Governo Pd5, tensione alle stelle dopo i diktat di Giggino: timori per rinuncia al mandato di Conte

E’ alta tensione negli ambienti politici impegnati nella formazione del nuovo governo. Il presidente del consiglio incaricato Giuseppe Conte si è recato al Quirinale a colloquio con il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Dopo l’incontro al Colle sono emersi in ambienti parlamentari della maggioranza timori che Conte stia anche ipotizzando la possibilità di rinunciare al mandato conferitogli dal Presidente della Repubblica, alla luce delle difficoltà emerse nelle ultime ore dopo la consegna di Luigi Di Maio di 20 punti programmatici del Movimento Cinque stelle.

Si è svolto il nuovo vertice sul programma previsto inizialmente per le 9.30 e slittato alle 12 tra delegazioni Pd-M5S e lo stesso Conte. Tutto il Pd chiede un chiarimento. “Ci aspettiamo che avvenga da qui a breve, ma non era sul tavolo” dell’incontro di Palazzo Chigi. “Abbiamo lavorato sui punti”: dice il capogruppo Pd al Senato Andrea Marucci ai cronisti dopo la riunione.

“Negli incontri siamo sempre stati costruttivi, ieri i 10 punti sono diventati 20 e si è si è detto o questi o non si fa il governo. A me sembra un ultimatum ed è totalmente inaccettabile che si pongano ultimatum al presidente del Consiglio. Adesso vediamo con che spirito ci si siede a questo tavolo, se con aut aut o volendo discutere per il bene degli italiani”: così il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, entrando a Palazzo Chigi.

“Non mi risultano mal di pancia” nel M5S, “è chiaro che stiamo tenendo il punto sul programma, sull’agenda politica”, afferma il capogruppo M5S Francesco D’Uva. “Abbiamo parlato di programmi e del documento che abbiamo già condiviso – ha aggiunto – per vedere se si può andare incontro alle istanze di tutte le forze politiche interessate. Si sta lavorando per andare avanti. I tempi? Il prima possibile”.

“Ieri alcuni esponenti del Partito Democratico hanno parlato di “ultimatum” del Movimento 5 Stelle. È davvero paradossale il fatto che quelli del Pd considerino “ultimatum” idee e soluzioni sacrosante per il benessere collettivo. Luigi ha parlato come ha il dovere di parlare il Capo politico del Movimento. Ha parlato come avrei parlato io e migliaia di attivisti. Ha parlato a nome di un Movimento che un anno e mezzo fa ha vinto le elezioni proprio perché ha proposto gli stessi temi di ieri”. Così, in un post su Fb, Alessandro Di Battista.

Il leader della Lega, Matteo Salvini si rivolge al Capo dello Stato. “Presidente Mattarella, basta, metta fine a questo vergognoso mercato delle poltrone, convochi le elezioni e restituisca la parola e la dignità agli Italiani”.
Intanto il segretario del Pd Nicola Zingaretti prova a guardare oltre.

“L’apertura di una nuova possibile fase politica e di Governo già ci ha fatto guadagnare 600 milioni di euro. In prospettiva potrebbero essere fino a 15 miliardi. Euro che tornano alle famiglie e alle imprese italiane. Ecco perché continuiamo a chiedere una stagione nuova e un governo di svolta. Per un Italia che scommette sul lavoro, l’ambiente, la scuola e la ricerca, gli investimenti pubblici e privati” dice in un post su Facebook. Zingaretti accompagna il post con la foto della prima pagina del Sole 24 Ore di oggi che, in apertura, sottolinea che ‘dal calo dei tassi per i Btp dopo l’avvio della soluzione della crisi di governo’ possono arrivare ‘preziosi risparmi per le casse dello Stato’.

Si tratta, scrive il giornale che ha elaborato i dati, di risparmi sugli interessi del debito che potrebbero arrivare fino a 15 miliardi. ‘Se le aste di questa settimana, in cui sono stati collocati 9,25 miliardi di euro, fossero state effettuate il 9 agosto, subito dopo l’annuncio della sfiducia al primo governo Conte, i costi per interessi sarebbero stati 600 milioni in più. Se i tassi restassero ai livelli attuali anche nel 2020 – sottolinea il Sole 24 Ore – il ‘bonus’ potrebbe arrivare a ridosso dei 15 miliardi di euro’.