GOVERNO, STELLE INTERMITTENTI: SPERANZE, ATTESA E BLACK OUT

Angelo Parca

Si è moltiplicato e evoluto grazie alla palese frammentazione della politica. Entusiasma perché appare come qualcosa di nuovo che non c’è mai stato e che per ora sta mantenendo fede alla sua mission: spazzare via i parassiti politici che finora hanno succhiato a discapito del popolo. Devo dire che dove mi giro mi giro c’è talmente tanto entusiasmo a 5 stelle quanto poca informazione su chi è arrivato in Parlamento. “Non importa – dicono nelle piazze – tanto quando conoscevamo personalmente chi andavamo a votare abbiamo incassato una doppia delusione. Meglio sconosciuti ma volenterosi di cambiare le cose”.

Bene così allora, sì va avanti ma presto bisognerà sapere dove si và perché non ci si può affidare soltanto ad uno smartphone per amministrare l’Italia che cola a picco. Non possiamo dimenticare, presi dai fumi dell’euforia, che il M5S non è un partito, e si basa su un non-statuto, pubblicato sul sito dell’ex comico Beppe Grillo. Cioè l’infrastruttura dovrebbe essere la rete ma questa se non è in grado di tenere a sufficienza tutti i pesci ingaggiati e potrebbe bucarsi fino a perdere migliaia di sardine. Nessuno degli elettori è fesso. E nessuno rinuncerà al suo strumento di condivisione democratica. In campagna elettorale, la rete applicata al territorio, la consultazione del web, la gestione dei Meetup è andata bene. Si è costruito ma si è anche “buttato in caciara” regole e regolette passate inosservate sempre per lo stesso fumo euforico e innegabilmente piacevole che il Movimento ha tirato fuori. Ad esempio una pillola poco digeribile è stata che i candidati alle politiche dovevano necessariamente aver partecipato a consultazioni amministrative precedenti, per il Movimento. E gli altri? Chi avrebbe deciso per loro? Lo stesso che ha depositato il marchio e che pretende che si discuta e deliberi esclusivamente sul suo blog. Una visione piuttosto padronale, ma a pensar male…. Una pagina che sembra innocua ma piena di pubblicità che in rapporto ai navigatori che ogni giorno visitano la sua pagina ha un ricco introito, basta informarsi sui siti che stimano le entrate quotidiane dei web site per accorgersi che Grillo non vive di prosciutti. A proposito di soldi, che poi è gran parte lì l’esca grillina degli elettori: il rifiuto dei rimborsi elettorali è un tema sul quale il Movimento non può cadere.

Ma se i neo deputati e senatori dovessero iniziare a farsi spesare viaggi e trasferte e cellulari allora ecco che l’ingranaggio potrebbe congelarsi. Sì perché nello tsunami tour Grillo ha detto che nel Movimento c’è una concezione diversa: si alloggia da amici che se lo incontrano gli regalano un prosciutto. Allora? Le comodità non servono. Il cellulare non serve: c’è la rete. Domenica c’è stato l’appuntamento a Montecitorio, centinaia di persone in fila. Alla riunione dei neoeletti in hotel del centro è stata probabilmente decisa la strategia di comunicazione interna. Oggi il bagno di folla sarà tutto per Grillo e Casaleggio. Solo che il “grillo parlante”, che piaccia o no all’ex comico, lo fa ancora l’informazione disinteressata. Dunque Grillo ha due importanti fattori a cui stare attento: il Dio danaro che può fagocitarsi i giovani deputati e senatori e il rischio che la piattaforma multimediale, dove i cittadini interessati parteciperanno direttamente alle decisioni politiche, possa andare in tilt. Di fatti la residenza digitale del Movimento, che dovrebbe permettere ben più di un semplice lavoro di aggregazione delle diverse istanze all’interno, non appare al momento sufficiente. Sembra che ad oggi il Movimento non sia stato in grado di dotarsi di una vera piattaforma di deliberazione. Questo appare un grande limite che mette a rischio la loro democrazia interna e diversi attivisti ne hanno denunciato il fatto. E poi quanti pensionati che hanno votato Grillo per simpatia potranno “connettersi” per vedere espressi anche i loro desideri? Le file alla villa di Grillo ricordano un po’ quelle del “cottage” di Ceppaloni.

Intanto mentre i giovani e neo onorevoli a cinque stelle si sono riuniti, Beppe Grillo ha sparato sul web: “Circonvenzione di elettore”. Con questo titolo Grillo apre ad una serie di riflessioni e giudizi che gettano critiche sulla libertà dei parlamentari: “dopo il voto il cittadino può essere gabbato a termini di Costituzione”. Insomma l’ex comico ne ha anche per l'articolo 67 della Costituzione della Repubblica….

Dal blog di Grillo: “circonvenzione di incapace”:
Se è chiaro, anche al sentire comune, cosa si intende per circonvenzione di incapace, dal vocabolario Zingarelli della lingua italiana: "induzione di persona minore o inferma o psichicamente deficiente a compiere un atto giuridico dannoso per lei o altri al fine di trarne un profitto per sé o altri", non è ancora percepito il significato di "circonvenzione di elettore". Si tratta di una pratica molto comune nel Parlamento Italiano, adottata da voltagabbana, opportunisti, corruttibili, cambiacasacca.
L'elettore, al momento del voto, crede in buona fede alle dichiarazioni di Tizio o Caio, di Scilipoti o De Gregorio. Lo sceglie per la linea politica espressa dal suo partito e per il programma. Gli affida un mandato di un lustro, un tempo lunghissimo, per rappresentarlo in Parlamento e per attuare i punti del programma. Gli paga lo stipendio attraverso le sue tasse perché mantenga le sue promesse. Il voto è un contratto tra elettore ed eletto ed è più importante di un contratto commerciale, riguarda infatti la gestione dello Stato. Se chi disattende un contratto commerciale può essere denunciato, chi ignora un contratto elettorale non rischia nulla, anzi di solito ci guadagna. E' ritenuto del tutto legittimo il cambio in corsa di idee, opinioni, partiti. Si può passare dalla destra alla sinistra, dal centro al gruppo misto, si può votare una legge contraria al programma. Insomma, dopo il voto il cittadino può essere gabbato a termini di Costituzione. L'articolo 67 della Costituzione della Repubblica italiana recita: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". Questo consente la libertà più assoluta ai parlamentari che non sono vincolati né verso il partito in cui si sono candidati, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori. Insomma, l'eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno. Per cinque anni il parlamentare vive così in un Eden, in un mondo a parte senza obblighi, senza vincoli, senza dover rispettare gli impegni, impegni del resto liberamente sottoscritti per farsi votare, nessuno lo ha costretto con una pistola alla tempia a farsi inserire nelle liste elettorali. La circonvenzione di elettore è così praticata da essere diventata scontata, legittima, la norma. Non dà più scandalo. Viene concesso al parlamentare libertà preventiva di menzogna, può mentire al suo elettore, al suo datore di lavoro, senza alcuna conseguenza invece di essere perseguito penalmente e cacciato a calci dalla Camera e dal Senato.