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Governo, stretta sugli ingressi in Italia: è scontro con Bruxelles

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Il governo tira dritto: fino al 31 gennaio servirà un tampone per entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non vaccinati

“Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Mario Draghi. E respinge le forti perplessità rimbalzate da Bruxelles, per le limitazioni all’ingresso anche per chi arrivi da Paesi Ue: le misure devono essere “proporzionali e giustificate”, nonché “di breve durata”, avverte la Commissione. Ma c’è un dato, sottolinea Draghi, alla base della decisione presa martedì dal governo, con un’ordinanza: l’incidenza della variante Omicron in Italia è per ora, secondo l’Iss, solo dello 0,19% mentre dilaga all’estero. La stretta sui viaggi serve a difendere “con le unghie e i denti” una “normalità” che l’Italia ha conquistato “al prezzo di 134mila morti”.

E affrontare il Natale con “relativa tranquillità”. “Buon Natale e anche buone feste”, dice Draghi chiudendo il suo intervento in Parlamento, in vista del Consiglio europeo delle prossime ore. Deputati e senatori si danno il gomito, perché leggono nelle sue parole un velo d’ironia, dopo le polemiche per le linee guida sulla comunicazione per le feste, poi ritirate da Bruxelles. Il presidente del Consiglio si presenta al vertice Ue convinto che l’Italia sia “più forte in Europa e nel mondo”. Con questa forza, rinsaldata dall’asse sui dossier cruciali con il francese Emmanuel Macron, chiede di continuare con politiche di bilancio espansive e procedere verso una vera “unione politica”. E’ convinto che il patto di stabilità, sotto presidenza francese dell’Ue e anche rinsaldando il dialogo con il tedesco Olaf Scholz, sarà rivisto: bisogna “cambiare le regole sugli aiuti di stato” e introdurre il bilancio comune. Assicura che la “fiducia” mostrata all’Italia con i fondi del Pnrr sarà ripagata: la prossima settimana una cabina di regia approverà la relazione annuale che dovrebbe certificare il raggiungimento di tutti i 51 obiettivi entro fine anno.

L’informativa del premier alla Camera 

“Voglio prima di tutto ricordare le nove vittime dell’esplosione avvenuta l’11 dicembre a Ravanusa, in provincia di Agrigento. Ai loro cari, vanno le condoglianze del Governo e mie personali. È essenziale che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto per accertare le responsabilità. Episodi come questo non devono accadere e sono inaccettabili”. Lo afferma il premier Mario Draghi alla Camera chiamando per nome e per età tutte le vittime. “L’inverno e la diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini, molto più contagiosa – ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia. I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana, neell’UE, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Il Governo ha deciso di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i cittadini a mantenere la massima cautela”. “I dati di oggi descrivono un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso. Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629. Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri”. Lo dice il premier Mario Draghi nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue. “Oggi più dell’85% degli italiani sopra i 12 anni ha ricevuto due dosi, e circa il 20% anche la terza. Voglio incoraggiare chi non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile. Come dimostra l’Iss, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi 17 volte rispetto a chi ha fatto la terza. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. E per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come fatto finora”.

Draghi ha affrontato anche la questione delle bollette. Contro il caro bollette ci sono “stanziamenti imponenti, di misura mai vista prima, orientata a sollevare i più deboli dal rincaro dell’energia. Questi stanziamenti non possono andare avanti all’infinito quindi serve una soluzione strutturale e occorre fare una riflessione sul meccanismo di prezzo dell’energia”. “In Europa è iniziata una riflessione in cui parte attiva è Cingolani. E’ difficile pensare a una riflessione strutturale che non chiami alla partecipazione dei costi comuni chi ha maturato profitti”.

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Papa: “Comunione ai divorziati anche senza astenersi dal sesso”

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La possibilità che una coppia di coniugi divorziati e risposati acceda alla comunione pur senza astenersi dai rapporti sessuali è “magistero autentico”. Lo dice papa Francesco, a sette anni e mezzo dalla pubblicazione della ‘Amoris Laetitia’, in risposta alle domande avanzate dall’arcivescovo emerito di Praga, card. Dominik Duka, il 13 luglio scorso a nome della Conferenza episcopale ceca.

L’esortazione apostolica apre la possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia quando, in un caso particolare, “esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza”, dice una delle risposte.

Bisogna considerare, si legge sito del Dicastero per la Dottrina della fede, che si tratta di un processo di accompagnamento che “non si esaurisce necessariamente con i sacramenti, ma può essere orientato verso altre forme di integrazione nella vita della Chiesa: una maggiore presenza nella comunità, la partecipazione a gruppi di preghiera o di riflessione o il coinvolgimento in vari servizi ecclesiali”. Siamo in presenza, quindi, di un accompagnamento pastorale come esercizio della “via caritatis”, che non è altro che un invito a seguire la strada “di Gesù: della misericordia e dell’integrazione”.

Come ricorda Papa Francesco nella lettera al Delegato della Regione Pastorale di Buenos Aires – dopo il documento esplicativo dei vescovi locali -, Amoris laetitia si basa sul “magistero dei precedenti Pontefici, che già riconoscevano la possibilità per i divorziati in nuove unioni di accedere all’Eucaristia”, purché assumano “l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi”, come è stato proposto da Giovanni Paolo II. Oppure a “impegnarsi a vivere la loro relazione… come amici” come proposto da Benedetto XVI.

Papa Francesco mantiene “la proposta della piena continenza per i divorziati e i risposati in una nuova unione, ma ammette che vi possano essere difficoltà nel praticarla e quindi permette in certi casi, dopo un adeguato discernimento, l’amministrazione del sacramento della Riconciliazione anche quando non si riesca a essere fedeli alla continenza proposta dalla Chiesa”. D’altra parte, il Dicastero sottolinea che l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, è un “documento del magistero pontificio ordinario, verso cui tutti sono chiamati ad offrire l’ossequio dell’intelligenza e della volontà”. In essa si afferma che i presbiteri hanno il compito di “accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo”.

In tal senso, è possibile, anzi “è auspicabile che l’Ordinario di una diocesi stabilisca alcuni criteri che, in linea con l’insegnamento della Chiesa, possano aiutare i sacerdoti nell’accompagnamento e nel discernimento delle persone divorziate che vivono in una nuova unione”. Il card. Duka nella serie di domande faceva riferimento al testo dei vescovi della Regione Pastorale di Buenos Aires e chiedeva se la risposta di papa Francesco al quesito della sezione pastorale della stessa diocesi di Buenos Aires, possa essere considerata un’affermazione del Magistero ordinario della Chiesa. Il Dicastero afferma senza dubbio che, come indicato nel rescritto che accompagna i due documenti sugli Acta Apostolicae Sedis, questi vengono pubblicati “velut Magisterium authenticum”, cioè come Magistero autentico.

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Migranti, 5mila euro per la libertà: è scontro tra Governo e Magistratura

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Tre migranti tunisini escono fuori dal centro per il rimpatrio di Pozzallo su decisione del tribunale di Catania

Ad essere messo in discussione è il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri, che sono in attesa dell’esito della procedura di frontiera accelerata, e la relativa cauzione di cinquemila euro per rimanere in libertà: secondo il giudice è illegittima e confligge con la normativa dell’Unione europea oltre a non essere in linea con i principi costituzionali.

È quanto basta per innescare uno scontro e rinnovare polemiche tra esponenti della maggioranza di governo e la magistratura.

E il Viminale ha già annunciato un ricorso. Il ministro Matteo Salvini, riportando su X le motivazioni addotte dal giudice, conclude che “serve una profonda riforma della giustizia” mentre la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione del partito, bolla come “decisioni politiche e ideologiche” le mancate convalide di trattenimento. “Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all’ideologia”, aggiunge.

Ma il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, al contrario sottolinea: “Noi non partecipano all’indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione. È fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza, questa è la democrazia”. A difendere il provvedimento del giudice etneo l’opposizione con i Radicali (“ha fermato l’escalation razzista”), il leader di Si Fratoianni (il governo è contro la legge), il deputato del Pd Mauri (“una decisione solida”), il parlamentare di M5S Colucci e il deputato di Avs Bonelli. La decisione del magistrato, Iolanda Apostolico, è arrivata appena cinque giorni dopo l’inaugurazione della stessa struttura a Pozzallo, una parte della quale – circa ottanta posti – è destinata proprio ad ospitare le persone sottoposte alla procedura di frontiera accelerata: Sarebbe il primo centro destinato a questo tipo di misure che in genere, nei casi di migranti provenienti da Paesi ritenuti sicuri con i quali non vi siano specifici accordi, preludono ad un rimpatrio.

A disporre il trattenimento del gruppo di tunisini arrivato lo scorso 20 settembre a Lampedusa era stato, come da prassi, il questore di Ragusa, in attesa della decisione del giudice, il quale però poi non ha convalidato il provvedimento. La vicenda rischia di mettere in discussione, stando ai rilievi del giudice, i recenti provvedimenti del governo e lo stesso decreto Cutro. Il ministero dell’Interno, annunciando che ricorrerà contro la decisione del tribunale di Catania, sottoporrà quindi al vaglio di un altro giudice la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nei provvedimenti. Fonti vicine al dossier migranti sottolineano che “la procedura accelerata di frontiera è uno degli aspetti che, già contenuto nella direttiva europea 2013, trova oggi l’unanime consenso dei Paesi europei nell’ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo e che il governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro”. Resta da capire ora, dopo il provvedimento del Tribunale di Catania, nel caso di nuove ondate di migranti provenienti dai Paesi cosiddetti sicuri come la Tunisia (con la quale l’Italia ha specifici accordi per il rimpatrio) quali saranno le decisioni dei giudici, anche di altri Tribunali, alle prossime richieste di convalida di trattenimento. Nuovi centri come quello inaugurato a Pozzallo sono comunque già in allestimento, destinati a questo tipo di misura.

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Cronaca

Roma, Giannini (Lega): a Primavalle l’area giochi è diventata un covo di sbandati”

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“C’era una volta un’area giochi pubblica, accanto a un asilo nido, frequentata da famiglie, bambini e anziani, un punto di aggregazione per il quartiere di Primavalle. Adesso è chiusa con un lucchetto, è diventata un covo di sbandati e senza fissa dimora che dormono dentro i giochi tubolari, lasciano i loro indumenti ovunque e bivaccano sulle panchine bevendo alcolici a tutte le ore”.
 
È la denuncia di Daniele Giannini, dirigente regionale della Lega. “Quello di via Pasquale II – prosegue – è l’ennesimo esempio del degrado e dell’incuria che regnano nella Capitale e in particolare nel Municipio XIV, dove le istituzioni latitano e il territorio, governato dal Pd, si trasforma sempre più in periferia abbandonata a se stessa. Invece di contrastare fenomeni legati alla sicurezza e al decoro, questa sinistra preferisce serrare le porte di un’area giochi e lasciare i bimbi del quartiere fuori da spazi pensati per loro, creando invece habitat ideali per il proliferare della microcriminalità e del vagabondaggio. Non è questa la città che vogliamo per i nostri figli – conclude Giannini – e solleciteremo l’amministrazione ancora e ancora, per porre rimedio a questo scempio”.
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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