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Editoriali

Gli 80 anni di Berlusconi e il suo "Grande Niente"

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di Paolino Canzoneri
 
Molti ricordano i primi cartelloni pubblicitari sparsi nelle vie di tutte le grandi città italiane che mostravano visi teneri e sorridenti di bambini e a fianco la semplice scritta "Fozza Itaia". Eravamo entrati da poco in un decennio che sarebbe stato ricco di eventi storico-politici che avrebbero segnato la storia del nostro paese. Era il periodo in cui il pool di Mani Pulite aveva scoperto un sistema di tangenti, di raccomandazioni e di reciproche facilitazioni divenuto prassi per tutta la casta politica in lungo e in largo, Craxi aveva toccato il suo momento più basso e penoso fuggendo con la scorta dall'hotel Raphael aggredito da una pioggia non di chicci di riso come consuetudine nei matrimoni ma di monetine di una folla immensa di cittadini furiosi all'indomani delle sue dichiarazioni ed ammissioni di collusione con il sistema di tangenti suo e del partito socialista. Era solamente il 30 aprile del 1993 e poco dopo i cartelloni pubblicitari cominciarono ad invadere l'Italia. Chi si soffermava a guardarli sicuramente avrà pensato ad una probabile nuova trovata pubblicitaria di chissà quale prodotto o trasmissione televisiva a venire, ma nessuno poteva immaginare che in breve tempo avrebbe fatto capolino nella politica italiana un imprenditore con una esperienza e competenza nelle strategie di marketing e mass media come mai nel nostro paese. Silvio Berlusconi ebbe la capacità, sicuramente ben consigliato da altrettanti professionisti e consiglieri d'hoc, di comprendere che il suo enorme capitale e le sue aziende televisive avrebbero rischiato d' essere coinvolte duramente dalle indagini sempre in corso che oramai stavano scoperchiando il "vaso di Pandora" arrivando successivamnete a scoprire pure la sua iscrizione nella lista della loggia P2 e quindi serviva un espediente geniale che da un lato gli garantisse una certa immunità e dall'altro gli potesse conferire un'aura di pulizia e odor di santità come spiritosamente e ironicamente pochi anni dopo disse durante la trasmisione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa nella TV di Stato. L'idea geniale è stata quella di creare un partito che si rivolgesse ai cittadini in un momento di sfiducia colossale per gli italiani da sempre indignati quando si assiste ad una sfacciata opulenza quale schiaffo alle difficoltà di sopravvivenza quotidiana con stipendi infami o dinanzi ad una dilagante disoccupazione. Un partito sorretto e gestito da un investimento enorme di capitali e da una espansione mediatica altrettanto gigantesca grazie alle TV private di appartenenza a Berlusconi che comprese anzitempo quanto fosse importante acquisire la maggior parte di piccole TV private su tutto il territorio per uniformarle in un suo marchio e per cosi poter davvero arrivare nelle case di tutti gli italiani. Passaggi fondamentali che rendono merito e valenza alla capacità imprenditoriale di un uomo che ha potuto fare tutto questo e che i libri di storia ricorderanno nel bene e sopratutto nel male come personaggio frai più importanti di un ventennio a cavallo di due secoli. La cornice in cui fare capolino doveva essere studiata a fondo e nei minimi dettagli e doveva parlare al cuore e alla pancia degli italiani e i primi spot indimenticabili lo ritraevano in una scrivania pulita ordinata con la foto alle spalle della famiglia, una luce e un colore vivo e rassicurante e la sua prima promessa di voler sistemare l'Italia con un intento e passione là dove i suoi precedenti avevano fallito. E in pochi giorni sparì dai cartelloni pubblicitari l'immagine dei bambini per dare posto alla sua di immagine seguita da promesse pazzesche al limite della credibilità. Le sue emittenti televisivi inziarono a pompare spot televisivi con una frequenza quasi continua praticamente da lavaggio del cervello e quindi vinse le elezioni. Tutto il governo di Silvio Berlusconi non è stato altro che una lotta senza esclusioni di colpi fra la magistratura che con le sue indagini andava chiarendo e scoprendo magagne e illecità di ogni tipo e la sua ostentata presunzione di voler condurre una vita come un Re di Roma, ebro del suo potere e con l'unica fissazione di godersela il più possibile attorniandosi di belle donne che lui stesso frequentava e sosteneva economicamente in un turbinìo di cene di lusso, incontri nella sua "reggia" ad Arcore e altro. Insomma la politica quale garanzia di immunità e scappatoia per guai legali e per continui avvisi di garanzia che la magistratura gli inviava a seguito di accuse gravi di corruzioni a mai finire.  L'Imprenditoria nel mondo a vari livelli ha sempre patito una certa difficolà nel rimanere sempre ligia, pulita ed esente da qualsiasi storpiatura o errori nella complessa gestione fiscale; la quantità enorme di passaggi burocratici, di coinvolgimenti di molte strutture fatte di collaboratori e di aziende e sub-aziende, portano alla necessità di utilizzo di carteggi enormi costituiti da una mole non indifferente di dati, firme, archiviazione e molto altro dove l'intoppo, l'imperfezione, l'errore in genere è sempre oggettivamente possibile anche quando il tutto viene gestito con onestà, perizia e precisione. Ma più della metà degli italiani non ha mai creduto alla sua tesi complottistica dei giudici schierati politicamente contro, pochi hanno avallato veramente la sua difesa contro un assedio politico di parte specie poi nell'appurare che la magistratura che lo attaccava apparteneva alla sua stessa corrente politica. Ci si chiede tutto questo cosa c'entri con la politica. Ci si chiede perchè un uomo di talento imprenditoriale con grandi mezzi a disposizione ha preferito tutelare i suoi interesse legiferando a suo vantaggio e prendendo l'Italia per i fondelli, illuderla, creare nei cuori dei cittadini quella gioia d'esser di fronte all'uomo giusto nel momento in cui serviva un vero salvatore del paese. Quel che resta è la consapevolezza di una occasione persa, una scellerata illusione che a qualcuno interessasse veramente la sorte di questo paese. Ora che Silvio Berlusconi compie 80 anni non si può fare altro che augurargli che abbia il coraggio di rivedere il suo passato e finalmente comprendere quanto sia stato futile e di bassa lega l'aver primeggiato piaceri carnali, interessi biechi e folle rincorsa all'arricchimento forsennato a tutti i costi. Come un moderno Giulio Cesare o come un faraone egiziano. La storia di un uomo e del suo "grande niente" che suo malgrado ha gonfiato le tasche di altri omuncoli per assicurarsi il suo schieramento politico e che ha umiliato comunque una fazione politica, una idelogia che ha avuto nel suo passato esponenti di un certo livello che oggi si rivolterebbero nella tomba. "Buon Compleanno Silvio Berlusconi".

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Editoriali

Da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni: 80 anni di percorso tra continuità e cambiamenti della destra italiana

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La politica italiana ha sempre ospitato una serie di correnti e movimenti, con la destra che ha attraversato varie fasi e trasformazioni nel corso del tempo. Da Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI), la destra italiana ha attraversato un percorso complesso, caratterizzato da cambiamenti ideologici, sociali e politici.

L’eredità di Giorgio Almirante e il Movimento Sociale Italiano (MSI)

Giorgio Almirante è stato una figura di spicco della destra italiana nel secondo dopoguerra. Come fondatore e leader del MSI, Almirante incarnava un nazionalismo conservatore e anti-comunista. Il MSI, nato nel 1946, era erede del Partito Fascista di Benito Mussolini e rappresentava un’ala estrema della politica italiana. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, sotto la guida di Almirante, il MSI cercò di rinnovare la sua immagine, cercando di allontanarsi dall’etichetta di “fascista” e di inserirsi nel panorama politico mainstream.

Il passaggio dall’MSI a Alleanza Nazionale

Negli anni ’90, con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo, la destra italiana subì un cambiamento significativo. Nel 1995, il MSI si trasformò in Alleanza Nazionale (AN), sotto la leadership di Gianfranco Fini. Fini cercò di allontanare il partito dagli elementi più estremisti e fascisti, adottando una retorica più moderata e democratica. AN divenne parte integrante del sistema politico italiano, entrando a far parte di coalizioni di governo e accettando i principi della democrazia pluralista.

La rinascita della destra con Fratelli d’Italia

Tuttavia, il vento della destra italiana ha continuato a soffiare, e nel 2012 è stato fondato Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (Fdl-AN), guidato da Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Il partito si è posizionato come l’erede ideologico dell’AN e ha abbracciato un nazionalismo conservatore e identitario. Meloni, in particolare, ha portato una ventata di freschezza alla destra italiana, attrattiva soprattutto per i giovani e per coloro che si sentono trascurati dalle élite politiche tradizionali.

L’ascesa di Giorgia Meloni e la nuova destra italiana

Giorgia Meloni, nata nel 1977, rappresenta una nuova generazione di leader della destra italiana. Con una retorica forte e decisa, Meloni ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l’establishment politico e sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. Fratelli d’Italia ha ottenuto risultati significativi nelle elezioni politiche, consolidando la sua posizione come uno dei principali partiti di destra in Italia.

La destra italiana nel contesto europeo

Il percorso della destra italiana, da Almirante a Meloni, riflette anche le tendenze più ampie all’interno della destra europea. La crescente preoccupazione per l’immigrazione, l’identità nazionale e la sovranità statale ha alimentato la salita di partiti di destra in molti paesi europei. Tuttavia, ciascun paese ha le sue specificità e la sua storia politica unica, che influenzano il modo in cui la destra si presenta e agisce.

La Frammentazione della Destra Italiana: Un’Analisi Politica

La politica italiana è stata da sempre caratterizzata da una molteplicità di partiti e movimenti, ognuno con la propria ideologia e visione politica. Tra questi, la destra italiana non è stata immune dalla frammentazione, che ha avuto un impatto significativo sul paesaggio politico del Paese.

Origini della Frammentazione

Per comprendere appieno la frammentazione della destra italiana, è necessario analizzare le sue origini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha visto la nascita di una serie di partiti politici di destra, che spaziavano dall’estrema destra nazionalista a movimenti conservatori più moderati.

Tuttavia, nel corso degli anni, la destra italiana ha subito numerose scissioni e divisioni interne, spesso dovute a conflitti personali, divergenze ideologiche e lotte di potere. Questi fattori hanno contribuito alla creazione di una serie di partiti e movimenti di destra, ognuno con il proprio leader carismatico e seguaci devoti.

Le Principali Fazioni

La frammentazione della destra italiana ha portato alla creazione di diverse fazioni e gruppi politici, ciascuno con le proprie caratteristiche e obiettivi. Tra i principali vi sono:

  1. Forza Italia: Fondato da Silvio Berlusconi nel 1994, Forza Italia è stato uno dei principali partiti di centro-destra in Italia per diversi decenni. Tuttavia, nel corso degli anni, il partito ha subito diverse scissioni e ha visto la nascita di nuove formazioni politiche.
  2. Lega Nord: Originariamente un movimento separatista del Nord Italia, la Lega Nord si è trasformata in un partito nazionale di destra sotto la leadership di Matteo Salvini. La Lega Nord è nota per le sue posizioni anti-immigrazione e euroscettiche.
  3. Fratelli d’Italia: Un partito di destra nazionalista fondato da Giorgia Meloni nel 2012, Fratelli d’Italia è diventato uno dei principali attori della destra italiana. Il partito si basa su un nazionalismo conservatore.
  4. Movimento Sociale Italiano (MSI): Originariamente un partito neofascista fondato nel dopoguerra, il MSI è stato successivamente trasformato in Alleanza Nazionale e infine assorbito da Forza Italia. Tuttavia, una parte dei suoi ex membri ha continuato a operare all’interno di movimenti di estrema destra.

Impatto sulla Politica Italiana

La frammentazione della destra italiana ha avuto un impatto significativo sulla politica del Paese. Innanzitutto, ha reso difficile per la destra italiana presentare un fronte unito e coeso, spesso conducendo a coalizioni fragili e instabili.

Inoltre, la frammentazione ha alimentato la polarizzazione politica in Italia, con i vari partiti di destra che competono per attirare l’elettorato con discorsi populisti e promesse di cambiamento. Questo ha contribuito a una maggiore instabilità politica e ha reso difficile per il Paese affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Prospettive Future

Il futuro della destra italiana rimane incerto, con molte domande sulla sua capacità di unirsi e presentare un fronte coeso. Tuttavia, con l’aumento del nazionalismo e del populismo in Europa, è probabile che la destra italiana continui a giocare un ruolo significativo nella politica del Paese. In conclusione, la frammentazione della destra italiana è stata una caratteristica persistente della politica italiana, con profonde implicazioni per il Paese nel suo complesso. Mentre la politica italiana continua a evolversi, sarà interessante osservare come la destra italiana si adatterà e influenzerà il futuro del Paese.

Conclusioni

Il percorso della destra italiana da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continuità e cambiamento. Mentre alcuni principi fondamentali, come il nazionalismo e il conservatorismo, sono rimasti costanti, il modo in cui questi principi sono stati interpretati e presentati è cambiato nel corso degli anni. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, la destra italiana si trova oggi in una fase di rinnovato vigore e ambizione, giocando un ruolo sempre più centrale nel panorama politico nazionale.

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Costume e Società

Famiglie allargate si o no?

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Le ricerche sociologiche, oggi, vedono un forte cambiamento nell’assetto familiare. Tale condizione ha origine sia da un mutamento nel concetto di genitorialità che nel ruolo della famiglia all’interno della società: cambiano le persone, si modificano le strutture familiari, mutano le coppie, si spostano gli interessi di ogni singolo individuo, passando dalla condivisione all’individualizzazione.

Molti aspetti legati alla natura psicologica del singolo soggetto subiscono un cambio repentino: si pensa più a sé stessi che agli altri. In questo scenario, siamo di fronte a molte trasformazioni che vanno ad incidere, inevitabilmente, sulla composizione della famiglia stessa.

Quello che cambia oggi rispetto a circa 50 anni fa è legato alle cause della nascita delle nuove famiglie “allargate”, “ricomposte” o “ricostituite. Mentre un tempo le famiglie ricostituite si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

Le famiglie “allargate”, ovvero le famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro, hanno la caratteristica di avere confini più labili e incerti rispetto alla famiglia “tradizionale”, sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono sicuramente più complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono flessibili e hanno un inizio e un’evoluzione molto rapida.

Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale. Mentre alcuni studiosi non appoggiano totalmente questi cambiamenti, altri fanno fronte alle nuove forme familiari che non possono essere ignorate, ma devono essere comprese e sostenute.

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme nuove situazioni.
Gli studi affermano che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza rancori passati. È importante che i figli non abbiano un atteggiamento oppositivo verso il nuovo partner, sperando in una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni, nascondendo il desiderio di farsi accudire. Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo totale mutamento potrebbe essere percepito come un ostacolo.
In questa fase, per i figli, il formarsi di una famiglia allargata, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può portare alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo si “tradisca” quello biologico. La causa che ne consegue è che ciò potrebbe portare i figli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un senso di protezione morboso.

In ogni caso la genitorialità è ancora più difficile poiché i genitori dovranno imparare a gestire eventuali conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti. Nelle famiglie allargate è opportuno costruire nuove identità familiari, nuove stabilità ed equilibri.
A tale proposito, non si può dare una risposta definitiva alla domanda “Le famiglie allargate sì o no?”, poiché essendo in continua espansione necessitano di sostegno e di supporto. Sicuramente nelle famiglie ricostituite possono innescarsi situazioni particolari, ma dare una “valutazione” negativa o positiva non è certo il modo migliore per andare verso un processo di accettazione.

Di concerto, le famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuovi “ingredienti” e abitudini comuni diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.

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Editoriali

Riforma tributaria e abrogazione legge Pittella: l’Avvocato Lucarella presenta petizione alla Camera dei Deputati

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La legge Pittella da ormai due anni ha cambiato le carte in tavola per migliaia di contribuenti italiani: da un giorno all’altro anni di sacrifici economici e investimenti legali andati in fumo per effetto della legge 215/2021 (partorita dal Parlamento a seguito dell’emendamento che prese il nome dal suo proponente).
La questione, molto dibattuta in ambito giuridico, ha scatenato molti effetti sul piano umano e di vita reale per singoli cittadini ed imprese soprattutto medio-piccole: in pratica la legge, prevedendo la non impugnabilità dei famosi estratti di ruolo (rilasciati dalla ex Equitalia), comporta il non potersi più difendere da atti dell’amministrazione esattoriale ritenuti illegittimi se non quando una intimazione di pagamento, un pignoramento, una istanza di fallimento dovessero essere notificati.
L’Avv. Angelo Lucarella, già vice presidente coord. Commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, docente a.c. in Diritto processuale tributario – Università degli studi di Napoli Federico II e tra gli esperti giuristi italiani invitati dal World Justice Project 2023 (sostenuto dalla Commissione Europea), ha depositato il 30 dicembre 2023 una petizione per la riforma legislativa secondo quanto previsto dall’art. 50 della Costituzione italiana.
“Si tratta di un atto doveroso: bisogna rimettere i cittadini, che avevano promosso contenziosi per cartelle esattoriali ritenute illegittime, in condizione di difendersi.
Il fatto che una legge dello Stato, di punto in bianco, faccia blocco al diritto di difesa con un effetto retroattivo implicito è contro la Costituzione italiana perché crea disparità di trattamento e violazione del diritto di difesa. Principi e diritti, quest’ultimi, anche tutelati a livello europeo e internazionale.
Con la petizione, per quanto anzitutto fatto ed atto simbolico, si istruisce un procedimento legislativo che vedrà interessarsi della questione una Commissione parlamentare apposita.
La speranza è che si giunga alla abrogazione della legge Pittella o quantomeno ad una norma c.d. di interpretazione autentica affinché si dichiari, una volta per tutte, che non è possibile alcun effetto retroattivo implicito. Sulla scorta di questa ipotetica soluzione legiferare per la riapertura dei termini contenziosi per i contribuenti che vogliono continuare le cause all’epoca avviate o quantomeno consentire loro di conciliare con l’erario allo stato del giudizio prima della legge Pittella.
Inoltre è la stessa Corte Costituzionale con la recente decisone 190/2023 ad invitare il legislatore ad intervenire quanto prima sulla questione.
Quindi ne va dello stato di diritto e della credibilità del sistema delle leggi democratiche”.
È quanto commenta l’avv. Lucarella.

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