GRILLO E VESPA: SALTA IL PRIMO, PUNGE IL SECONDO

di Daniele Rizzo

Grillo torna in Rai ventuno anni dopo l’ultima volta, e lo fa rientrando dalla Porta (a Porta) principale, quella di Vespa. Sarà rimasto però deluso chi pensava che ci sarebbe stata un’intervista vera e propria; il leader del Movimento 5 Stelle ha tenuto un comizio elettorale per circa un ora, e a nulla sono valsi i pur numerosi tentativi del padrone di casa di riportare il confronto in una dimensione più giornalistica.

Il solito Grillo
Preso atto della situazione, a Vespa non è restato altro da fare che assecondare Grillo in tutto il suo soliloquio, disorganico e disorganizzato, tentando di frapporre al discorso dell’ex comico genovese qualche domanda qua e là. Il solito Grillo ha iniziato deridendo il pubblico, accusato di essere pagato da una società per partecipare a queste kermesse televisive senza poter intervenire; un po’ come il popolo italiano, ha continuato Grillo, che negli ultimi anni si è trovato ad essere spettatore non partecipe della situazione politica italiana. Da manuale poi le battute sugli altri esponenti politici: Monti “Rigor Montis”, Bersani “Gargamella”, Renzi “l’ebetino”, Berlusconi “museo che regala dentiere”; tutte battute ormai assodate da tempo.

"La prima forza politica del Paese"
Se con “flusso di coscienza” potessimo descrivere lo stile usato ieri sera da Grillo senza offendere nella memoria chi prima di lui ha fatto di questo un “vero” stile narrativo, allora potremmo certamente classificarlo come tale. Grillo ha cominciato il suo discorso chiarendo che le elezioni del 25 maggio saranno un banco di prova politico e che anche se il governo non si dimetterà, qualora dovesse andare male per il PD, loro andranno comunque al Quirinale a dire che Napolitano non li rappresenta e che le larghe intese non hanno funzionato. Alla questione posta da Vespa su con chi andranno eventualmente a governare, con chi faranno l’alleanza, Grillo ha poi risposto che loro non fanno alleanze, devono andare tutti a casa gli altri perché il Movimento 5 Stelle andrà a governare solo con i cittadini. A nulla sono valse le richieste di chiarimento da parte del conduttore che chiedeva praticamente come sarebbe stato possibile prendere la maggioranza dei seggi: Grillo ha insistito sul fatto che sono la prima forza del paese. Poi il leader pentastellato ha ricordato che, grazie a lui e al suo movimento, in Italia non si sono creati gruppi o partiti estremisti, come invece è successo in Finlandia, in Grecia con Alba Dorata o in Francia con Le Pen; il Movimento è stato in grado di convogliare tutte quelle forze “incattivite” in un progetto politico democratico. Su questo punto è arrivata la punzecchiatura di Vespa, che ha definito il Movimento talmente democratico e pluralistico che tutti quelli che la pensavano diversamente dal leader sono stati cacciati.

Reddito di cittadinanza
Decisamente corposa la parte del “comizio” dedicata alla questione del reddito di cittadinanza, un progetto per il quale servirebbero 19 miliardi, soldi che a detta di Grillo sarebbe possibile trovare tagliando i rimborsi elettorali, tagliando i rimborsi agli editori (inevitabile l’attacco alla stampa giudicata semilibera), alzando la tariffa sul gioco d’azzardo online e tagliando le spese militari. Proprio sulle spese militari è intervenuto Vespa, che ha ricordato come ci siano circa 6300 persone che lavorano sugli F-35 nell’ambito dell’Alta Tecnologia, posti di lavoro che non è possibile tagliare; e infatti Grillo ha risposto che queste persone sarebbero da spostare in altri settori dove l’Alta Tecnologia è più utile.

L’expo di Milano
Immancabile la critica all’Esposizione Universale del prossimo anno a Milano. L’EXPO secondo Grillo andrebbe chiuso perché è una rapina, una truffa, uno spreco di soldi. Dice di essere andato con 40 deputati grillini dentro i cantieri dell’EXPO ed aver trovato il nulla, solo opere infrastrutturali; e ancora terreni che dopo l’esposizione passeranno dalla destinazione agricola a quella edificabile, un’autostrada a 15 corsie che da Milano porta a Monza (neanche a Los Angeles); e poi imprese colluse con la mafia e Cantone, il supercommissario designato da Renzi, che arriva quando tutti gli appalti sono stati già assegnati. Insomma un Grillo scatenato che non ha risparmiato niente e nessuno.

L'appello ai votanti
Tanti quindi gli argomenti toccati, e riportarli tutti è anche molto complicato visti i voli pindarici che hanno accompagnato il discorso del leader a cinque stelle. Comunque la chiusura della pseudo-intervista non poteva che essere un appello al voto, e così è stato. “La rivoluzione nostra” ha intimato Grillo “è inserire nei posti giusti una persona onesta; un onesto poi si circonda di onestà”, per questo motivo “premiate le persone; io non sono candidato, non ho guadagnato nulla…il nostro è un movimento di comunità”.
Se l’appello di Grillo abbia colpito nel segno o sia caduto nel vuoto lo scopriremo tra cinque giorni; intanto resta un dubbio: le elezioni europee saranno veramente un banco di prova politico?