionale, inglese, appassionata anche lei della indipendenza italiana, che ben conobbe e frequentò Giuseppe Mazzini, Jessie White Mario, ‘la Giovanna d’Arco della indipendenza italiana’,  redasse la sua biografia e vi parla anche della scuola da lui fondata e in merito pubblica una immagine  dove si vede Mazzini stesso che insegna: per terra si notano la sua chitarra di cui il patriota fu appassionato suonatore e cultore  per tutta la vita (oggi a Genova al museo a lui dedicato) e una zampogna. E si illustrano gli scolari davanti a lui o seduti al banco: sono tutti ciociarelli! E tale immagine assurge a livello di documento storico fondamentale, non solo a riprova della passione civile di Giuseppe Mazzini ma anche a riprova ulteriore e determinante  che la stragrande maggioranza di questi bimbi oggetti di tali loschi traffici erano quasi esclusivamente figli infelici della Valcomino, originari dei paesini sperduti sulle montagne che le fanno corona e in particolare da certe frazioni di Picinisco, di S.Biagio Saracinisco e di Villalatina o delle Mainarde oggi molisane. Queste creature grate e devote, lo chiamavano ‘Pippo’!

Siamo lieti far conoscere per la prima volta tale veramente eccezionale testimonianza, il cui affioramento debbo alla professionalità del sito web parigino ‘altritaliani.net’.
E dire che nella Ciociaria frusinate, a riprova ulteriore del degrado culturale e morale che l’attanaglia, non mi pare che vi sia un qualcosa, una via o una piazza, che ricordi gli emigranti ciociari e la loro lunga epopea per le vie del mondo.
                                                                                                              
 

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Frosinone, armi e droga negli appartamenti dell’Ater: in manette 2 cittadini albanesi

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Nei giorni scorsi i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frosinone, diretti dal Tenente Massimo Petrosino, hanno effettuato un’altra operazione all’interno degli appartamenti dell’Ater abusivamente occupati da soggetti stranieri, dopo quella già compiuta nel novembre scorso.
Nel pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Radiomobile di Frosinone, impegnati nei controlli di routine al Casermone, hanno visto due persone affacciate al balcone di un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e hanno deciso di capire cosa stesse succedendo. Prima che potessero raggiungere l’appartamento, tuttavia, i due si sono dati alla fuga, aiutati dalle telecamere piazzate in punti strategici, che hanno consentito loro di visionare e anticipare i movimenti dei militari.
Ai Carabinieri non è rimasto che dividersi: una squadra è andata a caccia dei due fuggitivi mentre un’altra è rimasta a presidiare l’appartamento, alla ricerca di eventuali complici o di elementi utili all’identificazione dei due soggetti. Lo sforzo congiunto ha dato in breve i suoi frutti: i due soggetti intravisti poco prima al balcone sono stati bloccati dai militari mentre tentavano di allontanarsi dal Casermone, intanto che all’interno dell’abitazione veniva trovato il passaporto di uno di loro.
I Carabinieri hanno quindi proceduto ad effettuare un’approfondita perquisizione dell’appartamento da cui erano scappati i due uomini, rivelatisi essere due albanesi, rinvenendo due coltelli a serramanico e una pistola semiautomatica con matricola abrasa pronta all’uso, considerato che aveva già caricato il colpo in canna ed erano presenti altri 7 colpi nel caricatore. In una scatola della libreria sono stati recuperati altre 10 cartucce di calibro diverso, destinate ad un’altra arma.
L’appartamento fungeva da vera e propria base di spaccio, considerato che al suo interno sono state rinvenute 3 dosi di cocaina, circa 10 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi e materiale vario per il confezionamento delle singole dosi.
La perquisizione è stata poi estesa ad un altro alloggio che i due soggetti hanno rivelato di avere in uso, scovando ulteriore materiale utilizzato per la preparazione degli stupefacenti.
I militari hanno proceduto pertanto all’arresto dei due stranieri che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati condotti al carcere di Frosinone, ove sono rimasti anche dopo la convalida dell’arresto.

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Atina, stalker aggredisce i carabinieri: arrestato 33enne

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Arrestato un 33enne di Atina, in provincia di Frosinone. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per stalking e per resistenza a pubblico ufficiale. A eseguire l’ordine di arresto i militari della locale Stazione dei Carabinieri.
Il 33enne, già colpito da ammonimento del Questore di Frosinone per atteggiamenti persecutori nei confronti di una donna con cui ha avuto una relazione affettiva, non accettando la fine della loro storia si è presentato alla porta della sua abitazione e ha reiterato le molestie. La Donna, spaventata, ha immediatamente chiamato i carabinieri ma lui, alla loro vista, per evitare il controllo, li ha aggrediti colpendoli ripetutamente ma i militari sono riusciti a immobilizzarlo.
L’uomo è stato quindi assicurato alla giustizia e sottoposto agli arresti domiciliari, ora dovrà rispondere del proprio comportamento dinanzi al Tribunale di Cassino.

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Aeronautica Militare, Rossi (Lega): “Sul 72° Stormo la partita non è ancora chiusa”

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L’europarlamentare della Lega ha incontrato il Capo di Stato maggiore della Difesa
 
 
“La partita del 72° Stormo non è ancora chiusa. Sullo spostamento della scuola di volo ancora non è detta l’ultima parola”.  L’onorevole Maria Veronica Rossi, deputato della Lega al Parlamento europeo, ha incontrato, nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, il capo di stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, per parlare della scuola di volo per elicotteristi e del 72° Stormo, che dovrebbero essere spostati da Frosinone a Viterbo.
 
“Ho avuto un incontro con il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone per discutere della necessità che la Scuola di Volo dell’Aeronautica Militare e il 72° Stormo Scuola Elicotteristi a Frosinone rimangano intatti, respingendo la proposta di trasferimento all’Aeroporto di Viterbo. L’ufficiale ha mostrato grande sensibilità verso il problema e si è dimostrato disponibile ad analizzare la questione e a valutare tutte le criticità di un trasferimento che tutto è tranne che virtuoso, economico e strategico per le nostre forze armate.
 
È cruciale proteggere la storica realtà del 72° Stormo dell’Aeronautica militare da un trasferimento privo di logica dal territorio ciociaro. Nel 2020, il Ministro della Difesa Guerini avallò questa decisione, mirando a presunti risparmi, ma ora appare anacronistico e decontestualizzato rispetto agli attuali scenari bellici e alla geopolitica europea” ha detto l’onorevole Rossi.
 
“Nessuno – ha proseguito Rossi – ha ancora fornito, ad oggi, uno straccio di motivazione valida e inoppugnabile per giustificare la decisione di trasferire la scuola di volo da Frosinone a Viterbo. Le motivazioni sono tecniche? Falso, perché Frosinone rispetto a Viterbo offre condizioni di addestramento per i piloti  mille volte migliori. Le motivazioni sono logistiche?  Falso, perché Frosinone è collegata con il resto del mondo un milione di volte meglio rispetto a Viterbo. Le motivazioni sono legate alla struttura militare? Falso, perché a Frosinone c’è già tutto quello che serve per una scuola di volo interforze, basterebbero investimenti decisamente minimi per adeguare l’aeroporto alle mutate esigenze, mentre a Viterbo c’è poco o niente di quello che realmente serve. E poi, se Viterbo un giorno dovesse ospitare il terzo scalo civile del Lazio, come si farebbe a conciliare l’attività addestrativa militare con il traffico civile in uno spazio  aereo abbastanza saturo come quello di Viterbo. Quindi, mi chiedo a questo punto: qual è la vera volontà che c’è dietro questa  illogica decisione di trasferimento del 72° Stormo da Frosinone alla Tuscia? Qui non stiamo parlando solamente di “politica” militare, ma anche del destino di centinaia di famiglie e dell’eventuale depauperamento economico di un territorio, la Ciociaria, che già da anni sta soffrendo per un processo di deindustrializzazione che ha eroso ricchezza economica e sociale”.
 
“L’impegno richiede il coinvolgimento di associazioni, società civile e settore produttivo, nonché azioni politiche ed istituzionali a ogni livello per annullare il provvedimento di trasferimento del 72° Stormo e della Scuola Elicotteristi da Frosinone a Viterbo. La mozione, proposta nei consigli comunali della provincia, mira a rafforzare ulteriormente questa causa di fondamentale importanza. Servono iniziative concrete e non chiacchiere o inutili comunicati stampa come hanno fatto altri, perché, al di là di tutto, la cosa che mi ha maggiormente amareggiato è che, ad oggi, sono stata l’unica rappresentante istituzionale del nostro territorio ad essersi confrontata direttamente con lo Stato maggiore della Difesa su questo tema. Questi sono fatti, mentre, ripeto, altri si sono solo limitati a comunicati stampa. Comunque, l’importante è aver capito che nulla è ancora perduto, e finché rimarrò in carica nell’Europarlamento profonderò ogni impegno per scongiurare lo spostamento da Frosinone a Viterbo del 72° Stormo e della scuola di volo per elicotteristi” ha concluso l’onorevole Rossi.
 
Privo di virus.www.avast.com

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